1993: Il piano di Barry R. Posen per la guerra alla Russia per mano di un’Ucraina zombizzata

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

Mendelssohn Moses
the postil.com

Stiamo combattendo una guerra contro la Russia e non gli uni contro gli altri“, Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 24 gennaio 2023.

(Per una biografia non autorizzata della Baerbock, vedere qui).

Il 27 luglio 1993, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) e il Ministero della Difesa ucraino (MoD) avevano firmato un Memorandum d’intesa e di cooperazione in materia di difesa e relazioni militari, stabilendo un programma di cooperazione in materia di difesa a livello di Dipartimento-Ministero, con l’avvio di “attività sostanziali” tra questi uffici a partire dal luglio 1994 (cfr. Ten. Col. Frank Morgese, US-Ukraine Security Cooperation 1993-2001: A Case History). Da quella data in poi, l’Ucraina aveva iniziato a brulicare di consiglieri militari statunitensi di ogni tipo.

Lo studio di Morgese è un’analisi minuziosa dell’attività militare statunitense in Ucraina tra il 1993 e il 2001, volta a preparare l’Ucraina alla sua distruzione. Una rassegna così dettagliata da sommergere i non addetti ai lavori. Di conseguenza, proponiamo un altro documento del 1994, leggibile anche dai non esperti, che illustra con trent’anni di anticipo il piano di guerra completo da attuarsi con un’Ucraina zombizzata.

Il suo autore, Barry R. Posen (Rand, CFR, MIT, Fondazione Woodrow Wilson), appartiene alla scuola strategica dei generali da poltrona in cui gli Stati Uniti eccellono: far morire gli altri per garantire il tenore di vita degli USA.

Per ovvie ragioni, la valutazione di Posen sulla forza militare russa è datata. Il resto del suo studio prevede invece con una incredibile esattezza gli eventi in Ucraina degli ultimi 20 anni e la risposta russa attesa, anzi sperata; [leggendolo] si percepisce subito che non si tratta di una previsione, ma piuttosto di una proposta di guerra in piena regola, con tanto di sgomento di Posen, appena velato, per il fallimento dell’Operazione Barbarossa e il suo compiacimento per il “costo elevato” che l’Operazione Barbarossa aveva comportato per la Russia.

Per dare ai nostri lettori un’idea del testo di Posen, abbiamo selezionato alcuni paragrafi degni di nota di questa imperdibile lettura, che la Russia non può certo essersi lasciata sfuggire. Tutte le citazioni sono contrassegnate e in corsivo

Manovrare l’Ucraina in modo da farle richiedere l’intervento delle forze armate statunitensi

Il problema è che, se la Russia dovesse attaccare l’Ucraina o minacciarla convenzionalmente, gli Stati Uniti non sarebbero obbligati a intervenire. I diplomatici ucraini potrebbero tuttavia tentare di sostenere che qualsiasi atto di guerra o minaccia di guerra da parte di una superpotenza nucleare comporterebbe una minaccia nucleare implicita sufficiente a giustificare l’intervento degli Stati Uniti. Anche se questa argomentazione fosse accettata, tuttavia, occorrerebbe una delibera del Consiglio di Sicurezza, che sarebbe ostacolata dal veto russo. Ciononostante, nel caso di una crisi, dovrebbe far parte della strategia diplomatica ucraina.

Il Partenariato per la Pace è progettato per “imporre costi considerevoli alla Russia”

Anche se il Partenariato per la pace (PFP) non dovesse andare a buon fine per l’Ucraina, ha comunque il potenziale per imporre costi considerevoli alla Russia, aumentando il potere di deterrenza complessivo dell’Ucraina. Il paragrafo 8 del documento “Quadro” della NATO per il PFP afferma che “la NATO si consulterà con qualsiasi partecipante attivo al Partenariato se tale partner percepisce una minaccia diretta alla sua integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza. L’azione precisa che seguirebbe tale consultazione non è specificata. Tuttavia, la NATO farebbe una pessima figura se non si consultasse o non intraprendesse alcuna azione dopo la consultazione. Alcuni politici e opinionisti si faranno portavoce dei costi di credibilità di una mancata azione. La NATO potrebbe, ovviamente, compensare il mancato intervento a favore dell’Ucraina con misure più incisive altrove, anche se ciò sarebbe di scarsa consolazione per l’Ucraina. Il timore di queste misure più forti altrove è, tuttavia, un altro elemento del potere dissuasivo dell’Ucraina.

Se il governo russo rifiuta ulteriori “riforme” occidentali, la NATO deve intervenire

Il Partenariato per la pace può essere visto come la “sala d’attesa della NATO”. Il tacito accordo con la Russia prevede che molti Stati dell’Europa centrale rimangano in questa sala d’attesa finché la Russia si comporterà da buon vicino. Se e quando la Russia inizierà a cercare di espandere il proprio potere, il rumore nella sala d’attesa diventerà inquietante. Ci sono gli tutti elementi per una rapida estensione della NATO alla Polonia, all’Ungheria, alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia, e questo anche se un’Ucraina minacciata venisse gettata in pasto ai lupi. La Russia può, con le sue stesse azioni, far arrivare la NATO alle sue stesse porte. Stephen Oxman, Assistente del Segretario di Stato per gli Affari Europei e Canadesi, ha virtualmente confermato questa logica.

… se in Russia la riforma dovesse subire un’inversione di tendenza, potremmo rivalutare le esigenze della NATO e quelle degli europei centrali e orientali. Allo stesso tempo, la partecipazione attiva al Partenariato contribuirà a migliorare la loro preparazione militare e permetterà ai partner di consultarsi con la NATO in caso di minaccia.

Il confronto con la Russia è “probabile” e può essere provocata, in modo che intervenga in Ucraina

Inoltre, come già osservato, una completa inazione danneggerebbe la credibilità della NATO in vista di un probabile futuro confronto con la Russia. Se, come alcuni sostengono ora, la NATO si espanderà verso est più o meno naturalmente, questa utile sanzione sarà andata persa. Tuttavia, sembra che qualsiasi espansione NATO a breve termine sarà accompagnata solo da limitati dispiegamenti militari, almeno finché le relazioni tra Russia e Stati Uniti rimarranno moderatamente amichevoli. I responsabili politici russi potrebbero ancora calcolare che un’aggressione contro l’Ucraina potrebbe peggiorare la loro situazione a causa delle azioni di contrasto che provocherebbe.

Inoltre, i candidati a breve termine all’adesione alla NATO sono solo un sottoinsieme dei partecipanti al PFP. Anche in questo caso, un intervento russo potrebbe provocare un’espansione più energica dell’alleanza. Tuttavia, una parola di cautela è d’obbligo. Se l’espansione a breve termine della NATO fosse accompagnata da energici preparativi militari che i responsabili politici russi considererebbero non provocati, potrebbero essere stimolati a cercare di riassorbire l’Ucraina a causa dei propri impulsi difensivi.

L’Ucraina deve essere spostata verso il “nazionalismo etnico”

…L’Ucraina ha un’altra risorsa diplomatica. Finora, l'”ideologia statale” è stata organizzata in gran parte intorno all’idea di un nazionalismo “civico” piuttosto che “etnico”. Chiunque può essere cittadino dell’Ucraina e un buon “ucraino”. I russi non sono una minoranza perseguitata. Ci sono piccoli elementi etnicamente ucraini che potrebbero anche voler cambiare questo orientamento. Ma il “nazionalismo civico” è congeniale all’Occidente. Nella misura in cui ogni futura lotta potrà essere dipinta come quella dei russi “etnici” contro gli ucraini “civici”, la strada dell’intervento occidentale verrà facilitata. Inoltre, non è impensabile che altri Stati traggano una tragica lezione da una “liberazione” russa non contrastata dei propri fratelli in Ucraina. È meglio espellere questi potenziali irredenti.

“La diplomazia trae profitto da macabri filmati televisivi” – [Non vi ricorda Bucha?]

L’Ucraina deve organizzare la propria potenza militare per garantire la massima probabilità di un intervento esterno. La paura russa di un intervento esterno potrebbe aumentare notevolmente il potere dissuasivo dell’Ucraina. La diplomazia ha bisogno di tempo per funzionare; inoltre, trae profitto dal macabri filmati televisivi. Ciò significa che l’Ucraina deve, in via prioritaria, organizzare le proprie forze militari per evitare il tipo di crollo difensivo catastrofico spesso associato alla guerra corazzata.

L’Occidente potrebbe aiutare l’Ucraina in molti e importanti modi, a parte un intervento militare diretto. Ma tutta l’assistenza dovrà passare attraverso la Polonia, la Slovacchia o l’Ungheria. È improbabile che questi Paesi siano disposti a cooperare senza una piena adesione alla NATO, che quindi dovrebbe essere estesa durante la crisi. L’Ucraina avrà bisogno di fonti esterne di petrolio e di gas per resistere a lungo. La sostituzione delle armi perse nelle battaglie iniziali sarebbe molto utile. Dato che molti Paesi dell’Europa orientale avranno, nel prossimo futuro, un equipaggiamento simile a quello degli ucraini, essi sono una fonte pronta di ricambi e munizioni facilmente utilizzabili.

Dare all’Ucraina “molte più opportunità per infliggere perdite sproporzionate ai russi”

Una delle forme di assistenza più utili che potrebbero essere fornite all’Ucraina è l’intelligence. Se l’Ucraina fosse regolarmente al corrente della posizione delle grandi formazioni di terra russe, le sue forze sarebbero molto meno vulnerabili alla sconfitta e avrebbero molte più opportunità di infliggere perdite sproporzionate ai russi. (Un’assistenza simile potrebbe essere possibile per contrastare le forze aeree nemiche). Un intervento militare diretto da parte dell’Occidente sarebbe molto problematico. Si sospetta che per questa eventualità sia stata fatta una pianificazione segreta, anche se il compito deve sembrare scoraggiante. Le forze aeree e di terra della NATO dovrebbero attraversare grandi distanze per raggiungere anche solo l’Ucraina centrale.

La distanza dal vecchio confine intertedesco a Kiev è di circa 1500 km. Le relativamente poche divisioni della NATO verrebbero inghiottite nei vasti spazi dell’Est, anche se riuscissero ad arrivarci. L’assistenza militare diretta ottimale sarebbe probabilmente sotto forma di attacchi aerei. Non è possibile effettuare attacchi aerei tattici efficaci e prolungati dalle attuali basi aeree della NATO in Europa occidentale; sortite a 2000 km di distanza potrebbero raggiungere l’Ucraina centrale, ma sarebbero difficili per i piloti e richiederebbero alti livelli di supporto aereo (queste sortite richiederebbero anche l’autorizzazione della Polonia). Un’altra opzione sarebbe quella di volare dalle basi in Turchia, un alleato della NATO. Le missioni potrebbero essere effettuate direttamente attraverso il Mar Nero verso l’Ucraina. Le distanze varierebbero a seconda delle basi e degli obiettivi, ma è improbabile che una sortita debba spingersi oltre i 1500 km. Il problema, naturalmente, sarebbe se la Turchia ritenesse di essere coinvolta nei suoi interessi vitali, dal momento che il trattato NATO non la obbliga a venire in aiuto di un Paese non NATO, anche se altri Paesi NATO lo desiderano.

Lo spostamento delle forze aeree e di terra della NATO in Polonia

Le forze aeree e di terra della NATO potrebbero trasferirsi in Polonia e gli aerei della NATO potrebbero volare dalle basi polacche. (Naturalmente questo dovrebbe essere negoziato e il costo sarebbe certamente l’immediata piena adesione della Polonia alla NATO). Purtroppo, la maggior parte delle basi polacche sono state costruite in prossimità del vecchio confine “interno alla Germania”, la zona prevista per il conflitto est-ovest. Nel quadrante sud-orientale del Paese ci sono solo una mezza dozzina di campi d’aviazione militari che ridurrebbero significativamente la portata delle sortite e la necessità di aerocisterne. Anche da queste basi si dovrebbero comunque effettuare sortite di oltre 1.000 km, che sono comunque impegnative per attacchi aerei tattici sostenuti.

… Sembra improbabile che i comandanti della NATO vogliano mettere i loro preziosi aerei e le loro attrezzature di supporto nelle basi ucraine, senza il beneficio di uno scudo esteso di forze di terra della NATO. Un problema più arcano, ma comunque estremamente importante, sarebbe il coordinamento dei caccia della NATO con le difese aeree dell’Ucraina, per garantire che gli ucraini non sparino agli aerei della NATO. Questo dovrebbe rivelarsi molto difficile da improvvisare.

L’Occidente dovrà rinnegare pubblicamente i suoi principi morali in tutta una serie di sedi, apparentemente concepite proprio allo scopo di proteggere tali principi

Poiché i Paesi della NATO hanno convissuto per quasi mezzo secolo con il controllo sovietico sull’Ucraina, gli ucraini non dovrebbero avere fiducia nel fatto che la NATO verrebbe in loro aiuto per uno stretto interesse strategico. Tuttavia, questa assistenza diventerebbe tanto più plausibile quanto più a lungo l’Ucraina sarebbe in grado di resistere e quanto più a lungo funzionerebbe la diplomazia ucraina. L’Ucraina dovrebbe quindi cercare, attraverso la sua strategia militare, di massimizzare la paura russa di questo risultato. L’Ucraina ha a disposizione tutta una serie di sedi in cui presentare il proprio caso. Pertanto, l’Occidente dovrà rinnegare pubblicamente i suoi principi di alta moralità in una tutta serie di sedi, apparentemente progettate proprio per proteggere questi principi. Dal momento che la Conferenza Monaco è già avvenuta, le decisioni politiche che ne erano scaturite hanno un nome e un significato storico che fornirà un’ulteriore leva ai diplomatici ucraini.

La difesa ucraina sarà un “fallimento catastrofico” e l’esercito verrà distrutto

Anche se i russi iniziassero con una strategia e scopi limitati – con l’intento di conquistare la Crimea e i tre o quattro oblast più orientali del denso insediamento russo – il probabile fallimento catastrofico di queste strategie di difesa avanzata o mobile comporterebbe la distruzione della maggior parte, se non di tutto, l’esercito ucraino.

In una nuova Guerra Fredda, un’Ucraina divisa assumerebbe il ruolo che la Germania divisa aveva avuto nell’ultima

L’Ucraina occidentale, benché debole dal punto di vista industriale, è ricca di prodotti agricoli e dovrebbe essere in grado di sfamarsi. Possiede una considerevole industria leggera che potrebbe essere utilizzata a fini militari. Soprattutto, confina con Polonia, Slovacchia e Ungheria, tutte potenziali fonti di approvvigionamento se la NATO ammetterà questi Paesi, eserciterà pressioni diplomatiche e fornirà risorse. Si tratta di grandi “se”, ma, per le ragioni diplomatiche sopra descritte, ci sono motivi di speranza. Se l’Ucraina renderà i suoi territori occidentali abbastanza forti da resistere per un lungo periodo, almeno diversi mesi, e impiegherà fin dall’inizio della guerra le sue forze mobili in modo efficace, così da generare seri combattimenti, la diplomazia ucraina avrà una possibilità. Se il bastione ucraino riuscirà a raccogliere abbastanza assistenza logistica dall’Europa occidentale per sopravvivere, la Russia dovrà affrontare la prospettiva di dover impiegare grandi forze di combattimento per contenerlo. Le cose andranno ancora peggio [per la Russia] se l’Ucraina occidentale riuscirà ad entrare nella NATO. In una nuova Guerra Fredda, un’Ucraina divisa assumerebbe il ruolo che la Germania divisa aveva assunto in quella precedente. Ma il “confine interno all’Ucraina” sarebbe molto più vicino ai centri del potere russo di quanto non lo fosse il confine “interno alla Germania”.

Incoraggiare gli ucraini a far saltare in aria le proprie città e le proprie infrastrutture

Occorrerebbero demolizioni estese ad integrazione delle operazioni militari più convenzionali per rallentare i progressi degli aggressori e complicare la loro successiva logistica. Molte di queste operazioni potrebbero essere organizzate con largo anticipo; le strutture critiche potrebbero essere “predisposte” per accelerare il posizionamento degli esplosivi. Gli esplosivi necessari potrebbero essere stoccati vicino agli obiettivi designati, sotto il controllo delle forze di polizia locali o delle formazioni militari di riserva, come avviene in Svizzera, Finlandia, Svezia e persino in Germania. Man mano che gli ucraini si ritirerebbero in aree geografiche in cui gli ucraini costituiscono una maggioranza etnica, potrebbe rivelarsi possibile organizzare forze “stay-behind”, che raccoglierebbero informazioni sui russi e si impegnerebbero in una guerra partigiana. Anche questo dovrebbe essere pianificato in anticipo.

L’Ucraina deve “convincere i suoi vicini che ha un milione di uomini disposti a morire”

Una parola di franchezza è d’obbligo sulla natura del combattimento necessario per far funzionare questa strategia militare. L’essenza del potere di combattimento dell’organizzazione che propongo è la volontà del soldato ucraino di combattere e morire per il proprio Paese in una guerra che potrebbe sembrare una causa senza speranza. Non si tratta del sistema militare statunitense o israeliano che cerca di battere l’avversario soprattutto grazie alla superiorità tecnologica, a personale altamente addestrate, ad una leadership enormemente competente e a tattiche brillanti. Come è stato osservato altrove, l’esercito ucraino non ha alcuna possibilità di raggiungere questo obiettivo e sarebbe sostanzialmente inferiore in tutte le principali dotazioni da combattimento. Storicamente, il tipo di combattimento proposto in questa analisi ha sempre comportato un tributo enorme di vittime: migliaia, forse decine di migliaia, di morti. Questa organizzazione può infliggere perdite ad un avversario meccanizzato solo se è disposta ad accettare perdite a sua volta. La chiave è la mentalità del singolo soldato ucraino. Qual è l’impegno per un’Ucraina indipendente? Quanto è sentito il patriottismo o il nazionalismo ucraino? Le risposte a queste domande sono già dubbiose in molte parti dell’Ucraina. Se l’Ucraina non riuscirà ad escogitare una serie di modi per convincere i suoi vicini che può trovare un milione di soldati disposti a morire in qualsiasi momento per la sovranità del Paese, allora il potere deterrente di questo sistema militare sarà debole.

L’Ucraina deve imparare ad amare la Polonia e a diventare una discarica di armi obsolete

Per aumentare la percezione russa che l’Ucraina possa effettivamente ottenere l’assistenza occidentale ed attuare questa strategia, c’è tutta una serie di richieste che gli ucraini potrebbero fare alla NATO nel contesto della Partnership for Peace. L’Ucraina dovrebbe cercare di ottenere esercitazioni congiunte di difesa aerea che permettano la familiarizzazione degli ufficiali delle forze aeree occidentali e ucraine e del personale della difesa aerea con i problemi di coordinamento che si troverebbero ad affrontare in una guerra reale. L’Ucraina dovrebbe suggerire che le basi aeree polacche più vicine siano viste come risorse, non come minacce, e dovrebbe incoraggiare le forze aeree polacche e la NATO a praticare in queste basi il posizionamento avanzato degli aerei NATO, sempre sotto forma di esercitazioni congiunte per il “mantenimento della pace”. Dovrebbe anche sottolineare il suo interesse per il buon funzionamento di queste basi. Il personale dell’esercito ucraino dovrebbe cercare opportunità di addestramento congiunto con la NATO per familiarizzare con le armi anticarro della NATO. E l’Ucraina dovrebbe suggerire che le armi anticarro che gli eserciti della NATO intendono ritirare potrebbero ancora avere vita utile in Ucraina.

In alternativa, [l’Ucraina] potrebbe semplicemente chiedere che tali armi vengano stoccate, piuttosto che vendute o distrutte. Gli scali ferroviari per il cambio dello scartamento ferroviario, dove i carichi merci vengono trasbordati dai treni russi a quelli europei dovrebbero essere ben mantenuti, in modo che i rifornimenti possano essere spostati rapidamente verso est. Qualcuno potrebbe obiettare che questo tipo di esercizi va oltre quanto previsto dal Partenariato per la pace. Ma una loro razionalizzazione non sembra al di là delle capacità creative dei diplomatici. I diplomatici ucraini sono in grado di sostenere con forza queste misure.

L'”irrazionalità intrinseca” di una “lotta violenta della portata prevista qui” non è un ostacolo!

Il terzo argomento è implicito nel carattere peculiare del discorso sulla politica internazionale del dopo Guerra Fredda. Lotte violente della portata qui immaginata tra grandi e medie potenze industriali avanzate vengono considerate “inconcepibili”. È opinione diffusa il considerarle al di là delle capacità organizzative, economiche, sociali e politiche di questi Paesi. L’irrazionalità intrinseca di tali lotte, sullo sfondo di società moderne che privilegiano la razionalità, è vista come un ostacolo a tali conflitti. Molti ritengono che la diffusione della democrazia renda improbabili tali guerre, anche tra le democrazie, poiché gli “elettori medi” chiederebbero ai loro leader soluzioni alternative da entrambe le parti degli schieramenti. In breve, Anche se un uso limitato della forza militare rimane possibile, un’aggressione deliberata su larga scala del tipo qui discusso non è semplicemente qualcosa che la Russia potrebbe o vorrebbe fare.

E se tutto il resto fallisce, usate l’atomica

Un utile passo analitico successivo sarebbe una considerazione sistematica dei punti di forza e di debolezza di questa strategia convenzionale rispetto a quella nucleare…. La strategia che ho sviluppato non dà agli ucraini quasi nessuna capacità di fermare un tentativo determinato della Russia di conquistare territori popolati da russi etnici. È moderatamente efficace nell’aumentare i costi di un tentativo di conquista dell’intero Paese, ma, senza assistenza esterna, alla fine fallirà. Supponendo che l’Ucraina possa generare una piccola e sicura capacità di secondo attacco [nucleare] contro la Russia, quali problemi potrebbe risolvere la deterrenza nucleare?

L’Ucraina considererebbe [il possesso di armi atomiche] come un tentativo di deterrenza contro gli attacchi al suo territorio. La Russia potrebbe considerare [il suo deterrente atomico] come un tentativo di proteggere i propri connazionali, accidentalmente abbandonati su un territorio che storicamente è sempre stato russo, ma che ora è, per puro caso, ucraino.

Mendelssohn Moses
Fonte: the postil.com
Link: https://www.thepostil.com/1993-the-barry-r-posen-plan-for-war-on-russia-via-zombie-state-ukraine/
01.02.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
8 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
8
0
È il momento di condividere le tue opinionix