di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
La radiazione del dottor Dario Miedico dovrà essere riesaminata. Lo scorso 9 aprile la Cassazione ha annullato la decisione di secondo grado della CCEPS, la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, che il 3 maggio 2021 aveva confermato quanto stabilito dall’Ordine dei Medici di Milano nel 2017 fissando il più severo dei provvedimenti disciplinari nei confronti del medico legale a causa delle opinioni espresse in tema di vaccinazioni.
Miedico – che, insieme a vari altri esperti, era stato anche uno dei firmatari di una lettera inviata nell’ottobre 2015 all’allora presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi per sostenere la necessità di un vero consenso informato da parte dei genitori – era stato accusato di “aver fatto propaganda contro le vaccinazioni pediatriche in contrasto con le indicazioni nazionali e internazionali, con le disposizioni del sistema sanitario nazionale e le direttive regionali, nonché con le evidenze della letteratura scientifica disponibile” e per questo, etichettato come no vax da alcuni giornali e TV.
In realtà il Dottor Miedico ha sempre dichiarato di non essere a priori contro i vaccini, piuttosto contro qualsiasi obbligo. E non a caso la sua radiazione arrivò proprio nel 2017, anno in cui l’allora ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, era riuscita a far introdurre dieci vaccinazioni obbligatorie per i bambini e ragazzi da zero a sedici anni (ne aveva inizialmente proposte dodici).
Il severo provvedimento disciplinare, dunque, è andato ad inserirsi in un contesto politico nazionale molto caldo dal momento che nei mesi precedenti già un altro medico, il dottor Roberto Gava, era stato radiato dall’Ordine di Treviso. Anche lui era tra gli estensori della lettera che sollevava perplessità sui vaccini, anzi il primo firmatario. “Fuori due”, aveva commentato sull’onda dell’entusiasmo Roberto Burioni, medico del San Raffaele ringraziando pubblicamente Carlo Alberto Rossi presidente dell’Ordine dei Medici di Milano – e, ben presto, a queste due prime radiazioni se ne sarebbe aggiunta una terza, quella della dottoressa Gabriella Lesmo.
Così furono puniti tre medici simbolo dell’approfondimento scientifico sulle criticità delle vaccinazioni. Furono tre “lezioni” plateali che dovevano servire a scoraggiare qualsiasi altra voce, nel caso qualcun altro fosse nuovamente intenzionato a mettere in discussione modalità, tempistiche e imposizioni più o meno ricattatorie con le quali si sarebbero affrontate le future campagne vaccinali. Se da un lato si ebbe la dimostrazione concreta della fine dell’articolo 4 del Codice di deontologia medica (che declama la libertà e l’indipendenza della professione, l’autonomia e la responsabilità del medico) – già la FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, nel luglio 2016 aveva emanato un documento, tuttora in vigore, che stabilisce che “per un medico costituisce infrazione deontologica sconsigliare una vaccinazione” – dall’altro fu anche l’inizio di ciò che poi avremmo visto palesarsi in modo più evidente quattro anni dopo, quando nuovamente gli ordini professionali hanno preso severi provvedimenti disciplinari verso tutti quei medici che hanno espresso opinioni critiche nei confronti dei vaccini anti COVID-19 rifiutando di vaccinarsi e vaccinare (altri medici sono stati radiati, alcuni multati, molti sospesi).
Tornando al dottor Miedico, secondo i giudici della Cassazione la CCEPS, ossia la Commissione che si è pronunciata in secondo grado sul provvedimento di radiazione stabilito dall’Ordine dei Medici di Milano, avrebbe dovuto essere formata da almeno cinque componenti invece che da quattro per poter deliberare legittimamente, ed è per questo motivo che adesso tutta la vicenda dovrà essere riesaminata. In sostanza la Cassazione si è limitata a rinviare la questione nuovamente alla CCEPS riunita in diversa composizione. Ma entriamo meglio nei dettagli con il diretto interessato.
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Dottor Miedico, grazie per aver accettato questa intervista. All’indomani della decisione della Corte di Cassazione, la notizia della Sua riabilitazione ha iniziato subito a diffondersi, rilanciata da tutti coloro che in questi lunghi sette anni l’hanno seguita e sostenuta. Può fornire ulteriori dettagli del contenuto di questa sentenza?
“La mia radiazione è stata annullata dalla Cassazione, ma l’aspetto assurdo è che la Cassazione contemporaneamente mi ha rimandato al giudizio della CCEPS del Ministero della Salute e questa Commissione, chiaramente, non cambierà giudizio e neppure le ‘offese’ e le menzogne formulate nei miei confronti.
Per cui io sarò con ogni probabilità nuovamente radiato e, inoltre, con ulteriori spese rispetto a tutte quelle già da me sostenute fino ad oggi per una radiazione che la stessa Cassazione ha annullato. Oltre al resto, dopo ben sette anni in cui non mi è stato consentito di svolgere la mia professione medica a favore di tantissime persone.
Sono le assurdità di questo sistema.”
Lei fu radiato dall’Ordine dei Medici di Milano nel 2017 per le sue posizioni sul tema delle vaccinazioni pediatriche. In una delle sue tante conferenze ha raccontato di aver vaccinato i suoi figli, ma non i suoi nipoti: come ha iniziato a maturare delle perplessità?
“È esattamente così, ho cinque figli che sono tutti vaccinati. E sette nipoti che non hanno fatto nessuna vaccinazione e stanno tutti benissimo. È stato il mio lavoro a portarmi a riflettere e a fare questa scelta che riguarda la salute delle sette persone che forse mi sono più care al mondo. In effetti, una volta laureato in medicina, ormai più di 50 anni fa, ho avuto occasione di occuparmi di tantissime famiglie di bambini danneggiati. Dal 1992 in Italia esiste la legge 210 che prevede un indennizzo per i possibili danni provocati dalle vaccinazioni e alcuni genitori hanno cominciato a rivolgersi a me, in quanto medico legale, per ottenere questo indennizzo. Ho cominciato a seguirli e ho incontrato, via via, delle grossissime contraddizioni. Prima di tutto, ho notato che i danni c’erano ed erano molti, molti di più di quelli che poi venivano riconosciuti. I giudici, non essendo medici, generalmente nominavano un medico di loro fiducia per esprimere un parere in proposito e questi medici, per quanto ho potuto verificare, sono di solito poco preparati sulla questione delle vaccinazioni. Soprattutto sono poco preparati sui possibili effetti avversi delle vaccinazioni e questo perché la tendenza, purtroppo, è quella di portare avanti a priori la tesi che le vaccinazioni siano quelle che hanno debellato le malattie infettive (il che è assolutamente falso) e che comunque facciano solo bene. Invece non è così. In molti casi ho riscontrato che i medici curanti avrebbero dovuto visitare con attenzione il bambino che doveva essere vaccinato ed in moltissimi casi avrebbero dovuto certificare la necessità, quanto meno, di un rinvio. Ad esempio, per essere vaccinato il bambino deve assolutamente essere in perfetta salute e nella storia sanitaria della famiglia non devono esistere patologie potenzialmente ereditarie.
Le vaccinazioni sono un atto sanitario importante ed io sono per la libera scelta, di genitori informati, non solo dei ‘vantaggi’ ma anche dei rischi, e il medico per primo deve valutare con la massima attenzione caso per caso, assumendosi la responsabilità di una scelta importante. Bisogna fare eventualmente degli accertamenti e, a volte, è necessario approfondire bene la questione con visite specialistiche. Tutto il contrario di quello che generalmente avviene perché il medico, 90 su 100, delle vaccinazioni sa assai poco dal momento che all’Università non si approfondisce la questione.”
I genitori si fidano delle rassicurazioni dei pediatri sull’assoluta sicurezza dei vaccini e generalmente non mettono in discussione quanto viene detto. Se i vaccini vengono presentati come sicuri, ovviamente così vengono percepiti.
“In effetti, l’impressione che la gente ha è che i vaccini facciano solo bene. Ma questo succede perché i danneggiati di fatto scompaiono: sono negati da tutti, in primis dal medico curante che continua a ribadire ai genitori che il vaccino non c’entra e, a volte, arriva ad accusare le madri di avere delle fissazioni se insistono che il bambino stava bene prima di essere vaccinato. I racconti che mi fanno i genitori ripetono sempre tutte queste storie di superficialità e disinformazione che hanno portato a tragedie fino al decesso del bambino.
Solo i genitori più determinati ed economicamente più forti, possono farcela perché i costi sono veramente enormi. Non solo quelli relativi ad un’eventuale causa, ma anche il costo di un bambino danneggiato di per sé è un costo elevatissimo: un bambino danneggiato è un bambino che ha perso la salute, che ha una socialità molto limitata e che porta un impegno enorme per l’intera famiglia. Il 100% delle madri sono costrette a licenziarsi dal lavoro, con una perdita economica per la famiglia non indifferente. Ed è anche difficile trovare l’aiuto da parte dei parenti perché spesso i familiari non si sentono all’altezza data la gravità delle patologie per lo più neurologiche dei bambini danneggiati. I nonni, ad esempio, hanno paura di sbagliare e non riescono a dare una mano. A questo punto c’è una vita di coppia che finisce: un padre che deve lavorare di più e una madre che è impegnata 24 ore su 24 con questo figlio che cresce e diventa un adulto sempre più faticoso da gestire.”
Qualche anno fa sono rimasta impressionata dalla storia di Nicola, un bambino nato sano, poi gravemente danneggiato dal vaccino esavalente. La forza e la dedizione dei suoi genitori non possono lasciare indifferenti. Purtroppo – mi corregga se sbaglio – le difficoltà non sono solo quelle del vivere quotidiano, ma anche a livello giuridico perché non è facile per i genitori che si ritrovano a vivere una tale tragedia dimostrare poi il danno. È così?
“È così. E finora non ne abbiamo parlato, ma ci sono anche i bambini morti a causa delle vaccinazioni. Purtroppo, sono molti di più di quanto non si immagina. Soprattutto sono molti e molti di più di quanti non vengano riconosciuti. Ho potuto dimostrare che non vengono riconosciuti il più delle volte perché i campioni dei tessuti di questi bambini, in caso di autopsia, vengono normalmente conservati con la formaldeide. In medicina legale si usa la formaldeide per conservare i tessuti, ma la formaldeide distrugge quasi tutti gli eventuali virus presenti all’interno di questi tessuti, quindi anche i virus vaccinali. Questo significa che non si può più dimostrare che è stato il virus del vaccino a uccidere quel bambino.
Io invece, sono riuscito a dimostrarlo in maniera inequivocabile. Sto parlando del caso del decesso del piccolo Emiliano di Padova: il bambino era deceduto a 24h dalla vaccinazione antimorbillo ed intervenendo immediatamente, ho potuto fare in modo che i campioni di tessuti di questo piccolo non fossero messi in formaldeide, ma fossero surgelati. Eravamo in una causa penale e quindi bisognava dimostrare con certezza assoluta che c’era stato un nesso causale tra la vaccinazione e la morte sopravvenuta ed è esattamente ciò che con il medico legale nominato dal giudice sono riuscito a dimostrare.
Dopo che sono stato radiato, non ho più potuto lavorare e fare autopsie. Ho avuto tante richieste da tutta Italia per persone che erano state dichiarate morte per Covid e anche molte richieste per decessi improvvisi in seguito alla vaccinazione anti-Covid, ma non ho potuto aiutare nessuno. Ho fatto però un video che so, poi, aver avuto una distribuzione nazionale. In questo video ho cercato di togliere la paura alle persone. Bisognava assolutamente togliere la paura che veniva instillata ogni giorno dai media. Nel video invitavo le persone a non andare in ospedale, a organizzarsi a casa tenendo anche dell’ossigeno e soprattutto a curarsi ai primi sintomi. Ci sono stati medici che sono andati a visitare e a curare a casa le persone: hanno fatto il loro dovere.”
La radiazione è il provvedimento disciplinare più grave per un medico. Tra l’altro, Lei precedentemente aveva ricevuto degli importanti riconoscimenti: il titolo di cavaliere della Repubblica dal Presidente Pertini e la medaglia d’oro dell’Ordine dei Medici per i 50 anni di attività professionale. Lo stesso ordine pochi mesi dopo la radiava.
“Non è un caso. In quel momento storico la Lorenzin doveva rendere obbligatorie qualcosa come ben dieci vaccinazioni. Io, che per i motivi che ho spiegato prima, mi battevo contro le quattro vaccinazioni che già erano obbligatorie, trovavo vergognoso che si volesse arrivare a imporne addirittura dieci e l’ho detto. Si è voluto colpire chi si era esposto. Oltre a me sono stati radiati anche il dottor Gava e la dottoressa Lesmo che poi, purtroppo, è morta dopo poco tempo.”
A lei è stata tolta la possibilità di lavorare per sette lunghi anni, in sostanza senza aver commesso alcun reato. Come ha reagito emotivamente e che reazioni ha osservato intorno a sé? Ha avuto sostegno oppure no?
“Fin dall’inizio ho avuto un grandissimo sostegno da parte di tantissime persone, inoltre tutti i medici che erano miei amici, che tuttora sono miei amici, mi hanno sostenuto anche esplicitamente mandando lettere e e-mail all’Ordine dei Medici. In generale gli altri colleghi, benché sapessero che avevo ragione, hanno invece avuto paura ad esporsi. Tra l’altro ho saputo che gli Ordini dei Medici avevano messo in giro voci per cui ci sarebbero state conseguenze per chi avesse partecipato alle mie conferenze. Ho sempre invitato altri medici alle mie conferenze, anche chi sapevo avere idee opposte alle mie, perché amo il contraddittorio e mi sarebbe piaciuto molto confrontarmi. Se mi avessero portato argomenti che mi dimostravano che sbagliavo, avrei cambiato immediatamente le mie posizioni. Non è stato così anche perché questi medici hanno quasi sempre preferito ignorare l’invito.”
In compenso, però, ha avuto il seguito e il sostegno di tanta gente. Le sue conferenze sono state sempre molto seguite in tutta Italia.
“Da questo punto di vista sono stati sette anni di enormi soddisfazioni perché con le conferenze sono riuscito ad informare tanta gente dei rischi connessi alle vaccinazioni e quindi spero di aver salvato almeno qualche bambino da patologie potenzialmente anche gravi collegate con le vaccinazioni.
Quanto è avvenuto successivamente con la cosiddetta epidemia di Covid ha dimostrato come tutti gli ordini professionali si siano prestati per conto del Governo a minacciare di sospendere dal lavoro e da molti diritti costituzionali le persone che non intendevano esporsi ai rischi di un ‘vaccino’ praticamente sconosciuto, mentre un numero enorme di persone che rifiutavano questa sostanza hanno subito i provvedimenti vergognosi di sospensione dal lavoro pur di non sottoporsi a questo rischio.”
Per tutti i vaccini si può parlare di rischi?
“Il vaccino è un atto sanitario e, come per tutti gli atti sanitari, devono essere valutati i vantaggi per la salute ma anche i rischi possibili. Tutti i vaccini presentano rischi e quindi sono causa di danni perché, oltre al resto, contengono tutta una serie di sostanze pericolose. Di queste sostanze alcune sono notoriamente tossiche, altre sono potenzialmente tossiche, di altre invece si scoprirà, magari tra molti anni, che sono tossiche. Stiamo parlando di decine e decine di sostanze diverse contenute nei vaccini che sono pericolose per l’organismo umano. Quindi, per l’organismo più delicato dei bambini, a maggior ragione se si tratta di bambini con problematiche o bambini geneticamente predisposti o prematuri.”
I vaccini attualmente obbligatori sono quelli della Legge Lorenzin (la n. 119/2017), sono dieci e riguardano la fascia 0-16 anni. Per i bambini da 0 a 6 anni il rispetto degli obblighi vaccinali è un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia, mentre la Legge prevede che da sei anni in poi i bambini e i ragazzi possano accedere comunque alla scuola e fare gli esami, ma che venga attivato dalla Asl un percorso di recupero della vaccinazione che sfocia in sanzioni amministrative, se il minore alla fine non è messo in regola. È una legge che doveva essere rivista dopo tre anni dall’entrata in vigore, cioè nel 2020, invece è ancora lì e né i politici né i pediatri hanno voluto prendere posizione.
“Guardi io sono un sostenitore della nostra Costituzione a tutti i costi, ma siamo in un Paese che ha tradito la Costituzione. L’articolo 32, con tutto ciò che è successo, è stato stracciato. In base a questo articolo non è assolutamente conforme alla Costituzione obbligare qualcuno a un trattamento sanitario perché anche la Legge ha il limite del rispetto della persona umana. La questione per me indiscutibile è che si deve essere adeguatamente informati per poter scegliere in consapevolezza. I genitori, quindi, devono assolutamente essere informati e devono poter liberamente scegliere per la salute dei loro figli.”
E cosa devono sapere i genitori, prima di procedere ad un’eventuale vaccinazione? Come possono informarsi correttamente?
“Per fortuna ci sono decine e decine di pubblicazioni, alcune molto serie, a cui poter fare riferimento. Ad esempio, i libri di Gava, che non è il solo però. Io non ho mai scritto niente, anche perché faccio il medico legale, non il ricercatore, e spesso sono impegnato nel fare conferenze e nel diffondere le informazioni che conosco. Un giorno, forse, scriverò qualcosa della mia esperienza di medico, soprattutto in quanto a vergogne che ho potuto constatare di persona. Il mestiere del medico è il più bello del mondo e mi ha dato grandi gioie. Adesso le soddisfazioni le ho da queste conferenze in cui vedo tanta gente che mi viene ad ascoltare e ricevo tanta solidarietà ed anche gratitudine ed affetto.”
Cosa pensa di ciò che è accaduto in questi ultimi quattro anni? Il numero più alto di morti si è avuto tra le province di Bergamo e Brescia dove precedentemente erano state fatte delle campagne vaccinali contro la meningite, ci può essere una relazione? Già a suo tempo qualcuno ha sollevato questo sospetto che, tuttavia, è rimasto tale e non ci sono stati approfondimenti, è un sospetto legittimo?
“Se non vengono fatte ricerche serie si può dire tutto e il contrario di tutto. Uno può avere un’impressione e dirla ed è chiaro che nel caso da lei citato la concomitanza è stata indiscutibile. Ripeto, però, che si tratta di un’impressione, non è una certezza. Stavano facendo una vaccinazione di massa antimeningite, soprattutto sottoponendovi gli anziani nelle case di riposo dove si è avuto il maggior numero di persone decedute. Questi sono fatti che è impossibile non correlare. Tanto per iniziare bastava verificare se le persone che morivano avevano fatto o meno la vaccinazione anti-meningococco, ma non si è voluto fare neppure questo. Io ho cercato di coinvolgere qualche medico che speravo fosse più disponibile, ma non ho ricevuto risposta.”
Da molti mesi le cronache locali stanno danno notizie di decessi improvvisi e moltissime persone lamentano di aver perso la salute, qual è il suo pensiero in merito alle testimonianze e alle denunce che hanno iniziato a susseguirsi all’indomani dell’inoculazione dei farmaci anti-Covid?
“Le responsabilità di tutto ciò che abbiamo vissuto col Covid stanno in gran parte in capo agli Ordini professionali che non hanno lasciato i medici liberi di operare secondo scienza e coscienza, ma le responsabilità coinvolgono anche Ministeri, non solo quello della Salute, gruppi di ricerca e soprattutto la scienza e i mass-media che si sono dimostrati assolutamente asserviti ai poteri economici e alle multinazionali farmaceutiche, chimiche, di prodotti sanitari, etc etc.”
Cosa farà adesso, quali sono le sue priorità?
“L’annullamento della mia radiazione è stato un momento fondamentale per il mio impegno come medico che fino al 2017 non aveva mai affrontato il problema degli ordini professionali ritenuti quasi come semplici associazioni di tutela dei miei diritti. Non ho commesso alcun reato mentre laureati in medicina che hanno commesso anche reati gravissimi non sono stati radiati. Posso dire che mi avrebbe colpito meno essere condannato a qualche mese di carcere piuttosto che alla perdita definitiva della mia attività professionale e quindi di poter continuare ad essere utile alle persone ed alla loro salute. Ora tutto è cambiato.”
Se potesse, cosa direbbe ai giovani che vogliono diventare medici?
“Intanto voglio dire che la vera truffa per i giovani medici è il numero chiuso in quanto le domande ai concorsi di ammissione consentono una selezione che non si basa assolutamente su ‘capacità di servizio sanitario’ che è ciò che deve essere, invece, al primo posto.
Fare il medico non deve essere assolutamente ricercato e tantomeno praticato per fini esclusivamente di guadagno economico, ma per spirito di servizio verso tutte le persone e, prima di tutti, soprattutto verso i bambini. Io sono convinto che tanti giovani a cui è stato impedito di entrare in medicina sarebbero stati ottimi medici. Il numero chiuso deve essere eliminato, non solo per l’accesso alla facoltà di Medicina, ma anche per l’accesso a tutte le specialità e la selezione deve avvenire soprattutto sulla dimostrata capacità di servizio verso le persone, oltre che sulla formazione e sulla preparazione. È questo ciò che conta veramente.”
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