Di Francesco Pisanu.
Il video si ispira alla lettera che il 4 marzo di quest’anno ho scritto a LaVerità. Una lettera intrisa di scoramento e delusione. Da assiduo lettore di quel quotidiano infatti non mi davo pace nel constatare quanto certe posizioni di geopolitica, ma anche di pura etica, fossero non solo distanti dal mio sentire ma anche semplicemente disinformative. In fondo si trattava dello stesso giornale che aveva condotto in solitaria una coraggiosa informazione sul covid, sui vaccini e relativi effetti, denunciando fermamente le libertà violate da lockdown e greenpass, smontando le balle sul clima, non aderendo in modalità talebana sulla guerra ucraina… schierandosi insomma contro quella forma di totalitarismo autoritario che sempre più minaccia la nostra società. Com’era dunque possibile che LaVerità abbracciasse, con toni letteralmente acritici e fanatici, la difesa in toto della politica sanguinaria di uno stato che per mesi si accanisce su una popolazione, con l’intento evidente di obliterarla dal territorio che abita da sempre? Questa domanda ha generato l’inquietudine che mi ha spinto a chiedere ragione a LaVerità. La quale ha risposto con un certo stile, come si evince dalla chiosa finale del video.
La lettera.
Non sono un esperto di scienze politiche. Pertanto a ciò che è successo il 7 ottobre 2023 non oso attribuire una definizione tecnica, tipo “azione terroristica”. Mi limito al sommario conteggio della barbarie: 1400 morti, 200 ostaggi, 5000 feriti.
Cosi anche ciò che è successo dopo quella data, sempre in quei paraggi, non lo categorizzo con espressioni impegnative tipo “genocidio”… mi mancano le competenze. Quindi lo chiamo “roba” e per specificarla, anche qui, cito brutalmente dati di fatto: 30.000 civili morti, 100.000 civili feriti, una metropoli distrutta con ospedali annessi, obliterate riserve idriche e alimentari, impediti corridoi umanitari, due milioni di mandria umana sospinti qua e là dalle cannonate, tra il mare e il deserto.
Ecco, questa roba accade da quattro mesi a qualche centinaio di chilometri dalle nostre coste. Di questa roba sul vostro giornale non ho rinvenuto la pressoché minima traccia. La ricercavo avidamente tutti i giorni tra le vostre pagine perché non volevo rassegnarmi all’idea che foste come gli altri. Alla fine ho capitolato. Anche la Verità pare comportarsi a guisa di ogni testata del mainstream: c’è un tema scomodo? Lo si ignora. Anche se quel tema è grande come una casa.
Non mi aspetto da un quotidiano commenti che necessariamente si intonino alla mia sensibilità morale. A un giornale chiedo soprattutto un’informazione per quanto possibile tendente alla completezza. Un’informazione pervicacemente incompleta infatti manda la verità a farsi benedire. E con essa anche il giornale che orgogliosamente la evoca nella sua testata.
Considerazione finale.
LaVerità non si esaurisce nelle personalità del suo cocciuto direttore e dell’urlatore fuori dal coro. Ci sono giornalisti di pregio tra cui spicca Borgonovo, il quale pare smarcarsi da certa ottusa e insensibile rappresentazione dei fatti. In particolare negli ambiti mediatici in cui può operare a briglia sciolta (cito RadioRadio e Byoblu) il giornalista affronta con ben altro stile informativo e cipiglio morale la tragedia palestinese.
Articolo e video di Francesco Pisanu per ComeDonChisciotte.org