Philip Giraldi – The Unz Review – 22 marzo 2024
La scorsa settimana ho avuto un’interessante discussione con un opinionista politico di Washington che ha espresso alcune opinioni, a mio avviso eccentriche, sui possibili sviluppi della campagna presidenziale nei prossimi sei mesi. Ha detto che quello strano ometto di Jared Kushner è di nuovo impegnato in incontri segreti, ma questa volta viene promosso come possibile candidato alla vicepresidenza per correre a fianco del suocero, l’ex presidente Donald Trump. Secondo quanto riferito, il candidato viene spinto da alcuni senatori repubblicani di destra, ardentemente pro-Israele, tra cui Lindsay Graham e Ted Cruz, che sostengono che risolverebbe il problema della lealtà del suocero, una delle principali preoccupazioni di Trump visto il tradimento ricevuto dall’ex vicepresidente Mike Pence. Kushner sarebbe anche dalla parte giusta su una serie di questioni che i conservatori repubblicani sentono fortemente, tra cui certamente Israele. Inoltre, se il settantottenne Donald Trump dovesse essere rieletto ma non portare a termine il suo mandato, Kushner sarebbe il suo successore e il primo presidente ebreo degli Stati Uniti. C’è da scommettere che là fuori ci sono persone con la memoria lunga e le tasche profonde che potrebbero desiderare proprio questo.
Ora, dato che Kushner è stato consigliere senior di Trump e l’unica cosa su cui quasi tutti concordano a proposito di Donald è che il suo giudizio sulla scelta del personale di alto livello è stata scadente – si ricordano nomi come Bolton e Pompeo – e non sarebbe certo una credenziale per andare avanti, ma sembra comunque che qualcuno potrebbe prendere in considerazione la possibilità. È anche vero che Kushner non porta quasi nulla al di là del riconoscimento del nome, ma questo vale anche per molti altri possibili candidati alla carica. A differenza della maggior parte dei candidati alla carica di vicepresidente, tuttavia, Kushner arriverebbe con un bagaglio considerevole. Secondo quanto riferito, quando è stato nominato per la prima volta da Trump, si è rivelato difficile per lui ottenere il nulla osta di sicurezza, nonostante l’appoggio molto aggressivo del presidente. Ciò potrebbe essere dovuto alle attività del padre di Jared, Charles Kushner, che è stato incarcerato nel 2005-7 per frode commerciale, tra cui contributi politici illegali, evasione fiscale e corruzione di testimoni. Il procuratore degli Stati Uniti per il distretto del New Jersey che si occupò del caso fu Chris Christie, in seguito governatore del New Jersey e lui stesso candidato alla presidenza. L’accusa di corruzione dei testimoni derivava dalla ritorsione di Kushner nei confronti di William Schulder, marito di sua sorella Esther, che stava collaborando con gli investigatori federali contro di lui. Kushner ingaggiò una prostituta per sedurre il cognato, fece registrare un rapporto sessuale tra i due e inviò il nastro alla sorella. Al termine del suo mandato nel 2020, Donald Trump concesse la grazia presidenziale (una facoltà dei presidenti USA a fine mandato, N.d.T.) dopo il fatto a Charles, insieme a una serie di altri uomini d’affari ebrei che facevano parte di una lista compilata da Jared.
Oppure, in alternativa, il mancato nulla osta di sicurezza potrebbe essere legato alla Fondazione Kushner della famiglia di Jared, che tra le altre attività finanziava insediamenti israeliani in Palestina completamente illegali. Dal 2020 Kushner risulterebbe anche pesantemente coinvolto con l’Arabia Saudita, cosa di cui, a quanto pare, hanno beneficiato gli interessi commerciali della società azionaria di Kushner per una cifra pari a 2 miliardi di dollari.
Kushner e sua moglie potrebbero essere considerati una nota a piè di pagina della storia, attori minori, se non fosse per la possibilità che Jared si faccia strada in una posizione di vero potere in caso Donald Trump venisse rieletto, ma in questo momento è al centro delle cronache per altri motivi. La gente dimentica che molto di ciò che accade nei confronti di Israele è guidato da quello che potrebbe essere definito il “motivo del profitto“, che potrebbe essere considerato un gioco di parole con la parola “profeta“. Tutto si riduce a quanto denaro verrà generato una volta che i palestinesi saranno cacciati da Gaza e dalla Cisgiordania, tanto per cominciare. Kushner ha recentemente rivelato la propria visione di una conclusione positiva della guerra per Israele, in un’intervista del 15 febbraio e in ulteriori commenti: i gazani dovrebbero essere allontanati dalle loro case e coloro che sono ancora vivi e che non sono stati rimpatriati in altri Paesi, come per esempio il Sinai in Egitto, potrebbero essere autorizzati a risiedere in un luogo adatto, stile campo profughi, nel deserto del Negev, nel sud di Israele. Non è chiaro come potranno sopravvivere nel deserto, poiché Israele non ha risorse idriche in eccesso per “far fiorire il deserto“, come si suol dire. Kushner spiega come “… far uscire i civili da Rafah e potenzialmente in Egitto, potrebbe essere possibile ‘con la giusta diplomazia’“, suggerendo “vorrei semplicemente demolire qualcosa nel Negev, cercherei di spostare le persone lì“, aggiungendo “so che non sarà la cosa più popolare da fare, ma penso che sia un’opzione migliore, in modo da poter entrare e finire il lavoro“. Nei suoi commenti Kushner si è mostrato persino delirante commentando “penso che Israele abbia fatto molto di più di quanto avrebbero fatto molti altri Paesi, per cercare di proteggere i civili dalle vittime“. Più precisamente, c’è da sospettare che le opinioni di Kushner possano rispecchiare quelle di Trump, che ha invitato Israele a “finire [a Gaza] e a farlo in fretta“.
Nel frattempo, si suppone che Israele possa ottenere che donatori internazionali come gli Stati Uniti paghino per la “bonifica” di Gaza, che potrebbe essere sviluppata in modo da fornire lussuose proprietà sul mare per gli acquirenti ebrei israeliani e internazionali, che produrrebbero un reddito sostanziale per il governo e anche per investitori come Kushner. Ha detto che “le proprietà sul lungomare di Gaza potrebbero essere molto preziose, se la gente si concentrasse sui di mezzi di sussistenza…. Se si pensa a tutti i soldi che sono stati investiti in questa rete di tunnel e in tutte le munizioni, se fossero stati destinati all’istruzione o all’innovazione, cosa si sarebbe potuto fare? È una situazione un po’ sfortunata, ma credo che, dal punto di vista di Israele, farei del mio meglio per far uscire la gente e poi ripulire tutto“.
Potrebbe sembrare un’idea strampalata, ma non è certo al di là della rapacità e della crudeltà di cui il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu è certamente capace. E sarebbe un passo sostanziale per sbarazzarsi completamente di quei fastidiosi palestinesi. Secondo alcuni rapporti indipendenti, i commercianti di immobili in Israele starebbero già preparando delle offerte provvisorie per dividere le parti più appetibili della terra di Gaza, in particolare lungo il Mar Mediterraneo. Le vendite sarebbero riservate agli ebrei, poiché parte dell’appetibilità della pulizia etnica sarebbe quella di trasformare Israele in uno Stato il più vicino possibile all’ebraismo, come auspicato dalla maggior parte degli israeliani, compresa l’aspettativa di un afflusso di ebrei della diaspora, presumibilmente ricchi, che scelgano di fare la loro “Aliyah” in modo più sostanziale.
È interessante notare come il pensiero di Jared Kushner possa essere in sintonia con le intenzioni di molti israeliani ed ebrei stranieri, ma c’è anche un’ulteriore prova che altre terre e case palestinesi rubate saranno presto messe all’asta per essere acquistate solo da ebrei in tutto il mondo. All’inizio di marzo si è tenuto un cosiddetto “Evento Immobiliare Israeliano” presso sinagoghe e centri comunitari ebraici in Canada, nello Stato di New York e nel New Jersey. Sebbene un evento sia stato cancellato per paura dei manifestanti, gli intermediari israeliani vendevano case e lotti edificabili in Israele, compresa la Cisgiordania, la maggior parte dei quali erano stati “acquisiti” con la forza o con espedienti illegali dai proprietari arabi originari. La pubblicità delle vendite recitava bravamente: “In un mondo in cui l’incertezza incombe e l’antisemitismo mostra il suo brutto volto più che mai, la decisione di investire in una casa in Israele non è solo saggia, è esaltante!“. Gli “eventi” si sono tenuti nonostante negli Stati Uniti e in Canada sia illegale limitare la vendita di case o terreni a una particolare religione o gruppo etnico.
Infine, il suggerimento che molte delle riflessioni sulla sorte di Gaza siano guidate dal denaro viene dalla storia del progetto del Canale Ben Gurion (qui anche su ComeDonChisciotte) e dalle notizie di riserve di petrolio e gas multimiliardarie nel Mar Mediterraneo al largo di Gaza. Il progetto [del canale] Ben Gurion è stato a lungo ipotizzato come un modo per creare un’alternativa controllata da Israele all’attuale Canale di Suez. Si tratterebbe di un canale navigabile che collegherebbe il Mediterraneo e il Mar Rosso, attraversando Gaza e scendendo in Israele, per terminare nel Golfo di Aqaba, vicino a Eilat. Le riserve di petrolio e di gas sono state accertate, ma sono rimaste inaccessibili finché Gaza è stata in mano ai palestinesi, anche se gli israeliani controllano le acque, sparando regolarmente ai pescatori palestinesi che si allontanano troppo dalla riva. Sia le risorse energetiche che il controllo totale di un canale navigabile rappresenterebbero un enorme vantaggio economico per Israele. Mettendo insieme tutto questo con il piano Kushner e le iniziative imprenditoriali di altri israeliani, si sarebbe negligenti se si scartasse la possibilità che il futuro sviluppo di queste aree sia in realtà solo una questione di soldi.
Philip Giraldi (classe 1946) è un editorialista americano, commentatore e consulente di sicurezza. È direttore esecutivo del Council for the National Interest, ruolo che ricopre dal 2010. In precedenza ha lavorato come specialista di intelligence per la CIA, prima di passare alla consulenza privata. Giraldi è stato criticato per il suo presunto antisemitismo e la negazione dell’Olocausto e ha affermato che “gli ebrei americani che non hanno un briciolo di integrità” (sionisti) quando appaiono in televisione dovrebbero essere etichettati “come un’etichetta di avvertimento su una bottiglia di veleno per topi“.
Link: https://www.unz.com/pgiraldi/where-does-israel-gaza-go-from-here/
Scelto e tradotto (IMC) da CptHook per ComeDonChisciotte