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La Redazione

 

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Alzheimer: dall’alga spirulina un possibile contributo per migliorare la funzione cognitiva
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Il 24 Aprile 2024
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Alzheimer: dall'alga spirulina un possibile contributo per migliorare funzione cognitiva

A precedenti studi che avevano già evidenziato le potenziali applicazioni terapeutiche basate sulle attività immunomodulanti e antinfiammatorie dell’alga spirulina, si è aggiunto circa un anno fa un lavoro iraniano che ha evidenziato che questa particolare alga blu-verde – ricca di proteine e aminoacidi essenziali, polisaccaridi, acidi grassi essenziali, minerali e vitamine (tra cui la vitamina B12), beta-carotene, clorofilla e fibre – è in grado di migliorare la funzione cognitiva e i parametri dell’omeostasi del glucosio nei pazienti con Alzheimer.

Lo studio, randomizzato in doppio cieco e controllato, è stato condotto su 60 persone con diagnosi di tale patologia e i pazienti sono stati assegnati a ricevere in modo casuale 500 mg/giorno di spirulina o un placebo due volte al giorno per 12 settimane.
Tutti sono stati sottoposti a valutazione del punteggio minimo dell’esame dello stato mentale prima e dopo l’intervento e a prelievi di campioni di sangue al basale dopo 12 settimane di intervento per determinare i marcatori metabolici.

I risultati sono stati sorprendenti perché la spirulina si è mostrata in grado di migliorare la funzione cognitiva, i parametri dell’omeostasi del glucosio e i livelli proteina C reattiva in pazienti con malattia di Alzheimer. Infatti, rispetto al placebo, l’assunzione di spirulina ha comportato un significativo miglioramento del punteggio MMSE (esame dello stato mentale); inoltre l’alga ha ridotto la proteina C-reattiva ad alta sensibilità, il glucosio a digiuno, l’insulina e l’insulino resistenza aumentando, invece, la sensibilità all’insulina rispetto al gruppo placebo.

L’Alzheimer è una condizione neurodegenerativa che compromette la funzione cognitiva in maniera progressiva e, purtroppo, è la causa più comune di demenza nella terza età.
Quando la patologia inizia a essere avanzata i malati hanno bisogno di attenzione 24 ore su 24 e per i familiari, non c’è solo il dolore di vedere una persona cara in un peggioramento senza scampo, ma anche il sacrificio e le privazioni che derivano da un’assistenza continuativa.
Anche se condotto su piccoli numeri, visti i risultati di questo studio, si auspicano quindi ulteriori ricerche sulla spirulina al fine di definirne ed eventualmente perfezionarne l’utilizzo clinico nei pazienti con Alzheimer allo scopo di contribuire a migliorarne le condizioni e mantenere più a lungo possibile la loro autonomia.

Per noi occidentali le alghe sono una relativa recente novità e solo negli ultimi anni sono state oggetto di interesse dietologico e salutistico da parte della comunità scientifica, in realtà fanno parte da millenni della dieta di molte culture a noi lontane e nell’alimentazione dell’estremo Oriente, soprattutto in Giappone, sono da sempre normalmente utilizzate.

Esistono moltissime varietà di alghe, ognuna con proprietà e caratteristiche proprie. La spirulina, ad esempio, è microscopica, ma ce ne sono alcune che possono raggiungere centinaia di metri di lunghezza e altre che hanno dimensioni intermedie.
Possono essere considerate una sorta di “supercibo” dal momento che contengono un’ampia varietà di composti bioattivi. Vanno perciò utilizzate in modiche quantità in cucina, due o tre volte alla settimana (nelle insalate miste, nelle zuppe, per insaporire primi e verdure). Alcune vanno rigorosamente cotte, altre possono essere anche mangiate crude e, durante il periodo invernale o quando si avverte particolare freddo, è bene consumarle con zenzero, oppure erbe o spezie a effetto riscaldante (ad esempio aglio, alloro, basilico, cannella, cardamomo, coriandolo, fieno greco, erba cipollina, origano, finocchio).

A causa dell’alto contenuto di iodio, in alcune specifiche condizioni di salute le alghe vanno evitate, ad esempio in caso di ipertiroidismo, ma anche nell’ipotiroidismo trattato con la levotiroxina, Va detto, inoltre, che anche in gravidanza, allattamento e prima infanzia le alghe andrebbero utilizzate con prudenza.
Infine, è sempre bene acquistarle biologiche provenienti da colture certificate e controllate perché tendono ad assorbire metalli pesanti nocivi per la salute (vale lo stesso discorso se ci si appresta ad acquistare eventuali integratori che le contengono).
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VB

 

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