di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
Comincia ad emergere un certo malcontento tra le Forze Armate e le Forze dell’Ordine. All’interno di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Esercito e Vigili del Fuoco non sono pochi – a quanto si vocifera – coloro che hanno scelto di non vaccinarsi e, poiché privi del certificato verde targato Draghi, sono tenuti fuori dalle mense interne. Come tutti i dipendenti ospedalieri (amministrativi, tecnici, sanitari, operai, autisti, etc …) e aziendali per i quali ormai è interdetta la consumazione al tavolo all’interno dei locali.
Si mangia, dunque, ma fuori. Anche sul marciapiede, in mancanza di una sistemazione alternativa migliore. E solo per il tempo strettamente necessario alla consumazione del pasto. Dopodiché è possibile continuare l’attività istituzionale in ufficio insieme ai colleghi o anche salire sulla stessa autovettura.
Contraddizioni che evidenziano la stupidità di certe regole che dividono la popolazione in cittadini di serie A e cittadini di serie B senza alcun fondamento scientifico, dal momento che il famigerato green pass ingenera una falsa sicurezza visto che ogni giorno si hanno ulteriori conferme che il trattamento vaccinale non pregiudica la possibilità di contrarre il virus e trasmetterlo, quindi non serve assolutamente a prevenire i contagi o l’infezione.
E’ anche da dimostrare il fatto che sia in grado di mitigare lo sviluppo della malattia dal momento che – come ha ribadito anche di recente a Firenze il premio nobel Montagnier – “se guardiamo negli ospedali, ci sono persone ricoverate che avevano ricevuto il vaccino, ma che magari poi sono state infettate e contagiate dalle varianti del virus contro le quali questi vaccini non sono efficaci.”
Molte cose allora iniziano a non tornare, aumenta la consapevolezza nella gente al pari del malcontento e rischia di alzarsi la tensione sociale fino a raggiungere il punto di rottura.
Ma, forse, è proprio questo che qualcuno si augura, esasperando gli animi con misure insensate.
“L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro” – recita l’articolo 1 della nostra Costituzione – ma adesso molti sono sotto ricatto perché lo stipendio che serve a vivere è minacciato e la sicurezza del posto fisso di lavoro, per il quale magari ci si è tanto sacrificati, rischia di svanire.
Che succederà, se aumenteranno le manifestazioni di piazza? Da che parte staranno gli uomini e le donne in divisa che adesso iniziano a sperimentare sulla propria pelle certi provvedimenti discriminatori?
“Questo obbligo è una vera e propria discriminazione che sta umiliando il personale non vaccinato costringendolo a ritirare il sacchetto viveri per consumarlo sulle scale o sui cofani delle autovetture riportando alla mente scene già viste davanti alle varie mense popolari” – denuncia il Sindacato Italiano Militari Guardia di Finanza – “l SIM GdF ritenendo questo provvedimento UMILIANTE, FRETTOLOSO, SUPERFICIALE ED APPROSSIMATIVO, che confligge con il diritto al pasto per i militari e che sconfessa la ‘dichiarata libertà di vaccinazione’ , spera in un passo indietro che elimini questo obbrobrio dalle mense di servizio”.
Fa eco la Segreteria Provinciale di Milano del SIULP, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che parla di “scene indecorose di colleghi costretti a consumare il pasto nei luoghi più disparati (scale, cortili, etc…)” e chiede “di valutare soluzioni alternative che possano garantire, fermo restando il rispetto della legge, una fruizione dignitosa della mensa di servizio”.
“Il Governo fermi la vergogna e l’umiliazione di servitori dello Stato costretti a consumare pasti da asporto o panini in condizioni di fortuna, senza alcuna garanzia di sicurezza, salubrità e igiene e in assenza di qualsiasi decoro”, esorta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Mentre Elena Ricci, giornalista di forzearmatenews.it, sottolinea che il vero problema non è il panino in sé, “Il problema è la disparità di trattamento tra due persone che hanno fatto esattamente la stessa cosa: SCEGLIERE LIBERAMENTE” .
Anche l’USMIA, l’Unione Sindacale Militare Interforze Associati, Sezione Esercito, solleva dubbi. “Ma il COVID -19 si diffonde solo nelle mense durante la consumazione dei pasti? Come mai tale restrizione riguarda il luogo più controllato e salubre che esiste in qualsiasi Caserma? In questi luoghi peraltro, l’igienizzazione degli avventori ed il distanziamento sociale, è imposto dai famosi pacchetti d’ordine! Per questi motivi, oltre al disorientamento e al malessere che continua a fermentare tra i militari delle Forze Armate e Forze di Polizia, sia in possesso che non del GREEN PASS, si è aggiunto anche il sospetto che, dietro alla nuova disposizione, si nasconda una strategia governativa tesa ad ottenere la vaccinazione di massa del popolo in uniforme”.
Ancora più esplicito il Sindacato dei Militari per la tutela dei Diritti dei Cittadini in divisa che ha preso una posizione netta con due comunicati emessi nel giro di 24 ore, il 16 e 17 agosto ultimi scorsi. Li ripubblichiamo integralmente affinché anche i nostri lettori ne possano prendere visione.
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COMUNICATO PUBBLICATO 16.08.2021
Green Pass, Difesa, Comellini (Sindacato dei Militari): pronti a denunciare chiunque calpesterà i diritti e la dignità dei nostri iscritti
È un tragicomico balletto quello che stanno facendo i vertici militari riguardo alla questione dell’accesso alle mense di servizio riservato unicamente ai possessori del certificato verde targato Draghi. Tutto questo girotondo – e non vogliamo definirlo in altro modo per non scadere nel turpiloquio – di sali, scendi, di fuori e dentro, di tu sì e tu no, sta ridicolizzando questioni serissime.
Non è ammissibile questo comportamento che non tiene in nessun conto la dignità umana dei cittadini in divisa.
Spieghino questi illuminati generali se il marinaio Tizio, privo del green pass da domani verrà messo a mangiare il suo pasto appeso fuori dalla nave come un appestato o se il militare impiegato in strade sicure o nelle missioni all’estero dovrà consumare il suo pasto sui gradini della mensa come sono stati costretti a fare e fanno molti poliziotti.
Ci spieghino questi illuminati, pronti ad accettare ogni idiozia partorita dalla mente dei tanti prezzolati consulenti e commissari governativi, come pretendono di garantire l’efficienza delle istituzioni militari se poi, con improvvise e repentine giravolte, si prestano a compiere qualsiasi cosa pur di soddisfare le perverse fantasie di un governo che non si sta facendo alcuno scrupolo nel calpestare la dignità di migliaia di lavoratori, nella dichiarata speranza di costringerli a sottoporsi a una vaccinazione non obbligatoria senza però assumersi la responsabilità per gli eventuali danni in caso di insorgenza di non escludibili effetti collaterali.
È bastato poco al responsabile della Task Force Covid 19, generale di divisione Massimo Biagini, per cambiare idea e assecondare il diktat del Governo. Eppure, solo lo scorso 12 agosto, lo stesso generale aveva firmato la disposizione che prevedeva una chiarissima deroga per l’accesso alle mense di servizio per il personale sprovvisto di Green pass già prevista dall’articolo 27, comma 4, D.P.C.M. 2 marzo 2021.
Forse agli illuminati vertici della gerarchia militare sfugge che coloro ai quali da oggi sarà impedito di accedere alla mensa di servizio per consumare il proprio pasto in modo dignitoso sono gli stessi che lavorano gomito a gomito con quelli che invece posseggono la tessera verde. Sfugge a siffatti illuminati che il possessore della “tessera Draghi” al termine del suo servizio utilizzerà gli stessi mezzi pubblici per tornarsene a casa insieme a migliaia di persone che invece ne sono sprovviste. Sfugge a siffatte intellighenzie che l’amministrazione ha l’obbligo di garantire il pasto secondo delle precise regole rinvenibile nei contratti di lavoro e di appalto per la gestione delle mense e che i primi ad essere colpiti da inevitabili inefficienze saranno proprio quei servizi a carattere continuativo che prevedono l’impiego del personale in turni di servizio, anche questi disciplinati da precise regole anche di natura contrattuale.
A tutti i politici, ai membri del Governo e ai generali che oggi giustificano questi provvedimenti discriminatori come necessari per assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro chiedo di farsi un giro per le caserme, gli aeroporti e tutti gli uffici dell’amministrazione militare per constatare come siano drammatiche le condizioni di lavoro degli appartenenti alle Forze armate, all’Arma dei carabinieri e ai Corpi della guardia di finanza e delle Capitanerie di porto, costretti in ambienti dove i livelli di rischio per la loro sicurezza e la loro salute sono troppo spesso rimessi alle valutazioni di opportunità del capo di turno o della prospettiva di carriera di qualcuno.
Infine, e per concludere, non ci resta che invitare il generale Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa a ritirare con effetto immediato la disposizione che impedisce l’accesso alle mense di servizio e agli altri luoghi di servizio, come le palestre e le piscine, a coloro che non posseggono il green pass perché, per libera scelta, non si sono sottoposti ad una vaccinazione non obbligatoria come testimonia anche l’OMS.
Diversamente da domani non esiteremo a denunciare chiunque impedirà ai nostri iscritti, e non solo, il libero accesso alla mensa di servizio cosi come a tutti gli altri luoghi adibiti al servizio, con le stesse modalità, doveri e diritti, riservati a coloro che hanno il green pass per loro scelta, perché il nodo gordiano è la libera scelta di ogni cittadino di aderire o meno alle disposizioni governative in tema di scelte sanitarie. Questa è democrazia!
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COMUNICATO PUBBLICATO 17.08.2021
Green Pass, Comellini (Sindacato dei Militari): Governo di irresponsabili, stanno fomentando sentimenti di odio e discriminazione anche all’interno delle Forze armate
Sul pericoloso effetto divisivo tra favorevoli e contrari al Green Pass non c’è solo quanto leggiamo sui social, spesso caratterizzato da preoccupanti sentimenti di odio e discriminazione verso coloro che hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione non obbligatoria.
Da ieri stiamo ricevendo decine di segnalazioni, da ogni caserma d’Italia, di comportamenti discriminatori da parte di militari in danno di altri militari. Per questo motivo ho dato mandato ai legali del sindacato, avvocati Piero Santantonio e Giulio Murano, affinché valutino e conseguentemente denuncino alle autorità giudiziarie competenti la sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti rinvenibili nelle disposizioni emanate dai vertici militari e nella loro concreta attuazione presso gli Enti e Reparti fino al più basso livello di comando.
Sappiano gli illuminati generali che hanno deciso di assecondare le perverse e pericolosamente discriminatorie fantasie del Governo Draghi che non ci fermeremo solo agli aspetti delle disposizioni relative al Green Pass o dei contratti relativi agli appalti di gestione delle mense e dei servizi di catering, ma denunceremo anche ogni più piccola violazione della legge a cominciare dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro senza tralasciare – perché li consideriamo ancora più gravi e pericolosi – i comportamenti discriminatori commessi da militari in danno di altri militari.
Non possiamo, né vogliamo, più tollerare che i cittadini, e a maggior ragione quelli che detengono e possono esercitare l’uso della forza, siano messi ancora l’uno contro l’altro dalle sconsiderate, folli, scelte del Governo che con la presunzione di essere quello dei migliori sta solo fomentando sentimenti di odio e discriminazione.
Riteniamo Draghi responsabile di quanto sta accadendo. Se si vuole evitare il peggio, tornare all’epoca dei gerarchi e dei podestà, annulli ogni provvedimento relativo al green pass e abbia il coraggio di rendere obbligatorio il vaccino anticovid assumendosene ogni responsabilità per gli eventuali danni che dovessero verificarsi in caso di non escludibili effetti collaterali.
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FONTE: https://lnx.sindacatodeimilitari.org/