Che strana coincidenza, un altro Whistleblower della Boeing muore dopo un malore improvviso

Oleg Burunov
sputnikglobe.com

L’anno scorso Boeing aveva ammesso che la produzione era afflitta da problemi e ritardi, ma aveva assicurato che la flotta in servizio poteva “continuare ad operare in sicurezza”.

Joshua Dean, ex dipendente della Spirit AeroSystems che aveva accusato un fornitore della Boeing di aver ignorato i difetti nella produzione del 737 MAX, è morto dopo una breve lotta con “un’infezione improvvisa e a rapida diffusione“, come hanno confermato i familiari e il suo avvocato.

Secondo quanto riferito, il 45enne ex revisore della qualità di Spirit era in “buona salute ed era noto per il suo stile di vita sano“, prima di ammalarsi improvvisamente e di essere ricoverato in ospedale a causa di problemi respiratori due settimane fa.

Secondo la madre di Dean, il figlio stava “lottando per la vita” dopo aver contratto una polmonite e aver subito un ictus in seguito ad un’infezione da stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA).

Dopo il licenziamento da parte di Spirit, nell’aprile del 2023, Dean aveva presentato un reclamo al Dipartimento del Lavoro sostenendo che il suo licenziamento era una ritorsione per aver sollevato preoccupazioni relative alla sicurezza dell’aviazione.

Il 45enne è deceduto meno di due mesi dopo che un altro whistleblower della Boeing, John Barnett, 62 anni, era stato trovato morto a causa di quella che le autorità della Carolina del Sud avevano descritto come un’apparente ferita d’arma da fuoco autoinflitta.

I suoi avvocati avevano detto che Barnett stava per rendere nota una deposizione in cui sosteneva che la Boeing si era vendicata di lui per aver denunciato i problemi di sicurezza del Boeing 787 Dreamliner. L’indagine della polizia sulla morte di Barnett è ancora in corso.

In uno degli ultimi incidenti, circa 50 persone erano rimaste ferite quando, a marzo, un Boeing 787 Dreamliner gestito dalla compagnia cilena LATAM Airlines aveva avuto un “problema tecnico” mentre era in rotta da Sydney in Australia ad Auckland in Nuova Zelanda.

A gennaio, la Federal Aviation Administration aveva bloccato temporaneamente negli Stati Uniti tutti i Boeing 737 Max 9 dopo il distacco di un pannello copriporta su un volo della Alaska Airlines. Nello stesso mese era stata scoperta una perdita di ossigeno a bordo di un Boeing 737 che doveva riportare negli USA il Segretario di Stato americano Antony Blinken dal Forum economico mondiale di Davos.

Nell’ottobre 2018, 189 persone erano rimaste uccise quando un Boeing 737 MAX 8 nuovo di fabbrica era precipitato al largo delle coste dell’Indonesia. Sei mesi dopo, 157 persone avevano perso la vita quando un altro 737 MAX 8 si era schiantato in Etiopia pochi minuti dopo il decollo. Entrambi i disastri mortali erano stati causati dal malfunzionamento di un software mal progettato. La gamma dei 737 MAX era stata successivamente bloccata a terra per 20 mesi in tutto il mondo e il provvedimento era costato alla Boeing più di 20 miliardi di dollari in risarcimenti legali.

Oleg Burunov

Fonte: sputnikglobe.com
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02.05.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org