Le analisi di Black Mountain – Ucraina e Medio Oriente – Parte II

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Parte seconda: Medio Oriente

L’Iran

Vorrei iniziare la sezione sul Medio Oriente ribadendo un’affermazione su cui molti non sono d’accordo. Le ostilità in Medio Oriente in generale, e l’incursione di Hamas in Israele in particolare, fanno parte di un’operazione iraniana. Si tratta di una strategia sviluppata dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) nel corso di oltre un decennio per mettere in scacco Israele al momento opportuno. Poiché gli Stati Uniti sono sovraestesi sugli attuali campi di battaglia delle guerre di liberazione e hanno consumato quasi tutte le loro risorse in Ucraina, è indubbio che il momento migliore per eseguire il piano “Al Quds” (Gerusalemme) sia stato scelto dall’Iran.

Prima di continuare, devo dire che manterrò la sezione Medio Oriente (per lo più) libera dalle mie opinioni, tranne che per un argomento che menzionerò qui. Non c’è alcuna giustificazione per l’attuale massacro che il governo israeliano sta commettendo contro decine di migliaia di civili e che è costato la vita ad almeno 10.000 bambini. È un atto criminale! In altre parti di questa sezione, se esprimerò un’opinione, dichiarerò chiaramente che si tratta della mia opinione.

Da un punto di vista geografico, l’Iran è cruciale per il commercio nell’”Heartland”. Sta per diventare un importante snodo commerciale per l’ordine mondiale multipolare, cosa che permetterà di rendere obsolete le rotte marittime controllate dalle potenze marittime (l’Occidente). Se si riusciranno a stabilire dei corridoi terrestri in grado di incrementare gli scambi commerciali, le rotte marittime perderanno la loro importanza e l’Iran beneficerà di un notevole ampliamento delle rotte commerciali che attraversano i suoi confini. Per aiutare l’Iran a diventare questo importante hub economico, Russia, Cina e India hanno investito miliardi in infrastrutture nel Paese. Non ci sono stati solo investimenti monetari, ma anche diplomatici. Basti pensare alla riconciliazione tra Iran e Arabia Saudita e all’adesione dell’Iran alla SCO e ai BRICS.

Ecco perché l’Iran è diventato un attore strategico per la creazione dell’ordine mondiale multipolare. Un attore che gli altri principali motori dell’ordine mondiale multipolare non possono permettersi di veder fallire. Questo è importante da capire e tenere a mente per ulteriori letture.

Ora abbiamo una situazione in cui, dal punto di vista iraniano, gli Stati Uniti sono deboli come non lo sono stati da almeno un secolo, militarmente impoveriti e ridotti all’osso. In tali circostanze e poiché gli Stati Uniti NON POSSONO impegnarsi con l’Iran in questo momento, l’Iran ha colto l’opportunità e ha agito. Credo che sia stato almeno incoraggiato dalla Russia e sostenuto dalla Cina.

La Russia non è un nemico di Israele. Ci sono molti russi in Israele e la Russia ha buoni legami sia con Israele che con questi espatriati russi (sovietici?). Anche se di recente le relazioni tra Russia e Israele si sono raffreddate, soprattutto a causa degli interessi diametralmente opposti di entrambe le parti in Siria e Ucraina, direi che la Russia non desidera nulla di negativo per Israele. Tuttavia, per indebolire il sostegno occidentale all’Ucraina e contribuire ulteriormente all’indebolimento degli Stati Uniti, presumo che la Russia possa aver dato il via libera alle azioni iraniane contro Israele.

La Cina è interessata esclusivamente alle attività commerciali e non ha alcun interesse nelle dispute regionali. Tuttavia, poiché gli oligarchi occidentali usano Israele per mantenere l’eterna guerra in Medio Oriente e controllare i prezzi del petrolio e, di conseguenza, l’economia mondiale, per la Cina questo è diventato un problema da risolvere. Non fraintendetemi, non credo che Russia o Cina vogliano augurare disgrazie a Israele (nemmeno io). Presumo che entrambi i Paesi vogliano portare la pace nella regione, una pace duratura. Purtroppo, il governo di Israele si oppone alla pace regionale, come possiamo vedere dagli eventi attuali.

A mio avviso, e questa non è la mia opinione ma deriva da una lucida analisi sugli interessi delle parti coinvolte, il mondo multipolare richiede un governo israeliano disposto ad attuare la risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (la soluzione dei due Stati). Non chiedetemi quale sia la soluzione perfetta; non ne ho idea. Mi limito a ciò che credo di capire dalle dichiarazioni dei vari leader dei BRICS, compreso il Presidente Putin. Penso che i leader dei BRICS vogliano un Israele pacifico, che attui la soluzione dei due Stati dettata dalla risoluzione 242 delle Nazioni Unite. Questo è evidente anche nelle azioni del Sudafrica – la “denuncia di genocidio” del Sudafrica depositata presso la Corte internazionale di giustizia. Sembra quasi un’azione coordinata da tutti i BRICS.

Il Piano Quds ha innescato tutti gli eventi ed è attualmente in pieno svolgimento, con diverse fasi di escalation ancora possibili. Ne parlerò più avanti.

Cosa fare?

Sono consapevole del fatto che c’è un discreto numero di politici e oligarchi occidentali che vorrebbero iniziare una guerra contro l’Iran. Alcuni anni fa, a questo punto, probabilmente la guerra sarebbe già scoppiata. C’è solo un piccolo problema. Attualmente [una guerra con l’Iran] è fisicamente impossibile. Se ci fossero dei veri e propri preparativi per la guerra, cosa impossibile a causa dell’esaurimento delle scorte e della concentrazione della Marina statunitense nel sud-est asiatico, assisteremmo all’allontanamento delle forze statunitensi dalle rampe dei missili iraniani (almeno 1.000 miglia).

La mappa sottostante mostra la gittata approssimativa dei normali missili balistici iraniani. In caso di guerra, tutte le basi americane e presumibilmente anche quelle israeliane sarebbero in pericolo. Nell’ultimo decennio, l’Iran ha ammassato enormi scorte di missili di vario tipo. Non ci saranno carenze di missili iraniani.

Lo ripeto, se gli Stati Uniti si preparassero ad una guerra contro l’Iran, assisteremmo ad un ritiro delle loro risorse più vulnerabili nella regione, alla fortificazione delle basi, allo stazionamento di missili Patriot e sistemi AD in punti strategici e al concentramento della Marina militare statunitense a circa 2.000 km intorno all’Iran. Questa sarebbe l’unica possibilità per gli Stati Uniti di infliggere danni reali all’Iran. Un attacco con l’attuale struttura di forze porterebbe a massicce perdite statunitensi e israeliane, dell’ordine di diverse migliaia a settimana. Questo è assolutamente inaccettabile per gli Stati Uniti. Non fraintendetemi, gli Stati Uniti sono dotati di armi molto avanzate che potrebbero causare danni ingenti in Iran, e i bombardamenti in tutto il Medio Oriente porterebbero ad un massacro di arabi e persiani. Ma, a mio avviso, questo è un sacrificio che l’Iran sarebbe disposto a fare per ottenere un’eventuale libertà e indipendenza (decolonizzazione).

Il punto è che non c’è alcun preparativo per un attacco all’Iran; non è conforme agli attuali interessi degli Stati Uniti. Inoltre, è impossibile con l’attuale struttura delle forze statunitensi.

Direi che la possibilità di una guerra aperta tra Stati Uniti e Iran è di circa il 15%, perché la situazione è molto tesa e nella regione operano attori irragionevoli. C’è sempre la possibilità di incidenti o provocazioni da parte di terzi, quindi il rischio di guerra è basso, ma non nullo. È simile alla situazione in Ucraina tra NATO e Russia.

Fonte: https://ukraine.liveuamap.com/

Non solo i missili iraniani rappresenterebbero una minaccia. In breve, tutte le milizie in Iraq, Siria e Libano si unirebbero agli attacchi contro le installazioni statunitensi e israeliane, compresi gli Hezbollah.

Recentemente abbiamo assistito ad una dimostrazione, o chiamiamola “messaggio”, da parte iraniana. Il 15 gennaio l’Iran ha attaccato Erbil (Iraq) con missili balistici. Per quanto ne sappiamo, è stato preso di mira e ucciso un uomo d’affari legato a Israele. Sembra fosse coinvolto nel commercio illegale di petrolio con Israele.

Non ho visto segni di ritorsione da parte degli Stati Uniti. È stato un messaggio dell’Iran per dimostrare agli Stati Uniti e a Israele che è pronto, disposto e in grado di colpire obiettivi in Medio Oriente.

L’ultimo punto che volevo menzionare in questa sezione è che una guerra con decine di migliaia di vittime durante un anno elettorale è del tutto controproducente per i responsabili. Ma credo che questo non abbia bisogno di spiegazioni.

La logistica di guerra

L’Iran è un attore strategico in Medio Oriente e la Russia e la Cina hanno fatto investimenti strategici in Iran per sostenere l’ordine mondiale multipolare. Pertanto, non lasceranno che l’Iran venga distrutto. Ma come potrebbero assistere l’Iran in caso di un’improbabile guerra?

Penso che gli Stati BRICS non interverrebbero militarmente in nessuna circostanza. Tutto ciò che rischia di scatenare uno scontro diretto tra le tre superpotenze sarà evitato. [I BRICS] hanno una responsabilità nei confronti del genere umano e, volenti o nolenti, ogni giocatore sa che una guerra nucleare è un tabù. Non importa quanti psicopatici alzino la voce in ognuno di questi Paesi, nessuno inizierà qualcosa che possa rischiare una guerra nucleare. A parte la catena di incidenti di cui sopra, ovviamente (purtroppo).

Ma come possono Russia e Cina aiutare l’Iran? Attraverso la fornitura di tutto ciò che è necessario per infliggere il maggior danno possibile agli Stati Uniti e accelerare il loro esaurimento. Non passerò in rassegna i possibili materiali che potrebbero essere forniti, ma gli Stati Uniti hanno già stabilito tutti i precedenti in Ucraina.

La Russia potrebbe aprire una rotta di approvvigionamento attraverso il Mar Caspio. E la Cina attraverso l’Afghanistan. Credo che gli afghani sarebbero felici di regolare i conti [con l’America].

Svantaggi di un attacco all’Iran

Qui sarò breve.

Abbiamo già discusso molti degli aspetti militari svantaggiosi per gli americani. In questa sezione, invece, passerò brevemente in rassegna gli altri aspetti:

*Interruzioni della catena di approvvigionamento per l’Europa delle forniture dall’Asia

*Carenza di petrolio in Occidente

*Problemi politici interni in Occidente

*Elezione di candidati politici “scomodi” per l’Occidente

*Perdita di accesso al Medio Oriente

*Perdita di controllo dei prezzi del petrolio

*Catastrofe in Israele

*E molti altri…

Vedete… anche se in tutto l’Occidente ci sono politici assetati di sangue, non possono combattere la realtà e conoscono i fatti. Ecco perché ritengo improbabile un attacco.

Opportunità per attaccare l’Iran

Come già detto, l’Iran è un attore strategico nella creazione dell’ordine mondiale multipolare e nei corridoi commerciali dell’”Heartland”.

Una possibile strategia dell’Occidente potrebbe essere quella di escludere l’Iran dall’equazione, accettando tutti gli svantaggi sopra menzionati e cercare di fermare lo sviluppo dell’ordine mondiale multipolare senza impegnarsi direttamente con un’altra superpotenza militare.

Si potrebbe anche dire che si tratterebbe di un attacco al più debole degli attori strategici dell’Hearthland per spezzare la catena. Poiché ho visto molti commenti di politici slavi (ad esempio, Aleksander Lukashenko) secondo cui quest’anno potrebbe essere cruciale per la pace mondiale a causa delle azioni dell’Occidente in Medio Oriente, attribuisco una certa credibilità a questo scenario, ma non molta. Tuttavia, è importante menzionarlo qui.

Chi altro attaccare? Lo Yemen!

L’altra provocazione nell’attuazione del piano Quds viene dallo Yemen. Lo Yemen continua a prendere di mira le navi nel Mar Rosso, in particolare quelle dirette in Israele. Questa è un altra attività destinata a sovraccaricare le forze militari occidentali in tutto il Medio Oriente; un altro capitolo delle guerre di liberazione. Gli Houthi dello Yemen sono, ovviamente, sotto il controllo delle Forze Quds iraniane. Dicono di non esserlo? 😊 Cos’altro dovrebbero dire? Pensateci…

Lo Yemen è una linea difensiva avanzata per l’Iran, rifornita di tutto ciò che può creare seri problemi alle Marine militari che si concentrassero nell’area per un attacco all’Iran. In realtà, [gli Houti] stanno provocando un attacco contro se stessi per esaurire i missili degli avversari. Soprattutto i missili per la difesa aerea. Questo è altamente problematico (per i loro avversari). Perché? Un cacciatorpediniere americano medio ha circa un centinaio di tubi di lancio per  missili di vario tipo. Storicamente, gli Stati Uniti hanno sempre bombardato Paesi indifesi fino a riportarli all’età della pietra. Potevano tranquillamente armare l’80-90% dei tubi di lancio con missili da attacco al suolo, come il Tomahawk. Forse il 10-20% dei loro missili erano missili di difesa aerea e antimissile.

Lo Yemen ha una capacità missilistica molto seria. Missili e droni economici e facili da produrre che possono colpire le navi vicino alle sue coste. Mike Mihajlovic lo ha spiegato in dettaglio qui.

Ora le cose sono cambiate. La Marina degli Stati Uniti deve navigare con (molto) più del 50% di missili di difesa aerea e si affida pesantemente a caccia e bombardieri dalle sue portaerei. Queste capacità di difesa aerea si esauriscono rapidamente con i continui attacchi [degli Houti], costringendo il Carrier Strike Group a ritirarsi frequentemente per far rifornimento di missili in un porto amico (Gibuti?).

Per l’Occidente l’intero gioco è assolutamente perdente. Impantanarsi nello Yemen è un disastro di cui gli Stati Uniti non hanno davvero bisogno, con i conflitti in corso in Ucraina e a Gaza, e sempre più punti caldi (guerre di liberazione) che spuntano altrove. E pensate alle elezioni negli Stati Uniti. Nello Yemen non c’è nulla che possa essere bombardato. Il Paese è stato bombardato per anni dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati. Non c’è davvero nulla che possa essere bombardato, a parte i soliti obiettivi preferiti dagli Occidentali… i civili.

Per fermare gli attacchi nel Mar Rosso, gli Stati Uniti dovrebbero sbarcare nello Yemen e occupare le posizioni chiave con i proverbiali scarponi sul terreno. Chiedete all’Arabia Saudita (con l’equipaggiamento e il supporto degli Stati Uniti) com’era andata. In effetti, era stata una catastrofe. Era stata una grande sconfitta per l’Arabia Saudita. E questo è ciò che attende qualsiasi invasore occidentale.

Anche se l’Iran non interverrà direttamente, per evitare la guerra, intensificherà altri punti caldi all’interno della sua area di influenza. Appoggerà lo Yemen per mettere ulteriormente alle strette l’Occidente. E poi c’è anche Hezbollah.

Un altro vantaggio per la Russia, la Cina e l’Iran è, ovviamente, il fatto che gli Stati Uniti dovrebbero dirottare ingenti risorse satellitari e ISR verso il Medio Oriente e lo Yemen… e lontano dall’Ucraina e da Gaza. Questo senza dubbio indebolirebbe ulteriormente i proxy statunitensi.

Voglio essere chiaro. Il fatto che io ne scriva non significa che lo sostenga o lo approvi. Lo Yemen e Gaza hanno sofferto per decenni a causa delle guerre. Soprattutto i civili e i bambini. Sacrificare le popolazioni più povere del mondo per accelerare il collasso militare degli Stati Uniti non è etico e io, come essere umano, non ne sono a favore. Anche se lo capisco da una prospettiva razionale, non lo sostengo né lo approvo.

E un’altra cosa. So di essere uno dei pochi (forse l’unico) a dire senza mezzi termini che tutta questa campagna è diretta dall’Iran e, per estensione, dai BRICS. Si tratta di un punto di vista molto impopolare, e i media mainstream riportano il contrario. Tuttavia, noi di BMA non siamo ideologi. Sono un esperto di economia e riporto le cose come le vedo, non come sarebbero favorevoli a me. Dimenticate la percezione che gli Stati Uniti e l’Europa siano il male puro e che Russia, Cina e Iran siano angeli. È una stronzata. La realtà è una via di mezzo. E, naturalmente, gli alleati dei BRICS stanno usando i metodi sopra menzionati per sbarazzarsi dell’Impero, anche se ciò è altamente immorale, per usare un eufemismo. C’è anche da dire che l’Occidente ha fatto la stessa cosa fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, uccidendo decine di milioni di persone, soprattutto civili, in tutto il mondo.

Per questo motivo, riporterò sempre le cose come le vedo e non come la gente vorrebbe che fossero. Questo, naturalmente, non significa che abbia ragione. Dico solo che, con tutta la mia esperienza e conoscenza, questo è lo scenario più probabile dal MIO punto di vista.

Gaza

Sappiamo tutti cosa sta succedendo a Gaza. Non credo di dover entrare nei dettagli.

Quello che voglio dire, a parte l’odioso massacro, è che Israele è incappato in una trappola ben preparata. In realtà, Israele ha già perso. Militarmente? Questo è un argomento per un nuovo articolo. Sto parlando di geopolitica ed economia. Israele ha messo il mondo intero contro di sé, grazie alla copertura mediatica ben posizionata all’interno di Gaza… È stato persino aperto un caso di genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia contro Israele. Sono cose serie. Tuttavia, questo non fermerà Israele. Danneggerà Israele politicamente ed economicamente per decenni.

Inoltre, l’operazione militare a Gaza sta costando ad Israele un numero molto elevato di veicoli blindati. Che sono necessari per qualsiasi operazione di terra. Non possiamo conoscere il numero esatto perché non è stato comunicato, ma possiamo stimare che Israele stia affrontando un grave esaurimento delle sue forze meccanizzate. E questo solo per la cattura della parte settentrionale di Gaza. Se Israele, come annunciato, cercherà di occupare la regione di confine con l’Egitto, possiamo essere certi che Hamas combatterà ancora più duramente perché quella è la sua ultima spiaggia.

Perché Hezbollah non interviene? Sembra che la difesa di Gaza sia stata progettata per impantanare Israele e per esaurire le sue forze di terra. E questo sembra essere quello che sta succedendo dal punto di vista militare. Ma che dire della prospettiva umanitaria? Non voglio essere cinico. Migliaia di civili stanno morendo per questo, soprattutto bambini. Odio parlare di questa guerra in particolare.

Hezbollah

Ci sono indicazioni di una rapida escalation nella regione. In una delle mie precedenti analisi avevo parlato di un possibile ciclo di escalation. E le cose sono tutt’altro che finite. C’è una forte possibilità che Hezbollah possa intervenire poco prima della caduta di Gaza sud. In sostanza, quando Israele sarà molto più povero di uomini, mezzi… e difese aeree. Hezbollah ha una capacità missilistica di gran lunga superiore a quella di Hamas, e non ha ancora iniziato.

Un intervento americano? Può darsi, ma in tal caso è prevedibile che gli Houthi possano/debbano scatenare un’escalation nel Mar Rosso contro le unità americane. E verrebbero coinvolte altre milizie in Siria e in Iraq. Sono l’ultimo ad augurare danni allo Stato israeliano, ma il governo ha combinato un tale pasticcio che è probabile possa subire una sconfitta strategica entro i prossimi due anni. Considerando tutti gli indicatori sul campo, direi che la probabilità è di circa il 70-80%. Questo è il Piano Quds che aveva analizzato (quello che era pubblicamente disponibile, ovviamente) per un bel po’ di tempo, molto prima della guerra ucraina.

La cosa migliore sarebbe se il popolo israeliano si rendesse conto di ciò che sta accadendo e votasse per un governo disposto a cooperare con i suoi vicini, a rispettare il diritto internazionale… e ad attuare la Risoluzione 242 delle Nazioni Unite. Purtroppo, un tale risultato è improbabile per il momento. Direi che è impossibile.

La prima parte è qui

Link: https://bmanalysis.substack.com/p/ukraine-and-the-middle-east-part
17.01.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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