Schilirò: “Licenziata per motivi politici, colpirne una per educarne cento”

Intervista all'Ex Vice Questore di Roma punita per aver manifestato pubblicamente la sua contrarietà ad una norma e per essersi candidata: "Farò ricorso". E sul suo immediato futuro politico: "Momento storico grave, tutti noi siamo chiamati a fare politica"

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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

“Pensavano di distruggermi con questo licenziamento a scoppio ritardato. Pensavano che così, finalmente, sarei rimasta ferma e zitta a strapparmi i capelli… non sanno che, invece, mi hanno fatto venire ancora più voglia di lottare per un mondo diverso, giusto, autentico, meritocratico e soprattutto libero! Sono pronta a perdere tutto pur di riavere la nostra libertà! Credo di averlo dimostrato… ma ancora non avete visto nulla.” Dichiarazioni ‘a caldo’ che Nunzia Alessandra Schilirò, ex vicequestore di Roma, ufficialmente destituita dopo un anno di sospensione e sette procedimenti disciplinari, ha rilasciato subito a ridosso della notifica del provvedimento la settimana scorsa.
Un anno fa, il 25 settembre 2021, in borghese, a sorpresa, era salita sul palco allestito in Piazza San Giovanni a Roma per la grande manifestazione contro il green pass e aveva infiammato i cuori con il suo discorso. Molte cose sono accadute in 12 mesi a partire da quel giorno: ci sono stati altri palchi (come quello della grande manifestazione di Firenze ‘Venere vincerà’), altre iniziative (lettere, convegni, incontri) per sensibilizzare sui temi della libertà e dell’indipendenza dell’informazione, fino alla scelta di mettersi ancora più in gioco, prima con il Comitato di Liberazione Nazionale promosso dal Prof. Ugo Mattei, del quale non fa più parte, e poi, più recentemente, candidata per Italexit alle ultime elezioni.
Dunque, un anno denso di azioni e dichiarazioni al quale il provvedimento di destituzione notificato nel pomeriggio del 28 settembre scorso ha voluto mettere un bel punto di stop.
Fine della corsa, quindi, per la scomoda Nunzia Alessandra Schilirò?
Sembrerebbe di no, a leggere le dichiarazioni riportate in apertura di questo articolo.
Nell’immediatezza dei fatti, però, si può parlare anche sull’onda delle emozioni. È sempre più utile e interessante porre domande a distanza di qualche giorno.

Grazie per aver accettato di rispondere a questa intervista, dottoressa Schilirò. Si aspettava il licenziamento?

“Assolutamente no. Non più. Me lo aspettavo l’anno scorso, ma perché avevo immaginato che moltissimi miei ex colleghi si sarebbero fatti sospendere dal 15 ottobre e, dunque, pensavo tra me, chi controllerà il green pass? Chi avrebbe scortato i politici? Mi illudevo che la tessera non sarebbe mai entrata in vigore e che io avrei pagato per questo, con il licenziamento. Sognavo anche che milioni di italiani restassero a casa per almeno una settimana e rifiutassero di usare la tessera. Il dramma è che tutto questo non si è mai verificato.
In Polizia, ci sono persone che sono state condannate per reati gravissimi, come quelli del G8 di Genova del 2001 e non solo sono state riammesse in servizio, ma alcuni di loro sono stati addirittura promossi, andando a ricoprire posti di rilievo. Ipotizzare che io potessi essere destituita, tecnicamente si dice così, semplicemente per aver manifestato il mio pensiero era un pensiero assurdo, che ritenevo e ritengo privo di ogni fondamento.”

Di cosa è stata accusata esattamente? Quali sono le motivazioni di questo provvedimento di destituzione?

“Sono accusata di aver leso l’immagine e il decoro della Polizia di Stato. In termini normativi, di aver violato l’articolo 13 del regolamento di servizio (D.P.R. 782/85). Trovo esilarante quest’accusa! Sono punita per coerenza, per essermi opposta alla violazione della nostra Costituzione e aver ricordato a tutti che le forze di Polizia sono chiamate a servire tutti i cittadini, non solo quelli che si piegano a una legge ingiusta e folle che li vuole discriminare e privare dei loro diritti essenziali di esseri umani. In concreto, sono stata licenziata per le mie dichiarazioni sul palco del 25 settembre e per quelle successive che, a detta dei miei superiori, avrebbero leso l’immagine della Polizia. Inoltre, sono state anche le mie esternazioni sulla manifestazione di Trieste e su quella di Roma del 9 ottobre 2021 a determinare il licenziamento. Naturalmente io ripeterei mille volte quello che ho già dichiarato e cioè: se avessi saputo che la Polizia era quella che aggredisce dei manifestanti pacifici seduti a terra con il rosario in mano o che picchia i manifestanti o distrugge le attrezzature dei giornalisti o testa il moto ondulatorio dei mezzi, mai avrei scelto di farvi parte. Il poliziotto è colui che onora la divisa che indossa, stando vicino ai cittadini nei momenti in cui ne hanno più bisogno, non chi li vessa o li schernisce.”

Perché, secondo lei, questo licenziamento è arrivato proprio in questo momento?

“Per due ragioni. Una per punire la mia scelta di fare politica. Vede, ormai ero caduta ‘nel dimenticatoio’. Avevo ed ho un numero irrisorio di visualizzazioni su Facebook, perché sono in punizione perpetua, il cosiddetto shadow-ban sui social; a ciò si aggiunga una sorta di indicizzazione, per cui chi mi cerca – in genere – non mi trova; tv, giornali, media mainstream e controinformazione non mi davano più spazio e, quindi, di fatto parlavo soltanto con i 50.000 follower sul mio canale telegram Nandra; perciò, ero stata relegata in un posto in cui non davo fastidio più di tanto. Quando, però, decidi di fare politica, per forza di cose si riprende a parlare di te e, così, nonostante siano arrivati al punto di chiudere le pagine di chi aveva trasmesso le dirette dei miei comizi elettorali o di lasciarne soltanto pochi minuti di alcuni, il problema “Schilirò” era tornato a fare capolino.
L’altro motivo, credo molto più preoccupante, è che forse si voleva inviare un messaggio a tutti gli altri appartenenti alle forze di Polizia. In vista dell’autunno caldo che ci aspetta, non salti in mente a nessuno di manifestare anche una piccola contrarietà alle posizioni del Governo, perché sarà licenziato. Il più classico punirne uno per educarne cento.”

Farà ricorso?

“Certo. Dato che i miei due ricorsi precedenti sono fermi da un anno al Tar, tra l’altro in una sezione che, in genere, è sempre contraria ai ricorsi dei ‘novax’ e visto che sono accusata di aver esercitato l’articolo 21 della Costituzione, per di più libera dal servizio, sto pensando di fare ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, visto che è lui il garante della Costituzione. Non vedo l’ora di sentirmi dire che i dirigenti di Polizia sono privi dei diritti costituzionali. Sono ironica naturalmente, ma trovo incredibile quello che mi è successo. Con il mio licenziamento, in sostanza, è stato affermato che un regolamento di servizio prevale sulla Carta fondamentale del nostro Stato e che i poliziotti, nonostante non siano militari e possano sindacare e opporsi a un ordine illegittimo, sono di fatto servi del Governo di turno. Io non ho giurato fedeltà al Governo di turno, ma agli ideali e ai principi della nostra Costituzione che, evidentemente, non conta più nulla, se è possibile licenziare una persona solo perché ha manifestato la propria contrarietà a una norma.”

Alcuni la considerano un’eroina, anche molti tra coloro che indossano la divisa. In questi giorni, ad esempio, ha ricevuto un messaggio di solidarietà da Gianluca Salvatori, Presidente OSA, Associazione composta da membri delle Forze dell’Ordine, Forze Armate e da tutte le categorie che concorrono alla sicurezza e all’ordine pubblico, che l’ha definita “vittima di un sistema marcio e compromesso”. Altri, però, la contestano ancora mettendo in discussione la sua sincerità. Cosa ha da replicare a queste persone?

“Non sono un’eroina. Ho fatto semplicemente il mio dovere. Quello che, secondo me, avrebbe dovuto fare ogni vero servitore dello Stato. Per fortuna, le lodi così come le infamie mi lasciano piuttosto indifferente. Si può cogliere la sincerità nell’altro solo se si possiede la stessa luce. Chi è abituato a mentire, soprattutto a se stesso, difficilmente riuscirà a cogliere la sincerità e la buona fede nell’altro. Avevo una brillante carriera, un curriculum che parla da solo e potevo restarmene comoda nella mia vita pressoché perfetta; invece, ho scelto di perdere tutto pur di restare fedele a me stessa e ai miei valori. Mi rendo conto che, in questo nostro mondo alla rovescia, il mio comportamento deve risultare folle per i più e anche molto pericoloso, perché significa lanciare un messaggio: esistono ancora persone non in vendita e non disposte a tutto per soldi e carriera. Chi non mi crede resti pure comodo nella propria vita a pensarla come meglio ritiene. È un problema suo e anche piuttosto serio se continua a parlare incessantemente della sottoscritta che, suppongo, lo abbia turbato parecchio, viste quante attenzioni mi dedica.”

La sua scelta di candidarsi in politica è stata criticata anche da persone che l’avevano seguita con entusiasmo fin dall’inizio, cosa le ha fatto cambiare idea dopo la sua iniziale reticenza?

“Ho provato a fare di tutto in questi due anni. Sono partita molto prima di salire su quel palco. Ho versato fiumi di parole, proposto mille iniziative, poi ci sono stati il palco del 25 settembre, ‘Venere vincerà’, denunce, lettere (come quella alla Commissione di Vigilanza Rai e a tutti i parlamentari), manifestazioni, convegni, incontri e, infine, il CLN e a che cosa sono serviti? A quel punto, ho compreso che l’unica strada che restava era proprio quella che mai avrei pensato di intraprendere: la politica. In fondo, io avevo un’idea pessima della stessa a causa di quei politici che hanno portato me e moltissimi altri italiani ad allontanarsi dalla politica partitica. Visto che, grazie al Covid, ho scoperto di avere una forza che non immaginavo e un carattere irreprensibile, ho capito che era giusto offrire quei doni alla collettività. Sottolineo che non mi ritengo affatto migliore di nessuno. Semplicemente mi sono state donate delle qualità, cosa che accade a tutti, ma la differenza è che io, grazie al periodo Covid, ne ho preso coscienza, quindi, mi è solo sembrato giusto condividere quei doni. Ognuno di noi ha delle doti peculiari, solo che nessuno ci educa a scoprire quali sono e a manifestarle. Specifico che tuttora guardo alla politica con sospetto, perché non mi appare certo come il migliore dei mondi possibili, ma penso che per risollevare uno Stato quasi distrutto come il nostro sia necessaria e che servano persone moralmente, intellettualmente e umanamente incorruttibili.”

Un suo commento dopo il risultato elettorale. È contenta del modo in cui si è messa in gioco? Quali sono stati gli errori da parte del suo partito e degli altri partiti del dissenso, se reputa che ci siano stati errori?

“Ormai non cito quasi più la mancata unione, perché do per scontato che il primo e principale problema sia stato quello. Poi, tutto quel chiacchiericcio, il ‘fuoco amico’, una competizione sfrenata che, a sprazzi, è diventata persino ipocrisia. Preferisco non scendere nei dettagli, perché non mi permetto mai di criticare qualcuno in pubblico, però vi posso dire che di errori ne sono stati commessi tanti. Vedremo se si avrà la maturità di riconoscerli e superarli.”

Che ne pensa dell’astensionismo?

“Ne esistono varie forme. Alcune fatico a comprenderle, perché sono lontane dal mio modo di essere e sono quelle dettate dall’invidia, da chi ha deciso di farsi le vacanze e non stressarsi con la raccolta firme e la campagna elettorale, ma che voleva perdessimo, perché sogna di candidarsi lui alle prossime elezioni tra sei mesi… così ho sentito dire da diversi astensionisti. Questo è il solito problema di chi si sente migliore degli altri. Capisco perfettamente, invece, chi è astensionista per senso di delusione. Io ero una che andava a votare per dovere civico, ma vi confesso che ho quasi sempre votato scheda bianca, perché non mi sono mai sentita rappresentata. Quello che mi sarebbe piaciuto spiegare ai delusi della politica è che, questa volta, a differenza di tutte le altre, avrebbero potuto votare dei politici che non fanno solo chiacchiere, ma che prima di parlare hanno dimostrato con la propria vita di saper fare i fatti. Sono convinta che se molti astensionisti fossero stati informati dell’esistenza dei partiti del dissenso, li avrebbero scelti. Non avete idea di quanti astensionisti ho conosciuto ai vari comizi e che mi hanno ringraziato, perché se non fossero usciti di casa per la curiosità di conoscerci, non avrebbero mai saputo per chi votare. Il web non è seguito da tutti i milioni di elettori italiani, come qualcuno pensa, ma da una piccolissima parte e quelli che non votano da anni dubito fortemente che fossero a conoscenza della nostra esistenza. Inoltre, serve tempo per conquistarsi la fiducia di chi si sente tradito dalla politica e pensa che i vari leader di partito rappresentino solo se stessi e i propri interessi.”

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rispondendo a una domanda a Princeton sul possibile risultato delle elezioni in Italia, dato che le era stato fatto notare tra i candidati vi fossero figure vicine a Putin, aveva minacciato il nostro Paese in caso di risultato elettorale sgradito. Mi piacerebbe avere una sua opinione in merito.

“Si tratta di un fatto gravissimo, che avrebbe richiesto l’immediato intervento di tutti i vertici delle nostre Istituzioni che, invece, hanno taciuto, come se fosse normale. Purtroppo, la maggior parte dei nostri concittadini è ipnotizzata dalla televisione e temo si sveglierà, quando sarà troppo tardi. Le dichiarazioni della Von der Leyen sono inaccettabili per uno Stato sovrano. Hanno dunque confermato, se ce ne fosse bisogno, che noi non siamo uno Stato libero e indipendente, ma una colonia.”

Continuerà a fare politica? Nel caso, cosa considera sia urgente fare adesso?

“La gravità del momento storico è tale per cui non ci si può sottrarre dal tentativo di fare qualcosa di concreto per il bene collettivo e tutti noi siamo chiamati a fare politica. Se il cittadino comprende che si fa politica sempre, in ogni istante, anche buttando una carta per terra, e diventa parte attiva e inizia ad agire secondo quella consapevolezza, non ci sarà più tessera che tenga! Basta delegare, basta credere che niente ci riguardi, perché è l’esatto contrario. Di sicuro io continuerò a fare politica in questo senso, ma non so in quale forma perché sono anche una che cerca di imparare dagli errori …e noi ne abbiamo commessi a partire dalla mancata unione. La cosa più urgente, comunque, adesso, è la pace. Far cessare questa guerra e con essa le assurde sanzioni che ci stanno distruggendo, a causa della speculazione selvaggia che sta facendo lievitare i prezzi del gas e non solo.”

Qualche giorno fa è stata invitata a una trasmissione Mediaset, zona Bianca su Rete 4. Al solito il contraddittorio è mancato: tre persone che la pensavano nella stessa maniera, quattro con il conduttore, e dall’altra parte lei. Perché accetta di partecipare a questi programmi faziosi in cui è obiettivamente difficile riuscire a portare avanti un ragionamento e rimanere calmi di fronte a dichiarazioni spesso provocatorie e atteggiamenti di chiusura?

“Per il riscontro che ho dalle persone che mi fermano per strada nei giorni successivi alla trasmissione. Mi hanno fatto capire che qualcosa a casa arriva e, siccome io sono convinta che sia in atto una guerra spirituale per distruggere l’essere umano, devo sempre fare quello che posso, nel mio piccolo, per cercare di portare una versione diversa da quella narrazione unica imperante. Molti canali della cosiddetta controinformazione, tra cui voi, fanno un lavoro straordinario, ma quanto riescono a crescere ogni anno? Non molto, non quanto avremmo bisogno. Una trasmissione televisiva, nella peggiore delle ipotesi, viene vista da un milione di persone e rinunciare a prescindere, per la fatica di dover affrontare una ‘fossa dei leoni’, a mio avviso, significa perdere un’occasione. Si tratta di una goccia nell’oceano, me ne rendo conto, ma goccia dopo goccia… non bisogna mai sottovalutare la potenza della costanza: la goccia scava anche la roccia.”

Il suo pensiero sull’attuale situazione internazionale

“Mai così grave dai tempi del secondo dopoguerra. Incandescente. Pericolosissima non solo perché rischia di trascinarci in un conflitto mondiale, ma di innescare una guerra civile, a causa della miseria conseguente allo scenario internazionale e all’economia di guerra che potrebbe prospettarsi nei prossimi mesi. Ormai, gli Stati Uniti compiono mosse azzardate nel silenzio pressoché totale dei nostra media mainstream. Siamo arrivati al paradosso di dover sentire che Putin si sarebbe autosabotato i propri gasdotti. Per quale ragione? Per avallare l’assurda ipotesi di essere un pazzo? Mi chiedo come si possa essere complici di simili strategie. Sono preoccupata per quello che potrebbe succedere a breve.”

Tra bollette folli e possibile ripresa di misure restrittive anti-Covid con l’arrivo dell’influenza stagionale (c’è chi insiste che non è il momento di abbassare la guardia e che sarebbe opportuno che si vaccinassero tutti una quarta volta, compresi i bambini”) che mesi ci attendono? Che prospettive vede di fronte a noi?

“Mesi difficili. Purtroppo temo una situazione economica che potrebbe innescare anche dure manifestazioni di protesta. Quando questo accade, non si può escludere che gli epiloghi potrebbero essere dei peggiori. Naturalmente spero di sbagliarmi, ma quando la miseria prende il sopravvento la ragione si offusca.”

Nonostante il clima deprimente mi piacerebbe chiudere questa intervista con una luce di speranza. Pensa sia possibile?

“Assolutamente sì. Come dissi già su quel palco, io sono convinta, come ci insegna tra l’altro uno dei miei maestri, Gandhi, che alla fine la verità e l’amore trionfino sempre; anche questa volta, dunque, il male non potrà vincere. Se il male avesse già vinto, noi non saremmo qui, perché ci saremmo già estinti. Inoltre, il motivo per cui il bene ha sempre trionfato è che, a differenza del male, non è prevedibile. Come mi piace dire, infatti, il bene ama sorprendere e succederà anche questa volta e penso che accadrà molto prima di quanto pensiamo. Questo non significa, però, che dobbiamo restare fermi immobili senza fare niente. I miracoli accadono se noi abbiamo fatto qualcosa per meritarli. Tanti di noi hanno piantato i semi di quella nuova cultura, di cui parlava Giordano Bruno e quella cultura fiorirà improvvisa e inaspettata “proprio quando il potere si illuderà di aver vinto”. Nel frattempo, viviamo l’oscurità di ogni trasformazione, esattamente come fa il seme quando se ne sta piantato sottoterra. Manteniamo il cuore sereno e la fiducia nella vita e nel lavoro che, giorno dopo giorno, stiamo facendo per restare fedeli a noi stessi e ai nostri ideali. Alla fine, i semi germogliano e tutti sappiamo che si raccoglie quello che si è seminato, anche se spesso lo si dimentica. Di conseguenza, chi ha agito con coscienza e onestà non ha nulla da temere. Come dissi quel 25 settembre che mi ha cambiato la vita: cosa temono gli onesti?”

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