Nunzia Alessandra Schiliro’: “Vinceremo, ma serve unità”

Intervista alla Vice Questore di Roma (adesso sospesa) sui temi caldi del momento all’indomani della grande manifestazione di Firenze e dell’ultimo decreto legge che interviene in maniera ancora più pesante sulle libertà dei cittadini.

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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

È sfociato nella grande manifestazione che si è tenuta al piazzale Michelangelo di Firenze il 14 novembre scorso il tam-tam tutto femminile promosso dalla Vice Questore, ora sospesa, Nunzia Alessandra Schilirò.
Migliaia di donne di ogni età – nonne, madri, figlie, single – sono accorse nel capoluogo toscano da tutta Italia (qualcuna anche da Stati limitrofi) per dire NO al reame dell’odio e del terrore che da quasi due anni si è impossessato delle nostre vite. Né il maltempo, né il blackout delle comunicazioni sono riusciti a fermarle: un tappeto multicolore di ombrelli ha invaso la famosa terrazza sull’Arno, la collina soprastante, i terreni e le strade limitrofe, qualcosa che ha meravigliato e stupito tutti (me compresa, presente tra la folla sotto la pioggia), persino le organizzatrici di ‘Venere vincerà’, questo il nome dell’evento. Un risultato straordinario nonostante i problemi economici e lavorativi che molte persone stanno attraversando (che di conseguenza rendono più difficili spese e spostamenti) e nonostante i vari tentativi di boicottaggio messi in atto fin dai giorni precedenti.

Ma, si sa, le avversità non fermano le donne che hanno a cuore qualcosa e questa si è preannunciata, fin da subito, come una manifestazione diversa e particolare voluta proprio per risvegliare quell’energia femminile che l’epoca iper razionale, tecnologica e violenta in cui viviamo sembra aver soffocato.
Non un movimento femminista, però, cosa che è stata subito precisata. Perché la ricchezza sta proprio nella differenza tra uomo e donna che è la condizione fondamentale di relazioni vive basate su identità distinte. Ed è importante che tali rimangano nelle loro rispettive diversità perché, scimmiottando l’uomo, oggi molte donne si sono inaridite mentre, al contrario, stiamo vedendo tanti uomini svirilizzati in un momento storico in cui l’ideologia gender-fluid viene spinta persino nelle aule degli asili e delle elementari, grandissima menzogna che contraddice tutte le leggi di natura: la realtà è che siamo differenti, abbiamo diverse biologie e istinti e l’armonia nasce proprio dalla complementarità e dalla sinergia di queste due forze opposte. Abbiamo bisogno gli uni delle altre e viceversa, le nostre differenze sono la nostra forza quando si uniscono e, se finalmente arriveremo a ritrovare un equilibrio, forse non ci sarà più questo mondo distopico e folle che vuole individui senza identità, deboli e facilmente manipolabili.

Ben vengano dunque iniziative come questa che si è svolta a Firenze, città celebrata in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche, scelta dalla Schilirò per tentare di cambiare la narrazione pandemica dominante, sovvertendo schemi precostituiti, parlando innanzitutto di corretta informazione: “Noi donne dobbiamo riappropriarci della nostra capacità di parola e parlare a tutti come fa una madre con i propri figli – ha detto la Vice Questore – “Quante volte ripete ai vostri figli che li amate, che sono meravigliosi? Anche 1000 volte al giorno, vero? Bene, con quella stessa intensità noi dobbiamo parlare di quello che ci sta a cuore. E a me ora, ad esempio, sta a cuore la questione della tessera verde, dobbiamo spiegare a tutti perché è pericolosa.”
Ma il green pass non è stato l’unico argomento perché, al Piazzale Michelangelo, si è parlato anche di vaccini, cure domiciliari e digitalizzazione della moneta. “Se cominciassimo a parlare ovunque con amici, parenti e conoscenti di queste cose le persone inizierebbero a svegliarsi” ha detto più volte la Schilirò nel corso del pomeriggio.
Sul palco con lei altre protagoniste determinate di questi ultimi venti mesi di ‘emergenza’ come, ad esempio, l’avvocatessa Linda Corrias una delle più attive da mesi sul fronte legale e la dottoressa Erminia Maria Ferrari che a Bergamo ha curato la covid a casa fin dal marzo 2020.

Insomma, in una piazza piena di donne – alcune buddiste, altre cristiane, altre taoiste, altre infine lontane da ogni credo religioso e filosofico, ma tutte accomunate dall’amore per la pace, la libertà, la giustizia e la verità – un pomeriggio di pioggia scrosciante si è trasformato in una bella festa colorata e in una preziosa occasione di consapevolezza tra riflessioni, scambi di notizie, esperienze e numeri di telefono, canti e momenti di raccoglimento nel giusto rispetto delle diverse sensibilità presenti e nell’intento saggio di veicolare le energie verso l’alto, collegandosi a una dimensione spirituale che oggi sta scomparendo in questo mondo svuotato di ogni coscienza, ma che è importante riscoprire perché può dare forza e sostanza alle nostre scelte.
Una giornata che non dimenticherò e che ho voluto far sedimentare per un po’ di tempo dentro di me prima di procedere a questa lunga intervista.

piazzale Michelangelo dalla collina
Firenze 14 novembre 2021 – piazzale Michelangelo dalla collina

Dottoressa Schilirò, ci confrontiamo a qualche giorno di distanza dall’evento fiorentino, quali sono le sue considerazioni a posteriori? Si aspettava di vedere così tanta gente? Piazzale Michelangelo era completamente gremito, comprese la collina di fronte e le strade sottostanti. Ha un’idea del numero delle partecipanti?

“No, non me lo aspettavo. Un mio amico che era lì presente e che, in passato, si è occupato di concerti sostiene che ci fossero almeno 60.000 persone, visto che solo piazzale Michelangelo, a suo dire, ne conterrebbe 48.000.”

'Venere vincerà'- Piazzale Michelangelo Firenze
‘Venere vincerà’- Piazzale Michelangelo Firenze

Avevate chiesto varie piazze, ma vi è stata concessa ‘la terrazza fiorentina sull’Arno’ che, pur essendo un punto spettacolare della città, ha una difficile viabilità che non ha permesso un arrivo agevole delle manifestanti. Inoltre, ci sono stati non pochi problemi tecnici: i microfoni, che alle 12 funzionavano perfettamente, quando è iniziata la manifestazione hanno smesso di funzionare ed è stato impossibile per chiunque fare video e inviare foto perché i cellulari non trasmettevano più. Pure le telecamere della piazza si sono spente e anche Byoblu, l’unica TV presente per riprendere in diretta la manifestazione, è riuscita a registrarne solo metà. Probabilmente le antenne di trasmissione del segnale non ce la facevano a supportare troppe connessioni contemporanee, meno comprensibile risulta però ciò che è accaduto ai microfoni e alle telecamere della piazza. Avete poi trovato una spiegazione?

“Ho parlato dell’accaduto con alcuni colleghi ed esperti di informatica e tutti erano piuttosto concordi nel ritenere che sia stato utilizzato un disturbatore di frequenza, perché i microfoni appunto funzionavano benissimo prima dell’inizio, durante le prove e hanno ripreso a trasmettere alla massima potenza verso la fine. Infatti, per ben due volte, io mi sono rivolta ai tecnici verso la conclusione della manifestazione chiedendo come mai adesso i microfoni funzionassero benissimo e anche loro erano basiti.”

guardando la collina
guardando la collina

‘Venere vincerà’ è sicuramente stata un’iniziativa nuova, diversa e significativa rispetto ad altre manifestazioni di protesta che da mesi, ormai, si stanno susseguendo nelle piazze d’Italia. In precedenti interviste Lei ha dichiarato che “è il tentativo, da parte di donne armate di amore per questo Paese, di smontare un pezzo della narrazione distorta che imperversa e di lanciare un grido di allarme, di libertà di giustizia e di verità”. Tuttavia, l’esaltazione del femminile e della simbologia che incarna la donna è qualcosa che non tutti hanno capito e vi siete attirate sia le critiche di una parte degli uomini, sia le accuse del movimento femminista in cui avete specificato di non riconoscervi. C’è da precisare, inoltre, che la manifestazione di Firenze in realtà è stata solo un primo passo: dunque cosa si propone concretamente il progetto ‘Venere vincerà’, come è nato e chi ne fa parte? Continuerete a procedere autonomamente o vi unirete ad altre realtà che dissentono? In questi mesi, infatti, sono nati vari gruppi e movimenti, c’è un continuo segmentarsi e questo, alla fine, implica debolezza e favorisce chi ha intenti divisivi. Lei ritiene importante e possibile la creazione di un fronte unico del dissenso?

“Domenica 21 con un messaggio vocale sul gruppo telegram che, sempre da quel giorno, ha cambiato nome, passando da ‘Venere vincerà’ a ‘Il coraggio di Venere’ ho preannunciato l’imminente costituzione di un’associazione no-profit sempre con l’obiettivo di riportare l’energia femminile nel mondo. Non appena sarà costituita, sarà tutto pubblico, sia i componenti che gli scopi dell’associazione. È molto importante avere una forma giuridica quando si cerca di realizzare obiettivi concreti.
Restano fermi naturalmente la richiesta di revoca del greenpass, di qualsiasi obbligo vaccinale, dell’uso scorretto delle etichette nogreenpass e novax, di corretta e libera informazione su ogni aspetto della narrazione pandemica e la richiesta di intervento dell’Europa e delle Nazioni Unite sulle gravi violazioni in atto dei diritti fondamentali dell’essere umano. Noi chiediamo che tutti coloro che hanno delle responsabilità, fossero anche solo verbali, siano chiamati a risponderne, come si conviene in uno Stato democratico. Frasi come quelle che inneggiano a ‘Bava Beccaris’ o paragonano i non vaccinati a dei ‘sorci’ o ai ‘disertori’, che sperano si dissolvano come ‘poltiglia verde’, mentre qualcuno ‘sputi nei loro piatti’ sono espressioni gravissime che, a mio avviso, andrebbero punite come incitamento all’odio e alla discriminazione. Non meno riprovevoli risultano i ‘massacri televisivi’, subiti anche dalla sottoscritta, e che avvengono nel silenzio del conduttore che è sempre molto lesto nell’interrompere i ragionamenti di chi si discosta dal pensiero unico, ma resta, al contrario, immobile quando vengono urlati insulti e usati luoghi comuni per aggredire le posizioni di chi difende la libertà e i diritti fondamentali dell’essere umano. Sono molti mesi, ormai, che ci sentiamo ripetere, in molte trasmissioni televisive, che ‘i novax sono liberi grazie a chi si è vaccinato, che è un’altruista e che il covid si diffonde ed esiste ancora a causa dei novax, che dicono solo stupidaggini e sono privi di sensibilità ed empatia’. Frasi di questo tipo vengono urlate e ripetute numerose volte, senza che il conduttore di turno intervenga. È strano notare come poi siano sempre i novax a essere appellati come ‘terroristi, delinquenti, pazzi, squilibrati e squadristi’.
È interessante sottolineare non solo che gli accusatori dei novax sono sempre sprovvisti di prove a riguardo, ma che quasi mai in queste trasmissioni sia data la possibilità di rispondere, nonostante più volte si chieda la parola, com’è successo sempre alla sottoscritta. Forse ci viene negato il diritto di replica, persino quando siamo presenti e non subiamo processi a distanza, perché sanno che sarebbe molto facile far cadere quelle accuse. Basterebbe citare i dati che arrivano da molti Paesi del mondo e che affermano l’esatto contrario o prestigiosi studi, presentati addirittura in Senato o pubblicati su una delle riviste scientifiche più importanti al mondo, come ‘The Lancet’, in cui si legge, tra le altre informazioni, che esistono prove sempre più numerose del ruolo rilevante dei vaccinati nel contagio, della loro carica virale elevata e che risulta ‘sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati’.
Noi di ‘Il coraggio di Venere’ sosteniamo che sia assolutamente necessario unirsi tutti, pur nel rispetto delle proprie peculiarità. Chiunque stia facendo qualcosa per cambiare questa situazione è un nostro amico. Noi non ci permetteremo mai di criticare ferocemente chiunque, a modo proprio, stia investendo energie e coraggio per difendere i diritti di tutti. Al contrario noi, e io in particolare, suscitiamo invece aggressioni verbali continue. Evidentemente queste persone hanno tanto tempo da sprecare.”

'lavori in corso'
” lavori in corso “

Proprio di questo vorrei parlare, del particolare accanimento nei suoi confronti, persino da persone che, in teoria, dovrebbero essere dalla sua stessa parte. Alcuni parlano di lei come una che cavalca il dissenso per portarlo chissà dove, altri si sono cimentati in inquietanti teorie chiamando in causa massoneria, servizi segreti, perfino il demonio. Una rosa rossa mostrata in un video è bastata a collegarla ai rosacroce e le candele bianche e le sciarpe rosa che ha chiesto di portare alle donne alla manifestazione del capoluogo toscano per qualcuno sarebbero dovute servire a compiere un rituale malefico. Eppure, al di là delle parole, dovrebbero essere i fatti che contano: per aver espresso apertamente il suo pensiero il 25 settembre a Roma di fronte a 100mila persone è stata sospesa e sono stati avviati a suo carico vari provvedimenti disciplinari, ha avuto l’ordine di tacere tuttavia continua a parlare e, a ogni sua dichiarazione pubblica, si porta dietro nuovi procedimenti disciplinari, ma anche sempre più gente: il canale telegram aperto poco prima della manifestazione del 14 novembre ha registrato quasi 80mila iscrizioni in soli 4 giorni! Forse è proprio questo il motivo? Una donna preparata e coraggiosa fa paura perché, quando parla, è in grado di motivare popolo e militari? C’è qualcosa che vorrebbe dire alle persone che stanno tentando di screditarla?

“Io ringrazio i numerosi sconosciuti che mi screditano per tutte le risate che mi suscitano, cosa che purtroppo non accade di frequente in questo periodo. Le offese che arrivano, invece, da chi dovrebbe stare dalla mia stessa parte mi preoccupano un po’ perché, evidentemente, dicono a me ciò che in realtà sono loro stessi e cioè ‘gatekeper, infiltrati, pagati dal sistema’ e accuse simili.
Credo che lei abbia centrato il punto. Alla base, suppongo ci sia il terrore nei confronti di una donna che porta prove e dati e sa argomentare le proprie opinioni, esattamente come accadeva nel Medioevo e come accade, purtroppo, spesso persino oggi. Noto, infatti, che quando ci sono persone con scarse doti comunicative o che ripetono mille volte gli stessi concetti, nessuno li attacca. Al contrario, vengono portati a esempio persone che sostengono il dissenso semplicemente affermando ‘bisogna rispettare la Costituzione’ oppure ‘dateci i tamponi gratuiti altrimenti il greenpass è discriminatorio’ e altre frasi di questo tenore. Appena qualcuno, invece, prova a realizzare qualcosa di concreto o esprime un concetto in più parte la macchina del fango. Resto attonita, quando mi accorgo che alcune persone seguono persino chi, sempre urlando, mi aggredisce, naturalmente in mia assenza, con frasi come queste: ‘Cosa ha fatto di concreto la Schilirò?’ In quel momento, capisco i danni che ha provocato questa società e perché siamo gli ultimi in Europa per la comprensione di un testo scritto. Capisco anche perché ricevo quasi più complimenti dall’estero che dal mio Paese.
Vorrei chiedere a chi rivolge questa domanda tu, invece, a parte arricchirti aprendo canali social per parlare sempre e solo del virus o proponendo ricorsi che hai sempre perso o che, in uno dei rarissimi casi di vittoria spacci come di efficacia generale, quando invece hanno efficacia esclusivamente tra le parti, che cosa hai fatto? Non mi pare che grazie al tuo aiuto sia stato revocato il green pass, giusto per fare un esempio. E ancora, quanti altri appartenenti allo Stato conosci che, prima di me, sono saliti su un palco, davanti a 100.000 persone per esprimere pubblicamente il proprio dissenso? E che ora stanno affrontando un calvario? E, per favore, cercane uno che abbia almeno metà del mio curriculum. E poi, potresti dirmi chi, a distanza di poco più di un mese, ha organizzato una manifestazione che ha radunato un ottimo numero di persone e sta cercando di creare una rete sociale di supporto per tutti coloro che hanno perso il lavoro? Potrei andare avanti per molto, ma mi fermo qui e invito chi mi denigra a non frequentare i miei social e a non chiamarmi Nandra perché è un nome che riservo solo ai miei amici, reali o virtuali. Chi è sempre pronto a sputare veleno mai potrà farne parte, soprattutto se attacca persone che giocano nella loro stessa squadra. Evidentemente fingono di stare dalla parte di chi accusano, altrimenti non li offenderebbero. Non è assurdo diffamare chi lotta per i tuoi stessi obiettivi? Ognuno lo fa a modo proprio e come può.
Ho saputo che parlano male di me addirittura persone che si autoproclamano ‘guide spirituali’ o ‘depositari di conoscenze antiche’. Vorrei rivolgermi alle persone che seguono questi falsi guru e chiedere loro: vi sembra normale che chi sostiene l’amore universale poi si scagli ferocemente contro una donna, magari solo perché con un discorso di dieci minuti ha conquistato più followers di quanti voi ne abbiate raggiunti in dieci anni? Questo non è accaduto, come affermate voi mentendo, perché io sono una del sistema, altrimenti come mai mi hanno chiuso un profilo e censurato quattro volte? Questo accade perché le anime comunicano e si riconoscono al primo sguardo. A voi tocca spendere molte energie e tempo e soldi ripetendo sempre le stesse cose per acquisire un po’ di credibilità. Ad altri, invece, basta essere quello che sono. E io sono una persona come tante, che non ha smanie di grandezza, a cui non importa nulla di avere followers o tanti spettatori perché io non ci guadagno niente! A me interessa soltanto che nel mio amatissimo Paese torni la vera democrazia, la libertà e un po’ di felicità. Io mi sono esposta per senso civico e dovere morale e ne è prova il fatto che avevo pubblicato il mio ultimo romanzo con uno pseudonimo! Capito quanta voglia che ho di apparire? Sono stata costretta, poi, a uscire allo scoperto perché il libro è stato censurato! Così come molte altre delle cose che avevo pubblicato sui social, perché evidentemente sono una persona scomoda, come solo le persone libere e non controllabili né ricattabili possono essere.
Adesso, sicuramente, aggiungerete alle note offese anche il fatto che sono una presuntuosa. Chiamatemi come volete, tanto la verità germoglia sempre, per quanto cerchiate di coprirla. E poi lo affermo io stessa che non possiedo il vanto esibizionista della falsa modestia e dunque non faccio finta di essere una nullità per strappare dei complimenti. Sono consapevole di avere qualche pregio e molti difetti, come tutti, e cerco di fare qualcosa di concreto per il bene mio e di tutte quelle persone che vedono in me la loro stessa bellezza. Concetto troppo raffinato per chi spreca la vita a screditare gli altri, invece di perseguire i propri obiettivi e di unirsi con chi condivide i medesimi fini.”

donne in piazza
donne in piazza

A Firenze ha ribadito la sua contrarietà al Green Pass, lo aveva fatto fin da subito con un post su Facebook l’11 agosto che poi è stato censurato. Cosa rappresenta questa misura e qual è il vero obiettivo?

“Il green pass italiano non è solo la tessera della discriminazione, come lo chiamo dall’11 agosto. Non è solo illegittimo perché viola il regolamento europeo istitutivo del medesimo, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e naturalmente la nostra Costituzione, ma è uno strumento pericolosissimo che potrebbe condurci, come ha spiegato bene il filosofo Agamben in Senato, a un controllo totale. La nostra società diventerebbe corrispondente in tutto e per tutto a quella cinese, basata sulla tessera dei crediti sociali e sulla digitalizzazione della moneta. La popolazione verrebbe divisa in buoni e cattivi cittadini. I buoni sarebbero coloro che eseguono gli ordini del potere senza protestare mai. I cattivi, invece, coloro che avrebbero aspirazioni di libertà e si permetterebbero di esprimere ancora una propria idea. Naturalmente accadrebbe in Italia ciò che sta accadendo in Cina ad alcuni giornalisti cinesi che hanno perso tutti i crediti sulla loro tessera perché hanno osato criticare il Governo. Senza punti nella tessera, il conto in banca viene bloccato e il dissidente disinnescato, tagliato fuori dalla società senza più avere neanche i soldi per poter soddisfare i propri bisogni primari.
Per questo, sul palco del 25 ho affermato che la tessera della discriminazione, in realtà, è un male per tutti, anche se molti ancora non se ne rendono conto. Se arrivassimo davvero a quel modello, non esisterebbe più neanche il libero arbitrio e, allora, qualcuno mi dovrebbe spiegare quale sarebbe il senso della nostra vita.”

donne in piazza

Verso quel modello, invece, sembriamo diretti a passi veloci. Intanto è stato appena emanato un nuovo decreto legge che inasprisce ulteriormente le misure governative: da un lato il ‘super green pass’ che esclude di fatto i non vaccinati dalla vita sociale e dall’altro l’estensione dell’obbligo vaccinale alla terza dose e dell’obbligo vaccinale a nuove categorie. Premesso che è necessario aspettare di vedere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per essere sicuri che gli obblighi annunciati saranno quelli che effettivamente si troveranno nel testo definitivo, cosa pensa di questa ulteriore stretta repressiva? Un numero crescente di persone ha manifestato per tutta l’estate, non si rischia di andare verso una lacerazione profonda e definitiva della società? 

“Purtroppo si rafforza quel pensiero che mi attanaglia da diversi mesi. Ho l’impressione che più di qualcuno brami la guerra civile, che ci sia una strategia ben programmata e assolutamente incurante di qualsiasi protesta. Continuo a domandarmi dove sia l’Europa, dove siano le Nazioni Unite, le Istituzioni in genere, che cosa stia facendo la magistratura, che cosa stiano pensando alla Corte penale internazionale dell’Aja e mi domando persino dove siano gli italiani.
Alla maggior parte dei nostri concittadini va davvero tutto così bene? Sono felici di vivere in un mondo del genere? Stiamo perdendo ogni giorno sempre nuovi diritti e pare che noi dissidenti siamo gli unici ad accorgerci dei pericoli sempre più grandi che sta correndo l’essere umano. Ogni giorno, da quando è stata introdotta la prima tessera di discriminazione, mi domando perché gli italiani non sentano l’impellente necessità di fermarsi per almeno una settimana. Sono così rassegnati da non voler fare neanche un tentativo? O non sono disposti a rinunciare a niente? Davvero il terrore che hanno distillato nelle loro teste con i media mainstream li ha privati della capacità di pensare? Vogliono davvero vivere mascherati, distanziati, punturati, controllati, per il resto dei loro giorni?
Eppure, alcuni sono stati così lesti nell’attaccarmi quando io sono stata costretta a fare un annuncio, due giorni prima della manifestazione e cioè di indossare le mascherine e rispettare il distanziamento, altrimenti non ci sarebbe stata alcuna manifestazione. Era chiaro che si trattava dell’ennesimo tentativo per bloccarla! Ho dovuto fare una scelta e ho scelto ciò che era più importante: incontrarci e parlare delle strategie da attuare.
Noi dal 14 novembre stiamo continuando con il nostro impegno, ma il resto del Paese che cosa sta facendo? Tante sono state le proposte per cercare di arginare questo regime che avanza, dal prelevamento dei soldi, allo sciopero, al rifiuto del green pass e alle manifestazioni di ogni tipo. Noto, però, che ad attuare queste misure siamo sempre troppo pochi. Tutti pretendono che io faccia qualcosa, ma più di cercare di convincere quante più persone possibili, più che fare proposte, più che espormi in prima persona e in continuazione ad attacchi di ogni tipo ed escogitare con le mie amiche strategie per fermare tutto questo, che cosa dovrei fare?
Ognuno è fondamentale in questa lotta, ma pare che i più non lo comprendano. Se gli italiani sono diventati così pigri da non leggere neppure più un articolo per intero, io che cosa dovrei fare? Gandhi ha liberato l’India usando la parola, ma quando Gandhi ha proposto al suo popolo di fermarsi, il popolo lo ha ascoltato! Mi pare che qui da noi si preferisca ascoltare il guru di turno, che scredita chi potrebbe sottrargli clienti, piuttosto che darsi da fare in prima persona.
Mi piacerebbe poter affermare che, adesso, tutte le categorie obbligate al vaccino, tutti coloro che sono contrari al green pass, tutti coloro che rifiutano la terza dose, tutti coloro che sono stati costretti a vaccinarsi e tutti coloro che non vogliono far inoculare i propri figli si fermeranno e bloccheranno il Paese, ma temo che faremo la fine di Israele o di Gibilterra o dell’Australia. Spero con tutta me stessa che questo non accada, ma temo che la maggior parte correrà a vaccinarsi, perché pensano che così tutto questo avrà fine e, invece, non si rendono conto che, proprio perché si piegano a ogni sopruso, non finirà mai.”

Nella conferenza stampa che si è svolta il 24 novembre scorso per presentare il nuovo decreto approvato all’unanimità in Consiglio dei Ministri, il Ministro Speranza ha forse ingenuamente dichiarato che i vaccini Pfizer per under 12 sono già in arrivo, “la terza decade di dicembre”. Così ha detto. Dunque, sarebbero stati ordinati e comprati prima dell’autorizzazione dell’EMA, che in realtà è arrivata solo il 25 novembre e, conseguentemente di quella di AIFA (convocata la prossima settimana, dall’1 al 3 dicembre, per una valutazione in meritio). Com’è possibile che il Governo si sia potuto muovere anticipatamente in tal senso senza che nessuno abbia sollevato la questione? Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha precisato che per i più piccoli “non è previsto Green Pass o obbligo”, tuttavia le recenti dichiarazioni del presidente Aifa, Giorgio Palù, fanno intendere chiaramente che il tema dell’obbligo vaccinale per i bimbi resta aperto. Come è giustificabile se proprio sul foglietto illustrativo del vaccino Pfizer è scritto ‘Cominarty non è raccomandato ai bambini di età inferiore a 12 anni’?
Sul palco di Firenze la dottoressa Erminia Maria Ferrari – medico di famiglia di Bergamo che si è occupata con successo fin da marzo 2020 della cura domiciliare precoce dei malati di covid – ha sottolineato che non sono noti gli effetti a lungo termine di queste terapie geniche e che i bambini tendono ad avere delle forme veramente banali con decorso della malattia in genere molto breve. Sta per accadere ciò che si è già sperimentato nel 2017 con 10 vaccini resi obbligatori dalla Legge Lorenzin? Del resto, certi volti onnipresenti sui media mainstream da quando è scoppiata ‘la pandemia’ sono gli stessi di allora e, come allora, chi si documenta e pone perplessità è marchiato con etichette denigratorie. Sembra che ci sia un’agenda che deve essere portata avanti a tutti i costi, ignorando morale ed evidenze scientifiche. Le mamme e i papà come potranno tutelare concretamente i propri figli?

“Credo che i genitori dovranno avere il coraggio di rifiutare questo trattamento genico sperimentale per i loro bambini. Molti medici e scienziati hanno definito ‘un atto criminale’ quello di vaccinare i bambini, perché, come dice tra i tanti, per esempio, il professor Di Bella, i bambini non si ammalano di questo virus e, anche quando accade, in genere sono asintomatici e, dunque, hanno una carica virale così bassa che la loro capacità di contagio è pressoché nulla. Stanno nascendo tante scuole parentali e forse la soluzione, per chi vuole ancora essere umano, è quella di creare una società parallela.”

I tamponi che sono serviti per giustificare tutte le chiusure degli ultimi 20 mesi adesso sono diventati all’improvviso inattendibili. Personaggi come Burioni e Ricciardi, da entusiasti sostenitori ultimamente sono diventati scettici. Allo stesso tempo TV, radio e giornali continuano a martellare sull’aumento dei contagi. E infine il nuovo super green pass valido solo per i vaccinati o i guariti. Tutto davvero fa pensare che si sta andando verso l’obbligo vaccinale per tutti. E, se fosse, basterà l’energia femminile non violenta a difendere la libertà di scelta? Chi ancora nutre dubbi verso questi sieri come potrà concretamente sottrarsi?

“Sinceramente ormai mi aspetto di tutto, ma vale quanto ho appena affermato per i bambini, cioè la necessità di creare una società parallela. Mi auguro anche che ci sia qualche bravo giurista che spieghi fino all’ultima parola l’articolo 32 della Costituzione e, soprattutto, che ricordi ai nostri governanti che, se siamo in Europa, esistono delle norme che impediscono qualsiasi obbligatorietà vaccinale. Non so quante persone potranno scegliere la sospensione, piuttosto che cedere contro la loro stessa volontà a un trattamento genico sperimentale che non vogliono. Al momento, oltre ai ricorsi legali e alla sospensione non vedo altri modi per sottrarsi all’inoculazione. Spero che la piattaforma che stiamo creando per chiunque voglia offrire il proprio lavoro a chi lo desidera possa aiutare tutti coloro che si trovano in difficoltà.
Mi domando se gli inoculati non si sentano mai presi in giro. Gli avevano promesso libertà e diritti e, invece, si ritrovano a dover fare la terza dose, perché si ammalano come i non sierizzati, forse anche di più come ho spiegato prima e, inoltre, nessuno sarà responsabile, se non loro stessi, per eventuali effetti avversi che si potrebbero verificare nei prossimi anni e che, purtroppo, in molti casi, abbiamo già visto accadere, salvo poi dichiarare che non sono correlati al siero genico sperimentale.
Se non fosse tragico, sarebbe esilarante notare come prima fossero tutti morti di covid, anche se malati terminali di altre malattie o incidentati o infartuati, ma bastava un tampone positivo, magari alla terza volta e amplificato oltre ogni limite di credibilità scientifica, per stabilire che si trattasse di un morto per questo virus. Oggi, invece, al contrario, anche se sei perfettamente in salute e abbandoni questo mondo, non vi è quasi mai correlazione con il siero.
A me è bastato sapere che si erano inventati lo scudo penale per non rispondere di lesioni, né di morte conseguente a questo siero, per farmi decidere di approfondire molto bene la questione. E, quando l’ho approfondita, ho scoperto cose via via sempre più gravi, che non mi fanno stare tranquilla. Anche se le varie star televisive affermano il contrario, io conosco tante persone che dopo questo trattamento sono state malissimo e tuttora patiscono effetti avversi che il loro medico di famiglia neppure ha segnalato!
Ecco, per esempio, questo è un altro problema. Perché si è scelto di non effettuare la farmacovigilanza attiva? E come mai c’è un giro di falsi vaccini e falsi green pass, se tutti sono così convinti della bontà di questo prodotto? A volte, mi sembra che siamo passati da un’epidemia di tamponi (che sappiamo dal suo inventore neppure potevano utilizzarsi per diagnosticare malattie), a un’epidemia di paura. Forse molti non lo sanno, ma un animale terrorizzato accetta di subire qualsiasi trattamento, persino di vivere con le scariche elettriche sul pavimento, se il proprio carceriere gli concede un po’ di cibo e chissà, forse, gli andrebbero bene anche le larve e gli insetti.”

Nel 2019 per i suoi meriti privati (libri) e professionali è stata chiamata a far parte della Consulta Femminile del Pontificio Consiglio della Cultura, la sua posizione è però contraria alla attuale posizione ufficiale del Vaticano su green pass e vaccini anti-Covid e, del resto in Consulta siedono donne con punti di vista completamente opposti ai suoi, penso ad esempio alla giornalista Myrta Merlino che, tra l’altro, è stata legata a lungo con Domenico Arcuri, commissario straordinario dell’emergenza Covid-19. Dopo aver parlato dal palco della manifestazione NO Green Pass del 25 settembre a Roma è stata sospesa e rischia di essere espulsa dalla polizia, ha per caso ricevuto un provvedimento di espulsione anche dalla Consulta Femminile?

“Ancora no, ma non mi stupisce. Giorni fa parlavo della questione con un amico prete che dovrebbe essere scomunicato per le sue posizioni identiche alle mie, ma che ancora non ha ricevuto nulla.
Sinceramente la cosa mi è irrilevante, visto che non partecipo a nulla che abbia a che fare con la Consulta e ho rifiutato di partecipare alla trasmissione della Merlino e a moltissime altre, numerose volte. In realtà, ho partecipato a sole due trasmissioni e ho ricevuto centinaia di richieste, anche molto insistenti. Vorrei ricordare a chi non lo sapesse che alle trasmissioni televisive interessano gli ascolti ed è questo, in genere, il criterio più utilizzato per invitare gli ospiti. Io ho accettato di partecipare a queste trasmissioni televisive perché speravo di poter portare un messaggio di libertà e diritti costituzionalmente garantiti a milioni di italiani. Mi sono resa conto, invece, che mi davano la parola una volta su dieci e che passavo il tempo con la mano alzata invano.”

A proposito del suo discorso del 25 settembre in piazza S. Giovanni a Roma: è salita sul palco a sorpresa e con le sue parole è riuscita a toccare i cuori di molti cittadini e anche di tanti componenti delle forze dell’ordine che, in borghese, erano presenti tra la folla. Qual è al momento la situazione all’interno degli ambienti militari e tra le forze dell’ordine? La sensazione dall’esterno è che ci sia una spaccatura in atto perché, da un lato ultimamente abbiamo visto la polizia capace di atti di violenza gratuita, mi riferisco ad esempio alle immagini dei manifestanti pacifici seduti a terra con il rosario in mano colpiti da idranti e lacrimogeni, dall’altro di recente è nata l’Associazione Operatori di Sicurezza Associati (O.S.A.) composta da membri delle Forze dell’Ordine, Forze Armate e da tutte le categorie che concorrono alla sicurezza e all’ordine pubblico che hanno posizioni molto critiche verso la narrazione ufficiale e che hanno già più volte espresso solidarietà verso di lei e anche verso la manifestazione ‘Venere vincerà’. Inoltre il giorno precedente l’ultimo decreto legge il Cosap, il Coordinamento Sindacale Appartenenti alla Polizia, ha palesato la sua contrarietà a forme di discriminazione legate al compimento o meno del ciclo vaccinale ed ancor di più all’imposizione dell’obbligo vaccinale.
Questo significa che è in atto un cambiamento? Quanti sono dunque i colleghi che ‘la pensano come lei’ e quanti sarebbero disposti a disattendere eventuali future disposizioni di dubbia legittimità?

“Domanda molto interessante, ma è impossibile per me fornire una risposta veritiera. Io sono molto legata a tanti colleghi, non a caso sono un’iscritta OSA e so che tantissimi la pensano esattamente come me. Io credo che, al momento opportuno, dimostreranno di saper fare le scelte giuste. La contrarietà deve tradursi in fatti concreti.
È dal palco del 25 settembre che continuo a ripetere che non basta manifestare e gridare ‘libertà’. Bisognava unirsi subito e fermarsi tutti insieme. Se lo avessimo fatto il 15 ottobre, come mi sono augurata pubblicamente numerose volte, forse oggi non ci troveremmo in questa situazione. Ognuno è stato chiamato a fare la propria parte. Questa richiesta non è stata fatta soltanto da me, ma da moltissimi altri, eppure ho notato che si sposta sempre più in là la data di partenza, ma fondamentalmente non si parte mai! O meglio, a partire siamo sempre i vecchi ‘quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo’, mentre gli altri sono tranquilli nei centri commerciali a fare shopping. Se mi sbaglio, come spero, chiedo agli italiani ancora una volta di fermarsi per almeno 10 giorni”.

Cita spesso Gandhi e la via del non violenza e, giustamente, ha sottolineato in più di un’occasione la necessità di muoversi sempre nel terreno della legalità. Tante procure sono state interessate da ricorsi di ogni tipo in questo ultimo anno e mezzo, ma la magistratura non è ancora intervenuta efficacemente. Rimane convinta che sia possibile far valere la Costituzione e i diritti naturali intoccabili in essa riconosciuti, se manifestare in piazza sarà sempre più difficile (per via delle limitazioni introdotte dal ministro Lamorgese con una recente direttiva) e se gli uomini e le donne in divisa continueranno ad ubbidire e a far applicare le regole attuali?

“Purtroppo, nel mio personale vocabolario sembra sparita la parola resa. Come insegnano i maestri spirituali di tutti i tempi, se pensi di essere nel giusto, vai avanti, sempre, anche da sola. Ed è quello che intendo fare.
So di non essere sola ma, anche se la macchina del fango ingannasse tutti, io andrei avanti comunque. La mia fede mi porta a essere convinta non solo che, alla fine, il bene trionfa, ma che l’amore e la verità, come mi ha insegnato tra gli altri proprio Gandhi, hanno sempre vinto nel corso di tutta la storia, perciò non c’è che da aspettare. Anche la pazienza è una forma di coraggio. Ognuno risponde alla propria coscienza.”

Ha citato la pazienza che è sicuramente una virtù dei forti; tuttavia, adesso molta gente è esasperata da mesi di informazioni allarmanti e incomplete e da una narrazione che mira esclusivamente a criminalizzare il dissenso. Inoltre, tanti hanno perso il lavoro a causa delle misure restrittive del governo e molte famiglie cominciano ad avere difficoltà ad arrivare a fine mese. È un periodo drammatico e difficile della nostra storia, periodo di interessi e anche d’inganni e di tradimenti; eppure, molte persone si stanno risvegliando e riscoprendo valori che forse avevano dimenticato in un mondo travolto dalla tecnologia e svuotato dei sentimenti. Il bello delle manifestazioni è proprio conoscersi e ritrovare un contatto umano reale, superare la divisone e l’isolamento e varie iniziative concrete stanno nascendo. Ma la chiusura delle piazze, la delocalizzazione delle proteste nelle periferie fino addirittura a rilasciare un daspo a chi apre un tavolino e mette una sedia in una piazza – mentre invece si permettono festeggiamenti sportivi e altri eventi – dimostrano che c’è la determinazione forte a bloccare tutto. Se si impedisce al dissenso di esprimersi anche pacificamente e al contempo si aumentano le restrizioni, non si rischia lo strappo definitivo e di arrivare quindi a degli scontri violenti? E se questo è l’obiettivo per giustificare una stretta ancora più forte, che alternative concrete di iniziative rimangono a coloro che desiderano difendere i valori costituzionali?

“Insisto di non cadere nella trappola. Mi piacerebbe che si potesse fare ciò che ho suggerito nelle altre risposte e sottolineo la necessità di unirsi e fermarsi per un periodo tutti insieme. Ci tengo a precisare che io non mi sono svegliata il 25 settembre, come qualcuno ha insinuato. Avevo scritto dei post su facebook ad agosto, invitando gli italiani a gesti di solidarietà e di rifiuto del green pass e, ancor prima, avevo condiviso informazioni importanti che mi sono costati la chiusura di profili e varie censure. Da marzo 2020, parlavo con amici e colleghi e mettevo in discussione alcune illogicità che vivevamo, in merito per esempio all’origine del virus, alle mascherine, al lockdown, al coprifuoco e ai tamponi. Sempre nel 2020, ho condiviso varie poesie e pubblicato il romanzo ‘La ragazza con la rotella in più’ che è un’allegoria dei nostri tempi e, non a caso, la prima versione che ho pubblicato con uno pseudonimo è stata censurata.
Nel mio piccolo, continuerò sempre a fare qualcosa per superare quest’abominio. E credo che una delle cose più importanti sia quella di mantenere il cuore sereno. Se opponiamo alla loro narrazione distorta lo stesso odio che ci riversano addosso, abbiamo già perso. Invece, dobbiamo manifestare, ma attraverso un dissenso festoso. Dimostrare che noi sappiamo sorridere e amare, nonostante tutti i soprusi che stiamo sopportando. Io ho scelto di proteggere la gente onesta dai soprusi e ora mi viene impedito di esercitare la mia professione, perché ho manifestato il mio pensiero, come prevede l’articolo 21 della Costituzione. Che cosa dovrei fare? Piangermi addosso? Abiurare come mi è stato chiesto e come Galileo?
E invece no, continuo a celebrare la bellezza della vita, a ringraziare per tutte le migliaia di persone che mi sostengono e mi riempiono di affetto e a lottare per un mondo di libertà, giustizia e felicità.”

'Venere vincerà'- Firenze 14 novembre 2021
‘Venere vincerà’ – Firenze 14 novembre 2021

A proposito di giustizia, dal momento che lei in passato ha risolto alcuni dei casi di violenza che più hanno colpito l’opinione pubblica collezionando per questo anche dei riconoscimenti, non posso concludere questa intervista senza farle una domanda che, probabilmente, dal 27 luglio scorso è nel cuore di molte persone:  il dottor De donno si è suicidato come è stato raccontato?

“Naturalmente non ho condotto io le indagini sulla morte del grande De Donno; perciò, faccio una riflessione generale su ciò che mi sembra strano. Naturalmente questa è solo una mia opinione personale perché, non avendo potuto osservare il corpo, non so se presenta i tratti tipici del suicidio oppure no.
Mi domando come mai un medico, che avrebbe potuto utilizzare metodi più dolci, abbia scelto di porre fine alla sua vita in quel modo. Non lo conoscevo personalmente, però mi sembrava un uomo che amava la vita e il proprio lavoro e con dei progetti da realizzare.
Sarà che nel mio vocabolario manca proprio la parola suicidio, perché è qualcosa di inconcepibile per me e, visto che vedo la vita sempre come un dono, penso che ci sia sempre una buona ragione per vivere. Faccio molta fatica a pensare che chi ha salvato tante vite, decida all’improvviso di porre termine alla propria. Sarà che per me De Donno è un eroe e gli eroi lottano fino all’ultimo istante.”

candele al piazzale Michelangelo a fine manifestazione

Grazie per il tempo che ha dedicato a questa lunga conversazione. Nel salutarci mi tornano alla mente le candele bianche spontaneamente accese al piazzale Michelangelo da molte donne presenti a ‘Venere vincerà’ e lasciate per terra al tramonto a fine manifestazione in più punti del Piazzale Michelangelo, rimandano simbolicamente a un intento dolce, ma fermo, di rischiarare con la luce della speranza il crepuscolo della democrazia. Quanto tempo ci vorrà per abbattere il reame dell’odio e del terrore che si è instaurato e uscire dall’incubo che stiamo vivendo?

“Per uscire dal reame dell’odio e del terrore dobbiamo aspettare che qualche altro nostro connazionale si svegli dal sonno della ragione e del cuore. Azzardo una previsione. Credo che con l’arrivo della primavera ci lasceremo tutto questo alle spalle e i responsabili di questo clima da secondo dopoguerra saranno chiamati a rispondere per ogni loro singola azione e parola contraria alla legge e alla democrazia. La storia insegna.
Parlo della primavera, perché so che sono pendenti dei ricorsi alla Corte internazionale dell’Aja e confido in sentenze di condanna. Inoltre, penso che, com’è accaduto tanti decenni fa, anche questa volta qualcuno potrebbe correre in soccorso del nostro Paese.”

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