Di Paolo Mainardi per ComeDonChisciotte.org
A Roberto Benigni.
Grazie, grazie per averci fatto illudere che viviamo in un Paese dove è in vigore una Costituzione che, nell’articolo 21, recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Dovrebbe essere davvero bello vivere in un tale Paese e mi fa piacere pensare che tu creda che sia l’Italia.
Purtroppo, non è così e non solo in Italia: stiamo vivendo anni bui della storia, dove succedono cose ancora peggiori di quelle che tu hai descritto nel tuo appassionato monologo.
Come scrive il senatore degli USA Kennedy, sembra, e scrivo sembra in quanto vorrei tanto credere che sia una fake news, che siano stati cancellati articoli scientifici già pubblicati, contrari ad un pensiero unico che doveva essere imposto dall’alto. Mi ricorda tanto quando qualcuno bruciava i libri contrari a un regime.
Tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni sei sicuro rispetti l’articolo 21 della Costituzione italiana?
Ti metto alla prova:
Il 2 febbraio 2023, è stato pubblicato (ossia reso pubblico) un articolo di 3 ricercatori dell’ISS: Frasca, L.; Ocone, G.; Palazzo, R. Safety of COVID-19 Vaccines in Patients with Autoimmune Diseases, in Patients with Cardiac Issues, and in the Healthy Population. Pathogens 2023, 12, 233.
Questi ricercatori dell’ISS scrivono:
“…miriamo a fornire una panoramica del profilo di sicurezza e degli effetti avversi noti effettivi di questi prodotti in relazione al loro meccanismo d’azione. Discutiamo dell’uso e della sicurezza di questi prodotti nelle persone a rischio, in particolare quelle con malattie autoimmuni o con miocardite precedentemente segnalata, ma anche nella popolazione generale“.
Mi sembra un nobile intento che potrebbe fare luce sulle tante polemiche tra agguerriti si-vax e no-vax.
“Discutiamo sulla reale necessità di somministrare questi prodotti con effetti a lungo termine poco chiari a persone a rischio con condizioni autoimmuni, così come a persone sane, al tempo delle varianti di omicron. Ciò, considerata l’esistenza di interventi terapeutici, valutati oggi molto più nettamente rispetto al passato, e l’aggressività relativamente inferiore delle nuove varianti virali“.
Non mi sembra un argomento di poco conto.
A loro risulta: “Diversi studi hanno documentato un rapido calo dell’efficacia di queste sostanze, calo che è più evidente dopo la diffusione delle diverse varianti di Omicron“.
E si chiedono: “Poiché molti studi indicano che le attuali varianti del virus sono meno letali e che esistono terapie efficaci per il trattamento della malattia da COVID-19, questo potrebbe essere il momento giusto per rivedere il rapporto rischio/beneficio di questi interventi farmacologici” […] “Ora un ulteriore fattore, che mancava all’epoca dei primi studi di efficacia, è che un gran numero di persone sta acquisendo naturalmente l’immunità anche attraverso infezioni, anche pauci-sintomatiche. Pertanto, allo stato attuale, può essere possibile e utile riflettere sugli eventi avversi documentati di questi vaccini“.
Riflettere. Come si fa a non essere d’accordo con loro?
Anche perchè: “Un piccolo studio, dopo aver analizzato i dati della U.K. Health Security Agency, ha rivelato che il tasso di mortalità nelle persone non vaccinate (per cause non COVID-19) era inferiore a quello osservato nelle persone che avevano ricevuto almeno un vaccino COVID-19 dose”
Un piccolo studio? perchè non farne uno più grande, sui registri ospedalieri?
Inoltre, ci sarebbe già un database da utilizzare: “Un recente documento dell'”Office for National statistics” nel Regno Unito (consultato il 10 ottobre 2022) riporta dati di mortalità per COVID-19 e per tutte le cause escluso COVID-19 al momento della campagna vaccinale COVID-19“.
Questi ricercatori dell’ISS si pongono anche il problema che: “Le somministrazioni ripetute (fino a quattro o cinque e più) non sono state incluse negli studi clinici dei produttori di vaccini; quindi, l’intensità e la frequenza degli eventi avversi possono ora cambiare di fronte a un’infezione che ha una mortalità attuale paragonabile o addirittura inferiore rispetto a quello dell’influenza“.
Riportano, stupefatti: “In un recente rapporto, l’immunogenicità del vaccino è stata studiata dopo 28 giorni, ma la valutazione della sicurezza si è fermata al giorno 7“.
Ancora: “un recente studio retrospettivo, condotto in una provincia italiana, effettuato osservazioni per 18 mesi. Tuttavia, dalle tabelle presentate, sembra che le persone vaccinate una volta, e soprattutto quelle vaccinate due volte abbiano un rischio più elevato di morte per cause non correlate al COVID-19 e abbiano il doppio o il triplo delle possibilità di avere un infarto cardiaco o un ictus, rispetto agli individui non vaccinati“.
Caro Benigni, io ho alle spalle una discreta attività di referee per riviste scientifiche impattate, di progettazione studi clinici e sperimentali, ma, volutamente, qui non ho inserito i rifermenti bibliografici di questo articolo, in quanto non è questa la sede per fornire una valutazione sul livello di attendibilità di quanto riportato.
Converrai con me, che, grazie all’articolo 21, non ci dovrebbero essere problemi a rendere pubblico su questo o altri social, quello che è già stato PUBBLICATO. In quanto rendere pubblico quanto già pubblicato non significa automaticamente avallare una correttezza del 100% di quanto affermato, ma, semmai, tentare di stimolare un confronto scientifico aperto.
Come sosteneva Karl Popper, la Scienza si basa sulla falsificabilità dei risultati, ossia dal confronto.
Caro Benigni, io ho scritto un libro “Senza precedenti” con 200 riferimenti bibliografici, la cui prefazione l’ha scritta il Dott. Donzelli, che da anni chiede un confronto con il comitato scientifico ufficiale, che lo nega.
Non solo lo nega, ma è protetto da una censura (una bruttissima parola) che arbitrariamente CANCELLA quanto è contrario ad un pensiero unico, tipico di un regime dittatoriale.
Molto probabilmente anche questo articolo, quando sarà il momento, sarà “bruciato” e con esso anche l’articolo 21 della nostra Costituzione.
Di Paolo Mainardi per ComeDonChisciotte.org
Paolo Mainardi. Dall’anno della sua laurea in chimica (1982) entra a far parte di un gruppo di ricerca su epilessia dell’Università di Genova. Partecipa a studi sul ruolo della serotonina cerebrale nell’epilessia, che dimostrano una sua azione protettiva delle crisi, anche se era ampiamente ritenuta essere pro-convulsiva. Ricerca un modo per confermare questo suo ruolo anti-epilettico e individua in una sieroproteina del latte, principalmente del colostro umano, la molecola capace di aumentare la sintesi cerebrale di serotonina. Approfondendo le sue azioni, scopre il microbiota, di cui si innamora, diventando un profondo studioso.
www.dottpaolomainardi.it – www.unamedicina.it
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Pubblicato da Massimo A. Cascone per ComeDonChisciotte.org