I medici prevedono un’epidemia di malattie cerebrali da prioni

Sembra sempre più probabile che uno degli effetti collaterali più gravi dei vaccini COVID mRNA sia la demenza. Ancor peggio, questa malattia prima non trasmissibile potrebbe ora essere contagiosa.

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Dr. Joseph Mercola
takecontrol.substack.com

LA STORIA IN SINTESI

* Sembra sempre più probabile che uno degli effetti collaterali più gravi dei vaccini COVID mRNA sia la demenza e i prioni che la causano potrebbero essere contagiosi

* Ora sappiamo che il Frameshifting, un fenomeno che interessa i vaccini COVID, può indurre la produzione di prioni e portare a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD).

* Il sito web prions.rip di Sid Belzberg, che ha raccolto dati sugli effetti collaterali neurologici post-vaccinazione, ha rilevato un’incidenza notevolmente elevata di casi di CJD diagnosticati, cosa che rappresenta una tendenza allarmante.

* Una serie di articoli evidenzia le distorsioni negli studi clinici e in quelli osservazionali e suggerisce che la sicurezza e l’efficacia dei vaccini COVID-19 sono state enormemente sopravvalutate.

* Lo studio Global COVID Vaccine Safety Project – finanziato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie – rivela effetti collaterali importanti, tra cui miocardite, pericardite e coaguli ematici e sottolinea la necessità di rivalutare i rischi e i benefici dei vaccini COVID.

Sembra sempre più probabile che uno degli effetti collaterali più gravi dei vaccini COVID mRNA sia la demenza e, peggio ancora, questa malattia, prima non trasmissibile, potrebbe ora essere “contagiosa”, trasmissibile attraverso i prioni.

Nella mia intervista del 2021 a Stephanie Seneff, Ph.D., la dottoressa aveva spiegato perché sospettava che i vaccini COVID potessero, alla fine, provocare una valanga di malattie neurologiche basate sui prioni, come l’Alzheimer. La dottoressa aveva anche pubblicato un articolo che illustrava in dettaglio questi meccanismi nel numero del 10 maggio 2021 dell’International Journal of Vaccine Theory. Come spiegava in quell’articolo [1]:

“Un articolo pubblicato da J. Bart Classen (2021) ipotizzava che la proteina spike dei vaccini a mRNA potesse causare malattie simili a quelle origine prionica, in parte grazie alla sua capacità di legarsi a molte proteine note e di indurne il misfolding in potenziali prioni.

Idrees e Kumar (2021) avevano suggerito che la componente S1 della proteina spike potrebbe funzionare come un’amiloide funzionale e formare aggregati tossici… che, in ultima analisi,potrebbero portare alla neurodegenerazione”.

In sintesi, secondo l’articolo della Seneff, i vaccini COVID, somministrati a centinaia di milioni di persone, sono un set di istruzioni per la produzione da parte dell’organismo di una proteina tossica che finirà per concentrarsi nella milza, da dove andranno poi in circolo le istruzioni codificate dalla proteina prionica, causando malattie neurodegenerative.

Cosa sono i prioni?

Il termine “prione” deriva da “particella infettiva proteica”. I prioni sono noti per causare una serie di malattie neurodegenerative negli animali e nell’uomo, come la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD) nell’uomo, l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE o “malattia della mucca pazza”) nei bovini e la malattia da deperimento cronico nei cervi e negli alci.

Queste malattie sono definite collettivamente encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE). Sono caratterizzate da lunghi periodi di incubazione, danni cerebrali, formazione di cavità nel cervello, che conferiscono all’organo un aspetto simile a una spugna, e mancata induzione di una risposta infiammatoria.

In breve, i prioni sono agenti infettivi composti interamente da materiale proteico che può ripiegarsi in modi multipli e strutturalmente distinti, almeno uno dei quali è trasmissibile ad altre proteine prioniche, e questo causa una malattia simile alle infezioni virali ma senza acidi nucleici.

A differenza di batteri, virus e funghi, che contengono acidi nucleici (DNA o RNA) che ne istruiscono la replicazione, i prioni si propagano trasmettendo il loro stato proteico mal ripiegato a varianti normali della stessa proteina.

Secondo il modello della malattia prionica, le proprietà infettive dei prioni sono dovute alla loro capacità di convertire la versione normale della proteina nella forma mal ripiegata, innescando così una reazione a catena che danneggia progressivamente il sistema nervoso.

I prioni sono incredibilmente resistenti ai metodi convenzionali di sterilizzazione e possono sopravvivere a condizioni estreme che normalmente distruggerebbero gli acidi nucleici o altri agenti patogeni, il che spiega perché le malattie da prioni sono così difficili da trattare.

Altre prove che i vaccini a base di mRNA possono scatenare la demenza

Oggi ci sono sempre più prove a sostegno della teoria della Seneff. Nell’agosto del 2022, l’imprenditore tecnologico Sid Belzberg aveva creato [2] prions.rip, un sito web per raccogliere dati sugli effetti collaterali neurologici dei vaccini (il sito non è più attivo).

Nel giro di pochi mesi, il sito aveva ricevuto circa 15.000 visite e aveva raccolto 60 segnalazioni di persone a cui era stato somministrato il vaccino e che poco dopo avevano sofferto di deficit neurologici, tra cui sei casi diagnosticati di MCJ.

“Normalmente questa malattia colpisce 1 persona su 1.000.000”, aveva scritto Belzberg [3]. “Per avere 6 casi occorrono 6.000.000 di visite al sito, supponendo che tutti facciano rapporto. La probabilità di ottenere 1 caso su 15.000 visite è di 1 su 66. Vedere 6 casi in un gruppo di 15.000 è 1/66^6 o 1 su 82.000.000.000, o 20 volte più probabile che vincere alla lotteria Powerball! …

Voglio ribadire che la malattia di Creutzfeldt-Jakob è una malattia eccezionalmente rara che ora è una reazione avversa grave (SAE) nota e accertata del DEATHVAX™. La somministrazione di questa arma biologica che ammazza lentamente può causare disturbi che, in realtà, sarebbero probabili come essere colpiti due volte da un fulmine. La prova è ormai inconfutabile”.

Il Frameshifting può innescare la produzione di prioni

A metà dicembre 2023, alcuni ricercatori avevano riferito [4 5 6] che la sostituzione dell’uracile con la metilpseudouridina sintetica nell’mRNA dei vaccini COVID – un processo noto come ottimizzazione dei codoni – può causare il frameshifting, un errore nella decodifica, e innescare la produzione di proteine aberranti fuori bersaglio.

Gli anticorpi che si sviluppano di conseguenza possono, a loro volta, scatenare reazioni immunitarie indesiderate. Secondo gli autori, le risposte immunitarie cellulari fuori bersaglio si verificano nel 25%-30% delle persone che hanno ricevuto il vaccino COVID. Ma non è tutto.

Secondo il neuroscienziato britannico Kevin McCairn, questo fenomeno di frameshifting è collegato anche alla produzione di prioni dannosi e, nello specifico, i prioni interessati dal frameshifting sono infettivi e possono essere trasmessi da una persona all’altra. Come riportato nel Journal of Theoretical Biology del 2013 [7]:

“Una spiegazione quantitativamente coerente per i titoli di infettività riscontrati in una varietà di preparati contenenti prioni è fornita sulla base del fatto che gli agenti eziologici dell’encefalopatia spongiforme trasmissibile comprendono una frazione molto piccola di popolazione di varianti della proteina prionica (PrP), che contengono elementi frameshifted nelle loro regioni N-terminali di ottapeptidi ripetuti …

Il frameshifting spiega quantitativamente l’eziologia della malattia da prioni. Un prione frameshifted su un milione può essere sufficiente a causare la malattia. L’elemento TAR [Il TAR (trans-activation response) dell’HIV è un elemento a RNA necessario per la trans-attivazione del promotore virale e per la replicazione del virus, N.D.T.] dell’HIV nell’mRNA del PRNP è probabilmente un effettore del frameshifting”.

McCairn aveva illustrato questo meccanismo in un’intervista del 19 febbraio 2023 con Health Alliance Australia (video sopra). Aveva osservato che:

“Le proteine mal ripiegate causate dai prioni possono interessare gli organi e i tessuti dell’organismo a tutti i livelli… [Si] bioaccumulano e sono resistenti alla degradazione, quindi si concentrano…”.

I prioni potrebbero infatti essere le molecole principali “rilasciate” dai riceventi dei vaccini COVID e, se questi prioni fossero dovuti al frameshifting, questa potrebbe essere davvero una pessima notizia, considerando la loro implicazione nella demenza.

Un altro medico che ritiene che ci troveremo di fronte ad una “epidemia di malattie da prioni” è il dottor David Cartland. Alla fine di febbraio del 2024, ha pubblicato [8] 13 documenti scientifici che collegano i vaccini COVID, le malattie da prioni e la malattia di Creutzfeldt-Jakob, sottolineando che si tratta solo di una “piccola selezione” di ciò che è disponibile nella letteratura medica.

Prioni sono implicati anche nel long COVID

Secondo l’esperto di genomica Kevin McKernan, Ph.D., i prioni sono coinvolti anche nel long COVID (o, come lo chiama McKernan, “long vax”) [9]. In uno studio del 2024 [10], il 96,7% dei malati di long COVID era stato vaccinato. In un’intervista con la Front Line COVID-19 Critical Care Alliance (FLCCC), McKernan ha dichiarato [11]:

“Se si effettua un frameshift sui codoni di stop, si produrranno proteine spike-mito. Quando parlo con molti pazienti che fanno il long vax, sento parlare di tutte queste cose che mi ricordano il periodo trascorso nel settore del sequenziamento delle malattie mitocondriali…”.

McKernan sostiene di aver tentato nel 2021 di pubblicare un articolo su questo tema con il dottor Peter McCullough, ma l’editore della rivista “era intervenuto e aveva silurato l’articolo” [12] .

Pubblicata la più grande analisi mondiale di effetti collaterali

Tra le notizie correlate, il 12 febbraio 2024 è stato pubblicato sulla rivista Vaccine il più grande studio [13] sugli effetti collaterali dei vaccini COVID, che conferma ciò che io e molte altre fonti di notizie alternative avevamo sempre sostenuto, ovvero che i vaccini a base di mRNA sono i prodotti medici più pericolosi mai immessi sul mercato.

Lo studio – condotto dal Global COVID Vaccine Safety (GCoVS) Project e finanziato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, dal Public Health Ontario e dall’Istituto canadese per la ricerca sulla salute – ha valutato il rischio di “eventi avversi di particolare interesse” (AESI) in seguito alla “vaccinazione” COVID-19.

Sono stati inclusi i dati provenienti da 10 siti in otto Paesi (Argentina, Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Nuova Zelanda e Scozia), per un totale di oltre 99 milioni di individui vaccinati.

Tra le migliaia di effetti collaterali elencati da Pfizer nel rapporto confidenziale sugli eventi avversi post-autorizzazione presentato alla Food and Drug Administration statunitense [14] , il GCoVS si è concentrato su 13 AESI che rientrano in tre categorie principali: condizioni neurologiche, ematologiche (legate al sangue) e cardiovascolari.

Il GCoVS ha calcolato il rischio di AESI per ciascuna delle 13 AESI in base al numero di eventi osservati rispetto a quelli attesi (OE) verificatisi fino a 42 giorni dopo l’iniezione. Il numero “atteso” di effetti collaterali si è basato sui dati relativi agli eventi avversi da vaccino dal 2015 al 2019. Questi tassi sono stati poi confrontati con i tassi di eventi avversi osservati in coloro che avevano ricevuto uno o più vaccini COVID, BNT162b2 di Pfizer, mRNA-1273 di Moderna o ChAdOx1 di AstraZeneca.

Il più grande studio condotto finora conferma i pericoli dei vaccini COVID

L’analisi [15] ha rivelato diversi effetti collaterali preoccupanti, tra cui un aumento del rischio di miocardite, pericardite, coaguli ematici nel cervello e varie condizioni neurologiche. Ecco un rapido riassunto dei risultati:

Miocardite e pericardite:

* Vaccino Pfizer – I rapporti OE, osservati/attesi, per la miocardite erano 2,78 e 2,86 dopo la prima e la seconda iniezione, con il rischio che rimaneva raddoppiato dopo la terza e la quarta iniezione.

* Vaccino Moderna – I rapporti OE per la miocardite erano 3,48 e 6,10 dopo la prima e la seconda dose. Anche le dosi 1 e 4 hanno mostrato rapporti OE di 1,74 e 2,64 per la pericardite.

* Vaccino AstraZeneca – Il rapporto OE per la pericardite è stato di 6,91 dopo la terza dose.

Coaguli ematici cerebrali (trombosi del seno venoso cerebrale, CVST):

* Dopo la prima iniezione di AstraZeneca è stato osservato un OE di 3,23 per la CVST.

* Un aumento significativo del rischio di CVST è stato osservato anche dopo la seconda dose di Pfizer.

Condizioni neurologiche:

* Sindrome di Guillain-Barré – È stato osservato un rapporto di OE di 2,49 dopo somministrazione di AstraZeneca.

* Mielite trasversa – Il rischio è quasi raddoppiato con il vaccino AstraZeneca.

* Encefalomielite acuta disseminata – Sono stati osservati rapporti OE di 3,78 (Moderna) e 2,23 (AstraZeneca).

Questi risultati sottolineano il pericolo di gravi effetti collaterali dei vaccini COVID, tra cui condizioni che possono portare ad altre conseguenze a lungo termine, come ictus, infarto, paralisi e morte.

Negli studi clinici l’efficacia e la sicurezza sono state esagerate

Considerando questi risultati, non sorprende che l’efficacia e la sicurezza siano state esagerate negli studi clinici e negli studi osservazionali. In un post ospite sul Substack del Dr. Robert Malone, Raphael Lataster, Ph.D., scrive [16]:

“Una serie non ufficiale di quattro articoli di importanza cruciale su riviste mediche, due dei quali scritti da me, apparsi sul Journal of Evaluation in Clinical Practice dell’editore accademico Wiley, rivela che le affermazioni sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini COVID-19 sono state esagerate negli studi clinici e negli studi osservazionali, cosa che ha avuto un effetto significativo sulle analisi rischio/beneficio.

[Negli articoli] vengono inoltre discussi gli argomenti relativi alla miocardite e le prove indicano che, anche considerando questo unico effetto avverso, nei giovani e nelle persone sane i rischi superano i benefici e [esistono prove di] un’efficacia negativa percepita, che indica che i vaccini aumentano le probabilità di infezione/ospedalizzazione/morte da COVID-19, per non parlare di altri effetti avversi”.

Sintesi dei lavori

I quattro lavori in questione sono:

1. “Sources of Bias in Observational Studies of COVID-19 Vaccine Effectiveness“, pubblicato sul Journal of Evaluation in Clinical Practice nel marzo del 2023, coautore il direttore del BMJ Peter Doshi, Ph.D., lo statistico Kaiser Fung e il biostatistico Mark Jones, che ha concluso che il “case-counting window bias” ha avuto un effetto significativo sulle stime di efficacia [17].

Come spiegato da Lataster, il “case-counting window bias” “si riferisce ai 7 giorni, ai 14 giorni o addirittura ai 21 giorni dopo la vaccinazione, il periodo in cui non vengono presi in considerazione i problemi legati al vaccino, come le infezioni da COVID, per qualche strana ragione, in quanto “il vaccino non avrebbe avuto tempo sufficiente per stimolare il sistema immunitario”.

Ciò può sembrare alquanto bizzarro, dal momento che tutti i “vaccinati completi” devono passare attraverso il processo di “vaccinazione parziale”, spesso anche più di una volta. A peggiorare le cose, i non vaccinati [gruppo di controllo] non hanno diritto a questo “periodo di grazia”, il che significa che esiste un evidente pregiudizio.

In un esempio che utilizza i dati dello studio clinico di Pfizer, gli autori dimostrano che, grazie a questa distorsione, un vaccino con un’efficacia dello 0%, confermata nell’ipotetico studio clinico, potrebbe essere visto negli studi osservazionali come avente un’efficacia del 48%”.

2. L’articolo “Reply to Fung et. al. on COVID-19 Vaccine Case-Counting Window Biases Overstating Vaccine Effectiveness“, redatto da Lataster, discute come il bias della finestra di conteggio abbia influenzato non solo le stime di efficacia negli studi osservazionali, ma anche le stime di sicurezza, suggerendo la necessità di rivalutare la sicurezza dei vaccini [18]. L’articolo affronta anche il tema del “misterioso aumento dei decessi in eccesso non-COVID dopo la pandemia” [19] .

3. “How the Case Counting Window Affected Vaccine Efficacy Calculations in Randomized Trials of COVID-19 Vaccines“, ancora una volta redatto da Doshi e Fung, che ha dettagliato come i problemi della finestra di conteggio dei casi abbiano sovrastimato l’efficacia anche negli studi clinici di Pfizer e Moderna [20].

4. Un secondo articolo di Lataster, in cui ha evidenziato e riassunto le prove che dimostrano come gli studi clinici siano stati influenzati dai problemi delle finestre di conteggio degli effetti avversi che hanno portato a stime di sicurezza esagerate [21].

“Insieme, questi quattro articoli chiariscono che le affermazioni sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini COVID-19 sono state esagerate negli studi clinici e negli studi osservazionali, trovando anche il tempo di discutere della miocardite e dell’efficacia negativa percepita, il che significa che sono indispensabili nuovi studi”, scrive Lataster [22].

Risorse per chi è stato danneggiato da un vaccino COVID

Sulla base dei dati raccolti in tutto il mondo, è evidente che i vaccini COVID sono i farmaci più pericolosi mai utilizzati. Se avete già fatto uno o più vaccini COVID e ora ci state ripensando, fareste bene a evitare tutti i vaccini d’ora in poi, perché dovete porre fine all’assalto al vostro corpo. Anche se non avete riscontrato effetti collaterali evidenti, la vostra salute potrebbe comunque risentirne a lungo termine, quindi non fatevi più vaccinare.

Se soffrite di effetti collaterali, la prima cosa da fare è eliminare la proteina spike e/o qualsiasi proteina aberrante fuori bersaglio che il vostro corpo sta producendo. Due rimedi che hanno dimostrato di legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2 e di facilitarne la rimozione sono l’idrossiclorochina e l’ivermectina. Non so se questi farmaci funzionino anche sulle proteine fuori bersaglio e sull’accumulo di nanolipidi, ma probabilmente non sarebbe male provare.

La Front Line COVID-19 Critical Care Alliance (FLCCC) ha sviluppato un protocollo di trattamento post-vaccino chiamato I-RECOVER. Poiché il protocollo viene continuamente aggiornato man mano che si rendono disponibili ulteriori dati, la cosa migliore è scaricare l’ultima versione direttamente dal sito web della FLCCC all’indirizzo covid19criticalcare.com [23].

Per ulteriori suggerimenti, consultate la guida alla disintossicazione dalle proteine spike del World Council for Health [24], che si concentra su sostanze naturali come erbe, integratori e tè. Anche la sauna può aiutare a eliminare le proteine tossiche e mal ripiegate stimolando l’autofagia.

Dr. Joseph Mercola

Fonte: takecontrol.substack.com
Link: https://takecontrol.substack.com/p/prion-brain-diseases
29.04.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Riferimenti:

Il Dr. Joseph Mercola è un medico osteopata americano convinto sostenitore delle medicine alternative, ha scritto due libri elencati nel New York Times Bestseller List. Nel suo “La grande bufala dell’aviaria,” del 2006,  sosteneva con forza la tesi che tale malattia serviva in realtà soltanto al governo per accumulare denaro e potere. Vive in Florida con la moglie Elizabeth e dirige un’azienda di prodotti per la salute e integratori vitaminici.

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