La faccia nascosta dell’America: gli esperimenti sugli esseri umani – Seconda parte

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Larry Romanoff
bluemoonofshanghai.com

La prima parte è qui.

Chester Southam

All’inizio degli anni Sessanta, i media statunitensi erano pieni di titoli e storie su un medico di nome Chester Southam che, per oltre un decennio, aveva iniettato e trapiantato cellule cancerose vive e materiale canceroso in centinaia di vittime ignare, nell’ambito di una ricerca segreta finanziata in parte dal National Institute of Health (che aveva anche sponsorizzato lo studio sulla sifilide di Tuskegee) e, a quanto pare, con finanziamenti dell’esercito statunitense. A posteriori, e mettendo insieme i fatti, sembra che il lavoro di Southam era stato quasi certamente svolto in collaborazione con quello di Eugene Saenger sulle radiazioni e con altri esperimenti condotti all’incirca nello stesso periodo, facenti molto probabilmente parte del progetto MK-ULTRA della CIA.[54][55]

Chester M. Southam

 

Il titolo di prima pagina del New York World-Telegram del 20 gennaio 1964 aveva sconvolto i lettori: “Ospedale privato inietta cellule cancerogene vive nei pazienti“. Secondo l’accusa, il Jewish Chronic Disease Hospital di Brooklyn, una struttura nota per servire una popolazione anziana e bisognosa di cure fisiche a lungo termine, stava “conducendo esperimenti sul cancro su ignari pazienti non cancerosi”. Gli esperimenti erano stati un’idea del dottor Chester Southam, noto immunologo dell’ospedale Sloan-Kettering, che aveva suggerito un progetto di ricerca in collaborazione con il JCDH”. Un “progetto di ricerca collaborativo” con l’ospedale ebraico.

Southam era un immunologo che lavorava allo Sloan-Kettering Hospital e che aveva organizzato un progetto di ricerca presso il Jewish Chronic Disease Hospital di New York, apparentemente per valutare le risposte immunitarie umane ai tumori. Molti dei suoi collaboratori si erano rifiutato di partecipare allo studio, si erano dimessi per protesta e avevano fatto trapelare la storia ai media. L’indignazione che ne era seguita aveva posto fine agli esperimenti di Southam, ma era troppo tardi per la maggior parte delle sue vittime. Ma Southam non aveva iniziato i suoi esperimenti in quell’ospedale. Anni prima, aveva iniziato ad iniettare cellule cancerogene vive e a trapiantare tessuti maligni in centinaia di detenuti della prigione di Stato dell’Ohio. In seguito aveva affermato di “aver voluto sapere con certezza” se il cancro fosse contagioso e di aver usato i detenuti come piattaforme per verificare le sue teorie. Ci sono prove che avesse iniziato ancora prima, con esperimenti simili allo Sloan-Kettering, la sua prima sede di lavoro, per poi espandere drasticamente i suoi esperimenti alla prigione e infine all’ospedale ebraico.

Southam era ovviamente ben consapevole del rischio di causare tumori nelle sue vittime, ma, secondo lui, il sistema immunitario degli individui sani poteva respingere le cellule cancerose e voleva testare le sue teorie. Era stato molto attento a mantenere le vittime non informate sulla realtà dei suoi test, dicendo ad alcuni che stavano ricevendo “cellule” di qualche tipo, ma senza menzionare la loro natura maligna e potenzialmente letale.[56] Nella maggior parte dei casi, Southam sembra avesse convinto le autorità sanitarie che il suo lavoro non aveva bisogno di consenso, né che le vittime dovessero sapere cosa veniva loro fatto. In seguito aveva semplicemente affermato che “non voleva spaventare” le sue vittime parlando di cancro, ritenendo di non dover rivelare alcuna informazione ai pazienti perché non era il loro medico. Wikipedia sostiene in modo sciocco, disonesto e del tutto privo di prove che i detenuti di Southam erano “un gruppo di uomini volenterosi”, tutti perfettamente sani, che desideravano ardentemente farsi iniettare cellule cancerogene vive perché ritenevano che “fosse un modo per ripagare il loro debito con la società“. [57] Giusto per la cronaca, dubito fortemente che ci fossero molti detenuti così presi dal rimorso suicida per i loro crimini da voler peggiorare la loro punizione morendo a causa dei tumori di Southam. L’indignazione dell’opinione pubblica era stata sufficiente a far perdere a Southam la licenza di medico ma, trattandosi dell’America, la licenza era presto ripristinata e lui nominato presidente dell’American Cancer Society.

Poi, la storia si fa più intricata e più torbida ed è qui che la CIA fa ancora una volta la sua brutta apparizione. Southam non aveva infettato solo persone sane con il cancro, ma anche con virus mortali, in programmi iniziati molto prima all’ospedale Sloan-Kettering. Ricercatori russi e di altri Paesi avevano scoperto che alcuni virus attaccavano le cellule cancerose, così Southam aveva iniziato ad infettare i suoi pazienti per indurli produrre tumori, poi li aveva infetti con tutta una serie di virus “per vedere cosa sarebbe successo“. Era successo che molti pazienti avevano contratto l’encefalite del Nilo occidentale, molti si erano ammalati gravemente ed alcuni erano morti. E non si trattava solo del virus del Nilo occidentale. Southam aveva inoculato ai pazienti affetti da cancro diversi altri virus letali, causando danni cerebrali in molte delle sue vittime.

Dopo questi fallimenti, Southam era passato a nuovi approcci e alcuni editorialisti lamentano il fatto che oggi Southam non sia venerato come “il padre della terapia virale” o come un “patriarca nel campo dell’immunoterapia“, ma piuttosto come un noto mostro che aveva stabilito nuovi standard di disumanità e di mancanza di etica medica. Alcuni apologeti dei media sostengono che “Tali pratiche ingannevoli non erano insolite durante l’epoca della Guerra Fredda”, il che è certamente vero, ma sostengono anche che “Il concetto di consenso informato era ancora agli albori”, il che è un’assurdità. Tutte le persone coinvolte erano pienamente consapevoli della criminalità delle loro azioni, come dimostrano i loro tentativi, spesso disperati, di mantenere la segretezza. Molti editorialisti e storici sostengono anche che il Codice di Norimberga di solito non veniva rispettato, il che sarà anche vero ma non può essere usato come giustificazione o scusa.

La parte più grave degli esperimenti di Southam sul cancro e sui virus aveva direttamente coinvolto l’esercito statunitense e la CIA, poiché entrambi questi organismi perseguivano da anni la possibilità di sfruttare come arma i danni al sistema immunitario, o l’immunosoppressione. Era stato per questo motivo che Nixon aveva unificato il National Cancer Institute e il Frederick Cancer Research Center a Fort Detrick, rendendoli partner a tutti gli effetti dei programmi di guerra biologica dell’esercito americano. Era stato qui che il CDC e Fort Detrick, ora dotati di scienziati depravati grazie all’Operazione Paperclip, avevano istituzionalizzato l'”attività scientifica di importanza critica” di uno sforzo congiunto per lo studio della distribuzione dell’immunosoppressione virale a livello di popolazione e le sue cause, ovvero la guerra biologica. Come avevano fatto notare Edward Haslam e altri, Bill Donovan, fondatore e direttore dell’OSS (il precursore della CIA), era stato inserito dall’esercito statunitense nel consiglio di amministrazione dell’American Cancer Society, senza dubbio per influenzare e manipolare la ricerca civile a fini militari e di intelligence.

Sembra che non ci siano molti dubbi sul fatto che l’enorme quantità di ricerche sui tumori, sui virus e sulle radiazioni sotto gli auspici di un fraudolento “Centro di ricerca sul cancro a Fort Detrick” fossero solo “una copertura difensiva per lo sviluppo di armi offensive basate sul cancro”. In un articolo di UP intitolato “Morte per cause naturali: le bizzarre idee della CIA per gli omicidi”, il San Francisco Chronicle affermava: “All’apice della Guerra Fredda, la Central Intelligence Agency aveva studiato il modo per “far fuori gli uomini chiave” utilizzando “cause naturali” come il cancro… E, come riferito da diversi autori e storici, era stato questo lavoro di Southam che aveva contribuito a mettere a punto gli esperimenti di ricerca ancora più pericolosi sul passaggio virale inter-specie e sui virus letali umani e animali ricombinati come armi potenziali per il genocidio di intere popolazioni (che è dove siamo oggi), producendo una moltitudine di agenti patogeni geneticamente modificati adatti solo ad annientare tutta la vita umana sul pianeta.

Jerry Leonard aveva scritto un articolo informativo, ben studiato e commentato, intitolato “Cancer Man: The Government-Funded Cancer Injection Experiments of Chester M. Southam“, che presentava e spiegava in dettaglio le circostanze e le conseguenze del lavoro di Southam con i virus del cancro. L’articolo è disponibile online ed è una fonte eccellente se siete ulteriormente interessati. (NOTA: da quando è stato scritto questo articolo, tutti questi riferimenti sono stati eliminati da Internet). Riporto qui alcuni estratti da uno dei suoi articoli: “È possibile che gli esperimenti di Saenger sulle radiazioni siano stati condotti insieme alle iniezioni di cellule cancerose di Southam per determinare gli effetti delle radiazioni sulla crescita delle cellule cancerose iniettate. È anche possibile che alcuni dei numerosi esperimenti governativi sulle radiazioni che sono venuti recentemente alla luce… siano stati utilizzati per indurre intenzionalmente tumori o leucemie in soggetti umani allo scopo di tentare di isolare virus che potessero poi essere coltivati in colture cellulari per essere successivamente utilizzati in… esperimenti sull’uomo”. Leonard aveva notato che esperimenti simili erano già stati condotti con animali da laboratorio.

I “virus antitumorali” testati sugli esseri umani nei primi esperimenti di Southam potrebbero essere i composti antitumorali che gli investigatori del Congresso avevano scoperto essere stati sistematicamente testati su pazienti affetti da cancro durante il controverso programma MK-ULTRA[58] della CIA. Se così fosse, la ricerca di Chester Southam sulla trasfusione di cellule cancerogene potrebbe essere stata finanziata segretamente dalla CIA attraverso agenzie di ricerca civili, nello stesso modo in cui era stata finanziata la maggior parte della ricerca MK-ULTRA. Questo scenario sembra sempre più plausibile, dal momento che le recenti indagini sui test non etici del governo americano sui civili sottosti a radiazioni hanno rivelato che l’istituto in cui Southam aveva lavorato durante le sue ricerche sulle cellule cancerogene – lo Sloan-Kettering Institute – era attivamente coinvolto in ricerche non etiche per il Dipartimento della Difesa. Questo spazio temporale coincide con il periodo in cui Southam e i suoi colleghi pubblicavano articoli sulle loro barbare ricerche sui trapianti di cellule cancerose… Il finanziamento da parte della CIA di questi esperimenti iniziali sarebbe stato poi molto importante per tipo di sperimentazione sulla stimolazione del cancro con agenti immunosoppressivi successiva agli studi sui trapianti di cellule cancerose di Southam.

Gli obiettivi e i metodi del tipo di ricerca sul cancro di Southam si sarebbero sovrapposti a quelli delle agenzie militari e di intelligence interessate alla guerra chimica/biologica. Ad esempio, la ricerca di Southam aveva fornito il pretesto per studiare le capacità e le debolezze del sistema immunitario umano, conoscenze fondamentali per i programmi di guerra biologica sia difensivi che offensivi. La ricerca di Southam aveva anche fornito un pretesto per eseguire vari esperimenti non etici su esseri umani per determinare la loro suscettibilità a malattie come il cancro e virus tropicali mortali.

Le ricerche successive, che prevedevano lo sviluppo di agenti in grado di indurre attivamente la distruzione del sistema immunitario o l’immunosoppressione per questo tipo di sperimentazione sul cancro, sarebbero state ancora più applicabili alla guerra biologica. (I ricercatori avevano sviluppato sui topi e sulle scimmie virus dell’AIDS progettati per eliminare certe componenti del sistema immunitario e favorire i trapianti di cellule cancerose). In realtà, se tali tecniche di immunosoppressione potessero essere controllate negli esseri umani e applicate segretamente su larga scala, fornirebbero di fatto la capacità di controllare il sistema immunitario mondiale – permettendo così agli scienziati medici di trasformare quelle che normalmente sarebbero infezioni relativamente innocue in malattie mortali e quindi in armi da guerra biologica.

Allen Hornblum, il 28 dicembre 2013 aveva scritto un articolo per il New York Post intitolato “NYC’s forgotten cancer scandal” (Lo scandalo dimenticato del cancro a New York), [59][60] che ho trovato di una franchezza rinfrescante. Hornblum aveva raccontato di aver rintracciato e intervistato Southam, pur riluttante a parlare del caso, aveva continuato ad essere estremamente provocatorio e indifferente al fatto che le sue vittime potessero aver contratto il cancro a causa delle sue iniezioni. Alla domanda di Hornblum “E se l’avessero contratto?”, Southam aveva risposto: “Se l’avessero contratto, li avremmo semplicemente operati”. Aveva anche notato che “curiosamente Southam ha affermato di ignorare completamente le famigerate leggi internazionali che erano state appositamente progettate per proteggere le persone dagli abusi della sperimentazione umana non etica, come quella condotta dai nazisti. Quando gli è stato chiesto del Codice di Norimberga, Southam ha affermato: ‘Non ero a conoscenza del Codice di Norimberga e del suo codice di condotta’”.

Hornblum aveva concluso il suo articolo con queste parole:

“Nel corso dei decenni ci sono stati numerosi casi di ricercatori altrettanto arroganti coinvolti in esperimenti non etici. Che si trattasse di manicomi, orfanotrofi, prigioni, ospedali o forze armate, le vite di soggetti mal informati e vulnerabili erano state regolarmente messe a rischio. E troppo spesso coloro che ne sapevano di più e che avrebbero potuto prevenire o fermare atti gravi e dannosi erano rimasti in silenzio. Peccato che un numero maggiore di medici non abbia seguito l’esempio dei tre medici di Brooklyn che sapevano distinguere il bene dal male, capivano cosa era etico e cosa no, e avevano avuto il coraggio di dire: “No, non metterò a rischio un paziente””. Ma avrebbe potuto andare peggio: non era mai stato perseguito ed era stato condannato a solo un anno di libertà vigilata… E non era stato affatto ostracizzato dai suoi colleghi; Southam era stato eletto presidente dell’Associazione americana per la ricerca sul cancro solo pochi anni dopo. Evidentemente, negli anni ’60 violare un codice di etica medica non era un ostacolo all’avanzamento di carriera”.

Uno scrittore aveva espresso l’opinione che era stato solo “l’entusiasmo di Southam per la comprensione del sistema immunitario” ad indurlo a iniettare in centinaia di persone sane cellule cancerose vive e virus letali. Sembra che dovremmo concludere che Southam merita la nostra comprensione e la nostra simpatia piuttosto che la nostra condanna. Dopo tutto, era solo entusiasta delle possibili nuove scoperte e non intendeva fare del male; inoltre, questi esperimenti “gli sono quasi costati la carriera”, anche se non sono sicuro che le sue centinaia di vittime siano d’accordo. In questa storia non va perso di vista lo spaventoso tributo di vite umane sacrificate dal governo degli Stati Uniti e dalle sue varie agenzie e da scienziati e medici depravati per ottenere vantaggi e dominazioni militari.

Almeno in questo caso, c’era stata un’obiezione diffusa che aveva prodotto risultati. Secondo un articolo di ahrp: [61] “Tre informatori – i dottori Avir Kagan, David Leichter e Perry Fersko – si erano rifiutati di partecipare all’esperimento. Avevano protestato con il NYS Board of Regents e con un membro del consiglio dell’ospedale, William Hyman, un avvocato. Hyman aveva accusato Southam e Mandel di comportarsi come medici nazisti: “Non voglio pratiche naziste che utilizzino gli esseri umani come cavie da esperimento”. I tre medici si erano dimessi dalla loro posizione e avevano fatto trapelare la notizia al pubblico, cosa che si era rivelata molto efficace. Il procuratore generale dello Stato, Louis Lefkowitz, venuto a conoscenza delle ricerche di Southam attraverso i media, lo aveva accusato di frode e di condotta non professionale, con la richiesta al Board of Regents di sospendere la sua licenza medica. Il NYS Board of Regents aveva giudicato il dottor Southam colpevole di frode, inganno e condotta non professionale e gli aveva revocato la licenza per un anno. Tuttavia, due anni dopo, l’American Cancer Society lo aveva eletto presidente, dimostrando ancora una volta che l’establishment medico non considera le violazioni dell’etica medica un ostacolo all’avanzamento di carriera”.

Gli esperimenti medici “freddi” dell’Università di Harvard

Mentre l’establishment americano e i media controllati dagli ebrei facevano molto rumore sugli esperimenti tedeschi di ipotermia, gli scienziati americani ed ebrei conducevano esperimenti propri e molto simili, ben protetti dalla censura dei media. Al McLean Hospital dell’Università di Harvard e all’Università di Cincinnati, tra gli altri centri medici, Douglas Goldman, Maynard Murray, D. B. Dill, W. H. Forbes e John Talbott nei loro ignobili esperimenti avevano torturato e ucciso numerose persone inconsapevoli e indifese, fingendo di “studiare l’effetto delle basse temperature sui disturbi mentali”. [62]

Avevano radunato decine di pazienti con ritardo mentale, li avevano spogliati e fatti sdraiare in mezzo a strati di una specie di coperta gommata attraverso la quale veniva fatto circolare un fluido refrigerato che portava la temperatura corporea ben al di sotto dello zero, lasciandoli così per una settimana. Inizialmente ai pazienti veniva somministrato un anestetico per evitare che si opponessero al denudamento e all’immobilizzazione sulle piattaforme; l’anestetico spariva nel giro di poche ore, dopodiché questi individui indifesi non potevano fare altro che rimanere lì per giorni, al freddo, affamati, coperti di urina e feci, mentre morivano lentamente di freddo. A quanto pare, i nostri diabolici Mengele avevano anche trovato il modo di migliorare l’esperienza delle loro vittime dell’ipotermia sottoponendole anche ad una simultanea terapia di elettroshock.

I pochi sopravvissuti avrebbero sofferto non solo di un ritardo mentale permanente e molto grave, ma anche di un dimagramento eccessivo con una perdita irreparabile di massa corporea, una patologia nota come cachessia, in cui il l’organismo supera un “punto di rottura” ormonale dopo il quale anche l’ingestione eccessiva di cibo o la nutrizione per via endovenosa provoca una continua perdita di ulteriore massa corporea, che termina inevitabilmente con la morte. Non sono sicuro che sia necessario usare i medici nazisti di Dachau o Auschwitz come manifesto della depravata disumanità, quando abbiamo esempi come questo molto più vicini a noi.

Questi esperimenti erano stati riportati dalla stampa medica dell’epoca: (Goldman & Murray, Journal of Nervous and Mental Disease, 1943), (American Journal of Physiology, 1941). L’Università di Cincinnati aveva persino pubblicato un rapporto che descriveva una serie di “Studi sull’uso della terapia di refrigerazione nelle malattie mentali”. Adorabile.

L’Esperimento sulla sifilide di Tuskegee era stato condotto tra il 1932 e il 1972 dal Servizio di Sanità Pubblica degli Stati Uniti per studiare la naturale progressione della sifilide non trattata, con la scusa di fornire assistenza sanitaria gratuita da parte del governo americano. I ricercatori avevano selezionato circa 600 uomini di colore, la maggior parte dei quali apparentemente già infettati dalla sifilide, anche se nessuno ne era consapevole, e la cui partecipazione allo studio era stata estorta con la promessa di cure mediche gratuite. [63][64][65]

L’obiettivo dichiarato del programma era “documentare la sifilide non trattata in un gruppo di uomini di colore per 6-8 mesi e poi seguire un piano di trattamento”, ma non c’era mai stata l’intenzione di fornire un trattamento. Anche dopo che la penicillina era diventata il trattamento di scetla, i soggetti non erano mai stati informati della loro diagnosi ed erano stati non solo scoraggiati, ma anche costretti a non cercare un trattamento che era liberamente disponibile altrove. I dipartimenti del governo statunitense avevano istituito cliniche sanitarie pubbliche in tutta l’area per eradicare la malattia, ma, quando queste campagne di cura itineranti erano arrivate in città, i ricercatori avevano impedito alle loro vittime di parteciparvi. Quando quasi la metà della popolazione arruolata nello studio si era registrata per il servizio di leva durante la Seconda Guerra Mondiale, erano stati tutti diagnosticati come sifilitici durante le visite mediche di arruolamento ed era stato loro ordinato di farsi curare, ma erano stati gli stessi ricercatori ad impedire a queste persone di farsi curare, condannandole tutte ad una morte lunga e dolorosa. Inoltre, su molti (o sulla maggior parte, o su tutti) i partecipanti allo studio erano stati eseguiti molti prelievi spinal,i dolorosi e inutili. Tutto questo per poter osservare chiaramente gli effetti del progresso della sifilide sul corpo umano, mentre gli uomini degeneravano lentamente e morivano. [66][67]

Una sintesi dello studio di Tusgkegee sulla sifilide

Un partecipante allo studio Tuskegee viene iniettato con quella che crede essere una medicina.

I ricercatori avevano reclutato alcuni medici e infermieri neri come assistenti allo studio, la loro partecipazione aveva lo scopo principale di tranquillizzare gli altri neri e di attenuare e condividere le colpe. Non c’è alcuna prova che i neri che avevano assistito a questo cosiddetto studio avessero idea del suo reale intento, al contrario, credevano di partecipare ad un esperimento medico che era nell’interesse di tutti i neri poveri della zona. Alcuni oggi provano un’apparente soddisfazione, se non un vero e proprio piacere, nel liquidare la loro responsabilità morale sostenendo che la maggior parte della comunità medica nera aveva offerto pieno sostegno alla continuazione dello studio, ma nessun medico di colore avrebbe mai concordato con un progetto inteso a far morire i neri di sifilide quando una cura a base di penicillina era liberamente disponibile.

Molti oggi affermano che lo studio non era segreto o clandestino, che era stato condotto apertamente, in piena trasparenza, e che erano stati pubblicati molti rapporti e serie di dati per tutta la sua durata, ma queste affermazioni sono per lo più fumo. Il programma, durato 40 anni, si basava interamente sull’inganno e sulla menzogna. In un’intervista del febbraio 1992 alla ABC, il dottor Sidney Olansky, per molti anni direttore dello studio, aveva parlato delle bugie raccontate alle vittime: “Anche il fatto che fossero analfabeti era utile, perché non potevano leggere i giornali. Se non lo fossero stati… avrebbero potuto leggere i giornali e vedere cosa stava succedendo”. I ricercatori avevano sostenuto all’unanimità che l’inganno era stato necessario per garantire che gli uomini rimanessero nello studio, dal momento che volevano osservare il decorso e gli effetti di questa malattia, mentre il paziente progrediva verso la morte.

Erano stati i due direttori dello studio, il dottor Oliver C. Wenger e il suo assistente Raymond H. Vonderlehr, ad aver sviluppato le politiche disumane di questo programma e a ingannare e fuorviare deliberatamente le vittime nere per assicurarsi la loro continua collaborazione. Avevano ottenuto il consenso delle vittime per i dolorosi e pericolosi prelievi spinali dicendo loro che stavano ricevendo un “trattamento speciale gratuito”. Il dottor John Heller, direttore di questo progetto per il Public Health Service e capo di questo programma, aveva difeso l’etica dello studio non solo fino alla fine, ma ben oltre la fine. In un editoriale su Heller, un autore aveva riassunto la sua reale posizione come segue: “Lo status degli uomini non giustificava un dibattito etico. Erano soggetti, non pazienti; materiale clinico, non persone malate“. Nemmeno i nazisti erano stati così arroganti e insensibili da assumere una simile posizione. Heller aveva continuato, usando gli stessi argomenti che i nazisti usavano per i loro esperimenti: “Per la maggior parte, i medici e i funzionari pubblici facevano semplicemente il loro lavoro. Alcuni si limitavano ad eseguire gli ordini, altri lavoravano per la gloria della scienza”. La gloria della scienza, appunto. Questo abominio durato 40 anni era stato interrotto negli anni ’70, quando la sua esistenza era stata divulgata dai media e un’enorme protesta pubblica aveva costretto i ricercatori a terminare lo studio. Ma, a quel punto, quasi tutti i soggetti dei test erano morti, molte delle loro mogli erano state infettate e decine dei loro figli erano nati con la sifilide congenita.

Alcuni medici erano sono venuti a conoscenza di questo studio e avevano espresso le loro preoccupazioni alle autorità, solo per trovarsi di fronte ad un muro di pietra di disumanità. Nel 1996, Peter Buxtun, un ricercatore del Servizio Sanitario di San Francisco, aveva scritto al direttore del CDC esprimendo le sue gravi preoccupazioni. In risposta, i CDC “avevano riaffermato” la necessità di “continuare lo studio fino al suo completamento”, avevano cioè rilasciato una ferma dichiarazione della loro intenzione di continuare il loro programma di inganno e il divieto di iniziare una terapia medica [con penicillina] fino a quando tutti i soggetti non fossero morti e non fossero stati sottoposti ad autopsia.

Era stato Buxton a rivolgersi ai media in preda alla frustrazione, provocando un’ampia indignazione e la condanna da parte dell’opinione pubblica, un’immediata indagine del Congresso, la rapida conclusione dello studio e il pagamento di risarcimenti milionari ai sopravvissuti delle vittime. Ma, come sempre, i responsabili di una delle più grandi violazioni dei diritti umani nella storia degli Stati Uniti, e quasi certamente la più lunga, erano riusciti a sfuggire alla censura e, di certo, anche al boia. Persino il CDC ne era uscito con la reputazione più o meno intatta, in gran parte grazie ai suoi amici nei media, che hanno addossato la colpa ai vari rami del Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti, invece che al CDC, concepito in modo criminale e sicuramente colpevole.

In aggiunta al Codice di Norimberga della fine degli anni ’40, nel 1964 era stata adottata in tutto il mondo la Dichiarazione di Helsinki, che specificava che qualsiasi esperimento che coinvolgesse gli esseri umani avrebbe richiesto il “consenso informato” dei partecipanti; questo trattato avrebbe dovuto imporre una rivalutazione dei protocolli di Tuskegee. Ma, poiché al CDC, già coinvolto in porcherie peggiori dello studio sulla sifilide, era stata da tempo garantita un’effettiva immunità dalle leggi nazionali e internazionali, nessuno qui era interessato a Codici o Dichiarazioni. Il giornalista della CBS Harry Reasoner aveva accuratamente descritto quello di Tuskegee come un esperimento che “aveva utilizzato esseri umani come animali da laboratorio in un lungo e inefficiente studio su quanto tempo la sifilide impiega a uccidere qualcuno”.

Nel 1997, venticinque anni dopo la rivelazione al pubblico di questa tragedia durata quarant’anni, l’allora presidente Clinton si era finalmente scusato a nome del governo degli Stati Uniti e aveva tenuto una patetica cerimonia alla Casa Bianca con i partecipanti allo studio Tuskegee sopravvissuti; di 600 ne erano rimasti in vita solo otto, la maggior parte dei quali si era rifiutata di partecipare. Ed è così che facciamo in America quando ci beccano con le mani nel sacco. Aspettiamo qualche decennio fino a quando il fumo si è dissolto e tutti i partecipanti sono morti e poi trasformiamo un crimine deplorevole in un evento mediatico.

Riassunto dello studio sulla sifilide in Guatemala

Un medico della Johns Hopkins esamina alcuni militari guatemaltechi durante uno studio sulla sifilide nei primi anni Cinquanta.

Si era trattato di un evento davvero sorprendente, un enorme crimine contro l’umanità pianificato ai più alti livelli del Dipartimento della Sanità degli Stati Uniti e inflitto ad una nazione indifesa e impoverita. Il governo degli Stati Uniti aveva elaborato un piano per utilizzare il Guatemala come un enorme laboratorio da campo e migliaia dei suoi cittadini come cavie da laboratorio. All’epoca, il Servizio Sanitario degli Stati Uniti era interessato alla ricerca sulla sifilide e su malattie simili, ma stava registrando progressi troppo lenti dovendo lavorare con piccoli animali nei confini di un laboratorio. Il governo aveva condotto esperimenti limitati sugli esseri umani, generalmente su persone indifese come i detenuti delle carceri, cercando di infettare ampie popolazioni con queste malattie per studiarle meglio, ma, ancora una volta, senza risultati affidabili ed erano stati costretti ad abbandonare gli esperimenti. I direttori del Servizio Sanitario degli Stati Uniti volevano abbandonare i test sugli animali e condurre esperimenti massicci su campioni di popolazione umana, ma questo era diventato praticamente impossibile negli Stati Uniti dopo gli enormi scandali dei decenni precedenti, quando gli scienziati americani avevano deliberatamente infettato grandi campioni di popolazione vaccinandoli con vari agenti patogeni. Da allora, quasi tutti i test erano stati limitati agli animali. Tuttavia, si era ritenuto necessario condurre esperimenti su uomini in carne e ossa e, poiché tali esperimenti erano considerati “eticamente impossibili” all’interno dei confini americani, il Servizio Sanitario degli Stati Uniti aveva fatto ciò che fanno oggi le aziende farmaceutiche statunitensi: aveva esportato un esperimento umano non etico, illegale e alla fine fatale in un Paese povero e ignaro. [68][69][70]

Il Guatemala era ideale per questo scopo, poiché era interamente sotto il controllo del governo statunitense, dal punto di vista economico, politico e militare. All’epoca, la United Fruit Company, con sede negli Stati Uniti, possedeva più della metà di tutte le terre coltivabili del Guatemala, le sue ferrovie e i suoi porti, e ne controllava la maggior parte dell’economia, mentre l’esercito e il Dipartimento di Stato statunitensi si occupavano di tutto il resto, rovesciando e sostituendo liberamente i governi della nazione. Le banche statunitensi gestivano tutte le riserve di denaro della nazione, guadagnando milioni di dollari investendo in immobili a New York e pagando al Paese solo un piccolo interesse.

Da qui l’esperimento sulla sifilide in Guatemala, in cui, tra il 1946 e il 1948, i funzionari sanitari del governo statunitense avevano arruolato quasi 6.000 persone impotenti e indifese: carcerati, malati di mente e quasi 1.500 bambini, oltre a prostitute, soldati e altri, infettando deliberatamente la maggior parte di loro con la sifilide, la gonorrea e una serie di altre malattie di varia letalità. Naturalmente, nessuna delle vittime aveva saputo cosa stava accadendo, né aveva dato il proprio consenso alla partecipazione. La maggior parte dei contagiati non era stata curata e, alla fine, erano morti tutti. A quanto pare però, questo enorme studio non aveva prodotto alcuna informazione medica utile e i registri furono seppelliti e dimenticati. La storia ufficiale è che erano morti 83 dei partecipanti, ma si tratta di un’enorme menzogna di omissione. Gli 83 decessi elencati si erano verificati nei primi anni dello studio, quando gli americani erano ancora in Guatemala e continuavano a tenere registri quantomeno approssimativi. Ma le malattie come la sifilide non uccidono rapidamente. Uccidono lentamente e dolorosamente e spesso richiedono decenni per completare il loro lavoro: prima distruggono i tessuti molli e le ossa della vittima, poi ricoprono il corpo di orribili ulcere gialle, provocando in seguito cecità, invalidità totale, insufficienza cardiaca e morte. Negli anni successivi, quasi tutti i 6.000 partecipanti erano morti.

Questa inconcepibile farsa era stata pianificata dai vertici della società medica e militare statunitense. Il chirurgo generale degli Stati Uniti, il procuratore generale degli Stati Uniti, i presidenti dell’Associazione Medica Americana e dell’Accademia Nazionale delle Scienze, il capo dell’Istituto Nazionale della Salute degli Stati Uniti, il presidente della sottocommissione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i massimi ufficiali medici dell’esercito e della marina degli Stati Uniti, la Fondazione Rockefeller che aveva finanziato gran parte di questo lavoro, la Bristol-Myers Squibb e una vasta gamma di esperti medici dell’Università di Harvard, della Johns Hopkins, dell‘Università di Rochester, dell’Università della Pennsylvania e altri ancora. Tra i nomi che vale la pena ricordare in questo contesto, il dottor John C. Cutler è in testa alla lista, seguito dai dottori Joseph Earle Moore e John F. Mahoney. John Cutler era a capo di questo esperimento.

Gli “esperimenti” non si limitavano a infettare le vittime con malattie veneree, a queste persone venivano iniettati anche molti tipi di “fluidi e tessuti animali” e ad un numero elevato, ma non documentato, di individui veniva iniettata la sifilide direttamente nel tronco cerebrale, con il pretesto di cercare una cura per l’epilessia. Circa 1.500 bambini, alcuni prelevati da orfanotrofi nazionali, altri rapiti da scuole locali, erano stati utilizzati in questi terribili esperimenti, che spesso includevano l’iniezione di sifilide nelle punture lombari e nei tronchi cerebrali. Una vittima, una donna ancora in vita, racconta di essere stata rapita da stranieri (americani), spogliata, fatta sdraiare su un lettino e le era stato ordinato di aprire le gambe per l’inserimento di un’instillazione di sifilide nella vagina. Quando si era rifiutata, era stata schiaffeggiata e picchiata finché non aveva obbedito. All’epoca aveva 9 anni. Inoltre, circa 500 pazienti psichiatrici erano stati deliberatamente e ripetutamente infettati tramite iniezione endovenosa o spinale, la metà di queste persone era poi morta. Le vittime fortunate erano morte rapidamente a causa delle infezioni, le altre erano rimaste deformate e doloranti per tutta la vita. Molti avevano infettato i coniugi e molti dei loro figli erano nati con sifilide congenita o altre malattie. Erano stati tenuti pochi registri e molti di questi erano andati distrutti.

Alle vittime e ai funzionari era stato detto che veniva praticata una vaccinazione per studiare gli effetti della penicillina, ma questa era una bugia. Praticamente l’intero scopo di questo vasto esperimento umano era trovare un modo semplice per infettare in modo affidabile e costante un numero enorme di persone. Inizialmente Cutler aveva utilizzato le prostitute, sperando che diffondessero la malattia ai soldati e ai detenuti, ma, dopo che il sistema si era rivelato inefficace, era ricorso a metodi di infezione più diretti. I ricercatori avevano provato a praticare iniezioni sottocutanee ed endovenose, a praticare tagli sui genitali e ad iniettare la sifilide nelle ferite aperte, sperando di aumentare i tassi di trasmissione. Quando questi metodi si erano rivelati inefficaci, gli americani erano riusciti ad ottenere percentuali maggiori di successo iniettando la sifilide e la gonorrea direttamente nel pene dei soggetti.

Quando anche questi metodi si erano dimostrati inaffidabili, Cutler si era spostato negli ospedali psichiatrici, negli orfanotrofi e nelle scuole, usando lo stesso sotterfugio per ottenere il consenso agli esperimenti, senza che nessuno di queste istituzioni capisse cosa stava realmente succedendo. La trasmissione sessuale non era un’opzione realistica negli ospedali psichiatrici e nelle scuole, così gli americani avevano abbandonato i banali tentativi di infezione e si erano concentrati sull’iniezione diretta del germe della sifilide e altri agenti patogeni direttamente nel tronco cerebrale delle vittime. Si inseriva un ago nella parte posteriore del cranio, si drenava il liquido spinale e si iniettava al suo posto il liquido sifilitico. Questa procedura era stata eseguita letteralmente su centinaia di vittime. Un caso ben documentato è quello di una donna di nome Berta nel cui cervello era stata iniettata la sifilide e che non era stata curata per mesi. Quando le sue condizioni di salute si erano aggravate, era stata nuovamente infettata con la sifilide: le era stato iserito del pus gonorroico negli occhi, nell’uretra, nella vagina e nel retto ed era stata nuovamente iniettata con la sifilide nel tronco cerebrale. Alcuni giorni dopo questo “trattamento”, la donna era piena di pus e sangue e ed era morta quasi subito. Erano morti anche centinaia di altri pazienti dell’ospedale. Dai registri che ho visto, i funzionari di queste istituzioni credevano che le iniezioni (inoculazioni) fossero una sorta di medicina.

Secondo i registri dello stesso Cutler, solo alcune delle vittime avevano un trattamento medico, anche se in seguito aveva affermato che tutti i soggetti erano stati curati. Tuttavia, il “trattamento” a cui molti erano stati esposti non consisteva nella penicillina ma in altre sostanze chimiche tossiche, molte delle quali a base di arsenico, che in seguito si sarebbero rivelate debilitanti o fatali.

Questa farsa in Guatemala ha comportato un’enorme quantità di sotterfugi, essendo uno degli esperimenti umani più spaventosamente ingannevoli e spregevoli mai concepiti. Cutler inizialmente non aveva infettato nessuno, ma si era impegnato a fondo per guadagnarsi la fiducia della popolazione locale prima di procedere con i suoi piani. Aveva messo a punto protocolli per la prevenzione delle malattie nell’esercito. Aveva curato i soldati guatemaltechi e fornito istruzione medica, penicillina e attrezzature ai medici militari. Cutler aveva persino eseguito alcuni test diagnostici tra i bambini nelle scuole e negli orfanotrofi, per guadagnarsi la fiducia del governo e ottenere l’accesso alle piccole vittime. Con questo metodo, aveva ottenuto il consenso dell’esercito a farsi inviare dagli ospedali delle prostitute, che poi infettava con tutte le malattie veneree possibili, rimandandole poi tra i soldati. Le donne avevano patecipato [all’esperimento] senza rendersi conto di essere state infettate con una varietà di malattie che avrebbero dovuto poi trasmettere a tutti i soldati, mentre i soldati partecipavano senza rendersi conto del loro ruolo di materiale di laboratorio. Da tutti i rapporti che ho visto, le donne e i soldati, dopo essere stati infettati ed aver servito allo scopo, erano stati per lo più abbandonati al loro destino.

Come già era successo negli esperimenti di Tuskegee, Cutler aveva ammesso di non aver detto a nessuno che il materiale vaccinale che veniva iniettato era un pericoloso agente patogeno. Aveva scritto ad un collega: “Come puoi immaginare, stiamo spiegando ai pazienti e agli altri interessati… che il trattamento è nuovo e utilizza il siero, seguito dalla penicillina. Questo doppio discorso a volte mi fa vacillare… qualche parola alla persona sbagliata qui, o anche a casa, potrebbe rovinare tutto”. Il suo supervisore, R. C. Arnold, aveva risposto: “Se qualche “organizzazione di buoni” venisse a conoscenza del lavoro, ci sarebbe molto fumo. Non vedo il motivo di dire dove è stato fatto il lavoro e il tipo di volontari”. Cutler sosteneva che non era il fatto di violare tutte le leggi a creare problemi, ma la necessità di mantenere la segretezza per evitare che qualcuno si rendesse conto del vero scopo del suo esperimento.

“Spero che sia possibile mantenere il lavoro rigorosamente nelle sue mani, senza dover ricorrere a consulenti esterni o a lavoratori diversi da quelli che rientrano nel suo programma e di cui ci si può fidare che non parlino”. Cutler a Mahoney; 17 maggio 1947. “Scrivo questa lettera a titolo personale e non ufficiale per chiederle… è imperativo che si sappia e si dica il meno possibile di questo progetto…”. Cutler a Mahoney; 22 giugno 1947.

Non deve passare sotto silenzio il fatto che lo scopo apparente di questo vasto esperimento era quello di trovare un modo per l’esercito statunitense di infettare con queste malattie veneree gran parte della popolazione di un ventuale Paese [nemico]. Si trattava della peggiore ricerca militare sulla guerra biologica. I fatti erano semplici: gli scienziati americani non erano riusciti a coltivare la sifilide nei loro laboratori, avevano avuto scarso successo nei test con gli animali e quindi erano ricorsi alla sperimentazione umana. Quando i primi tentativi del Servizio Sanitario degli Stati Uniti di impiegare Cutler per infettare i cosiddetti “volontari” del penitenziario federale di Terre Haute (e altri tentativi simili) erano falliti, il governo degli Stati Uniti aveva escogitato un piano per portare questi orrendi esperimenti su scala massiccia ed esternalizzare l’intero pasticcio in un Paese povero e ignorante, che era virtualmente una colonia statunitense, dove la stregoneria medica americana poteva essere praticata senza restrizioni legali o morali. Il chirurgo generale degli Stati Uniti dell’epoca, un certo dottor Parran, era stato citato mentre si vantava allegramente: “Certo, non potremmo fare un esperimento del genere nel nostro Paese”.

Nel commentare questa avventura americana in Guatemala, gli scrittori e le pubblicazioni statunitensi fanno di tutto per scaricare sul governo e sugli scienziati guatemaltechi gran parte delle responsabilità e delle colpe, sostenendo che l’idea di infettare migliaia di guatemaltechi con la sifilide e altre malattie sessualmente trasmissibili era partita da un medico guatemalteco addestrato negli Stati Uniti che “aveva offerto il suo Paese come laboratorio di prova” per queste infezioni provocate, e che le autorità, a tutti i livelli, fino al Presidente del Guatemala, erano pienamente informati e approvavano questi esperimenti. Un articolo affermava solennemente:

“Tra il 1946 e il 1948, il governo degli Stati Uniti sotto il presidente Harry S. Truman, in collaborazione con il presidente guatemalteco Juan José Arévalo, con la cooperazione di alcuni ministeri e funzionari della sanità guatemalteca… aveva deliberatamente infettato più di 1500 soldati, prostitute, carcerati e persino pazienti psichiatrici con la sifilide e altre malattie sessualmente trasmissibili”. Un altro affermava: “Le registrazioni dell’esperimento suggeriscono che i funzionari del governo guatemalteco erano pienamente consapevoli dei test e che li avevano approvati…”.

Ma non è mai stata prodotta alcuna prova per documentare queste accuse infamanti. Persino il dottor Parran aveva riconosciuto apertamente che i dettagli sporchi degli esperimenti “erano stati nascosti ai funzionari guatemaltechi”, il che è esattamente ciò che ci si aspetterebbe, dato l’estremo impegno profuso da Cutler e dai suoi ricercatori per evitare la divulgazione della verità.

Come nota a margine, Cutler potrebbe non aver tenuto una documentazione completa delle parti peggiori dei suoi esperimenti, ma la moglie, che lo accompagnava in questa e in altre avventure mediche e che era una fotografa professionista, pare abbia scattato migliaia di fotografie per documentare il lavoro del marito. Forse questi scatti includevano anche foto di Cutler che iniettava pus sifilitico nei tronchi cerebrali delle sue vittime. A quanto pare, la donna fungeva da amministratrice del marito, conosceva i pazienti, si occupava dei registri e fotografava le parti più raccapriccianti degli esperimenti.

Cutler non aveva avuto alcun rimorso per il suo riprovevole esperimento e per l’enorme numero di vittime, difendendosi strenuamente nei media e nei documentari e dichiarando di non avere alcun rimpianto per il suo “studio”. Trovo difficile evitare la conclusione che John Cutler fosse semplicemente pazzo, insieme alla moglie. Nella sua determinazione ad infettare un’intera popolazione con la sifilide e altre malattie veneree, non solo aveva tentato tutto ciò che rientrava nella normale portata dell’immaginazione umana, ma era andato ben oltre. Aveva sperimentato più metodi sugli stessi individui, iniettato pus sifilitico nei peni e nelle vagine di uomini e donne, batteri nelle loro vene e, infine, direttamente nei loro tronchi cerebrali. Quando questi tentativi non erano riusciti a produrre infezioni di massa, Cutler aveva tentato di saltare le barriere di specie, iniettando ripetutamente l’agente patogeno alternativamente in vari animali e nell’uomo. Lo scopo principale era probabilmente quello di creare una pandemia continentale. A questo proposito, Susan Reverby ci dice che Cutler “aveva fatto del suo meglio” per trovare mezzi affidabili e ripetibili con cui infettare intere popolazioni. Il suo meglio, appunto.

Questi esperimenti erano rimasti segreti per decenni fino a quando non erano stati scoperti per caso dalla professoressa americana Susan Reverby* mentre conduceva una ricerca su esperimenti simili condotti negli Stati Uniti. La buona notizia è che quando lo studio era diventato di dominio pubblico, l’allora Segretario di Stato Hillary Clinton si era scusata con il governo del Guatemala e con i sopravvissuti e i discendenti delle persone infettate, definendo gli esperimenti “chiaramente non etici”. Avrebbe anche affermato:

“Anche se questi eventi si sono verificati più di 64 anni fa, siamo indignati per il fatto che una ricerca così riprovevole possa essersi svolta con il pretesto della salute pubblica. Ci rammarichiamo profondamente che sia accaduta e ci scusiamo con tutti gli individui che erano stati oggetto di queste pratiche di ricerca ripugnanti”.

La cattiva notizia è che quando le poche vittime rimaste in vita avevano appreso la verità sulle loro condizioni, avevano intentato una causa da un miliardo di dollari nei tribunali statunitensi, chiedendo un risarcimento ai responsabili dell’esperimento, che, ovviamente, avevano respinto ogni colpa o responsabilità, tirando in ballo qualcun altro e affermando che si sarebbero “difesi vigorosamente”. E, in uno degli atti più vili e vergognosi della storia, il Dipartimento di Stato di Hillary Clinton aveva dichiarato,

“Gli Stati Uniti si impegnano a prendere le misure appropriate per affrontare questo errore, (ma) una causa non è il veicolo adatto – e questo tribunale non è il forum adatto – attraverso il quale le conseguenze di questa condotta vergognosa possano essere risolte”. Traduzione: non faremo nulla. Devo dire che ho trovato l’ipocrisia di Hillary Clinton oltraggiosa e offensiva e le sue scuse fintamente esasperanti, insieme alla sua tipica disumana negazione di una reale responsabilità e al suo freddo rifiuto di un risarcimento, in base al fatto che i tribunali civili (nella nazione più litigiosa del mondo) improvvisamente non sarebbero stati “un forum appropriato” per dispensare la giustizia richiesta. Tuttavia, il parere della Clinton non era definitivo. Infatti, nel 2019, un giudice federale statunitense del Maryland aveva stabilito che la società farmaceutica Bristol-Myers Squibb, l’Università Johns Hopkins e la Fondazione Rockefeller avrebbero dovuto affrontare una causa da 1 miliardo di dollari per il loro ruolo in questa efferatezza. [71]

*Vorrei far notare che l’insabbiamento della storia era stato molto più intenso di quanto le mie descrizioni precedenti potrebbero far pensare. La PBS aveva affermato nel Newshour show che la “ricercatrice” Susan Reverby era rimasta “sconvolta” dalla scoperta di questa farsa in Guatemala. [72] Non ho dubbi che la Reverby fosse stata effettivamente sorpresa dalla scoperta accidentale degli archivi segreti di Cutler che documentavano questa atrocità, ma la sua reazione iniziale non era stata così innocente come suggerito dai media.

Susan Reverby era una professoressa ebrea di studi femminili al Wellesley College, un college privato di arti liberali a Wellesley, nel Massachusetts. Aveva aspettato cinque anni prima di rivelare il contenuto della sua scoperta e, sebbene sia passato un po’ di tempo da quando avevo letto tutti i suoi articoli sull’argomento, alcuni dei suoi commenti iniziali, per come li ricordo, rasentavano il “E allora?”. La Reverby aveva discusso questo episodio del Guatemala in termini di “Metropoli e Periferia“, un altro modo di affermare che gli Stati Uniti erano il centro della civiltà e che la “Periferia” (cioè il resto di quell’intera area del mondo) era semplicemente lì per essere usata a suo piacimento dalla “Metropoli” (cioè gli Stati Uniti, la splendente villa sulla collina). Se non ricordo male, aveva fatto del suo meglio per ignorare la tragedia in questione, suggerendo che questo era comunque il modo in cui andava il mondo e che potevamo anche accettarlo, visto che le cose stavano così. Ricordo che all’epoca mi ero chiesto cosa poteva aver insegnato questa donna a tutte quelle giovani ragazze di Wellesley.

Standard etici

Un fattore che si ripresenta costantemente in qualsiasi esposizione o discussione di questo programma di criminalità del governo degli Stati Uniti della durata di 100 o più anni, riguarda i persistenti tentativi di ‘ripulire’ alcune delle più grandi imprese sociopatiche di tutti i tempi fingendo che “allora le cose erano diverse”, che gli standard etici sono cambiati nel tempo. Recentemente il dottor Michael Kilpatrick, consulente medico del Dipartimento della Difesa, ci ha detto: “È molto difficile cercare di applicare l’etica odierna a standard di 20, 30, 40 anni fa… Penso che stessero cercando di proteggere le persone usando la scienza medica che era disponibile a quel tempo”. Queste affermazioni sono disoneste a più livelli.

Innanzitutto, il Dipartimento della Difesa non stava in alcun modo “cercando di proteggere le persone”; stava imparando a creare armi per una guerra biologica che avrebbero ucciso il maggior numero possibile di persone. Inoltre, “la scienza medica disponibile all’epoca” è irrilevante, forse non per le loro attività, ma certamente per i loro standard etici. Il dottor Kilpatrick ci sta dicendo che, poiché 20 o 30 anni fa la scienza medica non era così avanzata, infettare forzatamente i prigionieri e i pazienti degli ospedali con il colera, il cancro, la peste, la diossina, il plutonio, la malaria, la sifilide, la gonorrea, l’antrace, erano attività giuste ed etiche, che oggi appaiono ripugnanti solo perché le nostre maggiori conoscenze mediche hanno in qualche modo portato i nostri standard etici ad un livello superiore. Una bioeticista ebrea di nome Susan Lederer, dell’Università del Wisconsin-Madison, sostiene che “gli standard degli anni ’40 erano ‘molto più incerti’ di quelli di oggi. L’idea che nel 1946 fossero così chiari non mi sembra vera”.

Non sono d’accordo. Sono cresciuto negli anni ’50 e posso dirvi che nel 1950 non c’era nessuno – ripeto, nessuno – che non sapesse che era sbagliato iniettare ad una madre incinta dello iodio radioattivo, solo per esaminare il trasferimento di radiazioni alla placenta, sapendo che avrebbe causato un aborto spontaneo. Nel 1950, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva iniziato un programma che prevedeva l’esplosione di armi nucleari in aree selezionate degli Stati Uniti, per monitorare i residenti sottovento in merito a problemi medici e tassi di mortalità. Nessuno può affermare che i funzionari americani non sapessero che era sbagliato condurre esplosioni nucleari in superficie vicino ad aree popolate, né che non sapessero che era sbagliato dire alle donne che poi sarebbero morte di leucemia e di cancro al cervello che erano affette dalla “sindrome della casalinga”. Nessuno può affermare che i medici non sapessero che era sbagliato infettare migliaia di persone con la sifilide e rifiutare loro le cure, per studiare l’evoluzione della malattia. E se, a quei tempi, gli standard etici erano davvero così diversi, perché il governo e l’esercito, gli ospedali e le istituzioni, e tutti i medici coinvolti, avevano così disperatamente mantenuto un alto livello di segretezza? Perché avevano ripetutamente messo per iscritto i loro timori di condanna pubblica e di azioni legali?

Il comportamento che oggi definiamo mostruoso, moralmente ed eticamente riprovevole, condotto da sociopatici e psicopatici e imperdonabilmente criminale, avrebbe ricevuto la stessa condanna 50 o 100 anni fa. Non è per nulla difficile applicare gli standard etici di oggi al nostro recente passato, perché non sono cambiati, almeno non nell’opinione pubblica. Nel 1865, infatti, il fisiologo francese Claude Bernard aveva pubblicato un testo medico intitolato “Introduzione allo studio della sperimentazione umana”, in cui consigliava ai medici di “non eseguire mai un esperimento che potrebbe essere dannoso per il paziente, anche se altamente vantaggioso per la scienza o la salute degli altri”. Nel 1900, il Ministro prussiano degli Affari Medici aveva pubblicato il Codice di Etica Medica di Berlino, in cui si affermava che “tutti gli interventi medici per scopi diversi dalla guarigione” erano proibiti se “(1) il soggetto era minorenne o incompetente, (2) il soggetto non aveva dato un consenso inequivocabile e (3) il consenso non era stato preceduto da una spiegazione adeguata delle possibili conseguenze negative”. Nel 1907, il dottor Albert Leffingwell aveva scritto: “All’inizio di un nuovo secolo ci troviamo di fronte a grandi problemi. Uno di questi è la vivisezione umana in nome della ricerca scientifica. Ci appelliamo, quindi, alla stampa medica d’America affinché rompa quell’infelice silenzio che sembra giustificarla o, almeno, condonarla. Ora e d’ora in poi, non si unirà a noi nel condannare ogni vivisettore di bambini, ogni sperimentatore di esseri umani? Facciamo questo appello in nome della giustizia e dell’umanità e per il bene di milioni di persone non ancora nate”. Come si concilia questo con il dottor Kilpatrick e la sua sciocca affermazione di “standard etici vecchi di 20 anni”?

È inoltre necessario sottolineare che la mancanza di moralità e di etica nel governo, nell’esercito degli Stati Uniti e nelle grandi aziende non è cambiata negli ultimi 50 o 100 anni. Il governo, l’esercito degli Stati Uniti, la CIA e i dirigenti delle multinazionali sono esattamente gli stessi criminali sociopatici e moralmente deviati di 100 anni fa. Ho menzionato altrove che Big Pharma statunitense ora esternalizza le prove e gli esperimenti sui farmaci più pericolosi e/o non etici in nazioni impoverite, spesso con l’assistenza attiva del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, creando in quei Paesi la stessa carneficina umana che una volta faceva in patria. Non è cambiato nulla. Ma Big Pharma ha imparato questi trucchi nelle aule del maestro dell’inganno: l’esercito statunitense. Già negli anni ’50 e ’60, l’esercito statunitense e la CIA “esternalizzavano” in altre nazioni, sia amiche che nemiche, i test sul campo di vari agenti patogeni. Per esempio, molti dei test sull’LSD e su altri allucinogeni erano stati condotti in Europa e in Asia; questi test clandestini su civili europei erano stati eseguiti sotto il nome in codice di “Project Third Chance”, mentre quelli in vari Paesi asiatici avevano avuto il nome in codice di “Project Derby Hat“. In questo modo la CIA era riuscita ad avvelenare quasi tutta la popolazione di un villaggio francese, senza essere individuata. [73][74]

Vorrei anche notare che la Commissione presidenziale per lo studio delle questioni bioetiche, esaminando la questione, aveva concluso che era “eticamente impossibile” eseguire tali esperimenti. [75]

Epilogo

È così angosciante leggere i resoconti di tutte queste orribili sperimentazioni su vittime umane ignoranti e indifese, e poi vedere che tutte le presunte autorità sorvolano unanimemente sulla criminalità e sulla natura psicopatica dei medici che avevano eseguito gli esperimenti e delle istituzioni che li avevano sostenuti, per non parlare del governo e delle forze armate statunitensi che li avevano finanziati. Naturalmente, i mass media sono in prima linea nell’oscurare queste atrocità, guidati dal New York Times che sa solo lodare i più selvaggi tra i praticanti.

Molto tempo dopo che il dottor Saul Krugman della New York University aveva mescolato feci umane infette da epatite in frullati e incoraggiato i bambini a bere le “miscele arricchite”, il Journal of the American Medical Association aveva lodato l'”uso giudizioso degli esseri umani” di Krugman. E, in un’incantevole dimostrazione di etica e compassione, il New England Journal of Medicine aveva scritto: “Avendo la possibilità di partecipare ad uno studio attentamente supervisionato e ricevendo l’attenzione più esperta disponibile per una malattia di natura fondamentalmente sconosciuta, i pazienti stessi ne hanno tratto beneficio”. Certo che ne avevano beneficiato.

Tutte le venerate associazioni mediche, le università e gli ospedali americani più rispettati, tutti con un ruolo importante in queste traversie, oggi hanno eliminato ogni conoscenza di questo argomento, lasciando solo l’elogio degli operatori per i loro “contributi” alla medicina. Esiste una lunga lista di importanti università e ospedali americani che hanno accuratamente eliminato dalla loro storia ogni traccia di esperimenti sull’uomo. L’elenco comprende il MIT, Harvard, l’Università di Rochester, l’Università di New York, l’Università di Washington, il Pacific Northwest Research Fund, l’Università di Chicago, l’Università Vanderbilt, l’Università di Cincinnati, la Columbia University e altre ancora.

È particolarmente angosciante che l’OMS sembri spesso svolgere un ruolo di supporto in queste tragedie, sminuendo o ignorando i tragici finali e talvolta svolgendo un ruolo più attivo nell’istigare effettivamente gli esperimenti. L’OMS è in prima linea in questo: Bhutta ZA, in un articolo intitolato “Beyond informed consent“, pubblicato nel Bulletin of the World Health Organization. 2004 Oct;82(10):771-7, ci dice allegramente: “Le atrocità commesse dai nazisti e dalle forze giapponesi nella Seconda Guerra Mondiale in nome della ricerca medica avevano sconvolto il mondo e avevano portato ad una nuova era nella regolamentazione della ricerca medica”. Bugie di questa portata dovrebbero essere punite con la fustigazione. Infatti, è stato proprio dopo la Seconda Guerra Mondiale che questa sperimentazione umana non etica si è moltiplicata per mille e nella maggior parte, se non in tutte, le nazioni occidentali.

Infine, vorrei richiamare l’attenzione dei lettori sul fatto che i contenuti di questo saggio sono solo una piccola parte di una serie mondiale di atrocità nella sperimentazione umana che è stata condotta su scala immensa per molto più degli ultimi 100 anni. È strano che ai giapponesi sia stato concesso una sorta di perdono e certamente un grande anonimato mediatico e editoriale per le vaste atrocità commesse contro la Cina e altre nazioni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che gli Stati Uniti, tramite il generale Douglas MacArthur, avevano stipulato un accordo con i giapponesi. Gli americani avrebbero rinunciato ai processi per crimini di guerra in cambio della consegna di tutte le informazioni accumulate sulla sperimentazione umana. Questo è il motivo principale per cui l’argomento è stato così profondamente insabbiato, tanto che pochi delle generazioni successive ne sono a conoscenza.

D’altra parte, siamo stati tutti incessantemente esposti alle presunte orribili (ma per lo più non specificate e non definite – e generalmente false) cose terribili che i tedeschi hanno fatto ad altre razze nello stesso periodo. A causa del continuo assalto dei media, la Germania e Hitler sono considerati da gran parte del mondo come i tipici esempi di ogni tipo di esperimento umano non etico e di crudeltà. La stragrande maggioranza di queste storie sulla Germania sono solo false leggende metropolitane, mentre la verità è altrove, e i tedeschi non sono nemmeno in lizza per essere premiati in questo concorso.

Sollevo questo problema perché gli americani hanno superato di gran lunga persino i giapponesi in termini di atrocità umane, ma anche perché gli ebrei hanno superato persino gli americani in questo senso. E, in verità, molti degli eventi e delle circostanze che attribuiamo agli americani erano, in realtà, di origine e di esecuzione ebraica. Non mi soffermerò su questo aspetto, ma vorrei sottolineare che tutti gli eventi elencati in questo saggio rientrano nella categoria degli ebrei, piuttosto che in quella degli americani. Quasi tutti gli individui citati in questo saggio erano ebrei: Henry Heiman, Susan Lederer, Edward Cohn (Cohen), Lauretta Bender, Albert Kligman, Saul Krugman, Eugene Saenger, Chester Southam, Douglas Goldman, John C. Cutler, Elise Cutler, Herbert Copelan, Sidney Olansky, Oliver Wenger, John Heller, Harold Abramson, Paul Hoch, James Cattell, Joel Elkes, Max Fink, Harris Isbell, Lothar Kalinowsky, Abraham Wikler e molti altri.

Inoltre, praticamente l’intera gestione degli esperimenti sulla sifilide di Tuskegee e Guatemala era ebraica. E, cosa ben più grave, l’intera struttura dell’orribile e duraturo progetto MK-ULTRA della CIA era ebraica, da Sidney Gottlieb in giù. Questo è talmente vero che molti di questi progetti dovrebbero essere considerati interamente ebraici per origine, natura ed esecuzione.

Gli ebrei sfuggono a questa attenzione per diverse ragioni. Uno è che sono molto dispersi e vivono in molti Paesi, mentre la maggior parte dei tedeschi vive in Germania ed è quindi più facilmente identificabile. Un’altra è che gli ebrei cambiano nome, a volte frequentemente, per adottare un nome nazionale locale e mascherare così la loro ebraicità.

Un altro ancora è che i media e l’editoria mondiale sono principalmente di proprietà o sotto il controllo di ebrei ed evitano accuratamente di menzionare queste persone come ebrei. Vorrei sottolineare il potere dei media in tutte queste situazioni. Essendo praticamente interamente di proprietà ebraica, la capacità di arroccarsi a difesa e di controllare le informazioni, e quindi di indirizzare la narrazione pubblica, è enorme. Come esempio ovvio, i lettori saranno a conoscenza del recente scandalo di traffico sessuale che ha coinvolto Jeffrey Epstein; tra le centinaia di articoli dei media o di telegiornali sull’argomento, non ne ricordo uno che abbia menzionato il fatto che Epstein era ebreo.

Come esempio di copertura mediatica, possiamo fare riferimento al New York Times. È un dato di fatto che il Times produce perlopiù necrologi entusiastici sugli ebrei di qualsiasi rilievo, ignorando le atrocità da loro commesse e il più delle volte banalizzando gli eventi. Questo potere e questa influenza non possono essere sottovalutati.

Il New York Times, essendo una testata interamente ebraica, aveva pubblicato un editoriale sugli esperimenti sulla sifilide in Guatemala e aveva fatto un lavoro magistrale per sanificare l’intero pasticcio. L’editoriale era semplicemente pieno di bugie e ometteva la maggior parte dei fatti cruciali. Iniziava affermando che Cutler aveva infettato meno di 700 persone, quando il totale ammesso è di migliaia. Secono i redattori del Times, a tutti i contagiati era stata somministrata penicillina a scopo terapeutico, mentre in realtà nessuno era stato trattato. Secondo i redattori del Times “L’obiettivo della ricerca era testare se la penicillina potesse prevenire la trasmissione della sifilide”, quando chiaramente l’obiettivo era imparare come diffondere la sifilide e aumentarne la trasmissione, e la penicillina in prevenzione non era mai stata usata, né in Guatemala né a Tuskegee. Ci dicono che gli studi “erano stati condotti in collaborazione con” i migliori esperti di malattie, funzionari governativi e istituzioni del Guatemala – un’altra vera e propria bugia, un tentativo standard ebraico di scaricare la colpa sulla vittima.

Eppure, quando facciamo ricerche su argomenti come gli orrori della sperimentazione umana e scaviamo sotto la superficie, scopriamo che gli ebrei sono eccessivamente rappresentati e che le atrocità combinate nella sperimentazione umana che possono essere attribuite con precisione agli ebrei sono di gran lunga superiori a quelle di qualsiasi altra razza. In termini di atrocità umane, dove sono disponibili prove inconfutabili, gli ebrei superano i tedeschi in numero tale che non c’è alcuna base di confronto. Forse vi sorprenderà saperlo, ma è la verità e può essere documentata piuttosto facilmente. Ne parlerò più dettagliatamente in un’altra sede.

I motori di ricerca come Google sono noti per essere dei gate-keepers piuttosto che dei veri motori di ricerca. Google, essendo una società interamente ebraica, ha due funzioni. Una è quella di assicurarsi che le verità sgradevoli non appaiano mai nelle sue ricerche, l’altra è quella di assicurarsi che vi dia in pasto ciò che vuole che voi pensiate. Siti web come Wikipedia sono simili. Un’altra impresa totalmente ebraica, Wikipedia è famosa per i suoi pregiudizi in molti settori, ma soprattutto per tutto ciò che riguarda gli ebrei. A tal punto che esiste un’organizzazione internazionale, creata in Israele, che incoraggia tutti gli ebrei di tutte le nazioni a fare ricerche su Wikipedia e a “correggere” qualsiasi voce [scomoda] relativa agli ebrei o a Israele.

Vorrei citare un altro elemento: capita spesso, in questo campo come in molti altri, che questi “praticanti” malvagi ricevano “premi” apparentemente riconosciuti per i loro sforzi. Ma non viene quasi mai detto che le organizzazioni che conferiscono questi premi sono quasi interamente ebraiche e che raramente hanno una posizione pubblica meritoria. È tutta una gigantesca frode. Per esempio, Lauretta Bender aveva ricevuto l’Adolf Meyer Memorial Award, una targa da un’organizzazione ebraica costituita per diffondere la reputazione di un ebreo che aveva commesso altri crimini. Inutile, ma che fa presa sui media perché il pubblico lo ignora.

Per essere onesti, ci sono certamente ebrei che non avevano partecipato a queste atrocità e che, di fatto, le avevano denunciate: I dottori Avir Kagan, David Leichter, Fersko, William Hyman e molti altri. Purtroppo, le loro voci tendono a perdersi nel rumore.

Larry Romanoff

Fonte: bluemoonofshanghai.com
Link: https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/12769/
27.08.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

sperimentazioneRiferimenti:
[54] Chester M. Southam
https://en.wikipedia.org/wiki/Chester_M._Southam
[55] The evil that Chester Southam committed

The evil that Chester Southam committed


[56] 1962: Dr. Chester Southam injected live cancer cells into 22 elderly patients

1962: Dr. Chester Southam injected live cancer cells into 22 elderly patients


[57] Chester M. Southam
https://en.wikipedia.org/wiki/Chester_M._Southam
[58] CIA Project MK-ULTRA Updated

EN — LARRY ROMANOFF — CIA Project MK-ULTRA Updated — July 2, 2020


[59] NYC’s forgotten cancer scandal – Chester Southam
http://nypost.com/2013/12/28/nycs-forgotten-cancer-scandal/
[60] NYC’s forgotten cancer scandal – New York Post (Allen M. Hornblum | December 2013)

NYC’s forgotten cancer scandal – New York Post (Allen M. Hornblum | December 2013)


[61] 1962: Dr. Chester Southam injected live cancer cells into 22 elderly patients

1962: Dr. Chester Southam injected live cancer cells into 22 elderly patients


[62] 1940s: Fiendish “Refrigeration” experiments on mental patients at Harvard, U. of Cincinnati

1940s: Fiendish “Refrigeration” experiments on mental patients at Harvard, U. of Cincinnati


[63] The Tuskegee Syphilis Experiment
https://allthatsinteresting.com/human-experiments/4
[64] The Syphilis Study at Tuskegee Timeline
https://www.cdc.gov/tuskegee/timeline.htm
[65] Tuskegee Experiment: The Infamous Syphilis Study
https://www.history.com/news/the-infamous-40-year-tuskegee-study
[66] The Tuskegee Syphilis Study
https://onlineethics.org/cases/ethics-science-classroom/tuskegee-syphilis-study
[57] Tuskegee Syphilis Study
https://en.wikipedia.org/wiki/Tuskegee_Syphilis_Study
[68] U.S. Government Study in 1940s Guatemala
https://www.hopkinsmedicine.org/guatemala_study/
[69] The Guatemala Syphilis Experiment
https://allthatsinteresting.com/human-experiments/2
[70] Guatemala syphilis experiments
https://en.wikipedia.org/wiki/Guatemala_syphilis_experiments
[71] Lawsuit Over Guatemala Syphilis Experiment to Proceed
https://www.voanews.com/a/judge-lawsuit-over-guatemala-syphilis-experiment-to-proceed/4730000.html
[72] Researcher ‘Floored’ by Discovery of Intentional Infections in Guatemala
https://www.pbs.org/newshour/show/researcher-floored-by-discovery-of-intentional-infections-in-guatemala
[73] CIA: What Really Happened in the quiet French village of Pont-Saint-Esprit
https://www.voltairenet.org/article164447.html
[74] 1951: Pont-Saint-Esprit — the Devil’s Bread or a Disastrous CIA–LSD Experiment?

1951: Pont-Saint-Esprit — the Devil’s Bread or a Disastrous CIA–LSD Experiment?


[75] Presidential Commission for the Study of Bioethical Issues
“Ethically Impossible”; STD Research in Guatemala; from 1946 to 1948
https://bioethicsarchive.georgetown.edu/pcsbi/sites/default/files/Ethically%20Impossible%20(with%20linked%20historical%20documents)%202.7.13.pdf

 

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