Israele spiana Gaza per costruire il canale Ben Gurion

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Loreto Giovannone, sovranitapopolare.org

 

Sangue ed ipocrisia

Il peggiore spettacolo possibile a cui assistiamo in questo periodo, l’ennesima guerra di Israele ai brandelli della Palestina. Ancora una volta la guerra di aggressione coloniale sterminatrice in nome di Yaveh è in scena. La diplomazia israeliana ha mostrato via mass-media la faccia feroce e spianatrice del conquistatore sul conquistato, che mischia bombe, cemento e sangue sull’inferiore da spazzare via. L’aspetto puramente economico della guerra per annientare Gaza e spazzarla via dall’esistenza è nei preparativi arabi e internazionali per il progetto del canale Ben Gurion. Il progetto proposto, un’ambiziosa iniziativa israelo-americana nel campo dello sviluppo delle infrastrutture globali, mira a creare una nuova via d’acqua attraverso i territori palestinesi occupati militarmente da Israele, collegando il Mar Rosso al Mediterraneo e diventando di fatto un concorrente del canale di Suez egiziano. Qui sono sommariamente esposti gli aspetti chiave del progetto e la causa principale dell’annientamento e della distruzione di Gaza.

gaza_channel

Il progetto del canale Ben Gurion

Tutto sempre in nome di Dio (Yhwwh, Yahwweh)

“Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l’assedierai. Quando il Signore tuo Dio l’avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.” Deuteronomio 20:10-14 (C.E.I.).

Così è scritto, così fanno da molti secoli.

Il canale di Suez

La prima vittima sacrificale della metà dell’800 agli interessi del feroce e spietato colonialismo mondiale della finanza ebraica che da Londra a New York investì sul Canale di Suez, fu il Regno delle due Sicilie. La grande finanza internazionale dei Rothschild, dei Montefiore, da monopolisti mondiali dei commerci, dei traffici navali e delle assicurazioni sulle merci, non sopportava la potenza commerciale dei Borbone di Napoli che disponevano di una flotta commerciale napolitana autonoma al centro del Mediterraneo e non vollero sottomettersi alla strozzatura, del loro debito. Il Regno delle due Sicilie pagò questa posizione privilegiata, costruita con oltre un secolo di sapienti accordi e scambi commerciali con tutti i paesi mediterranei (dal Marocco alla Porta Ottomana, Russia compresa), con la sanguinaria aggressione e la conquista a mano armata da parte dell’esercito piemontese e non solo, le fucilazioni di massa, la distruzione di interi paesi, le deportazioni di civili, la distruzione dello stato sociale che fu chiamata “unità” italica. In pratica il Deuteronomio applicato, e la comunità ebraica ne fece parte.

Ben Gurion Canal Project

In un bell’articolo intitolato “Il progetto israeliano del canale Ben Gurion: potenziale punto di svolta nel commercio globale”, la giovane giornalista egiziana Hadeel Hashem (bnn network) spiega in modo chiaro e semplice in cosa consiste il progetto e la sua storia. Qui è riportato l’intero articolo che merita per chiarezza e semplicità di essere letto integralmente.

Con una mossa destinata a riconfigurare le dinamiche di potere in Medio Oriente, Israele sta valutando la possibilità di resuscitare un piano rimasto accantonato dagli anni ’60. Il piano in questione è il Ben Gurion Canal Project, un’impresa che costituirebbe un rivale del Canale di Suez, attualmente controllato dall’Egitto.

Progetto segreto decennale. Un progetto statunitense classificato formulato nel 1963, il progetto del canale Ben Gurion fu sviluppato con il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNG). L’audace proposta prevedeva di far esplodere centinaia di ordigni nucleari sotto il deserto del Negev per tracciare un percorso del canale. Documenti declassificati rivelano che il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti era impegnato nella formulazione di questo piano.

Le implicazioni geopolitiche. La costruzione di questa rotta commerciale non solo porrebbe Israele come attore chiave nel commercio marittimo globale, ma sconvolgerebbe anche l’equilibrio strategico-energetico dell’iniziativa cinese Belt and Road Project nel Mediterraneo. Il completamento di questo canale ridurrebbe significativamente l’influenza dell’Egitto e della Russia sul commercio globale. Si tratta di una mossa in linea con le strategie geopolitiche del primo ministro Benjamin Netanyahu [o meglio della finanza globalista mondiale che lo sostiene], che deve far fronte alla diminuzione del sostegno pubblico in Israele.

Ritorni economici e strategici. Il Canale Ben Gurion fornirebbe un’alternativa al Canale di Suez, che attualmente soddisfa il 20% del commercio mondiale. In particolare, il nuovo canale potrebbe essere un terzo più lungo del Canale di Suez ma progettato per gestire l’aumento del traffico e facilitare il passaggio delle navi nei due sensi. Il canale proposto non solo contribuirebbe probabilmente allo sviluppo economico della regione, ma controbilancerebbe anche le significative entrate che l’Egitto ricava dal Canale di Suez. In conclusione, la resurrezione del progetto del canale Ben Gurion rappresenta uno sviluppo significativo che potrebbe potenzialmente alterare il panorama del commercio marittimo. Mentre Israele affronta le sue sfide politiche interne, il mondo osserva la potenziale nascita di un nuovo centro di potere strategico ed economico in Medio Oriente.

 Akrotiri e Dekelia. Cipro, già Territorio d’oltremare Britannico.

Per la sua posizione geografica, storicamente sotto il controllo dell’Impero Ottomano, nel 1878 fu ceduta in affitto al Regno Unito per 99 anni, come ricompensa per l’appoggio inglese alla Turchia nel congresso di Berlino. Da allora rimangono entrambe saldamente in mano ai poteri anglosassoni della “perfida Albione”. Gli eventi storici successivi portarono poi all’attuale divisione dell’isola nella Repubblica di Cipro, stato membro dell’Unione Europea e del Commonwealth britannico e nell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia.

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Sono rimaste però sotto il controllo della “perfida Albione”, come basi militari sovrane, le due piccole aree di Akrotiri e Dekelia, la prima una vera e propria base militare aerea della RAF a 400 km da Porto Said (cioè dall’imbocco del canale di Suez). L’altra base militare, Dekelia ospita una raffineria petrolifera, un agglomerato urbano con ospedale ed struttura amministrativa per 7.500 militari e personale civile britannico.

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Mediterraneo conteso

La partita che Israele sta giocando, come fa dal 1948, con il sangue Palestinese applicando come al solito il Deuteronomio, è enorme e riguarda il controllo del canale di Suez e dell’enorme potenziale commerciale che attualmente detiene con il 20% del traffico mondiale delle merci. La richiesta dell’Egitto di entrare nei BRICS deve aver creato non poco scompiglio nella Talassocrazia oligarchica globalista anglo-ebraica-americana, l’occidente che ha reagito ferocemente alla perdita del monopolio del traffico merci mondiale. L’inizio di quest’ultima macelleria israeliana ha arroventato il Mediterraneo, con le minacce di Israele di uso di quelle armi atomiche che, in spregio di tutti i trattati internazionali, non ha mai dichiarato, con la richiesta del Sudafrica di ispettori per la verifica, con le navi da guerra americane che spadroneggiano, con il potenziamento militare turco nel suo territorio a nord di Cipro, mentre non si conoscono attualmente le “misure” della Russia.

Di Loreto Giovannone, sovranitapopolare.org

 

Loreto Giovannone. Studioso di storia alla ricerca dell’identità culturale e geografica delle origini. Studioso dei documenti amministrativi e ufficiali dell’Unità d’Italia conservati negli Archivi di Stato. Scopritore della prima deportazione di Stato di civili del Sud Italia nei lager del centro nord. La prima deportazione in Europa attuata dallo Stato italiano dal 1863, circa settanta anni prima del nazismo. Scrittore, articolista di argomenti storici con la predilezione della multidisciplinarietà di scuola francese. Convinto assertore che la Storia è la politica del passato.

Revisione editoriale di CptHook per ComeDonChisciotte.org in accordo con l’autore.

Fonte: https://www.sovranitapopolare.org/2023/11/28/due-popoli-due-stati/

 

 

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