di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
Il virus e la sua distorta narrazione, UNA FOLLIA che stiamo vivendo da quasi due anni.
Paradossalmente per molti è stata però l’occasione di togliersi i paraocchi, informarsi andando oltre le notizie date dai media tradizionali, imparare a padroneggiare internet e i social, identificare con chiarezza cosa accettare e cosa rifiutare, capire come si vuole vivere davvero. È stata anche l’opportunità per ritrovarsi, in migliaia di sconosciuti, pieni di speranza e coraggio, a condividere valori umani da difendere.
Le persone avrebbero dovuto essere morte di paura e disperse. Invece le immagini e i video che giungono ogni fine settimana dalle piazze di tutta Italia (lo scorso weekend Milano, Trento, la Spezia, Assisi per citarne alcune), stanno mostrando gente sempre più determinata, PACIFICA, unita e intenzionata a camminare su altri sentieri di salute rispetto a quelli urlati da una visione unica che vuole imporre farmaci costosi di dubbia efficacia e sicurezza.
Tuttavia, al di là delle manifestazioni di protesta contro le misure in atto (limitate dal ministro Lamorgese con una recente direttiva) che sono sicuramente importanti per incontrarsi e conoscersi, ma che potrebbero non risolvere i problemi, anzi prestarsi a infiltrazioni mirate (come già è accaduto) a far sì che, attraverso atti violenti intenzionalmente provocati, si arrivi a restrizioni sempre maggiori, ciò che è davvero importante è agire quotidianamente mediante i comportamenti di ognuno.
Ad esempio ci sono già esperienze, come quelle di Parma e del Trentino, che mostrano che è possibile organizzarsi e concentrare le energie per creare qualcosa di alternativo piuttosto che focalizzarsi su ciò che non va. Cosa hanno fatto in pratica le persone? Hanno unito le idee per affrontare il momento difficile che ognuno sta passando e dato vita a: gruppi di acquisto solidale, laboratori di autoproduzione, orti sinergici, scuole parentali, locali per ritrovi e convivialità, banche del tempo etico, mercatini dell’usato, addirittura un fondo per sostenere le persone sospese dal lavoro. Inoltre piccoli gruppi di avvocati, sanitari e varie altre professionalità sono stati creati e messi a disposizione per chi avesse necessità.
In due parole autodeterminazione e solidarietà perché ci vuole la testa di tutti e il cuore di ognuno per dare vita a UNA NUOVA REALTA’.
Le cose hanno forza finché vengono nutrite e questa è una legge che vale sia sul piano materiale che su quelli più sottili. Forse allora è arrivato il momento di smettere di sottolineare (e indirettamente enfatizzare) ciò che è distruttivo e di iniziare a direzionare le energie verso possibili soluzioni positive. Soprattutto bisogna iniziare a trovarsi, rimboccarsi le maniche, fare rete e agire con tante piccole scelte/azioni quotidiane. Perché, terminate le manifestazioni, nessuno poi verrà a risolverci i problemi e ad appianare le difficoltà di ogni giorno se non lo facciamo noi stessi aiutandoci gli uni con gli altri.
Dobbiamo, quindi, essere e rimanere UNITI, aver chiaro che, nonostante le diversità, stiamo condividendo lo stesso obiettivo e gli stessi ideali.
Solo così le cose potranno cambiare. Parma e il Trentino l’hanno capito, ora sta ad altri territori replicare l’esperienza perché proprio in questo sta la chiave di volta.
Se realmente si facesse questo ulteriore passo in più, di fatto, al di là delle tetre aspettative di qualcuno, questa crisi sanitaria globale potrebbe velocemente far cadere un mondo e dare la possibilità di crearne uno nuovo.
Paradossalmente, allora, ci sarebbe da dire grazie proprio a chi ha saputo trasformare un coronavirus in una pandemia globale?
Sì, secondo la dottoressa Silvana De Mari. La consapevolezza che sempre più persone ormai hanno acquisito dà finalmente la possibilità di gettare le basi per creare migliori modelli di vita, basati sul rispetto, sulla fiducia, sulla solidarietà vera. Grazie a ciò che è accaduto e sta accadendo “abbiamo scoperto” e “ci siamo riscoperti”, afferma la De Mari.
È la prima, fondamentale, tappa per dare vita a un cambiamento concreto, mi verrebbe da aggiungere.
Con il suo consenso pubblichiamo questo video, seguito dalla trascrizione integrale.
* * *
È quando tutto sembra perso che la grazia finalmente irrompe sulla scena.
Noi vi ringraziamo.
Noi vi ringraziamo per aver curato talmente male una brutta polmonite interstiziale – che però con le cure giuste avrebbe la mortalità non superiore a una normale influenza – e di averla trasformata in una catastrofe sanitaria globale.
Noi vi ringraziamo, voi giornalisti di regime, che avete ripetuto sempre tutto quello che vi dicevano di ripetere, anche quando era completamente in contrasto con quello che avevate detto il giorno prima.
Noi vi ringraziamo virologi televisivi per aver terrorizzato la Nazione dopo aver raccontato di essere un popolo di immunodepressi, privi di sistema immunitario.
Noi vi ringraziamo di averci chiusi in casa, di averci tolto anche il diritto di andare ai giardinetti a portare il bambino, di averci tolto il lavoro.
Noi vi ringraziamo perché è grazie a voi – e la parola deriva dalla parola “grazia” – che noi ci siamo svegliati.
È grazie a voi che noi ci siamo scoperti gli uni con gli altri.
È grazie a voi che abbiamo ricominciato a lavorare 14 ore al giorno, che abbiamo imparato a usare i social e abbiamo imparato a cercare informazioni.
È grazie a voi che abbiamo imparato che la televisione deve essere spenta, non bisogna lasciarle nessuna possibilità.
È grazie a voi, che ci avete chiuso in casa, che abbiamo imparato ad andare per strada.
È grazie a voi che abbiamo imparato a cantare “la gente come noi non molla mai”.
È grazie a voi che siamo usciti dalle nostre case dove stavano comodi in un mondo che era pieno di disfunzionalità di cui ci rendevamo conto, ma che, forse, non intendevamo combattere, mentre voi ci avete messo con le spalle al muro.
E noi abbiamo riscoperto il coraggio sotto i vostri idranti. E noi abbiamo riscoperto l’onore.
E noi abbiamo riscoperto che non abbiamo più paura di niente.
E noi abbiamo scoperto che non vogliamo più vivere mascherati.
E noi abbiamo scoperto che non vogliamo più vivere col senso di colpa se abbracciamo le persone che amiamo. Forse abbiamo trasmesso una malattia mortale? Se anche fosse vero, pazienza, la morte esiste, come esiste la vita.
È grazie a voi che abbiamo scoperto che non abbiamo più paura della morte perché non abbiamo più paura della vita, non abbiamo più paura di ammalarci. Se ci ammaleremo moriremo, come sono morti i nostri antenati, con a fianco un sacerdote che ci dà l’estrema unzione, qualcuno che ci vuole bene e ci tiene la mano.
Non verremo a intasare i vostri ospedali. Vi giuro su quanto ho più sacro al mondo che preferirei un braccio amputato a colpi d’ascia che farmi curare da gente come Bassetti. Non verremo nei vostri ospedali, state tranquilli.
Grazie a voi abbiamo riscoperto la nostra arma più antica e più potente. Grazie a voi abbiamo smesso di chiederci se Dio era con noi e abbiamo cominciato a chiederci se noi siamo con Dio.
Grazie a voi non abbiamo paura più di niente.
Grazie Speranza. Grazie Conte. Grazie Draghi.
Sapete? Avevate ragione: alla fine andrà tutto bene e niente sarà più come prima.
Dott.ssa Silvana De Mari
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