‘L’Occidente contro Tutti … o contro se stesso’?”

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

DI PEPE ESCOBAR

ZeroHedge.com

Come sarà la storia? Occidente contro Tutti  oppure l’Occidente contro se stesso?

Il quartetto di illiberali formato da  Xi, Putin, Rouhani ed Erdogan viene preso di  mira da altezzose omelie sui “valori” occidentali. In Occidente l‘autoritarismo – l’illiberalismo – viene descritto con arroganza e provocatoriamente come una continua invasione dei Tartari 2.0. Ma guardando più da vicino vediamo che l’Illiberalismo è anche responsabile di una guerra sociale e civile negli USA, visto che l’America di Trump ha da tempo dimenticato cosa sia stato l’Illuminismo europeo.

La visione occidentale fa perno su una pseudo-filosofia giudeo-greco-romana intrisa di Hegel, Toynbee, Spengler e di oscuri riferimenti biblici che denunciano un attacco asiatico contro la “missione civilizzatrice e illuminata condotta dall’occidente”.

Questo vortice impedisce una valutazione critica del confucianesimo di Xi, dell’eurasianismo di Putin, della realpolitik di Rouhani e dell’Islam sciita  “non-intossicato-dall’Occidente”, così come del tentativo di Erdogan di mettersi alla guida della Fratellanza Musulmana globale.

Gli Obiettivi dell’Occidente.

Invece l’Occidente ci infiocchetta  belle “analisi” fasulle su come la NATO dovrebbe essere encomiata per non permettere che la Libia diventi una nuova Siria, cosa che poi  è già successa.

Nel frattempo vige una golden rule per una sola potenza asiatica: non criticare mai la Casa di Saud, che sembra essere la suprema manifestazione  del Illiberalismo. 

Gli hanno dato un free pass perché dopotutto sono “i nostri bastardi”.

Quello che fa questa frenetica e aggressiva potenza illiberale serve a sminuire il peso di quello che dovrebbe essere invece un terrificante dibattito su l’ Occidente contro Tutti e per non parlare del più pressante problema di un Occidente contro se stesso.

Questa battaglia all’interno dell’Occidente si manifesta in diversi modi: Viktor Orban in Ungheria, le coalizioni euroscettiche in Austria e in Italia, l’avanzata dell’estrema destra con Alternative für Deutschland (AfD) e i democratici in Svezia. In breve, in Europa è  arrivata La Vendetta  dei Miserabili .

Il  “Paradiso Riconquistato”  di Bannon

In questa baraonda europea si sta muovendo Steve Bannon, il maestro della strategia che ha fatto eleggere Donald Trump e che ora sta squassando il vecchio continente con una tempesta. Sta per lanciare il suo think tank, The Movement, da Bruxelles, fomentando niente meno che una rivoluzione populista di destra. Bannon spaventa vari paesi della UE, parafrasando Satana nel Paradiso perduto di Milton: “Preferisco regnare all’inferno che servire in Paradiso”.

La sua crescente influenza sull’Europa è arrivata alla Biennale di Venezia, dove il regista Errol Morris ha presentato un documentario su Bannon, American Dharma, basato su una intervista di 18 ore con questo Svengali di Trump.

Due settimane fa Bannon ha portato la sua corte a Roma, appoggiato da Mischaël Modrikamen, Presidente del Partito popolare belga, che è in lizza per guidare il suo Movimento. A Roma, Bannon ha incontrato di nuovo il Ministro degli interni italiano Matteo Salvini, al quale aveva già consigliato “per ore” di rompere definitivamente la sua coalizione politica con Silvio “Bunga Bunga” Berlusconi, ma Salvini e Berlusconi sono tornati a mercanteggiare.

Bannon ha correttamente identificato l’Italia come il perno della post-politica, che guiderà la crociata per sconfiggere la UE. Il punto di svolta dovrebbe essere il Parlamento europeo di maggio 2019, che Bannon legge sarà una vittoria-certificata del populismo di destra e dei movimenti nazionalisti.

In questa battaglia del tutto-per-tutto tra il populismo e il Partito di Davos, Bannon gioca a fare  The Undertaker contro un viscido George Soros.

Bannon a Roma (CNBC)

Bannon sta seducendo persino i cinici francesi, disegnando quel Emmanuel Macron, che si era definito “Giove” e ora in caduta libera, come Nemico Pubblico Numero Uno. Un sbiadito giornaletto americano ha definito Macron The Last Man, in bilico tra “valori europei” e, beh, fascismo. Bannon è più realistico: Macron è “un banchiere di Rothschild che non ha mai fatto soldi – un perdente … che crede di essere un nuovo Napoleone”.

Bannon sta girando per l’Europa perché ha capito che in Occidente si muove un “socialismo per i più ricchi e i per i più poveri” e “una forma brutale di Capitalismo darwiniano per tutti gli altri”. Parecchi europei afferrano al volo il suo concetto semplicistico di populismo di destra, secondo cui i cittadini devono trovare un lavoro, cosa impossibile se l’immigrazione illegale alimenta la truffa che serve a comprimere il salario dei lavoratori.

La strategia politica che porta avanti  The Movement è di mettere insieme tutti i vettori nazionalisti europei – un pasticcio ancora frammentato di sovranisti, neoliberisti, nazionalisti radicalizzati, razzisti, conservatori ed estremisti che cercano una loro rispettabilità.

A suo merito, Bannon ha visceralmente compreso che la UE è  de facto – un vasto spazio di “non sovranità”, tenuto in ostaggio dall’austerity dell’economia. La burocrazia UE può essere facilmente interpretata come un Centralismo Illiberalista, non è mai stata una democrazia.

Non c’è dubbio che Bannon abbia inculcato in Salvini la necessità di continuare a martellare sul fatto che una leadership franco-tedesca  della UE sia anti-democratica. Ma c’è un grosso problema: il Movimento, e  tutta la galassia del populismo di destra,  sono incentrati quasi esclusivamente sul ruolo dei migranti illegali – cosa che porta qualche cinico-non-ideologico a sospettare che questo potrebbe essere qualcosa in più di una xenofobia-di-Stato che si atteggia a rivolta delle masse.

Intanto nella Caverna di Platone  …

La politologa belga Chantal Mouffe, che insegna all’Università di Westminster e che vorrebbe una Café Society multietnica, potrebbe essere facilmente chiamata l’anti-Bannon.   Sa vedere la “crisi dell’egemonia neo-liberale” e sa tracciare le linee di una post-politica che sarà tutta una questione di destra e sinistra che sguazzano insieme e confuse in una palude concettuale.

L’impasse politico di tutto l’Occidente ruota ancora attorno al TINA: There Is No Alternative, in questo caso alla globalizzazione neoliberista. Dea del mercato sono Atena e Venere fuse assieme. La domanda è come organizzare una reazione politicamente forte contro la completa commercializzazione della vita.

La Mouffe, per lo meno, comprende che demonizzare semplicemente il populismo di destra e dire che è irrazionale – quando disprezza i “miserabili” – non basta.

Ma ripone troppe speranze nella strategia politica confusa di Podemos in Spagna,  di La France Insoumise in Francia o di Bernie Sanders negli USA. Forse l’unico politico progressista in Europa che ha un chiara visione di governo è Jeremy Corbyn – che però sta sprecando tutte le sue energie in una stupida campagna di demonizzazione.

Mouffe: La anti-Bannon. (Stephan Röhl-Wikimedia Commons.)

Sanders ha appena lanciato un manifesto che convoca una Progressive International – che dovrà delineare un New Deal 2.0 e un nuovo Bretton Woods .

Da parte sua, Yanis Varoufakis, l’ex Ministro della Finanze greco e co-fondatore del Movimento Democratico DiEM25 , si lamenta per il trionfo del Nationalist International – dicendo che sono “usciti fuori dal pozzo nero del capitalismo finanziario”.

E comunque, quando pensa all’ Internazionale-Progressista, pensa sempre agli stessi vecchi giocatori : Sanders, Corbyn e il suo DiEM25.

La soluzione concettuale della Mouffe è quella che definisce populismo di sinistra, che può essere interpretato come qualcosa che va dal “socialismo democratico” alla “democrazia partecipativa”, a seconda del diverso contesto nazionale.

Questo implica che il populismo – inesorabilmente demonizzato dalle élite neoliberiste – è ben lungi dall’essere una perversione tossica della democrazia e può essere autenticamente progressista.

Slavoj Zizek, in The Courage of Hopelessness, (tr. it. Il coraggio della disperazione) non potrebbe essere più d’accordo, quando evidenzia che quando le masse “non convinte dal discorso capitalistico “razionale ” preferiscono prendere “una posizione populista anti-elitaria”, questo non ha niente a che fare con il “primitivismo della lower-class”.

Infatti Noam Chomsky, nel lontano 1991, nel suo Necessary Illusions: Thought Control in Democratic Societies, aveva brillantemente dimostrato come funziona davvero la “democrazia” occidentale: “È solo quando non si ha più paura della minaccia della partecipazione popolare, che si possono tranquillamente contemplare le forme democratiche. “

“E allora che vuole l’Europa?”  chiede Zizek, che ha il merito di identificare la “contraddizione principale” di quello che chiama “Il Nuovo Ordine Mondiale” (siamo ancora influenzati dal fuoco lento del Vecchio Disordine Mondiale). Zizek descrive sinteticamente la contraddizione come “l’impossibilità strutturale di trovare un ordine politico globale che potrebbe corrispondere all’economia capitalista globale”.

Ed è per questo che lo spettro del “cambiamento” è così limitato, e per il momento completamente riempito dal populismo di destra. Niente di sostanziale può succedere senza una vera trasformazione socio-economica, senza che un nuovo sistema-mondiale sostituisca il casino capitalism.

Facendo il gioco delle ombre in una – russofobica – caverna di Platone, mentre piangono “la fine dell’Atlanticismo, i campioni dei “valori occidentali” preferiscono adottare una tattica di diversione.

Continuano a evocare la paura dell’ “illiberale Putin” e del suo “comportamento malvagio” che indeboliscono la UE, insieme alla trappola del debito che subiscono per effetto del “neo-colonialismo”  da quei subdoli dei cinesi.

Forse queste élite non possono capire che stanno vedendo il vero volto del loro modo di fare, per gentile concessione del populismo di quel libero mercato, che sembra essere l‘apice del Illiberalismo occidentale.

 

Pepe Escobar

Fonte: https://www.zerohedge.com

Link  https://www.zerohedge.com/news/2018-09-20/escobar-west-against-rest-or-west-against-itself

20.09.2018

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque Primario

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
È il momento di condividere le tue opinionix