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La Redazione

 

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La fine dell’Occidente

L'Ucraina è solo la punta dell'iceberg
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A cura di Markus
Il 26 Dicembre 2023
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Julian McFarlane
julianmacfarlane.substack.com

Chiamatela come volete ma è annessione…

Quando la Crimea aveva votato per entrare nella Federazione Russa, l’Occidente l’aveva chiamata “annessione“, come aveva fatto anche in seguito, quando Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia avevano democraticamente votato per ritornare alla Madre Russia.

Ma la Russia non ha alcuna intenzione di incorporare l’Ucraina nella Federazione Russa o addirittura nell’Unione Russa come, ad esempio, l’Ucraina aveva fatto con la Repubblica di Crimea negli anni ’90 – con la forza – senza consultare la popolazione. Non è una cosa da Russia. Per una cosa del genere occorrerebbe il voto degli ucraini. I russi non vogliono nella Federazione Russa persone che non vogliono starci.

Tuttavia, è chiaro che, mentre la Russia entra nella fase finale della smilitarizzazione [dell’Ucraina], ad essa dovrà seguire la denazificazione, e questo creerà condizioni che, probabilmente, porteranno la maggior parte dell’Ucraina ad optare per uno status di membro indipendente dell’Unione Russa, come la Bielorussia, o come membro della Federazione Russa, come ha già fatto l’Ucraina meridionale.

Recentemente, i due Alex – Christoforous e Mercouris – hanno avuto una discussione online intitolata “Le dure condizioni della Russia possono scioccare l’Occidente” di cui questa era anche la loro conclusione finale.

Finché manterranno una base di potere in Ucraina, l’Occidente e i neonazisti non permetteranno mai un referendum democratico, i cui risultati non potrebbero controllare.

Quindi, dopo che i russi avranno sconfitto l’Ucraina occidentale sul campo di battaglia, dovranno occuparla e denatificare il Paese. La cosa migliore sarebbe che gli ucraini occidentali epurassero da soli i neonazisti e tornassero ad una forma di autentica democrazia. Un colpo di Stato militare è possibile, ma probabilmente servirebbe solo a sostituire un gruppo di nazisti con un altro.

La situazione è molto simile a quella del Giappone nel 1945. Dovrà esserci un’occupazione benevola – finalizzata a ristabilire un governo democratico – ma anche tribunali e processi per crimini di guerra.

Lo spettacolo horror americano

Un’Ucraina indipendente non è quello che vogliono gli Stati Uniti e l’Europa.

I neonazisti sono saliti al potere grazie ai finanziamenti degli Stati Uniti e dell’Europa. Hanno influenzato l’opinione pubblica con promesse: l’ultima che il sogno americano che vedevano in TV sarebbe diventato il sogno ucraino. Si trattava di un pacchetto mediatico ben confezionato, avvolto da slogan abilmente confezionati e con un sottofondo di nazionalismo.

Zelensky e la sua banda – che ovviamente include Zaluzhny – hanno giocato su questo, educando i giovani a odiare i russi, la cultura e la religione russa, costringendoli a parlare solo ucraino, anche se Zelensky stesso non lo parla.

Quindi, i russi avranno il loro bel da fare per ripristinare le vestigia della consapevolezza politica e del pensiero razionale. Dovranno preoccuparsi dei bambini razzisti e anche dei genitori, a cui è stato fatto il lavaggio del cervello.

Fortunatamente, il sogno neo-nazista è diventato un incubo.

La popolazione dell’Ucraina è ormai meno della metà. È diventata un Paese di pensionati e di donne anziane, con gli abili al servizio militare che fuggono per non finire nei cimiteri, che si stanno riempiendo ovunque.

Nessuno sa quanti siano i morti, ma di certo sono molti di più di quelli che i nazisti ammettono. Un segreto di Stato. Ciò di cui il Paese ha più bisogno è la verità e quando questa verrà fuori la gente si arrabbierà.

Nel frattempo, l’atteggiamento degli ucraini si sta evolvendo rapidamente.

Gli ucraini dicono che rinuncerebbero alla cittadinanza pur di evitare il servizio di leva (RT)

Circa il 74% degli uomini e il 65% delle donne in un sondaggio su Facebook ha dichiarato che preferirebbe restituire il proprio passaporto.

Questi numeri indicano una tendenza tra i giovani. Ma anche tra tutti gli ucraini. Dopo tutto, l’età media del soldato ucraino è ora di 42 anni.

Nonostante la nebbia della guerra, è chiaro che i russi stanno distruggendo metodicamente le capacità militari dell’Ucraina occidentale. E, se gli ucraini non si denazificheranno da soli, allora significa che sono molto, molto stupidi. Chi vuole morire per una causa che è stata persa mesi e mesi fa? E che in realtà non è mai stata una causa!

Sempre più unità ucraine si rifiutano di combattere o si arrendono. Alcuni si offrono addirittura volontari per combattere nelle fila dei russi.

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Il punto di svolta, tuttavia, non arriverà finché i nazisti non avranno chiaramente perso.

I russi stanno conducendo quella che hanno giustamente rifiutato di chiamare “guerra” – poiché è del tutto diversa da qualsiasi altro conflitto militare del passato – ed è quindi una “operazione militare speciale”. Molto speciale.

La “guerra” per l’Occidente è ciò che gli israeliani stanno facendo a Gaza – distruzione totale – dove la maggior parte delle vittime sono civili. Ed è senza dubbio per questo che gli Occidentali trovano così difficile condannare gli israeliani per l’uccisione di bambini – loro ne hanno uccisi molti di più degli sgherri israeliani.

Obama se ne era vantato. “Sono molto bravo a uccidere la gente”. L’85% delle persone che aveva ucciso erano donne e bambini. A Gaza, la percentuale per l’IDF è solo del 70%. I veri Democratici amano comunque Obama.

La guerra “civilizzata” della Russia

Di solito quando ci svegliamo dimentichiamo i nostri sogni. Tranne che per gli incubi, che costringono a svegliarsi e vengono ricordati. È quello che è successo al sogno americano in Ucraina. Si è trasformato in un incubo e la gente si è risvegliata di fronte ai suoi orrori.

I russi non offrono un sogno, ma solo una vita migliore.

Putin parla molto di civiltà e di questioni di principio e mira a proteggere la vita civile dove possibile.

La Russia ha ricostruito i territori che ha riconquistato – nuovi edifici residenziali, nuove scuole, nuovi ospedali, nuove strade – con tolleranza per tutte le etnie e le religioni, compresa quella ucraina.

Sebbene nessuno voglia tornare nell’Ucraina occidentale, 3 milioni di ucraini sono già tornati in quelli che i banderiti chiamano territori “occupati” nell’Ucraina meridionale e orientale.

Tuttavia, gli ucraini continuano i loro attacchi terroristici nel Donbass e nelle regioni di confine con la Russia, così come a Lugansk e in Crimea. E la NATO e gli Stati Uniti li sostengono.

Un governo in esilio?

Quindi, come sottolineano Christoforous e Mercouris, facendo riferimento ai commenti di Polyansky che ho citato nel mio precedente articolo, è improbabile che i russi accettino qualcosa che non sia la resa totale e incondizionata del governo di Kiev.

Di conseguenza, i due Alex pensano che gli Stati Uniti e il Regno Unito potrebbero cercare di istituire un governo in esilio, evacuando l’attuale leadership a Londra, dove ci sono molti appartamenti eleganti vuoti, locali notturni, bar e costose prostitute, note anche come giornalisti.

In effetti, un governo in esilio guidato da qualcuno come Zelensky potrebbe essere adatto agli interessi russi. Quell’uomo – se si può chiamare uomo – è un idiota e un perdente. Zaluzhny non è molto meglio.

Un governo in esilio sarebbe riconosciuto dall’Occidente collettivo – soprattutto dagli Stati europei schiavi degli Stati Uniti – che si autodistruggerebbe chiudendo la “Ucraina occupata dai russi”. No, non una cortina di ferro.…

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Peccato che il Dollaro Onnipotente sia un Dio contraffatto.

Non importa: è chiaro che l’Europa sta cadendo a pezzi. Solo un po’ più velocemente degli Stati Uniti.

Alcuni Paesi europei, come l’Ungheria, hanno già capito che non è nel loro interesse sostenere le politiche colonialiste di un impero al collasso.

I referendum potrebbero portare l’Ucraina – forse la maggior parte di essa – ad unirsi alla Federazione Russa stessa, con tutti i benefici che ne deriverebbero. Sarebbe la più semplice delle soluzioni possibili.

La “classe dei vampiri

L’Ucraina è grande e ha risorse immense.

Le multinazionali occidentali sono aziende vampiro che speravano di succhiare il sangue del Paese e di trarre profitto dalle acquisizioni ucraine. Isolare economicamente l’Ucraina sarebbe un paletto nel cuore dei non morti neoliberisti. Una volta che la cortina del dollaro si chiuderà escludendo l’Ucraina dall’Occidente, i cinesi, i BRICS e l’Asia occidentale ne beneficeranno. Il futuro è scritto in cirillico, cinese e arabo.

L’Ungheria, la Slovacchia, la Bulgaria, la Georgia, la Serbia stanno già scegliendo di uscire dal grande piano europeo di autodistruzione.

I venti del cambiamento soffiano a Est, non a Ovest, dove non ci sono venti, ma solo il miasma delle scoregge cerebrali dei media.

Geert Wilders ha vinto nei Paesi Bassi e il partito della La Pen è in testa nei sondaggi in Francia. L’AFD, partito di destra, è ora secondo nei sondaggi in Germania.

In Europa il prezzo del gas è raddoppiato. Oltre alle spese per sostenere la NATO e la sua guerra contro la Russia, il continente si sta deindustrializzando e gli Stati Uniti non contribuiscono in alcun modo, limitandosi a sfruttare il declino dell’Europa. È una nazione vampiro, che succhia la vita economica dell’Europa in modo che il suo 1% possa diventare ancora più ricco.

Chiamateli per quello che sono: la classe dei vampiri. Gli europei sono sia schiavi che demoni.

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I russi e il quadro generale

Come al solito, i russi vedono il quadro più ampio – compreso l’impatto che la resa dell’Ucraina avrà sull’Europa nel suo complesso – comprendendo sia il contesto che la storia.

I territori dell’Ucraina occidentale? Sappiamo come l’Ucraina li aveva ottenute. Era stato Stalin, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Aveva dato [all’Ucraina] parte delle terre polacche, Lvov, e così via, comprese diverse grandi regioni con una popolazione di dieci milioni di abitanti. Per non offendere i polacchi, aveva compensato le loro perdite cedendo loro una parte della Germania orientale, il corridoio di Danzica e la stessa Danzica. Aveva dato all’Ucraina anche qualche territorio dalla Romania e dall’Ungheria.

Le persone che vivono lì – molte di loro, almeno, lo so per certo, al 100% – vorrebbero ritornare nella loro patria storica. I Paesi che hanno perso questi territori, in primo luogo la Polonia, sognano di riaverli. (Vladimir Putin)

Il Cremlino non rinuncerà all’Ucraina storicamente russa.

… non rinunceremo a ciò che è nostro. Tutti dovrebbero essere consapevoli di questo: sto parlando di coloro che in Ucraina hanno un atteggiamento aggressivo nei confronti della Russia, in Europa e negli Stati Uniti. (Vladimir Putin)

Chi vuole la Galizia? Nemmeno i galiziani

Ciò di cui Putin parla come di una cosa superflua è la Galizia, da secoli un’area etnicamente eterogenea, che era appartenuta prima al Commonwealth polacco e poi all’Austria-Ungheria, quindi alla Polonia dopo la Prima Guerra Mondiale e che, infine, era stata assegnata alla Repubblica ucraina da Stalin.

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Dare le terre di confine ucraine alla Polonia sarebbe una mossa intelligente, ma la Polonia le accetterebbe e i popoli di quest’area lo vorrebbero?

Non è un territorio prezioso, come osserva Putin. Non c’è molto lì.

Ai russi non importa molto della Galizia, anche se sono sempre stati molto più tolleranti nei confronti dei galiziani di quanto non lo fossero i polacchi, o probabilmente lo saranno.

Inoltre, quando Stalin aveva tolto la Galizia alla Polonia, aveva compensato la Polonia con grandi porzioni di territorio di prima scelta della Germania, tra cui Danzica, che era già stata data alla Polonia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Era stato il rifiuto polacco di restituire queste terre tedesche che aveva portato all’invasione di Hitler.

I polacchi sono molto più positivi nei confronti della Germania e dell’Europa di quanto lo siano i tedeschi nei confronti dei polacchi e dell’Europa.

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Un altro problema è che un tempo la Galizia era etnicamente varia. Nel 1910: 45,4% polacchi, 42,9% ruteni, 10,9% ebrei e 0,8% tedeschi.

I polacchi parlavano polacco. I ruteni parlavano ucraino. Ma i ruteni erano servi della nobiltà polacca, che usava gli ebrei per gestirli e riscuotere le tasse: da qui l’odio degli ucraini sia per i polacchi che per gli ebrei, oltre che per i russi e i rom, naturalmente. Stepan Bandera era un “ruteno”. Odiava praticamente tutti.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i ruteni-ucraini avevano massacrato con successo la maggior parte dei galiziani polacchi e degli ebrei. Questo è stato il modello per il loro tentativo di pulizia etnica dell’Ucraina orientale nel 2014.

Espandersi a ovest, verso la Polonia, non era mai stata un’opzione per i galiziani, ma estendere il loro raggio d’azione a est, verso Kiev, era un’altra cosa, dal momento che la popolazione a est della Galizia verso il Dniepr (nell’area gialla della mappa qui sopra) parlava dialetti ucraini/russi che variavano da località a località, rendendo il russo la lingua comune di convenienza.

I ruteni volevano un’identità ucraina che rispondesse alle loro esigenze, un’identità nazionale definita nei loro termini per sostituire il mosaico di culture locali, ma per farlo dovevano cancellare la cultura russa, a partire dalla lingua russa e dalla Chiesa ortodossa russa.

Sebbene durante la Seconda Guerra Mondiale la pulizia etnica avesse avuto successo per gli ucraini, i nazisti avevano perso la guerra e loro e i loro sostenitori ruteni si erano trasferiti per lo più in Canada e negli Stati Uniti, luoghi di elezione per i criminali di guerra che volevano sfuggire ai rigori della legge e dove la loro “esperienza” era ben accetta da agenzie governative come la CIA. Senza l’aiuto della diaspora ucraina e della CIA, il colpo di Stato di Maidan non sarebbe mai riuscito a decollare.

È probabile che i russi organizzino referendum per ogni singolo oblast. Le opzioni sarebbero l’adesione alla Federazione Russa; l’autonomia, ma come parte dell’unione russa, come la Bielorussia; la semplice indipendenza, ma con una costituzione democratica neutrale soggetta all’approvazione russa; l’incorporazione nella Polonia, che i polacchi potrebbero accettare o rifiutare.

Se la Polonia si riprendesse l’Ucraina occidentale – o se l’oblast’ di Lvov diventasse autonomo – la Russia avrebbe comunque un’ampia area cuscinetto come zona di sicurezza militare a ovest del Dnieper, compresa Kiev.

La strategia finale russa 

Ci sono molte ragioni per cui la Polonia potrebbe non volere indietro la Galizia.

Se i polacchi riaccettassero la Galizia, nonostante i genocidi dei polacchi in Galizia e il rifiuto dell’Ucraina di scusarsi o di ripudiare i leader che avevano organizzato i massacri, la Polonia dovrebbe mettere in atto la sua versione della denazificazione, se i russi non l’avranno già fatta. Hanno già abbastanza problemi con la destra polacca.

Inoltre, riprendersi la Galizia potrebbe aprire altre ferite, in particolare la questione delle terre ricevute dalla Germania come compensazione per la perdita della Galizia. È naturale che i tedeschi (dell’Est) rivogliano almeno quelle terre.

E, come già detto, i tedeschi non amano molto i polacchi.

“O siete con noi o contro di noi”

Anche nel caso di un’Ucraina occidentale indipendente ma neutrale, cioè la Galizia, gli americani e i britannici probabilmente sosterrebbero ancora un governo in esilio e raddoppierebbero le sanzioni volte a inibire lo sviluppo dell’Ucraina e della Russia. In definitiva, a loro non interessa l’Ucraina. Vogliono solo distruggere la Russia.

Qualunque cosa accada, qualunque decisione si prenda, l’Europa perderà finché resterà legata ai suoi padroni.

L’attuale generazione di politici europei, debole e senza spina dorsale, non può opporsi, vista l’enorme dipendenza dei loro media, della loro economia e della loro politica. Scegliete un qualsiasi grande organo di informazione in Europa e scoprirete, dopo aver passato al setaccio tre o quattro strati, che il beneficiario finale è una qualche fondazione americana. (Vladimir Putin)

Alla fine della sua conferenza stampa, Putin ha chiarito di non essere più la persona ingenua e fiduciosa che era nel 2000, quando era entrato in carica, sperando che l’Occidente onorasse le sue promesse, gli accordi e le dichiarazioni.

Più di recente, nel suo discorso al Ministero della Difesa, ha definito l’Occidente “senza legge” – senza onore, che cerca solo di arricchire le sue élite – in altre parole, psicopatico – anche se non ha usato questa parola. La sua non era rabbia, come alcuni analisti (Mercouris) hanno suggerito, ma piuttosto una valutazione accurata e obiettiva e un avvertimento al mondo.

L’esempio giapponese

Dal mio punto di osservazione qui in Giappone, vedo delle somiglianze tra il mondo occidentale di oggi e il Giappone del periodo Edo, ma anche delle differenze.

Lo Shogun giapponese governava dalla città di Edo.

Ma il Paese era diviso in possedimenti feudali, governati da Daimyo, che traevano reddito dai contadini che lavoravano la terra. Tecnicamente, nel Giappone di Edo esistevano solo quattro classi: i samurai, i contadini, gli artigiani e i mercanti. Il codice dei samurai era molto semplice: obbedire ed essere pronti a uccidersi se non si poteva fare ciò che il padrone voleva o se non si era d’accordo.

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Seppuku

Spesso i Daimyo vivevano al di sopra delle loro possibilità e quando avevano bisogno di soldi aumentavano le tasse. I contadini vendevano le loro figlie ai bordelli o morivano di fame. Se non pagavano, i samurai del daimyo potevano massacrarli per la loro insolenza. Nella maggior parte dei casi, però, i contadini perdevano la terra e i mezzi di sostentamento e morivano di fame, insieme alle loro famiglie.

Questo naturalmente portava a ribellioni occasionali. Ognuna di esse veniva stroncata e i capi giustiziati.

blank“Ordine basato sulle regole”. Proprio come oggi.

Ora lo Shogun è a Washington. I Daimyo sono politici occidentali, miliardari e altri. Giornalisti, ufficiali militari, accademici e altri esponenti della classe media superiore sono come i guerrieri samurai di Edo, ma senza spada. Sfoggiano invece le loro BMW.

A differenza dei samurai di Edo, questa moderna classe di samurai non ha alcun senso dell’onore o del dovere. Solo avidità. E sono “deboli di volontà e senza spina dorsale”.

La gente comune si limita a soffrire, come facevano i contadini giapponesi, per permettere a chi è al di sopra di loro di vivere bene.

Nel Giappone di Edo, le ribellioni erano scoppiate sempre più spesso, insieme al malcontento popolare, che, alla fine, aveva portato alla consapevolezza che c’era un mondo al di fuori del Giappone e che il Paese che era rimasto indietro e che qualcosa doveva cambiare. Questo era stato molto chiaro quando erano arrivate le Navi Nere [le cannoniere americane].

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Le élite giapponesi avevano guardato a ciò che stava accadendo in Cina e ne era seguita la Rivoluzione Meiji.

Anche le “navi nere” di Putin erano americane. Ha imparato dall’Occidente come i giapponesi avevano imparato dagli americani e dagli europei. A differenza dei giapponesi, che per lungo tempo sono stati osannati in Occidente, la guerra e le sanzioni gli hanno permesso di capire meglio cosa tenere e cosa scartare. Ad esempio, i giapponesi avevano cercato di emulare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna nella creazione di un impero colonialista in Asia; Putin, al contrario, mira ad un mondo multipolare, una comunità democratica di nazioni, piuttosto che all’egemonia in stile americano.

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Anche la coscienza politica di molte nazioni europee sta cambiando. Hanno capito che gli Stati Uniti stanno sfruttando l’Europa senza vergogna e senza pietà per i propri interessi …. (Vladimir Putin)

La Russia, dice, non interferirà, ma proteggerà i propri interessi.

In questo momento l’Europa sta commettendo seppuku. Si è tagliata la pancia e sta aspettando che gli Stati Uniti le taglino la testa. Non è una morte onorevole.

Né lo sarà la morte degli Stati Uniti d’America quando verrà il suo momento. Si rabbrividisce al pensiero di come si uccideranno da soli.

Julian McFarlane

Fonte: julianmacfarlane.substack.com
Link: https://julianmacfarlane.substack.com/p/the-end-of-the-west
23.12.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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