DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
Panagiotis Grigoriou descrive il desolato panorama elettorale greco, con elezioni a tutti i livelli ed oltre 70 mila (!) candidati e nessuno che faccia politica, perchè la politica è ormai vista come una delle poche (l’unica?) fonte di reddito sicuro e tutti ci provano, con l’aiuto viscido e interessato dei media. Per questo i greci più avveduti hanno spento da tempo radio e TV, come il loro grande avo, Yorgos Seferis, fece a suo tempo con i giornali.
Oggi in Grecia andare a votare significa avallare questo stato di cose. Quindi meglio non votare.
Gli articoli dell’ultimo periodo sottolineano spesso, seppur con il solito garbo e pudore, le difficoltà economiche dell’autore e la sua crescente difficoltà a far fronte ai bisogni della quotidianità con le donazioni. Rinnoviamo, quindi, l’appello a non far mancare il sostegno a una delle poche voci rimaste a testimoniare l’indicibile povertà e rovina che a due passi da noi l’Unione Europea – creatura nefasta – sta causando al paese culla del pensiero occidentale, mentre i nostri sedicenti “giornalisti” come il Fubini che pontifica dalle colonne del Corriere della Sera, oscurano le notizie a riguardo per “non fare il gioco dei populisti”.
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Da “Paese idilliaco” – Martedì 7 maggio 2019
Maggio 2019, mese della politica. La stampa della settimana riporta il numero di liste per le elezioni pseudo-europee, quasi 50. E per… uso interno alla Colonia, più di venti [liste], solo per il Municipio di Atene nel primo turno delle [elezioni] comunali e anche regionali in Grecia, come sappiamo previste tutte per il 26 maggio. Il microcosmo in gran parte parassitario dei politici è agitato, il vento soffia, il sole splende, e la nostra primavera è arrivata, ci sarà presto il primo bagno, già per i più audaci. (…)
Nel paese del burattino Tsípras, personaggio spregevole ed Efialte macabro e cinico allo stesso tempo, le questioni politiche, vale a dire, ora essenziali (e non esistenziali) per il popolo, per la nazione e per la società in Grecia sono assenti dal dibattito, falso dibattito, va detto. Tra i arrivisti di tutti i lati, tra i seguaci della setta del PC greco da un lato, o la banda di Michaloliákos di Alba Dorata dall’altro, la politico sarà ridotta alla sua rigida e povera caricatura. La peggiore, direi, da moltissimo tempo attraverso la nostra… modernità al galoppo.
Per il filosofo ortodosso e il teologo Chrístos Yannarás, pochi sono i dubbi sull’impostura elettorale, corollario naturale del totalitarismo europeista: “un’altra grande voce europea, con una forte risonanza negli Stati Uniti, Paolo Virilio, pure lui filosofo, ha già sottolineato la scomparsa, l’eclissi nel caso dell’Europa, delle condizioni e dei fattori che permettono di prendere decisioni congiunte a livello collettivo e, al momento attuale, le decisioni umane tout-court. Oggi, l’incredibile velocità nel flusso di informazioni automatizzate dai mercati azionari e il loro sfruttamento predeterminato dagli algoritmi, definiscono l’intero funzionamento dell’economia internazionale. La velocità sviluppata dalla funzione stessa dell’intero sistema, lo rende ribelle a qualsiasi controllo umano “. Chrístos Yannarás, “elezioni europee apolitiche”, giornale “Kathimeriní” del 5 maggio 2019.
Da “Memoria di Atene” – Lunedì, maggio 13, 2019
In questo periodo i greci si precipitano ai tribunali competenti… per notificare il loro rifiuto di ereditare i beni immobili dei loro antenati. Pauperizzati, non possono più far fronte alle tasse e ancor meno ai costi che derivano dai beni ereditati. In alcune regioni, in soli quattro mesi, le rinunce nell’anno 2019 in corso, superano in numero, quelle registrate in tutto l’anno 2018, (stampa greca del 13 maggio 2019).
Poi c’è tutta questa notizia, la più falsa tra le false notizie, creata dai media e dai politici sul presunto rilancio dell’economia greca. Notizia che è sempre più di un altro sistema solare, o anche, meglio, lunare.
In piazza Sýntagma, vale a dire della “Costituzione”, mille volte violata e calpestata, il “partito politico” di Aléxis Tsípras ha osato installare il suo stand, per il suo candidato della città di Atene. “È giunta l’ora, quella del più grande numero, e abbiamo la forza di…”, si può leggere [sullo striscione]. Slogan Syrizísta, menzogna ripetuta, hybris e soprattutto disgusto.
Da “Da Alexis Leger… a Alexis Tsipras!” – Sabato 18 maggio 2019
La politica al galoppo del momento, con la noia mortale che ad essa è connaturata. Tutto ciò che zavorra il vecchio e piccolo paese è agitato, cercando di mettersi in mostra per le elezioni. Europea, regionale, comunale. Il pesi morti, da Atene al resto del paese, vanno dal simulacro alla simulazione. L’inchiesta di un quotidiano di questa settimana ipotizza che tra Tsípras e Erdogan ci sarebbe stato un accordo segreto sulla condivisione del Mar Egeo e in particolare sul suo petrolio, che equivale ad un cambiamento delle frontiere. Nessuna smentita è arrivata, anzi, Geoffrey Pyatt, l’ambasciatore degli Stati Uniti lo ha confermato implicitamente con le sue affermazioni.
(…) I greci che hanno preservato un minimo di integrità morale come intellettuale, hanno già spento i loro media, tra cui Internet. “I loro” candidati incarnano la macchia, gli hybris, il ridicolo. La consapevolezza appare anche su alcune liste, talvolta “progressiste”, a volte “autonome”, nazionali o locali, [ma] le evitiamo in questo periodo elettorale per non offendere loro, in modo da non offendere noi nella verità.
(…) L’attuale panorama politico greco, a cominciare dalla sua sinistra e dal clan dei Mitsotákis sulla destra, dovrebbe a mio parere essere colpito da inammissibilità a vita, o addirittura, ostracismo. Altrimenti, ci occuperemo sempre dell’insignificante… e il paese andrà a “votare” [lo stesso].
(…)I volantini dei candidati allo pseudo-scrutinio europeo competono con quelli, distribuiti dai ristoranti di cibo [troppo] veloce. Spiedini di carne o di candidati, a Strasburgo e Bruxelles.
(…) “Non ho letto la stampa per anni, questo, per non ritrovarmi macchiato”, scrisse Seferis l’11 maggio 1971. Quello che molti greci stanno facendo in questo momento, è certamente meno radicale… ma intanto vanno alle loro chiese per parlare con i loro Pope. Ortodossia, nient’altro che ortodossia. Altrimenti, parleremo sempre dell’insignificante… e il paese “voterà” [lo stesso].
Da “Re Alessandrino” – Venerdì, maggio 24, 2019
Domenica 26 maggio. Atmosfera carnevalesca, 40 liste in un paese di 10 milioni abitanti e 5 milioni di poveri, quasi 70.000 candidati, tenendo conto anche dei vari scrutini, elezioni regionali e comunali, e che si tengono per caso contemporaneamente al simulacro europeo. Infine, ci sono tutte queste “celebrità” più spesso imposte dai media, più di 40 secondo la stampa, cantanti, sportivi, giornalisti, metereologi, attori, poi (quasi) giovani donne in gran parte “modellate” secondo il marketing della … prostituzione ambientale, compresa quella politica, (stampa greca della settimana). Donne povere, pover’uomini.
Quindi è “No”, io non voterò.
(…) Non voterò. Tuttavia, comprendo e apprezzo il coraggio del mio amico Olivier Delorme, che voterà affermando: “cosa è principalmente in gioco a livello europeo? Si tratta di eleggere i rappresentanti francesi in un’Assemblea che ha solo il nome del Parlamento e fa solo le procedure (si veda il capitolo XV dei miei 30 buoni motivi per lasciare l’Europa dal titolo: il “Parlamento europeo”: una farsa). L’Unione europea è un mostro antidemocratico per il quale abbiamo disegnato tutte le prerogative come quelle reali dei legittimi poteri nazionali, al fine di trasferire loro quegli stessi poteri, tenendoli al di fuori della portata del dibattito democratico”. Vorrei anche invitarvi a leggere tutto il suo testo sul suo blog.
Ah Olivier, caro amico. Rispetto il tuo coraggio, così come la tua decisione. Da parte mia, e in primo luogo perché la posta in gioco è quella che avete appena descritto così precisamente e dettagliatamente, io scelgo l’astensione. Questioni, naturalmente interne e nazionali in ogni paese. Per quanto riguarda la Grecia, il potere non c’è più, il paese non c’è più, la cosiddetta offerta politica, in realtà simulacro, non c’è più, in questo mese di maggio 2019. Così [sarà] astensione… E a volte vorremmo sapere i … 30 buoni motivi per uscire dal mondo!
(…) Come è stato sei mesi fa, si tratta di sollecitare il vostro intervento e il vostro sostegno per raggiungere poche centinaia di euro al mese, importi che costituiscono per noi le somme che consentono rispettivamente un funzionamento minimo di questo Blog, perché come lo scorso dicembre, la situazione è di nuovo catastrofica in termini di donazioni mensili. Ancora una volta nei guai, il blog deve vivere, o meglio sopravvivere, ed è noto che il nostro sito non ha altro supporto di quello dei suoi lettori. Non abbiamo mai avuto tanto bisogno della vostra mobilitazione per il sostegno di greekcrisis, l’idea sarebbe anche che questo sostegno possa anche assumere la forma di una forma di contribuzione mensile ma regolare. Solo, la regolarità dei contributi può essere una base relativamente stabile di sopravvivenza… Tornerò su questo argomento prossimamente.
Lontano, lontano anche dal lusso estremo dei cortigiani, i nostri gatti senza padrone, già fuggono il sole e il rumore. Pazienza, l’estate sta arrivando!
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura FRANZ-CVM