Luglio in Grecia: Ottomani 2.0

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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Nella Grecia del turismo, giungono notizie di isole svuotate e radi visitatori, peraltro ben intenzionati. I locali non spingono nemmeno loro per un maggiore afflusso, impauriti dalle notizie TV sul COVID e sui possibili ritorni di nuovi contagi, per lo più importati, e così il paese sembra passare direttamente dalla “bassa stagione” alla “stagione morta”.

Il 20 luglio, festa del profeta Elia, è anche stato l’anniversario dell’invasione turca di Cipro, giorno triste per tutti i greci, dove un piccolo contingente militare turco, protetto dalla diplomazia inglese e dall’inerzia del governo dei Colonnelli, sbarcò occupando il 4% del territorio dell’isola, diventato poi il 37% con il “democratico” Karamanlis, che dichiarava apertamente “Cipro è lontana”. I Turchi, allora come oggi, ai confini della Grecia. A Cipro rubarono, uccisero, violentarono, creando fosse comuni di cui solo cinquant’anni dopo è stato possibile conoscere l’esistenza, e oggi si schierano ancora intorno alle isole dell’Egeo, costringendo l’esercito greco a ritirate le licenze e mettersi in stato di massima all’erta. Intanto continua lo stillicidio dei migranti nelle isole, a Lesbo in particolare, dove la reazione popolare trova ormai anche sponda nelle istituzioni locali che riescono a bloccare alcune iniziative delle ricche ONG immigrazioniste. 2000 soldati americani si piazzano nelle vicinanze, e tutti aspettano il primo passo falso di Erdogan. E adesso, addirittura una parte del Mar Egeo, secondo Ankara, dovrebbe essere ribattezzato in “Anatolia occidentale”, perdendo il suo toponimo di origine greca. Oggi, come nel 1974, è l’Egeo la cartina di tornasole della politica greco-turca, allora fu Cipro, oggi le isole, ma la sostanza non cambia: la Turchia attacca, si allarga, si appropria di risorse e spazi, in una riedizione moderna di impero ottomano, mentre ad Atene un governo inerte lascia fare.

E l’estate si riprende infine il palcoscenico, con il racconto di un’incendio che sfiora le case e il racconto dei soccorsi. Se scoppia vicino ad uno dei pochi centri ancora attrezzati, si può ancora scamparla; nella Grecia di oggi ci vuole fortuna anche per sopravvivere.

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Da “L’ultimo dei Minoici” pubblicato Giovedì 9 luglio 2020

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Da questo mondo sfrenato, le notizie ci arrivano in pezzi e a certi intervalli. Sono infatti filtrate con il passare dei giorni, notizie decisamente veloci, notizie che vengono decantate a seconda dei passanti, dei rari visitatori, degli skipper che sono in porto, dei loro clienti e naturalmente della gente del posto… quest’ultima comunque dotata di due televisori. L’estate greca è tutt’altro che completa, tranne, e si sente, per le questioni umane.

L’armonia è quella delle divinità. Argolide, luglio 2020

L’armonia in questi luoghi è, se vogliamo, quella delle divinità, tanto quanto quella degli animali che ci circondano. Essendo la fornitura distanziata, gli animali da lavoro qui sono poco sollecitati. Il taylorismo non è passato di lì. L’oblio è abbastanza raro da essere notato. I due asini hanno rispettivamente 32 e 23 anni ed è già l’età matura. “Finiranno qui la loro pensione… e anche la loro vita, come noi. Noi siamo gli ultimi, preferiamo la nostra serenità, il mondo va male e si vede”, così ci dicono comunque i locali. (…)

Pétros, skipper di passaggio è comunque categorico. “È l’influenza aviaria… appositamente progettata solo per gli esseri umani. Prendo i clienti, i primi che l’agenzia mi dà, devo vivere. Mi lavo spesso le mani e non bacio i nostri… amici tedeschi”. Risate. “Poveri tedeschi, va detto. Da Wuppertal, ce ne sono dieci a bordo di questo grande catamarano. Due famiglie. E per quanto riguarda i mestieri dei capifamiglia, uno è un avvocato aziendale, l’altro è un subappaltatore per la grande industria chimica. Inoltre, in Germania è tutto grande e chimico, non è vero?” Risate. La gente del posto apprezza l’umorismo, poi inizia un dialogo cordiale, franco ma difficile con i tedeschi, a causa della barriera linguistica.

(…) “Una settimana in mare intorno a questo Argolide decisamente leggendaria. So che alla fine del nostro viaggio, probabilmente piangeremo quando ce ne andremo, ed è sempre [pianto] sincero, qualunque sia la nazionalità degli ospiti”.

Petros, tuttavia, è altrettanto spaventato dall’attualità di questo favoloso paese che sta morendo in preda alla frenesia. I residenti hanno anche visto in televisione che la polizia ha dovuto evacuare i nuovi immigrati che hanno invaso e occupato alcune piazze della lontana capitale. “Il nostro Paese sta cambiando, tradito dall’interno. Ho 58 anni, sono cretese e poi sono uno skipper. Mia figlia è emigrata in Australia e, per quanto riguarda le nostre generazioni, non andranno molto lontano. Siamo gli ultimi… dei minoici”. La gente del posto è d’accordo,

(…)

Il mese di luglio è già iniziato, la notizia ci arriva finalmente a pezzi. Le cosiddette grandi mete turistiche del paese sfigurato, Mýkonos o Rodi per nominarne qualcuna, si trasformano in un vuoto. Nonostante le apparenze, gli yacht non vengono quasi mai affittati, la stagione avanza all’indietro, il contatto umano è ferito e la notizia è più dolorosa che mai.

(…) Yórgos Séféris non è più, o per dirla in questo modo, non è più lo stesso di prima. I giovani e gli studenti non lo tengono più in grande considerazione e in Grecia è in corso un’intera campagna di denigrazione che ha come obiettivo il suo lavoro e la sua vita. Coloro per i quali il piccolo o il grande paese ha ancora un senso devono scomparire, vivi o morti.

I suoi clienti sono francesi. Argolide, luglio 2020

(…)

Petros è tornato. Questa volta i suoi clienti sono francesi. Avranno ripulito tanto la spiaggia quanto le loro menti da queste notizie che arrivano da ogni parte.


 

Da “L’ordine del mondo” pubblicato Martedì 14 luglio 2020

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Estate greca con le nuvole. Il piccolo, ancora vero paese vive di pesca, di olivi e di ricordi. Il pescato è sempre scarso, ma è comunque più che sufficiente a riempire la padella della giornata.

Dopo la pesca. Argolide, luglio 2020

Come dopo ogni viaggio in mare, nella piccola cappella verrà accesa una candela per ringraziare le divinità. San Nicola come un tempo Poseidone che proteggeva i suoi. Quando il mare lo permetterà e in assenza di una rete stradale, a parte qualche raro sentiero che la natura finirà presto per inghiottire per sempre, gli abitanti faranno il giro delle cappelle sui promontori. “Perché devono essere onorati, puliti, le candele accese e ci deve essere preghiera regolarmente”.

“Non c’è mai stato un sacerdote che abbia vissuto qui in modo costante, almeno dopo la guerra. Era durante la stagione delle olive che un Pope veniva a lavorare qui al momento della raccolta e riceveva così la sua parte; essenzialmente il suo olio per l’anno. Apriva le nostre cappelle per celebrare la Messa, specialmente ogni domenica. I tempi erano duri, ma abbiamo vissuto in un’autarchia molto migliore di quella di oggi. La nostra terra dava certamente poco, da qui la necessità di coltivare dove era possibile in quel momento. Abbiamo coltivato il nostro grano e altrettanta avena per i nostri animali. E quando [nel corso degli] anni finirono le piogge, i nostri raccolti a loro volta diventarono magri”.

In questa Argolide ancora rara, i veri tesori sono, va detto, provenienti dalla terra o comunque pelagici. Spesso gli animali onnipresenti faranno tutto quello che vogliono, anche quando si tratta di caccia a… tesori. L’altro giorno(…) due asini, hanno scoperto l’anguria nascosta vicino alla vecchia barca in malora, ne hanno divorato una buona metà. Eleni è riuscita a salvare solo l’altra metà, anche lanciando la cagna contro gli asini senza molto successo. “Sono terribili, non ascoltano mai… ma è la natura delle cose”, sospira. Alla faccia delle preoccupazioni… nell’ordine del mondo.

Asini e angurie. Argolide, luglio 2020

(…)  Per il resto, i ricordi rimangono vividi con il passare degli anni. In molte altre occasioni, i tedeschi erano sbarcati da queste parti, (…)  “Ero un bambino, ma ricordo ancora quella visita. Quei tedeschi erano organizzati e franchi all’inizio. Quando ci hanno minacciato, per esempio, sapevamo che era tutto vero. (…)

“Poi la nostra regione è stata posta sotto l’amministrazione dell’esercito italiano. Gli italiani erano un’altra cosa allora. Ci chiedevano tutta la mandria, poi, quando mio padre dava loro una capra, se ne andavano con essa, felici, ci offrivano anche del vino a volte… e finivamo per ridere insieme. Ma verso il 1943 i tedeschi catturarono gli italiani e mantennero il loro ordine piuttosto terribile fino alla fine”.

(…)

Si ricorderà Asíni, luogo (…) di memoria della guerra degli anni Quaranta quando l’esercito italiano vi [si] installò (…). Sul posto in questo momento si ripercorre poi questa storia, vi si scoprono per esempio, oltre ai rifugi disposti, queste rare fotografie che mostrano i soldati italiani in questi luoghi. Ma questo prima che venissero catturati dai tedeschi… quello che è successo dopo, naturalmente, non lo sappiamo. Asíni, un luogo poetico immortalato da Yórgos Séféris che visitò l’Acropoli prima della seconda guerra mondiale.

Asíni – soldati italiani. Argolide, luglio 2020

Tranne che nel 2020… a volte gli arrivi sono una chiave diversa. Quelli delle classi superiori arrivano in yacht… o anche in elicottero, quando si tratta di raggiungere i loro salotti galleggianti. (…)  “Queste persone sono raramente pacifiche. Spesso portano il loro rumore, la musica, le macchine che fanno rumore che noi non capiamo. Rumore, ce l’hanno a casa, in città, ricchi o no, non importa, non vengono ad ascoltare il mare, a seguire le cicale, a sentire gli animali. Il mondo non c’è più”.

Sì, è così. Queste persone arrivano in elicottero per… poter camminare sull’acqua. La tecnologia, poi, fino alla fine, presumibilmente per domare la natura. (…) I nostri pescatori fanno un cenno con la testa in modo che non prestino più attenzione a tali eventi. “Non siamo affatto gelosi, questa non è ricchezza. Poi, in questi giorni, siamo ancora sospettosi nei confronti delle persone che passano a causa di COVID-19(…) Quest’estate non ce la sentiamo proprio”.

Così si può camminare sull’acqua. Argolide, luglio 2020

La Grecia è preoccupata. Con il turismo al 20%, i presunti effetti del contenimento e il paese così poco colpito dal COVID-19 vanno in frantumi. Già, per quasi il 70% degli intervistati prima dell’apertura della stagione, le frontiere dovevano rimanere chiuse. Dalla bassa stagione… alla stagione morta, può essere solo un passo, almeno per la mentalità della maggior parte delle persone.

Quelli della mia famiglia in Tessaglia, contattati telefonicamente, mi dicono che in Tessaglia è di nuovo il panico e che la gente torna a usare le maschere nei negozi. Secondo il farmacista del nostro villaggio tessalonicese, “Mitsotákis ha commesso un grosso errore perché la situazione potrebbe non essere recuperabile in tempo”. Eccoci di nuovo al caso COVID-19. I turisti, e anche i greci della diaspora, faranno tutto il possibile per venire o tornare a casa, anche quando gli aeroporti del loro paese non sono nella lista degli aeroporti idonei. (…) in questi casi non c’è quasi nessuna segretezza. Il turismo non resta impunito… “la grande industria nazionale”, in Grecia come in qualsiasi altro paese in cui ciò avvenga.

Informato dai media, i pescatori locali sanno che nuovi casi stanno comparendo ovunque e che il governo ha appena aperto nuove unità COVID-19 in ospedali poco attrezzati in alcune isole. Sulla stessa linea, due aerei medici sono stati appena noleggiati per coprire i futuri, e molto probabilmente pericolosi, collegamenti tra l’arcipelago greco e la capitale. Salvare chi può?

(…)

“Non vogliamo lasciare il nostro piccolo angolo di mondo per niente al mondo. Fino alla fine. Non vogliamo vedere cosa succede altrove… finiremo i nostri giorni qui sulla nostra terra e questo può essere un lusso. Questo è il vero lusso, non l’elicottero”. Risate!


 

Da” Patria o barbarie” – pubblicato Lunedì 20 luglio 2020

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Una celebrazione che segna il cuore pulsante dell’estate greca. Grande giorno di Sant’Elia il Temita, profeta dell’Antico Testamento commemorato il 20 luglio. Profeta dei cieli, soprattutto tra il mare e la terra dei monti. Alte come le cappelle a lui dedicate. Per noi è il ritorno al nostro ormai consueto villaggio del Peloponneso. Abbiamo salutato i nostri amici dell’Argolide, ringraziandoli per la loro ospitalità (…)

(…) Torniamo alla… “civiltà”, l’obbligo di indossare la maschera nei trasporti, comprese le barche e le navette, questa mascherata è diventata ormai obbligatoria per i clienti dei supermercati del paese. La sfigurazione come marchio della stagione 2020, allora globale.

La nostra estate non è ovviamente comoda come una volta, anche se le apparenze la fanno sembrare bella come una volta. I greci riempiono poi spiagge e resort, preferibilmente vicino ai loro luoghi di residenza, non si sa mai. Si dice che sia meglio andare ora alle spiagge, piuttosto che aspettare la fine di quest’estate che sta visibilmente avanzando sotto mentite spoglie. “Tornerà il contenimento?” Questa è la domanda del momento, solo che non è l’unica o la più importante.

(…) I casi importati di COVID-19 sono ora contati da decine al giorno(…) I greci sono preoccupati per questo, i governanti si soffermano a rimuginare sui nostri mali, eppure tutti avranno notato che il numero dei morti non è quasi mai aumentato, almeno per il momento. “Sciocchezze, poi, non appena il turismo estivo passerà, ci rinchiuderanno di nuovo, solo per finirci definitivamente e dare il Mar Egeo ai turchi. Altrimenti non è logico il loro trucco, da un lato, chiedere ai greci di non circolare se possibile e, allo stesso tempo, di aprire le frontiere ai cosiddetti portatori di COVID-19 da tutto il mondo”, questo è ciò che sentiamo dal lato del Peloponneso allora abbastanza profondo.

(…)

Si parla anche di Cipro, proprio perché non lo dimentichiamo. Il giorno del profeta Elia nel 1974, la Turchia invase l’isola di Cipro per occupare la parte settentrionale dell’isola di Afrodite. (…) In quel giorno, maledetto per l’ellenismo, i turchi sbarcarono sulla spiaggia di Pente Míli, non lontano dalla città portuale di Kerýneia, nella parte settentrionale di Cipro. Va notato che, a quel tempo, i nostri traditori erano divisi in traditori di destra e traditori di sinistra, o se si preferisce, in democratici della NATO e putschisti della NATO che erano ancora membri della NATO, che in realtà lavoravano insieme. (…)

Alle cinque del mattino, sette navi anfibie turche, sotto la copertura di quattro cacciatorpediniere, sbarcano sulla spiaggia di Pente Míli un primo distaccamento delle forze dell’operazione Attila. Erano composti da due piccole unità di carri armati e due battaglioni rinforzati, che non incontravano alcuna resistenza. Era l’inizio dell’invasione turca che Makários aveva… chiesto all’Onu di “convincere” la diplomazia britannica qualche ora prima. Il tutto, a seguito di un Putsch organizzato dagli gnostici del genere tra Londra, Ankara e Washington, sotto la copertura dei colonnelli di Atene e soprattutto del loro burattino Ioannídis. La caduta preparata dei colonnelli sotto la pressione degli eventi, abilmente camuffata da ritorno della democrazia, quando il fantoccio di Karamanlís fu inviato ad Atene a bordo dell’aereo del presidente Valéry Giscard d’Estaing pochi giorni dopo. Karamanlís fece anche peggio dei colonnelli; sotto la sua responsabilità, i turchi finirono per controllare il 37% del territorio di Cipro durante l’operazione Attila-II nell’agosto 1974, invece dell’iniziale 4% sotto Ioannídis. Programmato e pronto a tradire, Konstantínos Karamanlís, l’uomo che la propaganda prevalente presenta sempre come il “padre della nazione”, aveva escluso qualsiasi reazione militare greca, anche dichiarando apertamente: “Cipro è lontana”.

L’operazione Attila. Cipro, 20 luglio 1974 – stampa greca
I greci salvano le loro icone della chiesa dall’avanzata della barbarie turca. Cipro, luglio 1974 – stampa greca
Di fronte alla tragedia dei dispersi, in realtà assassinati dai turchi. Cipro, 1974 – stampa greca

La barbarie turca al lavoro, tanto quanto qualsiasi “intelligence” britannica come collaboratore. Le orde selvagge di Attila, come i loro antenati in passato, hanno saccheggiato cimiteri e bruciato chiese, hanno derubato, violentato e torturato quelli della popolazione greca espulsa dalla parte settentrionale dell’isola. La parte occupata dell’isola fu presto colonizzata dai turchi, che erano stati introdotti dall’entroterra continentale, se necessario dagli islamisti. I corpi di civili e soldati greci assassinati o morti durante la deportazione in Turchia, talvolta utilizzati come cavie durante i test sulle armi chimiche turche, sono stati a lungo nelle liste dei “dispersi”; crimini turchi contro l’umanità, all’epoca permanenti, che sono stati a lungo confutati, come il genocidio degli armeni e dei greci dell’Asia Minore tra il 1915 e il 1922. Solo negli ultimi dieci anni o giù di lì i turchi hanno finalmente indicato i luoghi, almeno a Cipro, dove questi sfortunati sono stati sepolti in numerose fosse comuni. Grazie all’identificazione del DNA, le famiglie sono state finalmente in grado di seppellire con dignità i resti dei loro cari, quasi mezzo secolo dopo.

La Turchia è questo paese predatore, anche pirata, e lo è stato per più di dieci secoli; e per quanto riguarda la sua profonda identità islamo-totalitaria, aggiornata sotto Erdogan, si rivolge ora all’Europa e non solo ai Balcani o ai Paesi vicini. La sua colonizzazione islamica, per non dire islamista, se necessario con l’annessione di territori, come ha già fatto a Cipro, sta diventando così un progetto apertamente dichiarato, sostenuto, va detto, da gran parte delle pseudo-élite dell’Occidente, neo-gnostici, pedofili, nichilisti, che sono comunque in minoranza, ipocriti e agiscono fatalmente contro i popoli e le nazioni della vecchia Europa.

Come ha giustamente scritto il mio amico Olivier Delorme (…) “In realtà, la Turchia è diventata il principale elemento destabilizzante nel Mediterraneo orientale, nei Balcani e all’interno della NATO. Il governo dell’AKP è salito al potere con il principio di zero problemi con i suoi vicini, e ha messo in urto la Turchia con tutti! (…) Finanzia la radicale reislamizzazione delle minoranze musulmane nei Balcani. Moltiplica le violazioni dello spazio marittimo e aereo greco, come le dichiarazioni che affermano la decadenza del Trattato di Losanna del 1923, che ne fissa i confini con la Grecia. Essa sostiene, in spregio al diritto internazionale, decine di isolotti nell’Egeo dove impedisce alla Grecia di sfruttare le risorse di idrocarburi della sua zona economica esclusiva. Occupa e colonizza quasi il 40% del territorio di un altro Stato membro dell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro, e rivendica la proprietà del giacimento di gas scoperto tra Cipro e Israele”, Olivier Delorme, Erodoto, luglio 2020.

Per questo breve richiamo storico, ricordiamo solo che quando i turchi di Attila sbarcarono a Cipro il 20 luglio 1974, il numero di soldati, data la morfologia del terreno, rimane ancora un segreto di Stato in Turchia, che, se necessario, copre in gran parte i traditori della parte greca, quelli che sapevano e non volevano reagire. Per 46 anni, l’essenza del tradimento dei militari della giunta, così come quella dei politici in carica, sia in Grecia che a Cipro, tra cui Karamanlis, Avérof e Makários, è stata qui; queste persone non sono mai state giudicate, dobbiamo anche ricordarlo. (…)

Il lettore attento, e speriamo che sia consapevole del momento storico che è il nostro, capirà che l’attualità e la storia di Cipro e della Grecia lo riguardano necessariamente, perché in gioco c’è solo l’esperienza di ciò che rimane programmato a breve e medio termine, nell’uccisione di Stati, nazioni e di altrettanti popoli, se necessario in modo diverso rispetto alla guerra classica.

Nel 1974 (…) altri… accordi presi in precedenza sono ora noti grazie ad alcuni documenti della CIA, declassificati. La dittatura dei colonnelli in Grecia era stata istituita dagli Stati Uniti e, più in generale, dalle élites anglosassoni con l’obiettivo di utilizzarla come strumento per far sparire la Repubblica di Cipro e quindi far sparire la Repubblica di Cipro offerta alla Turchia.

Questo era anche il senso pieno del tentativo di colpo di Stato contro il presidente di Cipro Makários (…) il 15 luglio 1974, quando una parte della Guardia Nazionale guidata da ufficiali greci alleati con i  colonnelli diede alla Turchia il pretesto per intervenire. Questo Putsch… nel Putsch causò anche il crollo programmato della dittatura dei Colonnelli, che avevano finalmente compiuto tutta… la loro missione. Un’operazione, infatti, che, tra l’altro, secondo fonti ormai confermate, ha bollato Henry Kissinger come storico agente britannico. I colonnelli greci hanno semplicemente svolto il ruolo degli idioti molto utili, così come gli attuali politici (…)

(…)

Al caffè del porto, la gente ama parlare della calamità della maschera obbligatoria, così come parla di Cipro, proprio perché non dimentica. In questo momento la storia è stata imparata e spesso la più semplice è la più efficace.

Conosciamo il metodo da seguire e anche la soluzione. D’ora in poi, non è altro che una guerra totale, prima di tutto contro i nostri”, per quanto riguarda gli elitaristi, mettendoli fuori gioco in modo sicuro e definitivo con una presa di potere muscolare e radicale basata sul metodo e la pratica del referendum popolare. Parlando della Grecia, va da sé che tutti gli attuali partiti politici devono essere sciolti, così come questo Parlamento dell’operetta. La pseudo-democrazia delle maschere e delle mascherate ha già superato i limiti della sua menzogna originaria, è morta e ci sta uccidendo, quindi non la piangeremo. Inutile dire che l’Unione Europea deve essere sciolta allo stesso tempo, così come qualsiasi organizzazione, think tank o ONG e struttura di questo tipo, mettendo in pericolo la nostra esistenza economica, culturale e nazionale, o sostenendo la sostituzione della popolazione con l’invasione organizzata dagli immigrati di destra e di sinistra.

(…) I greci hanno poi riempito timidamente le spiagge e le località balneari, preferibilmente vicino ai loro luoghi di residenza, non si sa mai. Torniamo all’estate greca o al suo fantasma, sotto l’immaginario popolare di un paese che pretende di essere ancora pacifico.


Da “Tra lupi e sciacalli” pubblicato Venerdì 24 luglio 2020

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I primi turisti, a terra o che noleggiano barche a vela, frequentano già i caffè del porto. Dopo aver inizialmente evitato COVID-19 nei loro paesi, si dicono che il loro breve sogno del grande blu greco si sta finalmente avverando. L’illusione greca… e poi l’incubo turco. (…) in questo mese di luglio(…), tutte le forze armate greche sono state in allerta per diversi giorni, questo è tutto da cominciare e da commentare.

Naturalmente, tutte licenze sono state annullate, mentre alcuni riservisti della Guardia Nazionale sono già stati mobilitati nelle nostre isole dell’Egeo. Tutte le navi della marina sono già in posizione tra Lesbo e Creta. Questo, di fronte alla barbarie dello storico aggressore turco, i suoi NAVTEXs nelle acque territoriali greche, presumibilmente “per l’esplorazione petrolifera”, così come il tentativo di accerchiare l’isola di Kastelórizo [NdT: l’isola di “Mediterraneo” il famoso film di G.Salvatores] con quasi 17 navi turche.

Kastelórizo, un’isola dell’estremità greca oltre Rodi, era già teatro di operazioni in volo, l’aviazione greca doveva inseguire l’aviazione turca che sorvolava l’isola superando la barriera del suono. Sicuramente i piloti non hanno sparato, se non che la battaglia è durata più di due ore e i turisti sul posto, spaventati, si sono precipitati sul primo traghetto della giornata per lasciare Kastelórizo e raggiungere così Rodi o addirittura Atene, stampa greca del 23 luglio.

Kastelórizo, isola dell’estremità greca oltre Rodi. Stampa greca, luglio 2020

(…) Mitsotákis ha chiamato subito Berlino (buona, questa). La stampa tedesca sia a Berlino che… ad Atene si affretta a riferire del presunto “intervento di successo di Angela Merkel nella notte del 22 luglio, che probabilmente avrebbe scongiurato la guerra tra Grecia e Turchia”. Entrambi i paesi devono trovare un terreno d’attesa”.

I miei amici generali in pensione mi dicono però “che questo intervento a Berlino è un pessimo affare e non fa ben sperare per il futuro”. Abbiamo la forza e il morale per insegnare agli aggressori turchi la lezione che devono imparare e possiamo fidarci dei nostri militari. Non abbiamo fiducia nei politici”.

(…) Mitsotákis, il burattino di Berlino (…) e il suo clan avrebbero già in modo tacito evirato la definitiva ritirata della sovranità greca, anche contro i turchi e prima, di fronte al totalitarismo europeista del Quarto Reich di sciacalli e sciacalli assimilati del nord, imponendo il memorandum (…) Il parassita Tsipras era stato messo al potere per tradire la Macedonia greca e le lotte sociali; Mitsotákis a sua volta era stato messo al potere per liberare l’Egeo e il suo seguito. È un bel programma e sappiamo che la cosiddetta giustizia internazionale si occuperà poi del resto.

Tuttavia, l’ignoto riguarda il grado di follia neo-hitleriana islamico-totalitaria di Erdogan, [e quale sarà] il suo passo falso di troppo che provocherà inevitabilmente la reazione militare greca(…) Infine, non dobbiamo sottovalutare la reazione popolare in Grecia in caso di crisi nazionale parossistica, soprattutto di fronte al marciume politico. Le persone e poi le nazioni non sempre restano… bloccate nei programmi, è altrettanto noto.

(…)

C’è, come si dice… il fuoco, letteralmente e figurativamente. In Grecia negli ultimi due giorni sono stati appiccati oltre 72 incendi boschivi, preferibilmente in prossimità di località balneari, ed è difficile non stabilire il legame tra il contesto geopolitico e/o interno in quest’altra destabilizzazione (…) La gente e poi la rabbia, a volte facendo pagare il crimine… con il crimine. Il 16 luglio, un cittadino ha fatto irruzione in un ufficio delle imposte, attaccando tre agenti… con un’ascia, due di loro sono stati da allora ricoverati in ospedale e sono ancora tra la vita e la morte, stampa greca.

(…)

[nel frattempo] La colonizzazione continua. Le ONG immigratrici, che non sono senza lavoro, avevano persino concluso contratti con sei albergatori nella parte occidentale di Lesbo per sistemare i loro migranti musulmani, che sono stati scaricati via mare grazie ai tour sovvenzionati dei tour operator della colonizzazione musulmana dell’Europa, peraltro apertamente propugnata, ovvero Erdogan, l’UE, l’ONU e Sóros.

La vicenda delle ONG colonizzatrici di Lesbo è stata inizialmente tenuta segreta dalla mafia, ma alla fine è stata spacchettata in pieno giorno. Gli abitanti arrabbiati si sono mobilitati e infine il comune ha minacciato gli albergatori di imporre loro alcune regole urbanistiche piuttosto draconiane, oltre alle multe che ne sono derivate. Sotto la pressione popolare sostenuta dal comune, il progetto è stato abbandonato, si spera per sempre, dalla stampa locale.

(…) Sappiamo anche che già 2000 soldati americani stanno atterrando in questo momento ad Alexandroúpolis oltre a carri armati ed elicotteri da combattimento, il più grande porto greco vicino al confine terrestre con la Turchia, l’operazione è simile a quest’altro … attuale atterraggio USA a La Rochelle in Francia, stampa greca.

(…)

Mihális, il nostro pescatore, ha finito per cambiare argomento per parlare del suo incontro del giorno con i delfini locali. Finalmente un po’ di sogno. Ha anche dato quattro pesci al gatto del porto, quello che siamo riusciti a far sterilizzare. Si è affrettata a portare… il suo bottino ai suoi piccoli, poi sarà consegnato. Ma al bistrot scrutiamo sempre il cielo mentre rivisitiamo con esso la storia del paese reale e la sua attualità. Tra lupi e sciacalli.

La gatta del porto. Peloponneso, luglio 2020

Da “Fuoco” – pubblicato Sabato 25 luglio 2020

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All’improvviso, il fuoco. E prima di tutto, le urla delle sirene dei vigili del fuoco locali, ieri all’ora di pranzo, cioè verso le 14.00, come accade in Grecia. Eccoci qui, a nostra volta, toccati da una certa attualità. Un solo punto di innesco e questa volta il fuoco è per noi… il nostro è, come si dice, accidentale.

L’abbiamo visto inghiottire la montagna. Peloponneso, luglio 2020

L’abbiamo visto poi inghiottire la montagna, scendere sulla nostra città, toccare anche le prime case. Sapevamo che era una questione di circa dieci minuti… per raggiungerci, senza l’intervento di mezzi aerei. Gli agenti della locale stazione di polizia hanno evacuato gli abitanti e i residenti estivi dalla parte più minacciata della città, così siamo stati tutti evacuati al porto e al porto turistico, vicino alla salvezza del mare.

Alcuni hanno maledetto il comune storico per la sua presunta negligenza “perché non c’è una strada di accesso su questa altezza così vicina alle case”, altri hanno trovato soprattutto il tempo molto prima dell’arrivo del Canadair e dell’elicottero. “Oh… ora le fiamme hanno raggiunto la casa di Tákis, lo stadio di calcio e l’annesso college. Mio Dio…”

Una donna si ricordava di Pandelís, quell’insegnante che si è ritirato tanto tempo fa, la cui mente non ha più ragione: “Poverino, dobbiamo portarlo via da casa sua, non ha la mente e non si muove dalla sua stanza…”. Un funzionario comunale e due poliziotti si sono immediatamente recati a Pandelís, in soccorso.

Dal porto e dal porticciolo, guardavano il fuoco, impotenti; già respirando i primi fumi. Anche il nostro Bellerofonte, non l’eroe del passato e di Corinto, ma l’eroe del nostro paese, dapprima indifferente all’agitazione della gente, si è poi nascosto da qualche parte, annusando il respiro del fuoco.

I mezzi aerei sono finalmente arrivati. Peloponneso, luglio 2020

I mezzi aerei sono finalmente arrivati, giusto in tempo. Abbiamo avuto la fortuna di avere l’Attica davanti a noi, prima di tutto, e in secondo luogo, il grande incendio che ancora infuria vicino a Corinto non è lontano, il Canadair e gli elicotteri erano già in zona.

Gli abitanti applaudivano la loro discesa, salutavano persino i piloti. “Ah, la casa di mio cugino Tákis sembra salvata, le fiamme si sono allontanate grazie all’aereo”. La battaglia… nell’aria è durata quasi tre ore. Gradualmente, la tensione ha cominciato a diminuire. Le grida si sono fermate, così come le critiche. Con l’incendio ormai sotto controllo, era chiaro che i nervi erano sotto controllo. Anche la regione e il comune hanno inviato le loro cisterne d’acqua riempite d’acqua, e gli aerei e l’elicottero sono arrivati alla spiaggia, non appena si è svuotata completamente, per raccogliere l’acqua dal mare. La gente guardava e, con il passare delle ore, la normalità ritornava.

Artemide, l’addetto alla spiaggia, ha messo in funzione il suo generatore per i suoi cubetti di ghiaccio e le sue bevande, così come i proprietari dei caffè e delle taverne. Verso sera, molto tempo dopo la partenza dei mezzi aerei, è stata ripristinata la corrente elettrica e la connessione a Internet attraverso la rete cablata. Gli abitanti hanno avuto il permesso di tornare alle loro case. “Siamo scappati per un pelo”, abbiamo sentito dire qua e là.

Sia i villeggianti che gli abitanti sono poi tornati alla spiaggia, mentre regolarmente guardano dietro di loro verso la parte della loro montagna ancora in fiamme. I veicoli dei vigili del fuoco sono riusciti a salire fino a una certa altezza, poi e per tutta la notte le loro unità pedonali hanno spento uno ad uno i piccoli camini ancora vivi.

Bellissimo e poi terrificante spettacolo quello delle “candele”… che illuminano di decine il versante opposto. La vita ha quasi ripreso il suo ritmo, il danno è stato minimo e ci viene detto, all’origine del disastro, “è un trasformatore troppo vecchio che sarebbe esploso sotto il calore”. Non ne sappiamo più nulla, ma per noi è sufficiente.

Verso la fine… del disastro evitato, apparve un grande 4X4 dell’amministrazione regionale; a bordo, un uomo e una donna… “vestiti come una volta in Florida”, ha detto Stelios, un ragazzo del posto che viveva in Florida con i greco-americani di Tarpon Springs negli anni Ottanta. Si è messo a ridere.


 

Da “Bilancio” – pubblicato Domenica 26 luglio 2020

ARTICOLO ORIGINALE QUI

 

La sera del 24 luglio il regime dei vampiri ha addirittura osato celebrare il cosiddetto “ritorno della democrazia”. Questa pantomima organizzata al Palazzo Presidenziale va avanti dal 24 luglio 1975, solo che è durata troppo a lungo e ispira solo odio, perché in Grecia non ne vogliamo più ridere.

Nella versione 2020, criminali e altri mafiosi sistemici si sono apparentemente presentati con questo costume da bufala finale, e per di più senza maschere. Indossare la maschera è obbligatorio per le pecore, per fare la spesa al supermercato locale o strofinarsi contro la realtà nella metropolitana.

Oltre ai ministri passati e presenti, la stampa mainstream, per mancanza di qualsiasi altra immagine passabile, ha iniziato a pubblicare foto di bambole di sinistra e di destra, dal “festival della democrazia” all’immagine di Notopoúlou, uno dei simboli di questa pornografia politica, era stata ministro ai tempi di Tsipras (…).

Mitsotákis e Tsípras al festival… dei vampiri. Atene, 24 luglio – stampa greca
Notopoúlou alla festa… vampiri. Atene, 24 luglio – stampa greca

La casta della mafia storica del Paese pretende così di celebrare il ritorno del vecchio Karamanlís ad Atene, la sera del 24 luglio 1974, e quindi il passaggio dalla dittatura dei colonnelli… alla democrazia del collasso. Nel frattempo, la Turchia stava calpestando Cipro e l’ultimo dei soldati, Ioannídis, fu, con sua grande sorpresa e rabbia, gettato alle ortiche, dopo aver svolto il ruolo assegnatogli da Kissinger e dai suoi grandi maestri. Non c’è stata una caduta dei colonnelli e una rivolta ancora meno popolare, ma piuttosto un programma, che ha fatto sì che Karamanlís tornasse a compiere e poi perfezionare lo stesso crimine, preparando i successivi.

Soldati del 361° Battaglione a Cipro nel 1974. – stampa greca

Nel frattempo, gli uomini del 361° battaglione di fanteria dell’esercito greco a Cipro stavano combattendo come meglio potevano. Sono riusciti a resistere, dal 21 luglio al 14 agosto, traditi come il resto delle truppe di fronte a un nemico dieci volte più numeroso. I rinforzi non arrivarono mai, Ioannídis quando finalmente diede l’ordine di sostenere Cipro si imbatté nell’inerzia dei generali, questi ultimi obbedirono prima di tutto alla mano invisibile di Kissinger e di Londra (…) la gente già festeggiava la “transizione” ad Atene, ma in realtà il regime non era cambiato. Karamanlís si affrettò a dichiarare che “Cipro è molto lontana (…)”, lasciando avanzare l’esercito turco invasore, fino alla linea tracciata sulla mappa, dove esattamente era già un accordo fatto altrove e molto tempo prima.

Il bilancio è pesante, e diventa del tutto percettibile in questo 2020, (…) . In questo 24 luglio non si celebra la “restaurazione della Repubblica” e tanto meno il “ritorno della democrazia”, che il sistema ha poi imposto nel suo nuovo linguaggio con il nome di “Metapolítefsi”. Chi celebra questo triste momento onora poi il previsto arrivo di Karamanlís… il sordo, e soprattutto il suo ripetuto giuramento davanti alla giunta della NATO e agli altri capi, che agisce sotto il tappeto della storia.

(…) La missione è rimasta invariata, il “lavoro” a Cipro doveva essere fatto prima di tutto, e la dipendenza del Paese, per non dire la xenocrazia, doveva continuare. (…)  Dalle ceneri e dal sangue dell’ultimo tradimento di Cipro sono poi emersi, la Nuova Democrazia di Karamanlis, il PASOK di Papandreou.

(…)

La cosiddetta “Terza Repubblica Greca” ha iniziato il suo ciclo di vita nel luglio 1974 con il tradimento finale di Cipro e ha terminato la sua esistenza con il tradimento finale della capitolazione alla giunta internazionale degli “investitori”, all’UE-Germania e al FMI nel maggio 2010.

Così, dopo “l’investitore Attila”, è arrivato il tempo del governo globalista dei ricchi banchieri e simili. (…) In questo luglio poi, alla sua fine, la Turchia minaccia, mentre gli epigoni nei vampiri, insomma, il più delle volte i loro figli biologici come i Mitsotákis, ci dicono apertamente “che dovremo condividere con la Turchia, nel Mar Egeo e se necessario sull’isola di Kastelórizo”, [dice] Dora Bakoyánnis, sorella di Mitsotákis per esempio. Tranne che a Salonicco, i manifesti della notte, così come quelli della notte dei tempi greci, ricordano ai passanti che Kastelórizo non è lontano dalla Grecia, perché Kastelórizo è la Grecia.

Kastelórizo è la Grecia. Salonicco, stampa locale, luglio 2020

Il pedaggio è pesante, sta diventando grottesco. I turchi chiedono addirittura quasi ufficialmente che il Mar Egeo venga ribattezzato “Anatolia occidentale”, dal momento che il nome Egeo gli è stato dato durante l’antichità greca, [dice] la stampa del 24 luglio.

(…). Il vostro umile blog andrà via per qualche giorno durante il mese di agosto, in un breve ma necessario standby, con i libri sotto il braccio. Hermes e Mimi saranno a bordo, e noi andremo avanti.

Se potete, vi preghiamo di sostenerci anche durante questo periodo.

 

Mimi di greekcrisisis. Luglio 2020

 

Panagiotis Grigoriou

Link: http://www.greekcrisis.fr/2020/07/Fr0799.html#deb

TRADUZIONE A CURA DI FRANZ-CVM

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