di Valentina Bennati e Jacopo Brogi
comedonchisciotte.org
Quando il 25 settembre la vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò ha parlato in piazza S Giovanni a Roma non era sola. Accanto a lei, in borghese, tra la folla, a manifestare insieme alla gente contro il green pass, c’erano altri uomini e donne che giornalmente al lavoro indossano la divisa. Non uno sparuto gruppo, al contrario, una bella rappresentanza dei molti non vaccinati tra le forze armate e dell’ordine (si parla di 100 mila agenti su circa 490 mila tra carabinieri, poliziotti, penitenziaria, fiamme gialle, esercito, aeronautica e marina).
A stretto giro da quell’intervento la dott.ssa Schilirò è stata sottoposta a procedimento disciplinare (e rischia di perdere il lavoro o essere sospesa) mentre il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Viminale, guidato dal Prefetto Lamberto Giannini, ha inviato una circolare interna alla Polizia ricordando l’obbligatorietà del Green Pass e sottolineando la necessità di «condurre alla vaccinazione il maggior numero possibile di dipendenti a garanzia anche della salute della collettività» attivando, se necessario, «sedute straordinarie a livello locale». E così sono stati indetti due Open day, l’11 e il 12 ottobre, una sorta di ultima chiamata per gli “indecisi”.
Dunque la data del 15 ottobre – giorno a partire dal quale i lavoratori pubblici e privati dovranno esibire la famigerata certificazione verde per andare al lavoro – si fa sempre più vicina e il termine vale anche per gli uomini e le donne in divisa che, comunque, già da questa estate con le mense hanno iniziato a sperimentare sulla propria pelle la discriminazione che precedentemente ha toccato operatori sanitari e insegnanti, divisi in cittadini di serie A e cittadini di serie B, una separazione che a breve riguarderà comunque tutta la popolazione.
Andrà davvero così? Gli agenti al momento “disubbidienti” daranno essi stessi il buon esempio, facendosi somministrare, senza fare storie, il vaccino anticovid, come indicato dalla circolare del ministero dell’Interno presieduto da Luciana Lamorgese, o rimarranno fermi nella loro posizione? Che aria si sta respirando in questi giorni negli ambienti dei militari e delle Forze dell’Ordine? Che voci corrono?
Qualche tempo fa abbiamo avuto l’opportunità di conoscere un appartenente all’Aeronautica Militare con un grado importante che solo adesso ha accettato di essere intervistato. S.L. sono le iniziali che utilizzeremo per assicurargli l’anonimato, dato il ruolo che ricopre.
C’è una percentuale di tutte le persone in uniforme – polizia di stato e polizia locale, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, polizia penitenziaria e forze armate – che contesta il green pass e che non è vaccinata. Di che percentuale stiamo parlando?
“La percentuale si aggira intorno al 25-30% della forza effettiva, ma in alcuni settori si arriva al 40, comunque, moltissimi colleghi che hanno fatto le due dosi, si stanno preoccupando per il dover fare la terza dose, visto che il passa parola ormai è inesorabile, e mi riferisco ai tanti effetti avversi dovuti ai sieri che si stanno verificando tra amici, colleghi e conoscenti.”
Come state affrontando questo momento storico? Siete in contatto tra di voi in modo trasversale o ognuno fa gruppo con i colleghi che hanno posizioni simili nell’ambito della propria forza di appartenenza? Ci sono gruppi regionali o vi state unendo a livello nazionale?
“I miei colleghi ed io, quelli non vaccinati e che non intendono vaccinarsi, ci siamo organizzati, sia a livello locale che nazionale, abbiamo creato gruppi social e non solo, in cui ci confrontiamo e scambiamo idee e opinioni sul come affrontare la situazione attuale.
Per questo ci siamo uniti per affrontare una situazione di emergenza democratica gravissima, non abbiamo mai pensato di fare azioni di forza o di usare violenza contro nessuno, ma semplicemente una azione pacifica e democratica tesa al ripristino dei dettami costituzionali, non solo per la nostra categoria, ma per tutto il popolo italiano. Infatti, in questo momento non siamo in disobbedienza civile, ma vogliano che sia rispettata la Costituzione Italiana, sulla quale tutti noi abbiamo giurato fedeltà.”
Molti di voi, in borghese, erano a Roma durante la manifestazione dello scorso 25 settembre in cui ha parlato anche la Vice Questore Alessandra Nunzia Schilirò. Che ricordo ha di quel momento?
“Il 25 settembre scorso eravamo in Piazza del Popolo a Roma per testimoniare la nostra presenza, insieme a decine di migliaia di persone, per dare un segnale di speranza e di solidarietà ai cittadini che pensano di essere soli a combattere questa battaglia di verità e libertà. Eravamo qualche centinaio, tra tutte le forze dell’ordine, forze armate e vigili del fuoco, ed eravamo in borghese ma riconoscibili, la gente ci ha applaudito, solo per il fatto che si fosse presenti in piazza con loro, eravamo tra il popolo e con il popolo che manifestava in modo pacifico, senza nessun tipo di violenza, ne fisica ne verbale.
Quando è salita sul palco la Dottoressa Schilirò e ha iniziato a parlare, tra noi e la piazza tutta è divampata la speranza perché una dirigente della Polizia di Stato aveva avuto il coraggio di dire le stesse cose che pensiamo tutti, è stata una emozione fortissima per me, ma si sentiva in tutta la gente che l’ha applaudita dall’inizio alla fine del suo bellissimo discorso.
Alla conclusione dell’intervento della Dirigente Schillirò c’è stato un lunghissimo applauso che non finiva mai, centomila persone finalmente consapevoli che nello Stato e nelle Istituzioni ci sono persone, e non siamo poche, che continuano a battersi e a difendere i diritti costituzionalmente garantiti.”
Qual è il clima che si respira in questo momento all’interno del vostro ambiente?
“Il clima all’interno dei nostri ambienti non è dei migliori, noi non vaccinati, che siamo una minoranza, siamo visti come dei ribelli, degli strani, non allineati.
Abbiamo già avuto delle vere e proprie discriminazioni con il decreto di luglio riguardo il green pass per entrare nelle mense. Infatti siamo costretti a mangiare fuori dalle mense, è questa è già una discriminazione, visto che tutti gli altri colleghi ci vedono entrare in mensa a ritirare il sacchetto viveri ed uscire come degli appestati.
Questo fatto, oltre ad essere discriminatorio, viola i nostri dati sanitari personali sensibili, che sono stati resi pubblici, in quanto siamo stati messi in condizioni di disagio di fronte a tutto il personale, a dover uscire dalla mensa e mangiare fuori sotto a un gazebo all’aperto in pubblica vista. La decisione di questo provvedimento da parte dei vari Alti Comandi e messo in pratica dai Comandanti delle basi la ritengo di una gravità inaudita.”
Per tutta l’estate si sono susseguite nelle piazze italiane le manifestazioni pacifiche contro il green pass con migliaia di persone di tutte le età e di tutte le estrazioni, vaccinati e non vaccinati, coinvolte da nord a sud. Il numero di coloro che manifestano il loro dissenso è in costante crescita e con il tempo aumenta l’esasperazione e anche il rischio di eventuali infiltrati e di possibili scontri violenti, cosa che è accaduta sabato scorso a Roma. Nei TG e nei social continuano a girare le immagini forti dei momenti di tensione con le forze dell’ordine e mi riferisco sia all’assalto alla sede della CGIL sia ai poliziotti che caricano e picchiano persone inermi in mezzo alla strada. Episodi sicuramente da condannare e che adesso stanno catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica oscurando le ragioni di un popolo stanco che legittimamente protesta pacificamente da mesi contro una misura che discrimina e affama complicando la vita a datori di lavoro e lavoratori. All’improvviso manifestazioni che sono state finora ignorate sono state etichettate come pericolose e inaccettabili e già si auspicano dure repressioni. Qual è il suo pensiero in merito a ciò che è accaduto?
“Le proteste che si sono svolte da questa estate ai giorni nostri sono state pacifiche e molto tranquille, la maggioranza dei partecipanti sono famiglie e lavoratori che chiedono che siano rispettati i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Oltre a quella del 25 settembre a Roma, ho partecipato a più manifestazioni in borghese come libero cittadino e ho visto i colleghi delle forze dell’ordine in divisa che ci accompagnavano lungo i percorsi o nelle piazze essere molto tranquilli e solidali con la gente.
Sabato scorso non ero presente a Roma, ma c’erano moltissimi miei colleghi in borghese che mi hanno raccontato quello che è successo. In Piazza del Popolo c’erano almeno 250-300.000 persone pacifiche che, di nuovo, manifestavano le loro rimostranze contro il green pass, tutto tranquillo, non è successo nulla fino alla fine dei discorsi dal palco in piazza. Quando si sono mossi i vari cortei verso il centro, è a questo momento che è successo tutto, si sono infiltrati qualche centinaio di personaggi di Forza Nuova, che hanno scatenato il putiferio. Insieme a questi personaggi di estrema destra, vi erano altre persone violente che hanno assaltato la sede della CGIL, mentre la polizia presente non ha fatto nulla e non è intervenuta, a riguardo ci sono le immagini molto chiare che lo documentano. Tutto questo mi fa pensare che ci fossero delle situazioni già predeterminate nel senso che, tra i manifestanti, erano presenti degli infiltrati e provocatori e questi hanno fatto quello che dovevano. Ci sono però anche ulteriori immagini che immortalano altre brutte scene con la polizia che ha fatto cariche e manganellato persone inermi, anche donne e persone anziane.
La giornata di sabato è stata una trappola vera e propria, di conseguenza oggi è stato detto dal mainstream, e per tutta la settimana a venire sentiremo ripetere, che a Roma sabato c’erano i no green pass e i no vax insieme ai fascisti, che erano qualche migliaio di facinorosi violenti di estrema destra e ancora che tutto questo è intollerabile, che sono pericolosi, esaltati terroristi e che da tali vanno trattati. Guarda caso il capo della CGIL Landini ha già lanciato lo slogan: tutti in piazza il 16 ottobre contro tutti i fascismi.
Quello che il potere, anzi tutti i poteri, si erano prefissati, è stato raggiunto: i no green pass appaiono come pericolosi da mettere in una riserva indiana.
Oltre alle manifestazioni pacifiche e alle proteste non violente – che sono importanti e che è legittimo che continuino per difendere la libertà di scelta e il sacro diritto di poter lavorare con dignità, senza essere sottoposti a ricatti di nessun tipo – penso sia utile astenersi di andare al lavoro per almeno una settimana. Visto che siamo ricattati, bisogna difendersi. Non sto parlando di niente di illecito, ma solo del sacro diritto di ribellarsi a un governo dispotico che con questi provvedimenti sta ricattando in modo subdolo milioni di persone. Dunque stiamo a casa con uno sciopero non bianco, non indetto dai sindacati che sono collusi col potere, ma bensì uno sciopero tricolore in difesa dei diritti costituzionali.”
Perché si decide di indossare la divisa? Lei perché ha fatto questa scelta?
“Indossare la divisa per me è un onore, nella mia famiglia siamo o siamo stati tutti militari, è una tradizione che si protrae nel tempo.
Io credo nelle istituzioni, indossare la divisa fa parte di me, fin da quando ero piccolo sentivo questa esigenza, mio padre e prima mio nonno, mi hanno insegnato i valori in cui credevano loro fermamente e per questo che ho deciso di entrare nelle Forze Armate.
I valori insegnatimi sono il rispetto della vita umana, la lealtà, aiutare gli altri in difficoltà, la fedeltà alla Costituzione Italiana sulla quale abbiamo giurato.”
Cosa significa aver giurato sulla Costituzione? Che doveri ha chi ha giurato sulla Costituzione?
“Come ho già risposto alla domanda precedente, giurare sulla Costituzione fedeltà alla Repubblica Italiana è un onore che senti dentro di te. Ricordo ancora il giorno del Giuramento, è una cerimonia emozionante, quando viene letta la formula del giuramento e te sei inquadrato in divisa sul piazzale insieme ai tuoi colleghi con i quali hai condiviso i primi mesi del corso e anche momenti difficili e sacrifici notevoli. Alla fine della formula del giuramento gridi ‘Lo Giuro’ e in quel momento ti corrono dei brividi lungo la schiena. E’ un emozione forte che ti prende, senti di aver fatto una cosa importante, che dal quel momento la tua vita è cambiata.
Da quel giorno sai che hai degli obblighi e dei doveri imprescindibili che si tramutano nel rispettare, onorare, ma soprattutto difendere e far rispettare la Legge fondamentale dello Stato Italiano: la Costituzione della Repubblica Italiana.”
Cos’è il green pass?
“Il Green pass non è altro che un escamotage per portare alla vaccinazione più persone possibile, un vero e proprio ricatto, nemmeno tanto velato, visto che i politici al Governo lo hanno asserito in più occasioni pubblicamente. Oltre ai politici di governo, la stessa affermazione, è stata fatta da politici regionali, locali e quelli che sono in Parlamento e che stanno all’opposizione. Solo pochissimi politici, quelli che ancora sono rimasti fedeli alla Carta Costituzionale, si sono schierati contro questo provvedimento liberticida e illegittimo.
‘La Repubblica Italiana è fondata sul Lavoro’, questo cita l’articolo uno della Costituzione, i padri fondatori della Repubblica vollero mettere il lavoro come primo diritto dei cittadini italiani, infatti il lavoro è fondamentale come diritto, non solo per poter avere un mezzo di sostegno per sé e la propria famiglia ma, soprattutto, il lavoro è dignità, è libertà, è l’appartenere alla comunità. Quindi, con l’entrata in vigore del Green pass, viene meno questo diritto, e mi spiego meglio. Per tutti coloro che hanno scelto o non hanno potuto vaccinarsi, è previsto un tampone ogni due giorni, questo non è altro che un ricatto verso i lavoratori che dovranno pagarsi le spese di tamponi, che oltre ad essere costosi, sono anche poco attendibili, dichiarato dalle massime autorità sanitarie internazionali.
In uno Stato di diritto come si può pensare di far pagare un trattamento sanitario per lavorare? Oltre che assurdo, illogico, è incostituzionale, illegittimo. Come ormai noto, i vaccinati si contagiano e contagiano gli altri, difatti il green pass non ha senso, se non quello di ricattare il popolo italiano, costretto alla vaccinazione forzata. Vaccini sperimentali che non danno nessuna immunità, che stanno creando effetti avversi in milioni di persone in tutto il mondo (dati riportati da varie agenzie internazionali) e, per quanto riguarda i danni collaterali a medio e lungo termine, non è dato sapere quali potranno essere.”
L’Italia è in pericolo?
“Il nostro Paese rischia di trovarsi in una situazione esplosiva a breve per le ragioni che ho spiegato prima, gli italiani che non si sono vaccinati per libera scelta si sentiranno cittadini di serie B, con meno diritti e saranno sempre più vessati da uno Stato che ha adottato dall’anno scorso, e continua ad adottare, dei provvedimenti anti democratici e liberticidi in nome di un emergenza infinita e non riscontrabile in nessun altro Paese Europeo. Quindi spero che i parlamentari abbiano uno scatto di orgoglio e buona fede, e soprattutto comincino a guardarsi dentro e avere il coraggio di dire NO ad un Governo che si è arrogato il diritto di decidere della vita di un popolo con decreti a raffica che incidono brutalmente sui diritti costituzionali. Un Governo che ha svuotato il Parlamento delle sue funzioni, i deputati e senatori sono stati relegati a meri esecutori di ordini governativi, accettando tutti i provvedimenti supinamente.
Non abbiamo più una rappresentanza parlamentare che si opponga a una deriva autarchica che usa il suo strapotere e i suoi diktat a colpi di voti di fiducia. Per dirla in una sola frase, siamo in piena emergenza democratica.”
Cosa è necessario per uscire dalla situazione che stiamo vivendo da quasi due anni?
“Il ripristino della legalità in senso lato, il Parlamento si deve riappropriare delle funzioni per cui è stato eletto, ovvero legiferare e controllare l’operato del Governo, intervenire e modificare decreti legge, Dpcm e quant’altro esca dalla cabina di regia del Consiglio dei Ministri, se ritenuto non legittimo o addirittura anticostituzionale.
Se l’attuale Parlamento non agirà rapidamente a emendare o cancellare gli ultimi provvedimenti governativi, la situazione si aggraverà ulteriormente, perché il popolo italiano non si sentirà più garantito né rappresentato dagli eletti. Non a caso, basta guardare le ultime elezioni amministrative, c’è stato un astensionismo di massa, le percentuali dei votanti sono state basse, addirittura in alcune città la percentuale è stata sotto il 40%, mentre nelle passate elezioni amministrative si era andati intorno al 59-60%.
Quindi un segnale forte c’è stato da parte degli elettori. Se questo parlamento farà finta di niente, l’unica via è quella di andare a nuove elezioni anticipate e far decidere al popolo sovrano da chi vuol essere rappresentato e governato. Come in tutte le democrazie parlamentari degne di tale nome le elezioni sono il più alto livello di democrazia e libertà.”
E se tutto ciò non accadrà? Se il Parlamento non interverrà, se al popolo non sarà permesso di decidere da chi vuol essere rappresentato e si continuerà ad andare avanti con provvedimenti governativi simili a quelli degli ultimi 18 mesi, che succederà? Molti temono una guerra civile. Il metodo di disobbedienza civile di Gandhi citato dalla Dott.ssa Schilirò nel suo intervento – unito allo sciopero della fame e alle marce di protesta pacifiche e fatto da moltissime persone coese tutte insieme – può essere davvero un modo valido di combattere? Cosa si sente di dire a quei cittadini che già da troppo tempo non si sentono più tutelati dagli organi di competenza e che adesso sono sempre più esasperati?
“Sarebbe auspicabile che il Presidente della Repubblica sciogliesse il Parlamento per indire nuove elezioni ma, essendo cominciato dal 3 agosto per Mattarella il semestre bianco, non può farlo. Non rimane allora che la disobbedienza civile che poi, tradotta, non è tale perché si tratta di non mettere in pratica regole e leggi ingiuste, quindi non legittime. Il che significa rimanere ubbidienti alla Costituzione Italiana e, quindi, continuare a far valere i diritti ivi previsti e tutelati.
Ghandi davvero può essere il nostro faro, ci ha insegnato che quando uno Stato diventa dispotico disobbedire è non solo un diritto, ma diventa un dovere di ogni cittadino. Lo stesso disse il grande Presidente Pertini esortando gli italiani a ribellarsi a leggi ingiuste e liberticide.
Chi invece accetta tutto questo è non fa niente diventa complice di questo abominio. Ai colleghi delle forze dell’ordine ribadisco sempre questo concetto: attenzione a eseguire ordini e applicare regole dubbie, specialmente quando sono chiamati a comminare multe e provvedimenti vessatori.
Oggi siamo in un momento storico in cui tutti siamo chiamati a delle scelte fondamentali. Tanti si adeguano per vari motivi, anche per convenienza e per quieto vivere, ma non capiscono che i diritti che oggi lo Stato toglie a noi che non ci siamo piegati, tra un po’ li toglierà ad altri e ad altri ancora.
La storia ci insegna che le dittature sono nate in questo modo, agevolate da un pensiero unico, mentre chi esprime dubbi e porta una voce diversa dalla narrazione dominante è denigrato e accusato di complottismo. Non a caso l’informazione è uno degli obiettivi a cui tutti i regimi puntano e per l’appunto il Governo ha elargito 70 milioni di euro a giornali, radio e televisioni tra il 2020 e il 2021 per diffondere solo certe informazioni.
Nonostante questo il popolo italiano si è risvegliato e chi è consapevole non accetta ricatti né imposizioni. Siamo una minoranza? Sì, ma siamo molti di più di quello che ci vogliono far credere. E poi, ancora la storia ci insegna, che sono le minoranze che spesso hanno dato vita a grandi cambiamenti e le donne da sempre hanno avuto un grande peso in questo.
Dobbiamo resistere e non cedere, non farsi prendere dallo scoraggiamento e difendere i nostri diritti con la non violenza. Un giorno non lontano ci riprenderemo le libertà perdute.”
Valentina Bennati, Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente. Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti).
“Percepisco il mio lavoro come una sottile indagine fatta di domande, di chiedersi il perché. Comprendere la causa è sempre il primo passo da fare.”
Jacopo Brogi, Autore e documentarista; freelance United Photo Press.
“La realtà ha bisogno di più testimoni. Per mostrarla e per cambiarla.”