www.weltanschauung.info, 31.12.2023
Vogliamo ricordare il 2023 come l’anno della caduta delle maschere.
La prima, la più clamorosa, è quella che si è staccata dal volto delle democrazie occidentali allorché hanno accordato pieno appoggio alla strage di civili palestinesi ad opera di Israele. Il cinismo di Israele è il cinismo dell’Occidente stesso, che per i propri scopi non arretra neppure di fronte al genocidio e alla pulizia etnica, dimostrando la malafede di chi per decenni si è riempito la bocca di condanne rivolte al male assoluto, salvo poi macchiarsi di crimini altrettanto raccapriccianti senza un attimo di indecisione. Come nel caso dell’Ucraina, l’Occidente si servirà del fanatismo nazionalista israeliano fintanto che questo sarà utile al suo progetto di riequilibrio degli assetti globali, salvo poi scaricare il partner senza troppi scrupoli quando questi avrà esaurito il proprio ruolo sulla scacchiera geopolitica, probabilmente dopo il disastro o il collasso.
È il caso dell’Ucraina, nazione che dopo essere stata sedotta dall’Occidente e inviata al massacro carica di armi e promesse, è ormai un rottame che manda al fronte bambini e disabili e che si sostiene esclusivamente grazie ad aiuti Occidentali, che oggi sono sempre più dubbi e discussi. Lo scopo primario della guerra in Ucraina, ossia il proposito di Stati Uniti di minare ogni presupposto di solidarietà tra Russia ed Europa, può essere considerato in gran parte raggiunto, con un processo di deindustrializzazione dell’area EU in costante crescita e un’economia sempre più precaria. Oggi che l’impossibilità di vincere la Russia viene dichiarata anche dagli organi di informazione generalisti, gli scopi e i frutti di questa guerra sono palesi a chiunque. Può dunque cadere anche quest’altra maschera: non tanto quella della sconfitta ucraina, che era palese a chiunque non fosse annebbiato dall’ideologia, ma quella della menzogna di chi ha promesso vittoria ad oltranza e ora si accontenta di ipotesi di negoziato e di contenimento dei danni.
Cade quindi la maschera dal volto della stampa, che oggi dubita delle certezze di ieri, e delle personalità in maglia verde che pochi mesi fa incensava e che oggi si scoprono non troppo limpide e non troppo democratiche. Cade pure la maschera dal volto del governo, sorpreso a dichiarare la propria stanchezza nei confronti di un conflitto che si sa di non poter vincere, ma da cui non ci si può sottrarre. A proposito, tra quanto cadrà pure la maschera dell’ostilità al MES, visto che il più sovranista dei governi italiani si è rivelato essere il più prono ai dettami europei e alle sue grottesche icone? Ricordiamo en passant la commedia della critica di Meloni a Draghi, e l’epilogo comico di chiarimenti e smentite.
Cade la maschera dal volto della Chiesa, che con l’ultima apertura alle benedizioni delle unioni omosessuali dichiara esplicitamente (e non più equivocamente) la propria vocazione antitradizionale, modernista e – in definitiva – anticattolica. Di fronte a questa presa di posizione appare esplicita la volontà non tanto di adeguarsi allo spirito dei tempi, ma di farsi promotrice dello spirito medesimo, di esserne un centro di propagazione. Ognuno, di fronte a questo punto di non ritorno, faccia le proprie valutazioni: quel che è certo che non se ne possono più ignorare la portata e le conseguenze. Del resto, che la furia del progressismo più virulento spiri da tutti i fronti, è apparso in maniera palese dalla vomitevole strumentalizzazione ideologica di recenti fatti di sangue di cui molto si è parlato. Su tali episodi sarebbe opportuno soprassedere se tuttavia non fossero un indicatore sociale particolarmente significativo in merito a come le masse siano facilmente suggestionabili e manipolabili a partire da particolari stati emotivi collettivi, che possono essere opportunamente indotti a partire da efficaci campagne di comunicazione pianificate e coordinate. In questo caso penoso, cade la maschera di dolore dal volto della collettività, per mostrare la nuova incarnazione dell’odio di classe, della discriminazione sociale, dell’interesse di chi vuole una società divisa e avversaria nella sua radice più intima ed essenziale: quella della famiglia, degli affetti, della relazione tra i sessi.
Cade infine la maschera dal volto deluso del fronte del dissenso. Il 2023 è stato un altro anno di faide, di conflitti, di defezioni, di calunnie, tutti interni all’ambiente di chi vorrebbe rappresentare verità e giustizia, e spesso non incarna altro che se stesso, il proprio interesse e la propria egocentricità. Inutile rilevare la lunga teoria di contraddizioni, miserie e assurdità che caratterizza questo ambiente e che non smetteremo di denunciare, proprio perché, essendone parte, fanno da specchio a ciò che non vogliamo essere e a ciò che consideriamo i più grandi pericoli per chi persegue un ideale di verità e giustizia.
Fonte: https://www.weltanschauung.info/2023/12/2023-lanno-della-caduta-delle-maschere.html