Prostituzione politica

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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Domenica 20 è annunciata una manifestazione di protesta ad Atene contro l’improvvisa accelerazione del processo di approvazione dell’accordo per denominare Macedonia del Nord la regione slava di Skopje. Il governo ha perso alcuni deputati per l’uscita – causata dal dissenso dell’accordo – ma ne ha “comprati” altri, il che potrebbe dargli una risicata maggioranza. Molti collegano tutto ciò alla visita di Angela Merkel, avvenuta pochi giorni fa. La rabbia, però, è ormai palese e stanno cominciando ad apparire minacce fisiche ai deputati e, in generale, ai politici ellenici, mentre anche sui giornali mainstream si parla apertamente di governi “di saggi” che dovrebbero sostituirsi alla classe politica attuale. Ma nel frattempo, la privatizzazione continua e si “scopre” l’ennesima bugia di Tsipras, allorquando aveva assicurato che i più preziosi beni archeologici del paese non erano inclusi nelle liste. E invece lo sono. La scintilla che farà esplodere la polveriera di Atene sta per scoccare?

Movimento degli insegnanti, Atene, 2019 gennaio

Stiamo arrivando a un punto grave, un punto di rottura. La parodia di SYRIZA si aggiunge alla parodia meta-democratica per pugnalare definitivamente il paese all’apparenza pacificato, e questo fino all’osso, irreversibilmente. Non avendo una maggioranza conforme alla lettera e ancor meno allo spirito della costituzione, dopo l’uscita programmata dal governo degli opportunisti di Kamménos, tra la sera del 15 e del 16 gennaio, SYRIZA ha continuato a cercare la sopravvivenza con un voto di fiducia, [ottenuto] solo grazie a questi nuovi arrivati apostati trovati da Kamménos, grazie a parlamentari itineranti di altri partiti politici. Un “Parlamento” [che è] una camera per la registrazione delle decisioni prese ovunque tranne che in Grecia, una camera che è diventata luogo di prostituzione politica [da parte] dei, Syrizístes e degli altri. Politica, la professione più antica del mondo.

Paese presumibilmente pacificato. Città di Tríkala, Tessaglia, gennaio 2019

I momenti sono drammatici perché poi, molto probabilmente verso la fine della settimana o durante la prossima settimana, SYRIZA e gli itineranti… cercheranno di far passare l’accordo macedone di Tsípras, che è equivalente ad offrire il territorio nazionale – senza guerra in senso classico – ai vicini slavi dell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e in realtà ai poteri apertamente intervenuti nel processo dello pseudo-accordo. In sostanza si deve dire la Germania con il suo obiettivo balcanico, da cui [ha origine] il viaggio del cancelliere ad Atene pochi giorni fa… Per ordinare l’accelerazione del processo per la ratifica dell’accordo, come si dice apertamente ad Atene per strada e sui media, e poi gli Stati Uniti, attraverso la… finalizzazione dell’allargamento della NATO ai paesi balcanici, ancora e ancora, contro l’influenza storica e culturale della Russia slava e ortodossa nella stessa regione.

Si noti che questo mercoledì 16 gennaio, l’amministratore coloniale Moscovici sta visitando Atene, scherzi del calendario? La balcanizzazione è come sappiamo questo piatto tradizionale che gli antagonismi intra-europei a volte servono riscaldato, prima che il loro angolo di cucina possa prendere fuoco. E questo è esattamente ciò che l’attuale europeismo sta provando a fare sotto il comIntern [vale a] dire Berlino. E sta per esserci un incendio.

Ora ad Atene, è la lotta finale… contro questa sinistra marcia di para-culturalismo e ultra-liberalismo, in breve, contro l’intero sistema politico greco, perché “Beh, se non [reagiamo] questa è la nostra fine”, come si sente dire in tutta la Grecia in questo momento. Il Putsch come un metodo che il governo austeritario ha completamente trasformato in occupazione, con i suoi traditori più servizievoli che mai, per consegnare finalmente la maggior parte della sovranità, la storia e l’identità ellenica, in altre parole, il nocciolo duro della nostra essenza, che è in ogni caso la sensazione di oltre l’80% dei Greci, [realtà] che le ambasciate coinvolte non ignorano, da qui questa accelerazione nel crimine organizzato che Tsípras e la sua banda vorranno completare prima di scomparire dalla storia .

Veduta di Atene, gennaio 2019
Terrazze di Atene, 2019 gennaio

“Queste persone di SYRIZA, hanno venduto la loro madre, e sono orgogliosi di questo, perché questa sinistra è globalista, apolide e incidentalmente venduta”, si sente dire dalla Radio 90,1 FM la sera del 15 gennaio, dal giornalista Mazarákis, e dagli analisti Karambélias e Aposkítis, tutti e tre peraltro provenienti dalla vecchia sinistra. “siamo arrivati ad un punto di rottura tale, che dovremo lottare per la nostra libertà come quando eravamo in guerra, perché siamo in guerra. E va detto che la nostra arma pacifica, ossia il referendum sulla questione macedone, non è rivendicata da alcuna forza politica, sia a sinistra che a destra, fatta eccezione per il piccolo partito centrista di Levéntis. Quindi sappiamo con chi abbiamo a che fare.”

“E così: ammettere questo male assoluto, questo è ciò che ci rende ancora più determinati, tutti i nostri sensi in allerta, diventiamo bestie a nostra volta, questo è ciò che siamo diventati nella turbolenza delle mutazioni attuali. Le parole devono fermarsi e lavorare il posto alle azioni. Di fronte a noi, c’è un regime determinato a consegnare il paese e per farlo, ha assassinato anche la democrazia. Quindi sono le persone che devono agire da sole per prendere in mano la situazione, per difendere la democrazia, la patria e la propria libertà, al posto dei nani politici e dei burattini del sistema dei partiti , il cui fascismo è l’unica pratica ”

Il sindaco di Meneméni in Tessalonica, è intervenuto durante la trasmissione per dire che ”a livello regionale in tutto il nord della Grecia, ci stiamo organizzando per scendere ad Atene e manifestare già nei prossimi giorni, per bloccare questo accordo, che costituisce un sconfitta diplomatica e nazionale, aprendo la grande porta all’irredentismo dei vicini. E dopo tutto, questo governo non ha negoziato, ho fatto direttamente la domanda a due collaboratori di Kotziás, ministro degli affari esteri al momento della firma; collaboratori che hanno partecipato ai cosiddetti negoziati, e ci hanno detto che avevano espresso molte riserve alle quali Kotziás immediatamente ha risposto ‘ basta con gli argomenti diplomaticio scientifici: seguite la mia linea ‘. Ho anche posto la domanda ad un membro SYRIZA di Salonicco, “perché non avete organizzato un referendum? ” e ha cinicamente risposto che era fuori questione perché un simile referendum lo perderemmo, ecco che tipo di persone sono. ”

Desolazione e impoverimento, Atene, 2019 gennaio
Desolazione e impoverimento, Atene, 2019 gennaio

Ricordiamo qui ciò che i Media e le autorità internazionali non evocano mai, cioè l’irredentismo e il nazionalismo ufficiale ed aggressivo, molto apertamente esposto dai rappresentanti dell’ex Repubblica yugoslava di Macedonia (FYROM), quando per esempio il suo ambasciatore a Canada appare e tiene discorsi di fronte alla mappa della Macedonia geografica… unificata, a scapito dei paesi limitrofi, come [accaduto] in Canada nel 2017; [ciò] è triste e non è costruttivo.

Ambasciatore FYROM in Canada. Stampa greco-americana, 2017 marzo
Greek Press Photograph

No, i greci non sono impazziti improvvisamente, e non vi è alcun tentativo di cambiamento delle frontiere sul lato greco, come in effetti sul versante bulgaro. Agli occhi dei greci, il nome storico della Macedonia greca non può essere offerto ai vicini slavi, che sono arrivati nella regione diversi secoli dopo Alessandro Magno, ma che si rifanno a questo storico condottiero, in realtà per dare pretesto al loro irredentismo. Riconoscere questo paese come la Macedonia del Nord è quindi molto pericoloso e dannoso per le future relazioni bilaterali, ed è l’opposto della pacificazione che Tsípras, ad esempio, sostiene. I nostri vicini bulgari e serbi sanno che è così, e condividono la nostra preoccupazione. Salvo che le Potenze hanno probabilmente deciso di cambiare i confini della regione, in maniera più violenta nei Balcani, e più subdola attraverso il sistema neocoloniale della cosiddetta Unione europea, bel mondo.

Per il sindaco di Meneméni non c’è dubbio. “Il sistema politico greco non ha più questa legittimità, anche relativa come nel 2015, di decidere nulla, Eccetto che tutto è preparato in modo che la loro decisione, in altre parole, la decisione imposta dalle potenze straniere possa essere decisa anche da 150 o 151 eletti (su un totale di 300). Da parte nostra, pensiamo come rappresentanti eletti locali, di fare la nostra parte, per esempio, non lasciare che lo stato greco funzioni, [attuando] una sorta di sciopero politico, accompagnato dalla chiusura di imprese e scuole, è un’idea. Tutta la Grecia deve convergere ad Atene per la manifestazione del 20 gennaio. Questa volta, ognuno deve uscire e manifestare, perché è il nostro futuro e il futuro delle generazioni che ci seguiranno che è in gioco “.

“Dopo tutto, questo governo non ha mai annunciato una tale politica e, inoltre, non ha voluto consultare il popolo su una questione cruciale, esistenziale perfino. Il nostro diritto di esprimere la nostra posizione è stato disprezzato, quindi siamo considerati agli occhi dei SYRIZA e Tsípras, la cui babysitter non è altro che la Merkel, come schiavi. Sì, lui ne gioisce, per semplice amore del potere e della vanità, Tsípras e gli altri devono quindi leccare gli stivali dei leader stranieri, piuttosto che difendere, se non altro, gli interessi del paese e del suo popolo. Così tutti noi qui, ci incontreremo per fare la nostra battaglia, in trincea come si dice. E possiamo dire che quel popolo, che ha già pronunciato il NO al referendum del 2015 che Tsípras ha tradito, sarà in gran parte praticamente lo stesso in gran parte che scenderà per le strade attualmente ovunque in Grecia, per opporsi a questo accordo come a questo Governo “.

Movimento degli insegnanti, Atene, 2019 gennaio
Movimento degli insegnanti, Atene, 2019 gennaio – Greek Press Photograph

Momenti gravi, immensi. Senza maschere, senza democrazia, e alla fine ciò che domina è solo l’istinto di sopravvivenza [che porta] ad agire. Bel… risultato! Più esplicito, il rappresentante della diaspora greca degli Stati Uniti, interpellato per telefono sullo stesso tema durante la trasmissione di Lámbros Kalarrýtis sulle onde radio di 90,1 FM, ha definito questa circostanza storica: “Se necessario, dobbiamo rischiare e perfino dare la vita per fermare questo crimine”, (trasmissione del 15 gennaio 2019).

È vero che qualcosa nell’aria sta cambiando. E i media mainstream fanno di tutto per cullare i greci nel sonno, ma invano, perchè coloro che ci governano sono burattini di interessi nazionali o globalisti di Potenze straniere, ed è evidente. Per esempio, i mezzi di comunicazione greci “ufficiali”, non dicono quasi nulla delle dichiarazioni ufficiali della Bulgaria, che “avvertono che questo accordo non debba eventualmente cambiare i confini della regione, e che se venisse ratificato, lasci la porta aperta alla Repubblica ex jugoslava di Macedonia per continuare l’usurpazione della cultura, identità e lingua dei paesi limitrofi” (dichiarazioni citate durante la trasmissione, 90,1 FM la sera del 15 gennaio).

Capire… la storia. Atene, gennaio 2019

Le maschere sono cadute e gli altri vicini slavi lo sanno. La Serbia inoltre ha rese pubbliche le proprie riserve, così come ufficialmente ha fatto anche la Russia. Il governo “greco” ha risposto affermando che ” tali posizioni costituiscono interferenze con gli affari interni della Grecia” il 16 gennaio, si ironizzava sui 90,1 FM “le posizioni simili, o anche molto più radicali, di paesi come La Germania o gli Stati Uniti non sono altrettanto inaccettabili agli occhi del governo greco? E’ una concezione strana di interferenza, e manifestamente orientata”.

Questo regime della Giunta di Tsípras come degli altri… di Monaco di Baviera del nostro secolo, aveva organizzato questa settimana una festa politica, presumibilmente scientifica in una grande sala musicale ad Atene circa l’accordo macedone. Agli ingressi di questa sala, gli uomini della polizia di sicurezza hanno vietato l’accesso agli oppositori politici, e fatto relativamente nuovo, i potenziali oppositori sono stati affrontati, minacciati e forzatamente spinti senza [che ci fosse stato] alcun atto di resistenza fisica da parte loro. Davanti a degli avvocati, la polizia non ha declinato i propri nomi, e non ha offerto alcuna spiegazione per questi interventi, poiché nessun atto li ha motivati, (diretta testimonianza di Radio 90,1 FM, 15 gennaio).

Movimento degli insegnanti, Atene, 2019 gennaio – Greek Press Photograph

Si tratta di pratiche che vengono legalizzate attraverso un nuovo servizio chiamato “Difesa del regime democratico”, ed è anche da questo servizio di polizia politica che, per esempio, il capo di Unità Popolare Lafazánis, era stato arrestato e interrogato all’interno degli uffici di polizia centrale di Atene, mentre dimostrava davanti alla sede degli organismi che operano i pignoramenti immobiliari della classe popolare e della classe media, sequestrati dalle banche, e dai Fondi avvoltoio. Questi ultimi sono anche rappresentati in Grecia da una società appartenente ad un cugino del Ministro della finanza Tsakalótos, (stampa greca, 2017). Lavoro, famiglia, globalizzazione! Come in ogni dittatura, il potere compie abusi, falsificazioni, terrorizza, pratica l’arbitrio e poi odia la gente. D’altra parte, di fronte alle minacce [avvenute] prima contro i membri e gli altri volanti aspiranti ministri, che offrono l’ultima pseudo-maggioranza a SYRIZA, e poi contro l’insieme dei membri SYRIZA della Macedonia greca, Katerina Papakósta entrata in SYRIZA dopo avere disertato le fila di Nea Democrazia [ndt: il partito di opposizione], ha presentato le sue dimissioni dal posto ministeriale che occupa all’interno, tuttavia, Tsípras non ha accettato le sue dimissioni.

La Torre bianca, Salonicco, 2018
Tesoro macedone. Museo Archeologico di Salonicco, 2018

Va detto che la Papakósta ha anche ricevuto una busta contenente alcune Fotografie orribili… con teste di donne massacrate, accompagnate dal messaggio “farete la stessa fine se voterete a favore dell’accordo”, il deputato Zouráris (Anel) ha ricevuto minacce di morte, mentre… l’apostata del partito “to Potámi” (“il Fiume”), Danélis, quello che la stampa greca ha già soprannominato “l’apostata n.151” è stato minacciato di essere ucciso, lui, sua moglie e sua figlia; forse la politica dovrebbe essere riservata solo ai single (stampa greca del 15 gennaio 2019).

In tutte le città del nord della Grecia, a Salonicco, la sera del 15 gennaio, sono apparsi manifesti, con le fotografie di deputati di SYRIZA favorevoli all’accordo, accompagnati dalla domanda: “Stai andando a tradire la nostra Macedonia?”, (stampa greca del 15 e 16 gennaio). La polizia ha già arrestato alcuni tra quelli che hanno affisso questi manifesti, poiché sono considerati illegali.

Caffè all’angolo. Atene, gennaio 2019

Il sistema e i suoi mezzi di comunicazione tra cui, naturalmente, SYRIZA insorgono per protestare, “tali pratiche sanno di fascismo”, l’argomento non ha presa quando quelli che lo usano abusano dell’essenza del totalitarismo mondializzatore. Patetici, nonostante in ultima analisi, gli sforzi della stampa mainstream come “Kathimeriní”16 gennaio.

Hai intenzione di tradire la nostra Macedonia? Grecia settentrionale, gennaio 2019 – Greek Press Photograph
Hai intenzione di tradire la nostra Macedonia? Grecia settentrionale, gennaio 2019 – Greek Press Photograph

Sì, i greci sono indignati, e il termine è pure debole, perché la loro rabbia ora arriva direttamente dal fondo delle loro budella. Ognuno sente l’hybris [Ndt: termine greco per tracotanza] di questo ultimo teatro meta-democratico, compresa la realizzazione della nuova “maggioranza”, in flagrante disarmonia con i risultati elettorali come con i supposti rapporti di potere tra le parti presumibilmente distanti in Parlamento. Pratiche che fanno anche seguito alla violazione permanente della Costituzione, senza dimenticare il referendum, che i bastardi politici, primi tra tutti Aléxis Tsipras e Pános Kamménos, hanno ignorato, con la gentile collaborazione di tutto il sistema politico. “Nessun rispetto per Aléxis Tsípras in otto motivi” è il titolo dell’articolo del giorno tra la gente a sinistra di “piano B” di Alavános, il 16 gennaio.

Infine, questi argomenti non hanno più presa, perché molti greci contano tra i loro parenti delle morti attribuite alla crisi, in realtà alla guerra che la Grecia sta subendo, come questo blog ha riportato dal 2011. Ci sono le perdite dei 600.000 greci che hanno lasciato il paese, poi tutti gli altri morti… più vicini, come questo lavoratore di 60 anni, padre di due bambini che si è suicidato presso il suo posto di lavoro presso lo stadio in costruzione dell’AEK di Atene. Aveva saputo che il suo contratto di lavoro non sarebbe più stato rinnovato, e fu grazie alla stampa sportiva che la notizia di questo nuovo suicidio è stata resa nota e successivamente diffusa, poiché in un primo momento la… grande stampa aveva parlato di un incidente di lavoro, (stampa greca della settimana).

Paese bruciato dal 2012. Atene, gennaio 2019

E nella mia famiglia, contiamo per esempio due morti, mio cugino Kostas che si è suicidato nel gennaio 2014 ad Atene, a seguito del fallimento della sua piccola impresa, e mio cugino Sotiris morto all’ospedale di Rodi a causa della mancanza di cure e medici specializzati dovuti alle misure di austerità. Inutile dire che i parenti prossimi ai cugini che hanno lasciato questo mondo in modo così… politico, ad ogni discussione politica vogliono apertamente la morte … fisica della leadership del paese, poiché qualsiasi altro argomento “logico” appare ai loro occhi completamente insignificante.

“Dopo tutto, in una guerra, ci sono morti su entrambi i lati, giusto?”, mi ha detto l’altro giorno mio cugino, e questo è quello che potrebbe un giorno portare la Grecia… al cambiamento, altrimenti detto bagno di sangue, [il che] è come si dice, un’osservazione antropologica quando gli ultimi argomenti degli scienziati e dei politologi saranno cancellati dalle realtà che ancora ci rimangono per vivere.

Più politicamente corretti, quelli di “piano B”, ricordano come SYRIZA e Tsípras in persona, abbiano venduto il patrimonio dello stato e quindi i beni del popolo greco, offrendoli come garanzia per il rimborso del debito ai cosiddetti “Creditori internazionali”, e questo per un periodo di assegnazione di 99 anni, tra cui quasi 80.000 edifici proprietà dello stato, così come una superficie di terreno pubblico di circa 52.000 ettari, un nonnulla. Scherzi del calendario o quasi, il 16 gennaio 2019, l’iper-Cassa delle privatizzazioni e Agenzia fiduciaria sul modello delle Treuhand [NdT: agenzia che liquidò i beni della DDR] nella liquidazione dei beni della Grecia a vantaggio di Fondi e altri rapaci istituzionali dell’UE, Germania in testa, ha appena fatto ricorso all’alta Corte di giustizia di Atene per confermare il controllo del fondo sulle 2.329 proprietà greche di carattere archeologico, siti, musei, o anche intere isole come Spinalonga, Makrónissos e anche Delos.

I bastardi politici del governo Tsípras, il Ministro delle finanze Tsakalótos in testa, avevano ancora una volta mentito quattro mesi fa, sostenendo che era per errore che le proprietà archeologiche 2.329 erano state incluso nella lista di 10.119 proprietà aggiuntive trasferite ai gangster della Globalizzazione.

Tesoro macedone. Museo Archeologico di Salonicco, 2018

Secondo gli articoli del giorno, “gli archeologi greci sottolineano questa doppia faccia del governo, dato che negli ultimi quattro mesi ha sempre assicurato che il problema è stato ‘risolto’, che non vi era alcuna intenzione di trasferire le proprietà di beni tra cui Cnosso a Creta, l’isola di Spinalonga, il Museo Archeologico di Salonicco, così come della Torre bianca, ancora a Salonicco, ma questa è la verità” (stampa greca del 16 gennaio e comunicato dell’ordine degli archeologi greci).

Movimento degli insegnanti, Atene, 2019 gennaio – Greek Press Photograph
Tomba macedone. Museo Archeologico di Salonicco, 2018

E se scrivo che – come fosse per caso – questo tradimento della Macedonia greca coincide stranamente con la messa a disposizione a esclusivo beneficio delle potenze straniere attraverso l’occupazione da debiti (per giunta non dimostrati e in gran parte illegali) del Museo Archeologico di Salonicco, dove sono esposti alcuni dei tesori macedoni antichi, i giornalisti mainstream potrebbero affermare che io faccio del populismo, per esempio, e che l’Europa esiste per promuovere la pace e lo scambio culturale.

E nel paese molto reale della Grecia attuale, in attesa della prossima tregua sempre più incerta e improbabile, le misure di polizia per proteggere questi camaleonti eletti si rafforzano, e gli edifici governativi sono più che mai sotto sorveglianza. Molto più che al tempo dei colonnelli, funesti secondo i ricordi del più anziani. La storia non ha mai paura di mutazioni e visibilmente anche ne aggiunge. Così questo è un Putsch ed il Putsch permanente che è in corso. Per affrontare una tale guerra ibrida, totale a modo suo, la questione non è per chi votare, ma come sbarazzarsi di questa folla, spazzando tutti i partiti politici… per mezzo di un governo di salvezza nazionale, ma che non sia una risposta autoritaria, [pur se] la domanda è ormai totalitaria. Non è affatto ovvio [che possa accadere], se non altro per l’odio che una tale situazione suscita.

 

Museo di Delfi, 2018
Museo di Delfi, 2018

Così è un Putsch, ed è allora l’esplosione permanente del dossier Macedone, così come le dimostrazioni degli insegnanti per le strade di Atene. Nella stessa settimana, la violenza dei pretoriani ha anche trovato la sua applicazione completa spingendo gli insegnanti, e in particolare i precari che stavano dimostrando e che avevano anche in parte occupato l’Università di Atene. Sì, il Putsch permanente. La domanda sulle conseguenze che devono manifestarsi con la situazione attuale è posta costantemente, e sarà posta sempre più spesso. L’accademico Christos Yannáras, nel suo editoriale sul quotidiano “Kathimeriní”, grande giornale mainstream, crede che tutti i partiti politici dovrebbero dimettersi e che ci vorrebbe un governo composto da uomini saggi, che dovrebbero comandare per due anni, sotto il controllo tuttavia del Parlamento, (edizione datata 30 dicembre 2018).

Quindi lo sappiamo. Nei pub di Atene o Salonicco si evoca anche apertamente “questo grande bisogno di un colpo di stato militare di salvezza che fucilerà i politici, a partire da quelli di SYRIZA”. A volte [il concetto] è meno estremo, “basta giudicarli e metterli in galera come nell’immediato periodo post-colonnelli”. Atene oggi è città dai molti edifici neoclassici bruciati, dai senzatetto ora permanenti, una città con viali a volte poco frequentati, come le caffetterie. Tuttavia, i caffè sembrano essere meno sensibili alle variazioni della cosiddetta crisi. Infine, invece delle “chat” su reti considerate come sociali (diverse dai “gatti” che miagolano [NdT: gioco di parole con il termine francese “chat”, che significa, appunto, “gatto”]) che sembrerebbe cancellare la storia, è la storia del paese che si cancella, tranne che Resistenza, persistenza e resilienza caratterizzano ancora i popoli e le etnie del mondo contemporaneo.

 

Museo di Delfi, 2018

Non sappiamo molto circa i prossimi sviluppi della storia greca come di quella europea, perché tutto è collegato da un capo all’altro del Pétaudière europeista, se solo in Grecia, ad esempio, il clima può volgere verso la guerra civile, tra i molti del popolo e .. il più piccolo ombelico dei pochi politici e della loro clientela più prossima. Il processo è in corso, ma non è dato sapere se e come può essere innescato o meno. Stiamo arrivando ad un punto serio, ad un punto di rottura. La meta-parodia di democrazia sta per esaurire le sue ultime scorte conosciute di apparizioni. Su una parete di Atene, vicino al Museo della guerra un nuovo slogan, piuttosto Syrizíste e sovversivo è stato visto in questo gennaio 2019: “Tsípras o carri armati.” in realtà [potrebbe essere], Tsípras e i carri armati. Carri armati e non gatti, animali come sappiamo adespoti per eccellenza!

 

Gatto, animale adespota. In Attica, gennaio 2019

Pubblicato il 16 gennaio 2019 – articolo originale QUI

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANZ-CVM

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