Putin, Israele e l’IL-20 abbattuto

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THE SAKER
thesaker.is

Ieri (19 settembre) ho cercato di postare un breve commento, in cui suggerivo che, prima di trarre delle conclusioni su qualunque cosa, bisognerebbe aspettare che i fatti si chiariscano. Ma non è servito a nulla. Il coro dei “Putin è uno zerbino!!”, “bombardate Israele!!” e simili stupidaggini, sta ancora andando avanti, più rumoroso che mai. Dopo aver letto tutta queste serie di assurdità, volevo proporre io uno slogan, qualcosa come “nemici degli Ebrei e nemici di Putin, unitevi!”. Ma poi ho capito che sarebbe stato inutile perché si sono già uniti…

Il mio amico Andrei Martyanov ha cercato di mettere un po’ di logica e un po’ di lucidità in questo pandemonio con un articolo che ho pubblicato qui (anche se normalmente io non ri-posto da altri blog). Beh, a costo di essere chiamato “gatekeeper” [guardiano] o “cripto-sionista,” ho deciso di provare ancora una volta a riportare la discussione nel campo del buonsenso, dei fatti e della logica.

Prima di tutto, lasciatemi iniziare con una domanda molto semplice e rozza: come mai nessuno al mondo ha preso in considerazione la possibilità che gli Israeliani possano veramente aver combinato un casino?

Dico sul serio. A meno che voi non siate quel tipo di persona che crede che gli Israeliani siano eccezionalmente scaltri, intelligenti e quasi infallibili (gente del genere ce n’è fra gli amanti degli Ebrei e, anche se può sorprendere, fra i nemici degli Ebrei), questa è una domanda legittima, no?

Che cos’è che in questo momento (20 settembre) sappiamo con certezza? Sappiamo che gli Israeliani non hanno dato un preavviso abbastanza lungo ai Russi, in aperta violazione di un accordo esistente fra Israele e la Russia. Sappiamo che lo hanno fatto deliberatamente? No, non lo sappiamo. Non lo sappiamo veramente.

Chiunque abbia un po’ di esperienza militare vi dirà che quello che negli Stati Uniti viene chiamato FUBAR, SNAFU e “clusterfuck” [1] è qualcosa che tutti gli eserciti fanno quasi tutti i giorni. Inoltre gli Israeliani hanno combinato dei pasticci molte, molte volte. Il solo sommario delle cavolate del famoso (e molto sopravvalutato) Mossad richiederebbe intere pagine e comprenderebbe molti incidenti veramente imbarazzanti (per farvi una sana risata basta che vi guardiate il goffo tentativo di assassinare Khaled Meshal!). Come mai allora tutti danno per scontato che gli Israeliani abbiano accuratamente pianificato l’intera operazione?

Poi, supponiamo che questo sia semplicemente un esempio della tipica arroganza israeliana (di certo, non un mito!) e che abbiano deciso di informare i Russi il più tardi possibile. Tutto questo implica forse che la manovra dei piloti degli F-16 israeliani per cercare copertura dagli S-200 fosse un qualcosa pianificato in precedenza? C’è qualcuno che ha voglia di andarsi a spulciare le reali performance (non quelle di Hollywood) dell’aviazione israeliana nelle ultime guerre, quando si era trovata di fronte a difese aeree ragionevolmente efficaci? Qui c’è una dettagliata discussione (in russo) su questo argomento che si può riassumere così: appena gli Israeliani cominciano a perdere aerei la loro marziale prodezza svanisce rapidamente. Ora tenete a mente questo: gli Israeliani recentemente hanno subito delle perdite, alcune ammesse, alcune negate, ma non c’è dubbio che siano tesi e molto preoccupati. Morale: mi aspetto che i piloti israeliani si facciano prendere dal panico e cerchino copertura nel preciso istante in cui il loro sistema di allerta li avvisa che sono illuminati da un radar in modalità inseguimento (l’S-200 ha un sistema di guida radar semi-attiva). Se questo è il caso, e non sto dicendo che sia l’unica possibilità, allora la colpa è dei piloti israeliani, non dei loro comandanti o dello stato di Israele in generale. Certo, la responsabilità del comando appartiene allo stato, ma non la colpa di una simile manovra evasiva (inoltre, sapendo il prezzo che Israele assegna alle vite dei goyim, una cosa del genere sarebbe prorio un suo classico…).

A questo punto, devo fare un’altra domanda: che cosa avrebbero guadagnato gli Israeliani dall’abbattimento dell’IL-20? Sicuramente non avranno spaventato i Russi (l’esercito russo non si impressiona tanto facilmente) e l’IL-20 sarà sostituito. Spaventato gli Iraniani o Hezbollah? Scordatevelo, non succederà. Forse quello che hanno distrutto era un obbiettivo veramente importante? Può essere, ma finora di questo non sappiamo nulla. Allora, che senso avrebbe?

Poi la “domanda gemella”: che cosa rischierebbe Israele abbattendo deliberatamente un velivolo russo per la ricognizione elettronica? Beh, in teoria rischierebbe di ritrovarsi con i suoi aerei abbattuti e le sue basi colpite dai missili russi. Tutto questo, lo ammetto, è assai improbabile e gli Israeliani, ovviamente, capiscono molto bene i Russi (molti di loro provengono dalla Russia). Ma potrebbero essere sicuri che i comandanti (russi) di zona non ordinerebbero una immediata rappresaglia (come autorizzati dalle attuali regole di ingaggio!)? Posso ricordare a tutti che questa primavera gli Stati Uniti non erano stati poi così sicuri e, dopo le parole dell’ambasciatore russo, secondo cui “sarebbero stati distrutti non solo i missili, ma anche le piattaforme di lancio,” la marina e l’aviazione americana avevano deciso di sparare il meno possibile e dalla maggior distanza possibile. Per quanto riguarda poi il sottomarino inglese, il suo capitano aveva deciso di cancellare del tutto l’attacco missilistico già pianificato (era pedinato da due sottomarini russi). Mi sembra che i rischi potenziali di un’operazione del genere siano abbastanza alti e i possibili benefici assai incerti.

Quelli che insistono che si sia trattato di un’azione deliberata da parte di Israele devono trovare almeno una mezza spiegazione plausibile non solo per come è stata fatta, ma anche perché è stata fatta.

Ora, come molti altri, io detesto con tutto il cuore lo stato razzista, genocida e criminale di Israele. Ma questo non mi toglie la capacità di immaginare uno scenario in cui gli Israeliani abbiano semplicemente combinato un casino. Crediateci o no, il mio disgusto per l’ideologia sionista non comporta assolutamente una fede sconfinata nell’infallibilità israeliana.

Ed ora consideriamo questo: oggi (20 settembre) una delegazione dell’IDF, guidata dal comandante dell’aviazione, il Maggiore Generale Amikam Norkin, è a Mosca. Hanno fatto il viaggio anche il capo della Divisione per i Rapporti con l’Estero, il Brigadiere Generale Erez Meisel e altri ufficiali delle Divisioni Intelligence, Aviazione e Operazioni. C’è qualcuno che crede che tutti questi ufficiali siano andati a Mosca solo per farsi beffe dei Russi? O magari hanno fatto il viaggio fino a Mosca solo per presentare delle scuse assolutamente non credibili, che farebbero solo infuriare ulteriormente i Russi?

La mia ipotesi è che vogliano mostrare quacosa che (almeno in parte) possa scagionarli.

I nemici di Putin e i nemici degli Ebrei (uniti, naturalmente!) diranno subito che gli Israeliani sono andati a Mosca per indurre Putin a non cedere alla (assai reale) rabbia popolare e alle richieste di misure di ritorsione. A questo risponderò in modo molto semplice: state tranquilli che in Russia c’è una quinta colonna filo-sionista molto potente che sta già facendo la massima pressione sul Kremlino e, per questo, non c’era nessun bisogno di mandare i caporioni dell’IDF (sopratutto durante lo Yom Kippur!).

Questo è probabilmente dovuto al mio modo di scrivere confusionario, perché, molto spesso, quando dico “A”, molta gente capisce “B” (o anche “non-A”!), per cui, sapendolo, sarò molto chiaro e lo dirò scandendo le parole: non sto dicendo che gli Israeliani non abbiano deliberatamente abbattuto l’IL-20 e non sto dicendo che gli Israeliani non siano responsabili della conseguente perdita di vite e materiali.

Quello che sto dicendo è che Putin, contrariamente alle orde degli autonominati strateghi da poltrona, deve prendere in considerazione tutte le opzioni possibili prima di decidere la mossa successiva. Perchè, anche se diamo per scontato che gli Israeliani sono irresponsabili, arroganti, malvagi e incoscienti (e lo sono), questo non è motivo per i Russi di emularli o di iniziare una guerra.

Se i Russi arriveranno alla conclusione che gli Israeliani lo hanno fatto deliberatamente, allora sarò favorevole ad un attacco contro le basi aeree israeliane. Se i Russi decideranno che non si può contare sul fatto che gli Israeliani tengano fede ai patti (cosa, credo, indiscutibile), allora penso che i Russi dovrebbero imporre una zona di non sorvolo al di sopra delle loro truppe (più o meno 100 km. di raggio). Penso anche che sia il momento giusto per tenere un paio di MIG-31BMs in pattugliamento aereo da combattimento, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ad alta quota sulla Siria (sono abbastanza adatti per rimpiazzare il molto più costoso e vulnerabile A-50U AWACS).

In questo momento (20 settembre, 20:37 GMT) tutto quello che hanno detto è che “entrambe le parti sottolineano l’importanza degli interessi dei [rispettivi] stati e della costante applicazione del protocollo anti-conflittuale”. Se questo è tutto quello che deciderà la Russia, allora lo trovo assolutamente inadeguato e prevedo un’ulteriore ondata di proteste, non solo contro il governo , ma anche nei confronti dello stesso Putin. Ma, per adesso, dobbiamo aspettare e vedere ciò che scopriranno le indagini russe. Solo allora potremo iniziare ad applaudire o ad insultare Putin.

C’è anche questa possibilità: i Russi potrebbero decidere di imporre una zona di esclusione aerea e comunicarlo agli Israeliani, ma entrambe le parti potrebbero convenire di tenerlo segreto per permettere ad Israele di salvare la faccia (perché, se i Russi imponessero una zona di esclusione aerea, questo creerebbe un’area protetta per Hezbollah e tutte le altre milizie e la cosa sarebbe un disastro politico per Bibi Natanyahu). Perciò potremmo anche non saperlo mai.

Infine, vorrei aggiungere una cosa, di cui si parla raramente, se non mai.

L’S-200 è un sistema di difesa aerea abbastaza datato. Sappiamo anche che non dispone dell’IFF russo. Però, i Russi hanno dichiarato più volte che i sistemi di difesa aerea russi e siriani sono interconnessi. Questo spiega, almeno in parte, il gran numero di missili da crociera americani intercettati nel mese di aprile. Il problema è che gli S-200 (e la maggior parte degli apparati di difesa aerea moderni) sono completamente integrati in una rete più ampia, gestita da sistemi  automatizzati sotto il controllo del personale più alto in grado della difesa aerea. Questo significa che gli operatori siriani non hanno semplicemente rilevato i missili in arrivo e ne hanno lanciato uno di loro spontanea volontà. Come minimo, questa decisione è stata presa da un pezzo grosso del comando siriano della difesa aerea. Sappiamo che il tempo a disposizione era veramente poco e, per questo, il personale russo della difesa aerea potrebbe non aver avuto il tempo di ordinare una manovra evasiva, sopratutto avendo a che fare con un grosso, lento e vulnerabile aereo da ricognizione elettronica (il fatto poi che volasse senza scorta è definitivamente un errore russo!). In ogni caso, sappiamo che i Russi hanno molte più possibilità di allerta precoce dei Siriani (AWACS, satelliti, radar imbarcati, radar oltre l’orizzonte, ecc.) e c’è una possibilità più che decente che qualcuno potesse fare qualcosa per impedire quanto accaduto. E’ anche vero che, dal momento che fra Israeliani e Russi esisteva un accordo, i Russi consideravano gli Israeliani come una “non-minaccia,” ma non ci vuole un genio per capire che quattro F-16 israeliani in volo verso il Governatorato di Latakia non significano nulla di buono e che la cosa richiede un immediato allarme rosso.

Perciò, questo potrebbe essere il motivo per cui Putin ha parlato di “tragiche circostanze”: potrebbero esserci altre persone a cui addossare una parte della colpa, non solo agli Israeliani. Comunque, anche se ciò fosse vero, niente di tutto questo discolperebbe in alcun modo gli Israeliani, per la semplice ragione che se avessero avvisato i Russi in tempo, tutta questa tragedia la si sarebbe potuta evitare, anche se i maggiori colpevoli sono i codardi piloti israeliani, gli incompetenti operatori della difesa aerea siriana e i Russi troppo creduloni. “Avvertendo” i Russi solo un minuto prima dell’attacco, gli Israeliani hanno creato una situazione in cui una tragedia del genere era destinata ad accadere. Questo è il motivo per cui io credo che, indipendentemente dai risultati dell’indagine russa, qualsiasi cosa che non sia una zona di esclusione aerea al di sopra delle forze russe sarebbe una risposta inadeguata: la sostanziale responsabilità israeliana è già stata accertata. Quello che manca ancora sono i dettagli (importanti).

Ancora una cosa prima di concludere: l’ultima volta che i Russi avevano fatto un accordo con gli Israeliani, la cosa aveva funzionato abbastanza bene, non dimentichiamocelo. Le truppe siriane avevano ripreso il controllo del loro confine meridionale senza che gli Israeliani facessero nulla di significativo per fermarli. Ricordiamoci anche che, all’inizio della guerra, il solito coro dei nemici di Putin stava già gridando che “Putin ha disarmato e ha tradito la Siria!!” quando i Russi avevano rimosso dalla Siria le (inutili) armi chimiche (bloccando così un imminente attacco americano). Quando poi i Russi erano riusciti, da soli, a liberare la Siria dai “buoni” e dai “cattivi” terroristi, quelli che avevano gridato al tradimento erano rimasti in silenzio, senza mai ammettere di aver sbagliato.

La verità è che, qualunque cosa faccia Putin, possiamo essere sicuri che il coro dei suoi nemici griderà a pieni polmoni “Putin ha tradito X” (mettete quello che volete al posto della “X”). Certo, sono stupidi e noiosi e niente li fermerà (ho anche il sospetto che un sacco di quelle stupidaggini siano generate in automatico, almeno a giudicare dal genere di stronzate ripetitive che intercettano di continuo i moderatori del mio blog). Per quanto riguarda noi, dobbiamo rimanere critici, sia di Putin che della politica russa, ma dobbiamo farlo ragionando in maniera logica su fatti ben assodati, non aspettare un qualunque pretesto per ricominciare con il solito mantra.

The Saker

[1]”Fucked Up Beyond All Recognition” [talmente incasinato da non ricoscerlo più]
“Situation Normal, All Fucked Up” [situazione normale, tutto a puttane]

Fonte: thesaker.is
Link: https://thesaker.is/putin-israel-and-the-downed-il-20/
21.09.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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