Istantanee elleniche (Macedonia is Greece)

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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Manifestazione nazionalista, il 4 febbraio ad Atene, in opposizione ai progetti della FYROM (ex Repubblica Yuogoslava di Macedonia) di assumere la denominazione di Macedonia tout-court; manifestazione non del tutto spontanea eppure indicativa di una corrente sotterranea, ma fortissima, di ribellione, che stavolta parte da destra e poggia sui residui sentimenti di identità nazionale, offesi dal governo di Tsipras, che offre simboli nazionali (Cipro, Macedonia) agli stranieri, in cambio di appoggio alle proprie politiche. La sinistra – che non si mobilita più da quasi tre anni – attacca l’uomo simbolo della manifestazione, Mikis Theodorakis per non ammettere la propria sconfitta ed il proprio tradimento e cerca di mantenere il potere disseppellendo gli scheletri di chi l’ha preceduta, (cosa non difficile) con scandali che toccano diversi ex capi del governo e ministri, sia del Pasok (i socialisti) che di Nuova Democrazia. Ma la gente ne ride, riconoscendo l’impostura, l’ennesima.

Panagiotis Grigoriou, come molti lettori sanno, vive delle donazioni dei lettori del suo blog e dei proventi dell’attività estiva di “guida alternativa” per i turisti che visitano la Grecia. Nell’ottica di uscire dal concetto di mera donazione, mensilmente ricordato sul suo blog, l’etnologo e storico greco ha lanciato un’iniziativa di crowdfunding, dove offre una contropartita alle donazioni in arrivo, proporzionata all’entità della cifra, con l’obiettivo di dotarsi di un veicolo più capiente e sostenere l’attività. Ne ha parlato diffusamente Marcello Foa sul suo blog, tra i più seguiti in assoluto, cui si rimanda per maggiori dettagli. Si tratta dell’ennesimo tentativo – questa volta individuale – di reagire alla morsa in cui moltissimi greci sono stretti dalle crescenti misure di austerità imposte al loro paese, dove è sempre più difficile avere e mantenere un lavoro “normale”. Ogni sostegno sarà gradito (e ricompensato, nei termini descritti nel sito di crowdfunding).

Manifestazione ad Atene il 4 febbraio 2018 (stampa greca)


Ad Atene, e più in generale al sud della Grecia, questo è il momento della prima fioritura. Clima mite, i germogli di stagione, come questa altra … rinascita naturale, delle massicce manifestazioni di protesta contro il potere dominante. E’ vero che da molto tempo la città di Atene non aveva vissuto un raduno popolare come quello tenutosi domenica scorsa, che ha visto in piazza circa 600.000 persone. Primavera … della gente?

 

Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)


Questa manifestazione, che ha seguito quella di Salonicco, come ho sottolineato nel mio articolo del 28 gennaio, cristallizza prima di tutto nella forma, l’opposizione alla riapertura dei negoziati tra la Grecia e la Macedonia slava, in particolare per l’utilizzo da parte di quest’ultima del nome storico “Macedonia”. In altre Parole, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, [vuole arrivare alla] scelta della sua denominazione ufficiale finale (e quindi finalmente accettata da entrambi i paesi).

Sulla complessa storia del caso macedone, i lettori del blog possono anche leggere l’analisi completa e ragionata (sul sito di LVSL) del mio amico storico e scrittore Olivier Delorme, pubblicato lo stesso giorno (7 febbraio 2018).

In realtà, si è trattato di una manifestazione popolare, in cui identità patriottica e le sue componenti dominavano [costituendo] soprattutto un modo per difendere alcuni (gli ultimi?) brandelli di dignità calpestata dai memorandum, e soprattutto da SYRIZA e dai suoi tradimenti.

Popolo patetico e piuttosto di destra (come la Chiesa ortodossa), dal momento che la sinistra non si mobilita più, come noto, dal 2015. Tutto questo, quando il principale oratore della riunione era Mikis Theodorakis, conosciuto nel mondo per il suo impegno (non esaustivo) di sinistra, ex deputato comunista … ma eletto anche sporadicamente in Nuova democrazia (destra), pure ministro (anche se un po’ cosmetico) nel governo di Costantino Mitsotakis (Nuova democrazia) nel 1990, il che certamente non spiega granchè, se non che questi ruoli del politico (più che del compositore) sono fatti che è bene richiamare.

 

Mikis Theodorakis. Grande manifestazione, Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)

 

 

Grande manifestazione, Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)

 

 

Grande manifestazione, Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)


La società greca sa di essere spalle al muro, quindi ragionerà (e si farà sentire) ormai solo in termini di identità, le inchieste ed i sondaggi mostrano che oltre il 70% degli intervistati pensa che “gli organizzatori della manifestazione hanno ragione nelle loro posizioni”, e anche che le istituzioni in cui i Greci hanno più fiducia sono prima di tutto l’esercito e poi la Chiesa, mentre i partiti, i sindacati, l’Assemblea nazionale, eletti restano molto indietro.

Secondo le inchieste, al momento (90.1 FM del 6 febbraio 2018, tra gli altri), la presenza maschile domenica scorsa, era vicina ai due terzi dei partecipanti, mentre la stessa percentuale durante il movimento di piazza detto “degli indignati” del 2011, era diversa e più equilibrata: 55% maschi e 45% femmine. Allo stesso modo, il pubblico più vicino alla mezza età (o molto matura) domenica scorsa era in maggioranza, come dicono i primi dati.

Così [era] la sociologia e demografia di questo 4 feb 2018 ad Atene. Maschi, militari e pensionati, molti elettori di Nuova Democrazia (anche favorevoli ai memoranda), poi oratori a tinte forti, come il costituzionalista Yorgos Kasimatis per il quale: “V’è una decisione politica che punta ad offrire la nostra identità agli stranieri. Questo nome (Macedonia) dopo la seconda guerra mondiale, era stato offerto da Tito come trofeo agli abitanti di Skopje, in modo che la Jugoslavia potesse un giorno … rivendicare tutta la Macedonia (geografica). Oggi, tutta la Grecia si è trovata qui presente per questo incontro. Anche coloro che non possono agire in questa direzione, ma sono d’accordo con noi. Infine, è ora la prima volta che l’articolo 120 della nostra Costituzione, viene applicato”

Articolo 120 della Costituzione [dice]: “il rispetto della Costituzione e delle leggi che vi si conformano, così come la devozione alla Patria ed alla Repubblica è un dovere fondamentale di tutti i greci. L’usurpazione, in qualsiasi modo, della sovranità popolare e dei poteri che ne derivano è perseguita fino al ritorno del potere legittimo, momento in cui comincia a decorrere la prescrizione del reato. L’osservanza della Costituzione è affidata al patriottismo dei greci, che hanno il diritto e dovere di resistere con ogni mezzo a qualsiasi persona che cerchi la sua abolizione con la violenza. “(Nota di ‘Greekcrisis’).

 

Grande manifestazione, militari attivi e riservisti Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)

 

 

Grande raduno, militari in servizio, Atene, 4 febbraio 2018 (stampa greca)

 

“La nostra risposta è ‘no’, quando di fronte, abbiamo governi che dicono ‘sì’ alla schiavitù e dura dal 2010. Oggi il popolo greco prende il controllo della sua sovranità. La Grecia è qui tutta intera, per non concedere alcun pezzo di terra greca agli stranieri. Perché il paese è attualmente sul punto di essere ceduto, venduto. (Se accettiamo la realtà di una Macedonia geografica in mano ai vicini slavi) allora la Turchia dovrebbe essere chiamata Ionia e la Sicilia Magna Grecia. E non c’è un solo specialista in relazioni internazionali che possa portare un solo esempio di un paese il cui nome non ha alcuna relazione con la storia del suo popolo. Oggi, gli europei sono diventati ciechi.

“I nomi misti così inventati, aboliscono il vecchio [toponimo] Macedonia, aboliscono l’identità della Grecia. Quindi ci opponiamo a ogni utilizzo della parola Macedonia in alcun modo da parte del paese confinante. Chi non vede la bulimia espansiva delle grandi potenze che richiedono la contrazione della Grecia? “(Kasimatis, 4 febbraio 2018 ad Atene).

Il giorno prima del raduno, uno slogan rivendicato come anarchico, era stato collocato su una facciata della casa di Mikis Theodorakis: “La tua storia ha inizio in montagna con la resistenza (a sinistra, dal 1941 al 1944), e finsce nella melma Nazionale di piazza della Costituzione.” “Ho sempre combattuto contro ogni forma di fascismo e in questo momento, il fascismo di sinistra è il più pericoloso, a causa dei membri di Syriza”, ha detto Theodorakis dalla piazza della Costituzione il giorno successivo. Non senza ironia …, il deputato (neonazista) di Alba Dorata Ilias Kassidiáris ha twittato: “Mikis (Theodorakis) ha iniziato (la sua vita politica) nella EON, organizzazione giovanile del regime del generale Metaxas (1936-1941), e l’ha chiusa qui in Piazza della Costituzione, a fianco dei patrioti e nazionalisti. Tutte le altre sue posizioni politiche intermedie possono essere cancellate”. Quotidiano dei Redattori del 4 Febbraio 2018.

 

La casa di Mikis Theodorakis imbrattata. 4 FEBBRAIO 2018 (stampa greca)

 

 

Il Presidente ‘macedone: “ho rinominato il mio cane da Alexander in Alexis”. Kathimerini”, 2018

 

 

Grande raduno, Atene, il 4 febbraio 2018 (stampa greca)


Alba Dorata crede probabilmente di avere preso un brodino (come la gente comune …), se non che si tratta molto probabilmente di un brodino andato a male. Un grande vuoto politico in cerca di identità starebbe per partorire, [come la mitica montagna] (o meno) … un nuovo topolino (di destra questa volta), come SYRIZA è stato il topolino di sinistra… che ha ottenuto il risultato voluto, a quanto pare.

Detto questo, questa impennata popolare (ovviamente) organizzata (e/o recuperata) non è del tutto spontanea, tale è la mia intuizione di etnografico secondo la mia esperienza di tanti anni (già) all’epoca dei [primi] mémoranda, metapolitici e para- democratici. È anche curioso che nessuna manifestazione sia stata organizzata, se non altro per contrastare la gestazione geopolitica teratomorfica della questione di Cipro, per esempio, e questo per oltre un anno, come i lettori abituali di questo blog possono forse ricordare perché avevo sollevato la questione nel mese di gennaio 2017.

Io non ho … (tutte!) le qualità del oracolo di Delfi, ma respiro abbastanza i tempi (pessimi) per sapere che probabilmente il vuoto politico lasciato dal tradimento di SYRIZA, è un vuoto sovranista, a destra (se si basa sulla classificazione del secolo scorso, ormai già molto dietro di noi), e che il vuoto non può essere in qualche modo “colmato” di chi è al potere. Il che non esclude potenziali “incidenti” nel susseguirsi presuntamente acquisito… o forse requisito, degli eventi, come accade a volte quando il popolo si prende la parte anteriore del palco … per poi eclissarsi (o farsi tradire subito dopo).

In ogni caso, ciò che si fa sentire attraverso le convulsioni della società greca, è come una forma di “cutura di guerra” a volto appena coperto. La nozione (fatte le debite proporzioni per il caso greco) viene dagli storici della Grande Guerra, tra cui Stéphane Audoin-Rouzeau (relatore della mia tesi in Storia), che codificavano una serie di rappresentazioni, pratiche, atteggiamenti, produzioni letterarie e artistiche che fungevano da quadro per il successivo coinvolgimento delle popolazioni europee in un conflitto.

 

Il Museo della Guerra. Atene, gennaio 2018

 

 

Trireme, antica nave da guerra rappresentata su ceramica. Museo Bizantino di Atene, gennaio 2018

 

 

Sorveglianza del territorio e Guardia Evzoni. Atene, gennaio 2018


La cultura della guerra non dichiarata, è prima di tutto e soprattutto rivolta verso l’interno (verso i politici, ed altre categorie della popolazione). Poi viene espressa verso l’esterno con un discorso di identità, soprattutto difensiva verso l’occupazione della Troika che la Grecia conosce dal 2010 e prima (peggiorata con SYRIZA / ANEL), anche di fronte a quello che è considerato un furto dell’identità e della cultura ellenica (da parte dei vicini della Macedonia slava), e contro la esplicita minaccia dalla Turchia del regime di Erdogan. Situazione insomma già complessa e potenzialmente esplosiva, come ammette anche l’editorialista di “Kathimerini” del 6 febbraio 2018 (comunque grande quotidiano sistemico), facendo riferimento a “una corrente potente e incontrollabile.”

Chiunque ammetterà (quando si discute seriamente) che la Grecia abbia tutto l’interesse che il vicino stato di slavo Macedonia resti, tirato com’è tra la Bulgaria e l’Albania, salvo che in aggiunta (o di colpo), i programmi geopolitici della NATO nei Balcani ignorano tutto il resto … e che questi programmi non sono necessariamente compatibili con gli interessi dei popoli, o (ancora) con la convivenza, si spera pacifica.

 

Gli scavi su Delos. Esposizione, Museo Bizantino, 2017-2018
Mostra sulla storia degli scavi nelle Cicladi. Museo Bizantino di Atene, 2017-2018

 


Il grande raduno del 4 febbraio ad Atene, infine, ha materializzato l’enorme scollamento tra una gran parte della popolazione (i due terzi direi) e il sistema politico, se non il regime politico semplicemente. E’ anche un modo per mostrare in materia evidente e palpabile nelle strade tutto lo scollamento ed il divorzio (non amichevole) già espressi nel 2015, tra il popolo greco e la sinistra, tutta la sinistra e non solo SYRIZA. L’avevo sottolineato in precedenza, già da luglio / agosto 2015.

Nelle circostanze attuali, sulla stampa e nei siti Internet dei movimenti di sinistra in Grecia, il grande raduno del 4 febbraio è ancora sinonimo di shock. E’ una campagna diffamatoria che riunisce i seguaci di Syriza e le altre formazioni della sinistra in Grecia, che mirano verso … Mikis Theodorakis, che [a sua volta] non è certamente un intoccabile.

Tuttavia, il mio amico Dimitris Belandís, ex Comitato Centrale SYRIZA fino all’estate 2015, riporta un certo senso della ragione in questo dibattito con un testo pubblicato sulla sua pagina Facebook, dove dice che “non va dimenticato che dietro la decostruzione così aggressiva della figura di Theodorakis c’è in realtà la destrutturazione finale dei simboli e delle lotte dal 1940 ad oggi, ignorando così la vera e indiscutibile crisi esistenziale della sinistra”.

 

Istantanee delle Cicladi, mostra. Atene, novembre 2017-febbraio 2018

 

 

Lavori. Atene, gennaio 2018

 

Vista di Atene. Gennaio 2018

 

 

… Offerta del momento. Atene, gennaio 2018

Come spesso nella storia, ci accontenteremo … dell’offerta del momento, come i rari lavori stradali ad Atene, in mancanza di meglio. Istantanee greche!

Un enorme, presunto, scandalo è appena scoppiato su iniziativa del “governo”, guarda caso tre giorni dopo la manifestazione del 4 febbraio. Il caso, chiamato Novartis, coinvolge certo numero di politici del PASOK e di Nuova Democrazia “per aver accettato bustarelle legate al riconoscimento dei prodotti vaccinali in Grecia, a tutto vantaggio della ditta Novartis” tra il 2006 e il 2015.

L’indagine, già inviata al “parlamento” è stata aperta dal pubblico ministero, e tra i presunti colpevoli (e sotto accusa), scopriamo Samaras (ex-Primo Ministro di Nuova democrazia / PASOK che controattacca e si lamenta a sua volta), Stournaras (già Banca di Grecia, e banchiere … tout court), Venizelos del Pasok, Avramopoulos (attuale commissario all’immigrazione a Bruxelles), Pikrammenos (presidente del Consiglio di Stato nel 2009 ed ex primo ministro del governo tecnico ai tempi delle elezioni del 2012), e molti altri (stampa greca – quotidiano “Kathimerini”).

Popolino … molto giovane. Cipro 1950, foto del poeta Yorgos Seferis (mostra, Atene, gennaio 2018)

La gente comune ad Atene… ne sorride, dal benzinaio all’angolo, al parrucchiere del quartiere, sappiamo che questo caso (vero o no non importa ) ben si inserisce nella linea politica del “governo” SYRIZA / ANEL, in particolare nel suo (ultimo?) tentativo di rimanere al potere, se possibile, fino alle elezioni parlamentari nell’autunno 2019. Tutto questo, mentre si assumono in maniera massiccia consulenti… clientelari presso il servizio pubblico in questo momento (senza reazione visibile da Bruxelles), ma è un governo ampiamente odiato (non solo politicamente respinto) da due terzi la popolazione.

La domanda (o … l’altra domanda) sarebbe fino a che punto la cerchia dirigente (e atlantista) di SYRIZA, beneficia o meno dell’appoggio degli Stati Uniti in questa messa in discussione di figure politiche di tal calibro, molto pro-europee e di comprovata fede tedesco-compatibile (Samaras Pikrammenos, Avramopoulos tra gli altri). Non lo sappiamo (per ora).

Il mondo di una volta. Cicladi Esposizione, Museo Bizantino di Atene, Novembre 2017. – Febbraio 2018

 

Gli esseri umani e gli animali rappresentati. 6 ° secolo prima della nostra cronologia. Museo Bizantino 2018

 

Archeologo e il suo gatto … Cicladi. Esposizione, Museo Bizantino di Atene 2018

 

Esposizione. Museo Bizantino di Atene 2018

Atene,le sue prime fioriture al tempo (metereologico) dolce. Tuffata a … Delos e nelle Cicladi, in generale, grazie alla bella mostra allestita presso il Museo Bizantino (fino al 28 febbraio), un altro modo (personale) di prendere la distanza necessaria dalla città (come un’assenza temporanea di Atene per ragioni di famiglia).

Mimi ‘crisi greca’. Atene, gennaio 2018

Delos, oscura e gloriosa, sempre tra esseri umani ed animali, inclusi i gatti degli archeologi del passato. Come quelli di ‘Greekcrisis’ per gli archeologi del futuro, Mimi a volte stanca, e Hermes (detto il Trismegisto) … instancabile.

Articolo originale QUI

Traduzione per www.comedonchisciotte.otg a cura di FRANZ-CVM

Febbraio 2018

 

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