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La Redazione

 

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Il nostro fondamentale disaccordo sulla Seconda Guerra Mondiale, Hitler, gli ebrei e la razza

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A cura di Tommesh
Il 15 Febbraio 2020
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TheSaker.is

Il tema dei russi e degli ebrei è chiaramente “caldo”. Negli ultimi anni ho scritto diversi articoli su questo argomento tra cui “Putin e Israele: un rapporto complesso e ricco di stratificazioni”, “Perché Putin sta “permettendo” a Israele di bombardare la Siria?”, “La Russia, Israele e i “valori occidentali” – dov’è la verità?” e “Sfatare le voci su un cedimento russo ad Israele”. Eppure, da un po’ di tempo, sento che c’è molto altro che potrebbe e dovrebbe essere detto su questo argomento.

Gli eventi recenti (incluso il recente viaggio di Putin e Zelens’kyj in Israele o l’ultima teoria polacco-ucraina sul fatto che l’URSS sia complice dell’Olocausto) mi hanno dato di nuovo quella forte sensazione che il modo in cui gli ebrei sono visti in Occidente è davvero molto diverso da come gli ebrei sono visti in Russia. Tuttavia, in Occidente, questa differenza è spesso (quasi sempre, davvero!) trascurata e vengono fatte ipotesi sulla Russia e sui russi che semplicemente non sono giustificate e che finiscono per essere altamente fuorvianti. Ecco perché oggi proverò a sfatare alcune di queste ipotesi.

Innanzitutto, uno sguardo molto rapido e molto breve alla nostra storia recente

Il miglior libro da leggere sulle relazioni russo-ebraiche è “Due Secoli Insieme” di Aleksandr Solženicyn. Il problema con questo libro è che non è mai stato tradotto ufficialmente in inglese. Sì, esatto. Un libro CRUCIALE di un vincitore del Premio Nobel può essere così controverso che nessuno nel mondo dell’editoria ha osato stamparlo. Fortunatamente, un certo numero di siti Web offre traduzioni non ufficiali del “samizdat”, si veda quiqui e qui [ultimi tre link in inglese, ma il libro è reperibile in italiano]. Non posso garantire la qualità di queste traduzioni, dato che io leggo il libro in russo, non in inglese. Ma sì, nella “terra della libertà”, il cosiddetto “coraggioso” non riesce a leggere un libro se quel libro sminuisce la narrativa occidentale sulla Russia e gli ebrei. A proposito, il capolavoro di Solženicyn non è l’unico libro del genere che esiste solo in russo, ce ne sono molti altri tra cui “Gli ebrei in Russia e in URSS” di Andrej Dikij, che possono essere trovati anche solo su Internet Archive qui [in inglese].

Non posso nemmeno iniziare a provare a riassumere la storia più interessante e controversa qui. In questo momento dirò solo che quando parliamo di “russi” ed “ebrei” dobbiamo separare queste categorie in 4 sottocategorie:

  • Russi di quella che oggi sarebbe considerata la Russia, in altre parole, i “grandi russi” (qui “grande” non indica una superiorità, ma solo un luogo di residenza periferico, ovvero i russi che non vivono nella Russia centrale). Per i nostri scopi, d’ora in poi li chiamerò semplicemente “russi”.
  • Russi di quella che oggi sarebbe considerata l’Ucraina in altre parole, i “piccoli russi” (ovvero i russi vivono vicino alla culla della civiltà russa, Kiev). Per i nostri scopi, d’ora in poi mi riferirò a loro come “ucraini”, ma solo in senso geografico, non culturale.
  • ebrei russi (opposti agli ebrei ucraini)
  • ebrei ucraini (opposti agli ebrei russi)

Questi quattro sottogruppi hanno avuto un’esperienza storica molto diversa e devono essere considerati separatamente, poiché raggrupparli tutti insieme in realtà non consente alcuna analisi.

Inoltre, e come ho già accennato in passato, la propaganda nazionalista ucraina in effetti contiene *un po’* di verità. Sì, è una verità gravemente distorta, ed è mescolata a una valanga di bugie, ma non tutto può essere semplicemente respinto. Ad esempio, sebbene non ci sia mai stata alcuna “Ucraina” nella storia, e anche se quella che oggi viene chiamata “lingua ucraina” non è affatto ucraina (il “suržik” sarebbe più reale), rimane comunque un fatto innegabile che l’occupazione polacca della Russia meridionale e orientale (che è ciò che è “l’Ucraina” – la “terra di confine” sud-orientale della Russia che in origine significava la parola “Ucraina”) ha lasciato un segno estremamente profondo su quei russi che hanno vissuto sotto l’occupazione polacco-latina. Non entrerò nei dettagli storici oggi come ho già fatto qui e qui [entrambi i link in inglese], ma dirò solo che questa tragica storia alla fine ha ispirato uno degli slogan preferiti dei nazionalisti ucraini: “affogare tutti i polacchi e i moscoviti nel sangue degli ebrei” (O qualsiasi variazione di queste tre nazionalità).

Affascinante, no?

L’innegabile verità storica è che la secolare occupazione delle terre di frontiera orientali russe da parte dei polacchi e dei loro padroni Latini ha creato così tanto odio tra tutte le nazionalità coinvolte che sembra che ogni volta abbiano avuto la possibilità di provare a perseguitarsi o uccidersi a vicenda, l’abbiano fatto immediatamente. Qui di seguito alcuni esempi di quel tipo di violenza:

  • I famigerati “pogrom”: erano rivolte spontanee e violente con conseguenti brutali sommosse contro gli ebrei da parte dei loro vicini risentiti. A proposito, durante la Guerra Civile, i Rossi erano spesso i peggiori responsabili di questi pogrom perché vedevano anche i relativamente ricchi ebrei come nemici di classe nel senso Marxista della parola.
  • L’altissima percentuale di ebrei tra i Bolscevichi di prima generazione (80%-85% secondo Vladimir Putin; per quello che vale concordo con questa cifra). Questi ebrei Bolscevichi erano in genere concentrati negli organi segreti della polizia e in genere guidarono il massacro di milioni di Cristiani Ortodossi (che da allora sono stati glorificati dalla Chiesa Ortodossa russa in Esilio e, in seguito, con riluttanza e solo parzialmente, dal Patriarcato di Mosca, come “Nuovi Martiri e Confessori della Russia”).
  • Un’altissima percentuale di ebrei tra i leader del Partito durante la (veramente orribilmente brutale) collettivizzazione e la dekulakizzazione [in inglese] che hanno avuto luogo in tutta l’Unione Sovietica ma che i nazionalisti ucraini (e la macchina della propaganda occidentale) hanno descritto come un genocidio deliberatamente anti-ucraino chiamato “Holodomor” (sì, lo so, le voci di Wikipedia su tutti questi argomenti sono pura propaganda, ma io metto dei collegamenti esattamente ad essi in modo da poter vedere cosa scrive la propaganda ucraina).
  • Un’altissima percentuale di ucraini nelle élite sovietiche post-Stalin, molti dei quali hanno partecipato alle sanguinose epurazioni del PCUS da parte di Stalin; e poiché circa più dell’80% degli alti funzionari del Partito erano ebrei, queste purghe coinvolsero necessariamente la repressione di molti ebrei (fossero essi colpevoli che si erano essi stessi coperti di sangue innocente o innocenti che finirono semplicemente repressi con il resto di loro).

Potrei elencare altri esempi, ma penso che questi siano sufficienti per i nostri scopi. Quello che possiamo immediatamente vedere è che ci sono differenze significative tra ciò che è accaduto nella Russia moderna e nell’Ucraina moderna, tra cui:

Un esempio di una differenza geografica cruciale sarebbero i “pogrom” che, contrariamente a quanto afferma la propaganda occidentale, avvennero tutti in quella che sarebbe oggi l’Ucraina moderna, mai in Russia.

C’è anche una differenza temporale: i russi in Ucraina sono stati perseguitati da polacchi ed ebrei per secoli, mentre i russi nella Russia moderna oggi sono stati perseguitati principalmente dagli ebrei Bolscevichi “solo” tra il 1917 e le epurazioni del partito di Stalin alla fine degli anni ‘30.

E poi, c’è la differenza cruciale, davvero immensa, che ha fatto la Seconda Guerra Mondiale.

Successivamente, uno sguardo a ciò che è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione Nazista

Quando i Nazisti lanciarono il loro attacco contro l’Unione Sovietica c’erano molti russi e ucraini che accolsero i Nazisti, non necessariamente perché gli piaceva l’ideologia Nazista ma perché molti di loro odiavano i loro oppressori Bolscevichi anche più di quanto non amassero i tedeschi. Dopotutto, gli orrori della Guerra Civile e della collettivizzazione erano ancora presenti nella mente di milioni di persone sia nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (appena creata) che nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.

[Nota a margine: vorrei ricordare a tutti coloro che oggigiorno si sforzano di dimenticarlo, che l’ideologia Nazista caratterizza sia i russi che gli ucraini come subumani (Untermensch) il cui unico scopo era quello di servire i loro padroni di razza ariana (Herrenvolk) nello spazio vitale appena conquistato (Lebensraum). In poche parole: Hitler promise ai suoi seguaci che sarebbero stati felici proprietari di schiavi! Non c’è da meravigliarsi che i potenziali schiavi dissentissero…]

Nel corso della guerra, tuttavia, iniziarono a emergere profonde differenze:

In primo luogo, in Ucraina, l’ideologia nazista ISPIRÒ molti nazionalisti per le stesse identiche ragioni per cui l’ideologia Nazista ispirò i nazionalisti polacchi (che furono i primi alleati più fedeli di Hitler solo per essere successivamente traditi da lui). Nel corso dei secoli il Papato non solo ha creato l’identità nazionalista ucraina, ma l’ha promossa attivamente ogni volta che la Russia era indebolita (se questo argomento vi interessa, guardate qui [in inglese]). L’amara verità che alla gente occidentale non piace ricordare è che i regimi di Pétain, Franco, Pavelić, Piłsudksi, ecc. sono stati tutti creati e sostenuti dal Papato che, ovviamente, ha sostenuto anche Bandera e i suoi squadroni della morte ucronazisti. Per quanto riguarda lo stesso Hitler, inizialmente era fortemente sostenuto dal Regno Unito (proprio come Trockij era sostenuto dai banchieri ebrei negli Stati Uniti). In effetti, la russofobia ha una lunga e “distinta” storia in Occidente: i leader occidentali cambiano, così come le loro razionalizzazioni ideologiche, ma il loro odio e la paura della Russia rimangono sempre.

Al contrario, il generale Andrej Vlasov, che ha creato l’“Esercito Russo di Liberazione” (ROA), aveva esattamente zero aiuti in Occidente e pochissimo sostegno in Russia. L’ideologia del ROA era un mix di nazionalismo moderato con un Socialismo non meno moderato. Col senno di poi, non ha mai avuto la possibilità di diventare veramente popolare in Russia semplicemente perché la vista di un generale russo che indossava un’uniforme Nazista non era qualcosa che la maggior parte dei russi poteva guardare serenamente, mentre nell’attuale Ucraina occupata dai Nazisti, uniformi e simboli Nazisti sono ancora molto popolari [in inglese]. Infine, ma certamente non meno importante, le politiche dementi e apertamente genocide dei Nazisti nella Russia occupata hanno provocato un tale contraccolpo che la guerra per liberare la Russia dai Nazisti è diventata una guerra di sopravvivenza nazionale che la stragrande maggioranza dei russi ha pienamente sostenuto.

[Nota a latere: è anche interessante il modo in cui le potenze anglo hanno trattato diversamente gli ucronazisti e i russi del ROA: l’Occidente ha importato amorevolmente negli Stati Uniti e in Canada tutti gli ucronazisti su cui ha potuto mettere le mani, ma allo stesso tempo l’Occidente ha rimpatriato forzatamente milioni di russi, compresi i prigionieri di guerra e i membri del ROA, con conseguenze spesso orribili per i rimpatriati [in inglese]. Per quanto riguarda lo stesso Generale Vlasov, fu giustiziato insieme ad altri ufficiali accusati di tradimento]

Per i nazionalisti ucraini, la Seconda Guerra Mondiale iniziò come un’opportunità inviata da Dio per realizzare finalmente il loro sogno di “annegare tutti i polacchi e i moscoviti nel sangue degli ebrei”, e poi questo sogno venne schiacciato dal contrattacco sovietico e dal conseguente annientamento della maggior parte (circa l’80%) della macchina militare tedesca. E mentre molti ucraini (e polacchi) vedevano i sovietici come i loro liberatori dagli orrori Nazisti, gli ucronazisti vedevano ovviamente l’esercito sovietico solo come una forza di occupazione a cui resistettero il più a lungo possibile (dopo la fine della guerra, i sovietici impiegarono ancora parecchi anni per schiacciare finalmente il sottobosco ucronazista). E mentre la maggior parte dei russi si sentiva come se fossero i veri vincitori della Seconda Guerra Mondiale, i nazionalisti ucronazisti sentivano di essere stati sconfitti. Di nuovo. Lo stesso vale per i polacchi, tra l’altro (questo trauma ha dato alla luce qualcosa che io chiamo la “sindrome di Pilban”).

Ora passiamo all’evidente ovvietà sugli ebrei: anche se molti russi sono rimasti acutamente consapevoli del ruolo ebraico nella rivoluzione Bolscevica e, soprattutto, nel terrore di classe che seguì, non vedevano TUTTI gli ebrei come nemici della Russia, specialmente quando

  1. C’erano molti ebrei patriottici che adoravano la Russia e/o l’URSS
  2. Il razzismo demenziale di Hitler dovette inevitabilmente riunire ebrei e russi, anche se solo per un po’ e soprattutto sotto la minaccia del “nemico comune”.
  3. Molti (la maggior parte?) dei russi sanno per certo che i campi di concentramento/sterminio nazisti esistevano, anche se non uccisero 6 milioni di ebrei e anche se non avevano camere a gas e crematori (tranne che per affrontare malattie causate dagli insetti). Perché? Perché fu l’esercito sovietico a liberare la maggior parte di questi campi e perché c’erano molti russi/sovietici non ebrei in questi campi. Infine, oltre ai campi stessi, la maggior parte dei russi conosce anche i famigerati Einsatzgruppen, che probabilmente uccisero ancora più ebrei (e non ebrei) di tutti i campi di concentramento/sterminio messi insieme. Il fatto è che le atrocità Naziste non sono state seriamente provate dalla maggior parte degli storici russi.

La morale è questa: qualunque ostilità (all’epoca molto reale) avesse creato la storia tra ebrei e russi, la Seconda Guerra Mondiale ebbe un impatto enorme su queste percezioni. Questo non vuol dire che i russi abbiano dimenticato le politiche genocide di Lenin e Trockij, ma solo che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte dei russi sentiva giustamente di essere vincitrice, non sconfitta.

I nazionalisti ucraini, al contrario, erano dei perdenti “sconfitti su più fronti”: furono sconfitti dai tedeschi, dai russi e persino dai polacchi (che raramente attaccano qualcuno a meno che la loro potenziale vittima non sia già in agonia o a meno che non ci sia un “pezzo grosso” che li protegge – Churchill aveva perfettamente ragione a definirli “avida iena d’Europa”!). E ora, più recentemente, sono stati profondamente sconfitti non una volta, ma DUE VOLTE, dai Novorussi. Questo tipo di “performance” si traduce spesso in una reazione nazionalistica.

E questo vale non solo per l’Ucraina, ma vale anche per l’Occidente del 2020.

Anche l’Occidente collettivo soffre dello stesso complesso della “sconfitta su più fronti”?

Mi sembra che la maggior parte delle persone che leggono queste righe sappiano già che l’“Occidente collettivo”, noto anche come “Impero Anglo-Sionista”, sia in una forma terribile. Guardate il caos politico negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in tutto il resto dei paesi NATO/UE. L’Occidente non sta solo perdendo militarmente ed economicamente, ma si sta anche straziando culturalmente, socialmente, moralmente e spiritualmente. Inoltre, ciò che tutti noi eravamo abituati a considerare i “valori occidentali” vengono ora sostituiti da un insipido “multiculturalismo” che sembra un pio eufemismo per l’ovvio piano di cancellare praticamente tutta l’eredità storica e culturale occidentale. Come tutte le forme di persecuzione, anche questa sta dando origine a un caso sempre più potente di contraccolpo ideologico: una rinascita molto pericolosa e tossica sia del Fascismo che del Nazionalsocialismo.

Come possono una persona (Hitler) e un’ideologia (il Nazionalsocialismo) essere entrambe dichiarate unicamente malvagie E, allo stesso tempo, subire almeno una parziale riabilitazione nella stessa società? Semplice! L’unica condizione necessaria per far sì che ciò accada è condizionare le persone ad accettare dissonanze cognitive e a non essere troppo turbate quando accadono. Il cittadino medio dell’Impero è stato condizionato ad accettare, e persino ad abbracciare, tali dissonanze cognitive letteralmente sin dalla nascita ed è diventato molto, molto bravo in questo. Ma c’è anche un contraccolpo storiografico in azione qui:

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, dopo gli anni ‘70, i Sionisti commisero quello che considero un disastroso errore: decisero di presentare Hitler e la sua ideologia come una sorta di forma speciale e unica di male che sostituisce qualsiasi forma immaginabile, passata o addirittura futura, di male. E proprio per assicurarsi che questa affermazione restasse valida, decisero di aggiungere alcune affermazioni altamente specifiche tra cui la cifra “ufficiale” di 6 milioni di ebrei assassinati, le camere a gas e i crematori sono le più famose, ma ce ne furono molti altri (tra cui le vasche di elettrocuzione, i paralumi in pelle umana e i saponi fatti con grassi umani – ma che hanno dovuto essere abbandonate dopo essere state dimostrate false). Alla fine queste affermazioni furono tutte sottoposte a un attacco molto efficace da parte dei cosiddetti “storici revisionisti” che da allora hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che queste affermazioni specifiche erano false. Ciò non rese questi storici molto popolari tra i sovrani dell’Impero che, invece di consentire un sano dibattito storico, decisero di trasformare il “revisionismo” in uno psicocrimine punito penalmente per il quale gli storici potevano essere incarcerati, a volte per anni! La reazione a quel tipo di abuso di potere era inevitabile.

Uno dei risultati più perniciosi di questa politica di criminalizzazione delle indagini storiche sulla Seconda Guerra Mondiale è stato il fatto che molte persone in Occidente hanno concluso che, poiché queste specifiche rivendicazioni erano solidissime, anche tutte le affermazioni sulle atrocità Naziste erano solidissime. Enorme errore logico! Il fatto che queste affermazioni specifiche siano già state ridimensionate non implica in alcun modo che ALTRE atrocità ampiamente riportate non si siano verificate.

Ad esempio, il fatto che le camere a gas probabilmente non sono state utilizzate per uccidere nessuno (almeno non in quantità significative) non implica affatto che molte centinaia di migliaia, o persino milioni di persone, non siano state uccise tramite esecuzioni, fame o malattie (tifo, dissenteria, ecc.). Guardate i tassi di mortalità nei campi di prigionia giapponesi, e questi non avevano camere a gas o crematori. Per quanto riguarda i sovietici, deportarono i “nemici di classe” dalle loro case e li liberarono semplicemente nel mezzo della taiga siberiana durante l’inverno e senza equipaggiamento di sopravvivenza: molti di loro morirono rapidamente, semplicemente per esposizione al freddo.

La semplice verità è che qualsiasi stato moderno ha i mezzi per uccidere le persone su scala industriale anche senza l’uso di tecniche strane (e, francamente, inadatte) come le camere a gas o i crematori (in Ruanda usavano principalmente rozzi machete). Ma agli storici occidentali è vietato persino di fare ricerche su questi argomenti!

Questa situazione ha provocato un ambiente in Occidente in cui non si possono criticare (o addirittura dubitare!) gli ebrei o le cose ebraiche senza essere immediatamente chiamato “antisemita”. Idem per chiunque abbia il coraggio di presentare un’altra versione della Seconda Guerra Mondiale. Che questo tipo di lavaggio del cervello collettivo avrebbe comportato inevitabilmente un enorme contraccolpo era facile da prevedere ma, purtroppo, i Sionisti non hanno mai avuto la lungimiranza per vederlo arrivare. O quello, o sono stati abbastanza felici di denunciare un “aumento dell’antisemitismo” in Occidente per estorcere ancora più potere politico (e denaro!). In ogni caso, nell’attuale Occidente è quasi impossibile discutere liberamente e apertamente di questi argomenti.

Ora un rapido confronto con la Russia moderna

L’ambiente politico in Russia è radicalmente diverso. Per prima cosa, in Russia non è illegale (o addirittura improprio) criticare gli ebrei, o il moderno “Giudaismo” (in realtà una forma moderna di fariseismo rabbinico) o Israele o l’ideologia Sionista (che, a proposito, l’URSS ha denunciato e vi si opponeva come una forma di razzismo [in inglese]). Sì, ci sono ancora leggi (piuttosto cattive) sui libri che vietano la promozione dell’odio nazionale e dei “discorsi estremisti”, ma la verità è che fintanto che si indagano solo argomenti storici (come il numero reale di ebrei assassinati dai nazisti) e non si invoca (o commette) violenza, starai bene. Non solo, ma potete trovare praticamente tutti i libri antiebraici/antisionisti sull’internet russo con un download facile e gratuito. Alla fine, anche se molti ebrei lasciarono l’URSS, quelli che rimasero (o che sono tornati) fecero ciò di propria spontanea volontà e questo suggerisce fortemente che, a differenza dei loro fratelli in Israele, molti (la maggior parte?) degli ebrei russi non hanno sentimenti di odio per la Russia, il popolo russo o persino la Chiesa Ortodossa (alcuni sì, ovviamente, ma questa è una minoranza).

Alcuni miopi ebrei deplorano regolarmente che il discorso politico in Russia non sia così strettamente controllato come quello in Occidente. Vorrei semplicemente ricordare loro che l’ambiente intellettuale molto più permissivo della Russia NON ha portato a una fusione automatica tra patriottismo e ostilità nei confronti degli ebrei, come purtroppo è il caso in Occidente (a meno che, ovviamente, non stiamo trattando ciò che il filosofo e dissidente francese Alain Soral chiama “Sionismo Nazionale”, che è un fenomeno separato di cui ho discusso in dettaglio qui).

È vero, quando il patriottismo (l’amore per il proprio paese) si trasforma in nazionalismo (amore per la propria etnia), le cose in genere vanno male, ma questo è un pericolo di cui il Cremlino è profondamente consapevole ed è per questo che i nazionalisti russi sono, dopo i Wahhabiti russi , le persone incarcerate più frequentemente in Russia in base alle leggi anti-estremismo (tenete presente che sia i nazionalisti russi che i Wahhabiti russi in genere non solo diffondono “letteratura estremista”, ma sono anche tipicamente coinvolti in una forma di violenza o in un’altra, quindi vengono spesso imprigionati anche per le accuse di terrorismo).

Un numero crescente di russi è, tuttavia, perplesso da ciò che vedono come una riabilitazione al rallentatore di Hitler e del regime Nazista. Ad esempio, mentre in Occidente la doxa ufficiale è ancora che Hitler e i Nazisti sono stati il peggior male della storia, c’è un punto di vista “alternativo” in rapida crescita, che si trova per lo più su Internet, ovviamente, in cui Hitler è visto come un persona molto più complessa, che è stata ingiustamente demonizzata e le cui azioni devono essere collocate in un contesto storico “corretto”. E, in effetti, c’è del vero: Hitler era una personalità complessa e i Nazisti sono stati demonizzati oltre ogni ragionevolezza. Infine, i sostenitori di questa “riabilitazione” indicheranno sempre che i nemici di Hitler erano almeno altrettanto spietati e malvagi di lui. Ancora una volta, c’è molta verità in questo. Tuttavia, quando l’UE dichiara con un voto solenne che la Germania Nazista e l’Unione Sovietica sono state entrambe ugualmente responsabili della Seconda Guerra Mondiale [in inglese], allora viene attraversata una linea rossa fondamentale, che pone un segno “uguale” non solo tra aggressore e aggredito, ma anche tra quelli che furono sconfitti e quelli che furono vittoriosi.

[Nota a margine: come ho spesso scritto in passato, secondo il diritto internazionale il crimine ultimo, il più malvagio, non è il “genocidio” o i “crimini contro l’umanità”. È il “crimine di aggressione” perché, nelle parole del giudice americano che ha dichiarato questo principio, “il crimine di aggressione contiene tutti gli altri crimini”, il che è solo logico. Pertanto, accusando l’URSS di aggressione, l’UE sta sostanzialmente annullando le sue conclusioni sul Tribunale di Norimberga, rendendo l’URSS altrettanto colpevole di tutte le atrocità della Seconda Guerra Mondiale come i Nazisti.]

I russi hanno ragione quando affermano che c’è una riabilitazione al rallentatore di Hitler e della sua ideologia in Occidente?

Assolutamente!

Il fatto che questa riabilitazione al rallentatore sia ancora attualmente e per lo più limitata ai margini del discorso politico non cambia la consapevolezza russa che non importa quanto Hitler e i suoi servi non siano graditi o addirittura odiati in Occidente, la Russia e i russi saranno sempre odiati ancora di più. Ciò vale anche per ciò che l’Occidente chiama “estremismo Islamico” che è “cattivo” solo quando non è completamente controllato dall’Occidente (terroristi!!), e che è “buono”, assiomaticamente, quando diretto contro la Russia o altre nazioni Ortodosse (combattenti per la libertà!!).

In queste circostanze, è davvero sorprendente che molti (la maggior parte?) russi sentano che l’Occidente è un pericolo molto più grande per la sfera di civiltà russa rispetto a qualsiasi piano anti-russo elaborato da ebrei, Sionisti o israeliani?

Assolutamente no!

Non solo la maggior parte dei russi odiano Hitler e tutto ciò che rappresentava, ma capiscono anche che la stragrande maggioranza degli ebrei assassinati dal Terzo Reich erano persone semplici, innocenti, il cui unico crimine era essere della stessa etnia/religione di alcuni altri ebrei che, invero, meritavano pienamente di essere odiati per il loro messianismo razzista (sia esso religioso o laico). Questa è un’ingiustizia fondamentale che i russi non accetteranno mai perché accettarla sarebbe un tradimento della verità (un concetto estremamente importante per la civiltà russa [in inglese]) e nientemeno che un tradimento della memoria di tutti gli innocenti assassinati dai Nazisti.

Conclusione uno: la storia conta, e molto!

Qualunque cosa possiamo pensare della politica identitaria ebraica o qualunque sia la nostra opinione sull’Unione Sovietica, è innegabile che le politiche di Hitler abbiano inflitto sofferenze indicibili sia ai russi che agli ebrei. I membri della destra alternativa occidentali che ancora si illudono nel pensare che i russi condividano le loro illusioni razziste, possono negarlo e denunciarlo, ma il fatto è che la storia ha creato per sempre un legame tra ebrei e russi: la loro memoria comune delle atrocità di massa perpetuate contro di loro dai Nazisti. Nessuna quantità di acrobazie politiche lo cambierà.

Ciò non significa, ovviamente, che Putin, il Cremlino o chiunque altro sia un “alleato” di Israele o che Putin e Bibi Netanyahu stiano lavorando insieme (o l’uno per l’altro). Questa totale assurdità è una conclusione completamente falsa derivante da una fondamentale e profonda errata lettura della storia e della cultura russa. Ma va anche oltre. Direi che la storia della cultura russa è anche fondamentalmente incompatibile con qualsiasi idea razzista.

L’ideologia della Russia pre-1917 può essere descritta come “monarchismo Ortodosso”. Questo non è proprio corretto per un lungo elenco di ragioni (la realtà è sempre più complessa delle parole d’ordine e degli slogan), ma in generale si potrebbe dire che ciò che era considerato moralmente giusto o moralmente sbagliato era definito dalla Chiesa Ortodossa russa. Beh, accade che mentre il Cristianesimo originale (cioè l’Ortodossia) era molto critico nei confronti del “Giudaismo” rabbinico (la religione e la visione del mondo), quello stesso Cristianesimo originale era molto meno ostile agli ebrei (etnia) delle denominazioni Cristiane occidentali. In effetti, il vero Cristianesimo è sempre stato pro-patriottico ma antinazionalista. Questa era anche la pratica nell’Impero Romano d’Oriente (la cui struttura politica è stata ereditata dalla Russia). A proposito, questo è vero anche per la seconda religione della Russia, l’Islam.

Quindi, dopo la Rivoluzione del 1917, la Russia fu inizialmente sottoposta a due decenni di terrore ebraico, in particolare una specie di terrore diretto contro il popolo russo e la fede Ortodossa. Con l’avvento al potere di Stalin, tuttavia, avvennero importanti cambiamenti (e la maggior parte di coloro che avevano annegato la Russia con sangue innocente furono essi stessi giustiziati durante le famose “purghe”). E mentre Stalin non è mai stato un “antisemita” (una sciocca assurdità che sia le azioni che gli scritti di Stalin contraddicono direttamente), le sue epurazioni (e riforme) hanno cambiato profondamente la natura del regime sovietico, inclusa la composizione etnica dei leader del PCUS, che è diventata molto più diversificata.

Parlando dell’Unione Sovietica in generale, è anche importante ricordare che l’ideologia Marxista-Leninista rifiuta anche le differenze razziali ed etniche e, invece, sostiene una solidarietà di tutte le persone contro i loro oppressori di classe.

Quindi né l’ideologia/visione del mondo tradizionale russa pre-1917 né quella post-1917 sono un terreno praticabile per cercare di promuovere idee razziste. E, per fortuna, nemmeno la moderna Russia (“quella di Putin”).

La verità è che la Russia, che come ho detto sopra è l’erede politico dell’Impero Romano d’Oriente (alias “Bisanzio” nel linguaggio occidentale) è SEMPRE stata multi-religiosa, multi-culturale, multietnica e praticamente qualsiasi altro “multi-qualcosa” a cui potete pensare. Nonostante tutti i molti peccati del popolo russo durante la sua storia, il razzismo non è mai stato uno di essi!

Ad esempio, questo è anche il motivo per cui, mentre la maggior parte della gente in Occidente vede l’Islam (e i Musulmani) come “alieni”, la maggior parte dei russi è totalmente abituata a loro e li vede come vicini di lunga data. Ciò non significa che i russi non ricordino la dozzina di guerre che la Russia ha combattuto contro gli Ottomani, né significa che la Russia abbia perdonato le atrocità Wahhabite in Cecenia. Significa semplicemente e solo che i Musulmani, e persino i turchi, non sono visti come “nemici nazionali” dai russi.

Lo stesso vale per gli ebrei. Sì, i russi ricordano ciò che gli ebrei fecero loro durante i primi anni del regime Bolscevico, ma quel ricordo, quella consapevolezza, NON si traduce in genere in alcun tipo di razzismo, incluso qualsiasi tipo di razzismo antiebraico. Né gli orrori commessi dai Bolscevichi ebrei offuscano tutti i reali contributi di vari ebrei alla cultura russa.

[Nota a latere: a proposito, è importante ricordare che mentre è vero che la maggior parte dei Bolscevichi di prima generazione erano ebrei, non è vero che la maggior parte degli ebrei fossero Bolscevichi. In effetti, gli ebrei si trovavano praticamente ovunque, anche tra i Menscevichi, gli Anarchici, i Bundisti, ecc.]

Quindi sì, ebrei e russi hanno vissuto per lo più insieme per circa 200 anni, e gran parte della nostra storia comune è tragica, dolorosa e persino vergognosa, ma alla fine, sarebbe falso pensare che alla maggior parte dei russi non piacciano o temono gli ebrei. Non è così. Anche quando sono critici di questa o quella personalità, ideologia o religione (il Cristianesimo originale sarà sempre il nemico ultimo del Giudaismo rabbinico, così come il Giudaismo rabbinico rimarrà sempre il nemico ultimo del Cristianesimo originale; possiamo capire perché è così, o possiamo deplorarlo, ma non dovremmo mai dimenticarlo o negarlo!).

[Nota a margine: se un autodichiarato antisemita leggerà queste parole e rimarrà assolutamente indignato da ciò che ho appena scritto, assicuratevi anche di leggere “L’Invenzione del Popolo ebraico” di Shlomo Sand, che vi mostrerà che la nozione di “etnia” (sia ebraica che non ebraica) è un’invenzione moderna con pochissime basi effettive nella storia, specialmente nella storia degli imperi multiculturali. In poche parole: in una cultura che non crede veramente all’importanza dell’etnia, nessuna ideologia veramente razzista può svilupparsi. È davvero così semplice!]

Sì, so dell’antipatia di Dostoevskij e Rozanov per gli ebrei (e i polacchi, a proposito), e sì, so della Zona di Residenza (non la toccheremo qui, ma non è certo ciò che gli storici occidentali in Occidente pensano che fosse – basta leggere Solženicyn!). Conosco anche l’“Accusa del Sangue” (non toccherà neanche questo, ma vi consiglierò di leggere il libro del 2007 dello storico israeliano Ariel Toaff “Pasque di Sangue”) e tutti gli altri miti diffusi in Occidente (da ebrei e non ebrei) riguardo all’“antisemitismo russo”. Ma la verità è semplice: anche se ci sono stati molti casi nella storia in cui gli ebrei e i russi si sono scontrati (tra cui la distruzione del 10° secolo del Khanato Cazaro da parte delle forze russe o la lotta del 15° secolo contro l’“eresia dei Giudaizzanti” [in inglese]) che, a proposito, Wikipedia descrive in modo pessimo: in realtà questo è stato un primo tentativo da parte dei Cabalisti di infiltrarsi nella Chiesa Ortodossa russa proprio come si erano infiltrati con successo nel Papato). Tuttavia, questi conflitti non hanno comportato alcuna grande ostilità dei russi nei confronti degli ebrei (il contrario è, ahimè, non altrettanto vero).

Conclusione due: Putin, Zelens’kyj e gli israeliani

Il recente viaggio di Zelens’kyj e Putin in Israele ha, ancora una volta, portato in primo piano l’argomento del “triangolo” ebraico, russo e ucraino. I polacchi hanno anche colto l’occasione per peggiorare le cose da soli quando hanno reagito. Voi leggete le storie, quindi non è necessario ripeterle tutte qui. La cosa più impressionante di questo evento è che Zelens’kyj ha deciso che avrebbe viaggiato in Israele, per poi dichiarare che non avrebbe partecipato agli eventi commemorativi. Perché? Chiaramente, era terrorizzato dal fatto che gli ucronazisti lo denunciassero per aver ceduto alla pressione Sionista.

Putin ha fatto esattamente il contrario, non solo ha viaggiato in Israele e ha parlato durante l’evento, ha anche ricordato al pubblico (principalmente ebreo) degli orrori che il popolo russo ha subito anche per mano dei Nazisti. Chiaramente, Putin non temeva che alcuni nazionalisti russi lo avrebbero accusato di aver ceduto alle pressioni Sioniste. Perché no?

Perché Putin ha potuto parlare così liberamente?

Per due ragioni molto semplici:

In primo luogo, e diversamente dagli ucraini o dai polacchi, i russi hanno esattamente zero sensi di colpa per quello che è successo nella Seconda Guerra Mondiale. Nonostante tutte le bugie attualmente diffuse in Occidente, l’Unione Sovietica non iniziò la Seconda Guerra Mondiale – l’Unione Sovietica praticamente sconfisse da sola Hitler e pose fine alla guerra (l’intero sforzo anglo non è valso più del 20% e arrivò solo dopo che i sovietici sconfissero la Wehrmacht e le SS a Stalingrado e altrove [in inglese]).

In secondo luogo, il suprematismo ebraico ebbe vita molto breve in URSS (all’incirca dal 1917 al 1937) e né Putin né nessun altro leader politico russo hanno mai lasciato incontrastate le pretese di esclusive sofferenze ebraiche “speciali”. E mentre la maggior parte dei politici russi non sente il bisogno di esprimere dubbi sulla cifra “ufficiale” di 6 milioni, a loro piace ricordare ai loro amici ebrei che la nazione russa ha subito tra i 20 e i 27 milioni di morti durante la Seconda Guerra Mondiale, negando così alle vittime ebree qualsiasi stato di vittima superiore rispetto alle vittime non ebree.

Il nostro fondamentale disaccordo su Seconda Guerra Mondiale, Hitler ed ebrei

Allo stesso modo, è PROPRIO PERCHÉ i russi non hanno alcun senso di colpa nei confronti degli ebrei, che Putin ha potuto menzionare questa cifra dell’80-85% di ebrei nel primo regime Bolscevico di fronte a un’assemblea di rabbini Charedì (guardate da voi il video qui: https://youtu.be/7bSAB5OPkwQ).

Riuscite a immaginare la Merkel o Trump che hanno il coraggio di dire queste cose di fronte a un pubblico simile?

Impensabile!

Conclusione tre:

Da quando Vladimir Putin è salito al potere, la Russia si è progressivamente e sempre più separata dall’Occidente collettivo. Questo processo non riguarda tanto l’essere “contro” l’Occidente ma quanto l’essere “diversi” dall’Occidente, ma senza doversene dispiacere! Ciò è particolarmente visibile nella natura e nella qualità del discorso politico in Russia, che è veramente drammaticamente diverso dal tipo di discorso politico iper-controllato (e, ovviamente, iper-manipolato) in Occidente. In parole povere, i russi vivono in un panorama intellettuale molto più aperto e diversificato rispetto ai loro vicini occidentali. Di conseguenza, sarebbe un grave errore supporre, ad esempio, che i patrioti russi abbiano opinioni simili a quelle dei nazionalisti occidentali. Da qui l’esistenza di ciò che potremmo chiamare “Il nostro fondamentale disaccordo sulla Seconda Guerra Mondiale, Hitler, gli ebrei e la razza”.

Il Saker.

*****
Pubblicato su The Saker.is il 6 febbraio 2020.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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Appassionato di civiltà Sumera ed esoterismo, nel 2006 ho iniziato a studiare la scrittura cuneiforme da autodidatta. Vivo la mia vita terrena in questo Periodo Storico che definisco "oscuro"...
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