La difesa degli ecosistemi passa dal parlamento europeo?

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Patrizia Pisino

 

Una volta di più il Parlamento Europeo, nonostante le proteste anche degli agricoltori, ha approvato, il 27 febbraio 2024, la “Nature Restoration Law”, c.d. Legge sul ripristino della Natura.
Certo, non si può dire che abbia avuto il consenso di tutto il Parlamento: di fatto è stata approvata con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astenuti. Una disposizione di questa legge, che apparentemente può sembrare giusta, introduce il reato di ecocidio, cioè il reato commesso da coloro che inquinano l’ambiente, che possono essere segnalati/denunciati anche sulla base di delazione anonima, trasformando in tal modo gli eventuali delatori quasi in legittimi difensori dell’habitat.

Tra i vari obiettivi:

  • il ripristino entro il 2030 del 30% delle torbiere prosciugate, con l’obiettivo del 50% entro il 2050;
  • il ripristino del 30% degli ecosistemi, che dovrebbe favorire l’aumento del numero delle farfalle, considerate indicatori della biodiversità agricola;
  • il recupero di ambienti naturali quali foreste, fiumi e habitat marini. Attraverso l’eliminazione di dighe, argini e quanto necessario a rendere libero, entro il 2030, il flusso di 25.000 km di fiumi;
  • la messa a riposo del terreni agricoli tenendo conto dei cambiamenti climatici, delle esigenze sociali ed economiche delle zone rurali e della necessità di garantire la produzione agricola sostenibile nell’Unione;
  • l’integrazione di spazi verdi urbani negli edifici e nelle infrastrutture.

La soglia salirà al 60% entro il 2040 e al 90% nel 2050. I finanziamenti proverranno dagli Stati nazionali, prelevando le risorse dai fondi comunitari destinati all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca.

Tutto ciò perché, secondo gli esperti, in Europa l’80% dell’habitat è in cattive condizioni, il 10% delle specie di api e farfalle è a rischio di estinzione, il 70% dei terreni è in condizioni di degrado.
Siamo veramente messi male!!!
E questo nonostante le numerose direttive che ormai da decenni l’EU ha emanato per la protezione sia degli Uccelli che dell’Habitat, salvaguardando oltre 2.000 specie e aree naturali.

Ci si chiede allora, a cosa sono servite tutte queste regole? Chi ci dice che ora, con queste ulteriori imposizioni, si arrivi a realizzare il paradiso terrestre d’Europa? Almeno nei paesi europei che ho avuto la fortuna di conoscere sembrava quasi di vivere in un sogno quando passeggiavo, soprattutto in primavera, circondata da farfalle che volavano indisturbate sui verdi campi agricoli, in mezzo a colture rigogliose seminate e curate da piccoli ma esperti contadini. Anche se la UE non lo sa (perché siamo bambini sciocchi che vanno guidati), i nostri piccoli agricoltori conoscono benissimo l’alternanza delle stagioni e sanno come rispettare l’ambiente, con la rotazione delle colture e utilizzando solo concimi organici. Così come anche i nostri piccoli pescatori, che rispettano il periodo della riproduzione e utilizzano le reti da pesca che rispondono alle specifiche norme in materia.

Ma, principalmente, l’assurdità di tutto ciò non sta tanto nelle regole che si pretende di imporci, in apparenza anche utili, quanto nel paradigma adottato:

“… il ripristino degli habitat non solo aumenterà la varietà di piante e animali, ma aiuterà anche a mantenere la pulizia dell’acqua e dell’aria e a ridurre il rischio di inondazioni. Questo potrà contribuire a limitare l’aumento della temperatura globale, rendendo l’Europa più resistente ai cambiamenti climatici.”

Un altro fatto strano che non capisco è questo: se le foreste, che coprono quasi il 40% del territorio della UE, sono essenziali per [tentare di] mitigare i cambiamenti climatici, in quanto funzionano da pozzi naturali di assorbimento del carbonio e ospitano peraltro gran parte della biodiversità europea, come mai a Cortina d’Ampezzo vengono distrutti alberi secolari per realizzare una seconda pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026? L’accordo è stato siglato da Giorgia Meloni e dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, assolutamente incuranti di distruggere un habitat essenziale sia per gli abitanti che per l’ecosistema, per un opera pubblica che costerà la cifra esorbitante 33,5 milioni di euro per realizzare anche i bacini idrici per l’innevamento, collegare la Ski Area del Civetta e la Ski Area Cinque Torri oltre alla pista di bob, skeleton e slittino. Alla fine quest’opera ci costerà quasi 124 milioni di euro! Certo che le Olimpiadi sono più importanti! Fanno arricchire una parte dei falsi rappresentanti del nostro popolo che ignorano completamente le numerose proteste della popolazione locale e di varie associazioni. Particolarmente commovente la protesta del musicista Mario Brunello, che si è recato nel posto dove sono stati tagliati gli alberi per protestare a suon di musica.

Abbattere i larici per questa opera che verrà utilizzata solo per un breve periodo e poi dimenticata (come tantissime altre strutture costruite per tale scopo) è veramente deplorevole, specie se si pensa ai i 6,6 milioni di alberi da mettere a dimora su una superficie di 6.600 ettari (uno ogni 10 mq.) previsti da un decreto del 2021 del nostro MiTE (senza dimenticare i tre miliardi di nuovi alberi da mettere a dimora entro il 2030, come promesso dalla UE).

E poi, non dimentichiamocelo, bisogna andare avanti con la tecnologia e quindi far posto alle antenne per il 5G (il cui segnale viene molto disturbato dagli alberi alti più di tre metri) e ad ogni struttura necessaria al sistema finanziario dominante.

Mi sconcerta l’ipocrisia della difesa della biodiversità, dell’abbattimento del Co2 e soprattutto, come indicato dalla Legge, che l’agricoltura venga considerata la causa della perdita della fauna, mentre la realizzazione di campi fotovoltaici ed eolici sia considerata non solo non dannosa ma, anzi, essenziale.

Altro fatto sconcertante che, per tutelare la salute del popolo europeo, si vogliano ripristinare le torbiere senza peraltro considerare che, nei secoli, sono state causa di malaria e morte. La bonifica di queste zone è stata attuata in tempi molto lunghi: in Maremma, per esempio, le opere di bonifica presero l’avvio il 27 aprile 1828, quando il granduca di Toscana Leopoldo II emanò l’editto per la bonifica della Maremma a spese dello Stato. L’obiettivo era quello di creare un’area dove si potesse vivere bene e dove l’agricoltura sarebbe diventata per davvero l’attività dominante con nuove colture, canalizzando opportunamente i fiumi. Ancor oggi esiste una  vasta area naturale protetta di 1.273 ettari che è diventata la meravigliosa Riserva Naturale denominata Diaccia Botrona.

Vista della Casa Ximenes – Riserva naturale Diaccia Botrona

 

Come in Maremma, anche in altre parti d’Italia sono presenti numerose riserve naturali di questo tipo, soprattutto nelle Alpi centro-orientali, dove esistono ancora torbiere che fanno parte di aree protette.

Altra strana indicazione la [pretesa] protezione di vaste aree marine, in netto contrasto con quelle “basi blu” realizzate in aree protette (CDC: Le basi blu: guerra al Mar Mediterraneo) spesso anche per impiantare i degassificatori  (CDC: “Transizione ecologica”: lo slogan della distruzione e del saccheggio).

 Sono certa che la difesa dell’ambiente sia necessaria, ma allora dobbiamo evitare che le multinazionali facciano piazza pulita dei piccoli agricoltori e pescatori, dobbiamo vietare la pratica dell’agricoltura intensiva delle multinazionali che utilizzano semi geneticamente modificati e pesticidi: lasciamo che la natura faccia il suo corso con la biodiversità propria di ogni tipo di terreno e di località, con il suo bagaglio di semi che provengono da una selezione naturale.

Allora, se veramente l’Europa fa tutto ciò per il nostro bene, perché importiamo il grano ucraino? Cereali ucraini, che non hanno alcun controllo di qualità, li vediamo in bella vista in alcuni supermercati come Nova Coop e Pausa Cafè che li reclamizzano: Bread for Peace – Farina, Pane e Grissini per la Pace in Ucraina, per sostenere e rafforzare la capacità produttiva degli agricoltori ucraini di piccola scala della regione di Leopoli. È totalmente assurdo! Mentre ai nostri produttori viene impedito di produrre il grano perché devono lasciare liberi da coltivazione i propri terreni per favorire la biodiversità.  Il progetto è certo ecosolidale, tanto l’italiano può permettersi di aiutare gli agricoltori ucraini comprando la farina; in questo modo non regaliamo solo le armi per uccidere e distruggere il paradiso europeo.


In conclusione una legge piena di buone intenzioni di cui, si sa, è lastricata la via dell’inferno, apparentemente a favore di un Europa da cui la civiltà scomparirà per far posto alla natura selvaggia, un luogo di svago dei nostri potenti padroni che nel mentre avranno eliminato la popolazione locale sostituita, magari, con automi a somiglianza umana che serviranno a soddisfare i loro bisogni.
Solo che Madre Natura sarà più forte delle loro piccole meschinità da Dei che manipolano per avere un pianeta a loro somiglianza.

Testo approvato

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2024-0089_IT.pdf

https://www.ildolomiti.it/altra-montagna/video/attualita/2024/pista-da-bob-a-cortina-ce-chi-dice-no-la-voce-dei-residenti-contrari

 

Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte

(revisione editoriale di CptHook in accordo con l’Autrice)
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