Hersh, Lieven e la disperata mossa di Washington per porre fine alle ostilità in Ucraina

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Gilbert Doctorow
gilbertdoctorow.com

Alcuni giorni fa, Seymour Hersh, famoso giornalista investigativo e vincitore del premio Pulitzer, ha pubblicato sul suo account substack.com un articolo intitolato “Da Generale a Generale. In Ucraina i leader militari stanno trattando la possibilità della pace”.

Per essere precisi, Hersh ha detto che i colloqui segreti su una possibile pace sono attualmente condotti dal comandante in capo militare ucraino, generale Valery Zaluzhny, e dal più alto ufficiale militare russo Valery Gerasimov.

Il paragrafo più interessante dell’articolo è il seguente:

La forza trainante di questi colloqui non è stata Washington o Mosca, Biden o Putin, ma piuttosto i due generali di alto rango che conducono la guerra, Valery Gerasimov e Valery Zaluzhny”.

Un altro clamoroso passaggio dell’articolo riguarda il fatto che l’accordo comporterebbe l’accettazione da parte della Russia dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, a patto che la NATO si impegni formalmente a “non collocare truppe NATO sul suolo ucraino” o a installare armi offensive in Ucraina.

L’ultimo elemento chiave dell’accordo, che bilancerebbe l’acquiescenza della Russia all’adesione dell’Ucraina alla NATO, sarebbe il riconoscimento della Crimea come irrevocabilmente russa e lo svolgimento di un referendum nelle regioni del Donbass e della Novorossiya (Zaporozhie e Kherson) che erano state liberate dalla Russia e che avevano poi aderito alla Federazione Russa, una misura che, in effetti, sarebbe una foglia di fico per definire formalmente e definitivamente il destino di questi territori come parte della Russia.

Questo articolo è stato ampiamente commentato dai media anti-establishment, che, per la maggior parte, ritengono che le rivelazioni di Hersh siano così incredibili da non essere degne di una discussione seria. In un articolo di revisione pubblicato su Asia Times, portavoce non ufficiale dell’establishmente cinese, Stephen Bryen suggerisce che “a Hersh è stata raccontata una bugia o è stato imbrogliato…”, come scritto nel pezzo :“La storia di Hersh sui colloqui segreti di pace in Ucraina è vera?

Prendiamo in considerazione i seguenti aspetti:

1. il motivo per cui Seymour Hersh sarebbe stato scelto dagli agenti dell’intelligence americana per diffondere questa straordinaria notizia tra il vasto pubblico americano e occidentale.

2. il fatto che, nelle ultime settimane, alcune parti della storia sono apparse anche in articoli di altri giornalisti più allineati al mainstream, segno questo che la Casa Bianca, per salvare la faccia, sta preparandosi una “via di fuga” dalla fallimentare impresa ucraina.

3. quale, tra gli incredibili elementi esposti da Hersh potrebbe effettivamente avere una qualche base fattuale e fornirci un’anticipazione sull’epilogo della guerra in Ucraina, così come sta venendo immaginato a Washington, e forse anche a Mosca.

*****

Dopo aver trascorso diversi anni in relativa oscurità e dopo essere stato inserito nella lista nera da tutti i principali media statunitensi, Seymour Hersh era riemerso al centro della scena lo scorso febbraio, quando aveva pubblicato sul suo account Substack un lungo articolo che spiegava con dovizia di particolari come l’attentato dinamitardo al gasdotto Nordstream I fosse stato progettato e realizzato su precise istruzioni della Casa Bianca e degli stretti consiglieri di Biden. Sebbene Washington avesse formalmente negato qualsiasi coinvolgimento in quello che è stato probabilmente il più grande atto di terrorismo di Stato della storia, e sebbene la Germania e altri stati europei coinvolti avessero fatto tutto il possibile per deviare l’attenzione verso una inverosimile responsabilità ucraina per l’attentato, il resoconto di Hersh aveva rappresentato una denuncia degna delle imprese giornalistiche che, una volta, gli erano valse il Pulitzer e rimane [ancora oggi] estremamente convincente.

Naturalmente, all’età di 86 anni, Hersh non era certamente andato di persona sul campo a raccogliere le prove documentali a sostegno della storia che avrebbe poi pubblicato a febbraio. Tutto gli era stato consegnato su un piatto d’argento da fonti non identificate, vale a dire da attori interni all’Amministrazione le cui motivazioni rimangono poco chiare.

Le fonti non identificate che avrebbero riferito circa i negoziati segreti tra generali russi e ucraini per porre fine alla guerra potrebbero aver fatto leva sulla profonda ignoranza di Hersh riguardo alla Russia e sulla sua brama di ottenere nuovi riconoscimenti grazie a uno “scoop”. In tal caso, il movente degli informatori non è difficile da capire: Hersh è stato infatti ingannato nel quadro di un’operazione volta a condizionare l’opinione pubblica occidentale, spingendolo a divulgare condizioni per il cessate il fuoco che facessero apparire la sconfitta come una vittoria.

Sia chiaro che, l’idea che il generale russo Gerasimov possa di sua iniziativa avviare colloqui con il suo omologo ucraino per porre fine alle ostilità può essere presa in considerazione solo da chi non riesce a capire cosa sia la “verticalità del potere” in Russia.

Tra l’altro Hersh, forse per sottolineare l’alto rango di Gerasimov, ha inserito all’inizio del suo articolo una foto di Putin e Gerasimov seduti faccia a faccia, sotto la quale si legge la seguente didascalia:

Il presidente russo Vladimir Putin con il generale Valery Gerasimov nel quartier generale delle forze armate russe a Rostov sul Don nel mese di ottobre

Questa foto è più interessante di quanto Hersh e la maggior parte dei lettori del suo articolo possano immaginare. In effetti, proprio questo incontro di ottobre era stato mandato in onda, in prima serata, dalla televisione russa il giorno stesso in cui si era svolto. Avevamo visto Putin, dopo un trasferimento in elicottero e in macchina, arrivare, ben dopo il tramonto, al quartier generale di Rostov, stringere la mano a Gerasimov e al ministro della Difesa Shoigu, anch’egli presente; era stata poi trasmessa anche la partenza di Putin. Non era stato riferito nulla sul contenuto di questi colloqui ad alto livello. Solo un paio di giorni dopo, in un notiziario televisivo specializzato, si era appreso che la Russia aveva appena effettuato un test su vasta scala sulla capacità di reazione di tutti e tre i bracci della sua triade nucleare strategica, cosa che può essere interpretata come un avvertimento diretto a Washington di procedere con grande cautela nella guerra in Ucraina e di pensarci due volte prima di autorizzare ulteriori invii a Kiev di armi offensive avanzate.

Una notizia simile, trasmessa dalla televisione di stato russa meno di due settimane fa, riportava di colloqui segreti fra Putin, Gerasimov e Shoigu presso il quartier generale militare di Rostov sul Don. Tuttavia da allora non si è verificato alcun evento straordinario né sul campo né in qualsivoglia attività militare che possa essere in qualche modo riconducibile ai colloqui di Rostov. Credo che in questo contesto si possa benissimo immaginare Putin intento a dare istruzioni a Gerasimov in vista di un incontro con Zaluzhny.

Allo stesso tempo, è difficile immaginare che il generale ucraino Zaluzhny voglia rischiare di essere accusato di tradimento muovendosi in autonomia, spinto dall’ambizione o dall’intento di salvare ciò che resta delle forze armate ucraine, sfidando il presidente Zelenskyj e il decreto in vigore che vieta i colloqui con i russi fintanto che Putin resterà al potere. Suggerire poi l’idea che lo abbia fatto con il sostegno di Washington, mentre gli stessi americani stanno cercando di tagliare fuori l’ostinato e delirante Zelenskyj e trovare una via di fuga dal disastro ucraino, significa non capire come funzionano le cose in Ucraina, per quanto disfunzionali possano sembrare le élite al potere. Diciamo che potrebbe essere vero il contrario: Zaluzhny assumerebbe il ruolo di salvatore della nazione solo su sollecitazione, e con ferree garanzie di protezione, da parte dell’amministrazione Biden.

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Gli elementi per una possibile pace enunciati nell’articolo di Hersh circolano ormai da settimane nelle pubblicazioni e nelle apparizioni televisive dei principali giornalisti e accademici statunitensi. Esistono numerose variazioni sulla combinazione di compromessi che sia la parte ucraina che quella russa sarebbero chiamate a fare a seconda dell’accademico o dell’esperto che scrive un determinato articolo.

Fermiamoci un attimo per osservare ciò che dice un accademico/giornalista molto letto. Mi riferisco ad Anatol Lieven e al suo ultimo articolo pubblicato su responsiblestatecraft.org: “Il ruolo di Biden nella pace in Ucraina adesso è chiaro”.

Secondo la stima dell’opinione pubblica, Lieven è un esperto di medio livello con una grande esperienza come referente sulle questioni russe. Secondo me è un camaleonte che tiene sempre i piedi in due scarpe per ottenere il massimo consenso possibile. Lieven si crogiola nella fama di cui gode dicendo quello che i capi dell’amministrazione vogliono sentirsi dire.

Tornando indietro a più di un anno fa, Lieven era stato particolarmente solidale con la parte ucraina, e aveva raggiunto l’apice dopo il suo ritorno da una visita in Ucraina durante la quale era finito in ospedale, imbevendosi dell’odio anti-russo dei suoi compagni di stanza. Era stato uno dei primi difensori della resilienza ucraina e della sua forza morale nel resistere all’aggressore russo. Sembrava convinto che gli ucraini avessero la vittoria in pugno. Ora  riconosce il fallimento della controffensiva ucraina e le disperate prospettive militari ucraine.

La sua narrazione è cambiata di 180 gradi ma cerca comunque di trovare un modo per presentare la sconfitta come una vittoria, in sintonia con lo staff della Casa Bianca. Riporto per esteso:

“Per l’Ucraina diventano quindi sempre più necessari il cessate il fuoco e i negoziati per una soluzione pacifica. A ben vedere, se i combattimenti si fermassero lungo le linee di battaglia esistenti, più dell’80% dell’Ucraina sarebbe completamente indipendente dalla Russia (e aspramente ostile alla) Russia e libera di fare del suo meglio per procedere verso l’adesione all’Unione Europea.

Considerati gli obiettivi originari del Cremlino quando aveva lanciato l’invasione l’anno scorso, e considerando la storia di dominazione russa dell’Ucraina negli ultimi 300 anni, questa non sarebbe una sconfitta ucraina, ma, al contrario, una straordinaria vittoria ucraina. Se, d’altro canto, la guerra dovesse continuare indefinitamente, c’è una reale possibilità che la resistenza ucraina crolli, sia per l’esaurimento delle sue forze umane, sia perché le forze aggiuntive della Russia le permetteranno di riaprire nel nord dell’Ucraina i fronti dai quali si era ritirata fin dall’anno scorso e, infine, perché l’Ucraina non ha le truppe per difendersi.”

Di conseguenza, Lieven sostiene la necessità di una soluzione adesso, ben prima delle elezioni americane, quando un collasso dell’Ucraina sarebbe assai dannoso per qualsiasi candidato democratico.

Dice che, per convincere i russi, Washington dovrà fare importanti concessioni alle principali richieste russe di prima dell’inizio della guerra:

“[La Russia] dovrà essere certa che Washington sia pronta a discutere seriamente una soluzione finale che implichi la neutralità dell’Ucraina (ovviamente, comprese le garanzie di sicurezza internazionali), la reciproca limitazione della forza in Europa, la revoca delle sanzioni e una qualche architettura di sicurezza europea inclusiva per scongiurare il pericolo di ulteriori guerre in futuro.”

Lieven auspica che il Sud del mondo e la Cina, in particolare, possano essere indotti “a lanciare un forte appello collettivo per il cessate il fuoco e i colloqui di pace”.

I particolari delle concessioni alla Russia di cui parla Lieven sono piuttosto vaghi. Sono considerevolmente più generosi di quanto propone Seymour Hersh. Non importa. Entrambi, oltre a dozzine di loro colleghi vengono incoraggiati dai fautori della politica statunitense a preparare i russi ad avviare i colloqui di pace e l’opinione pubblica americana ed europea ad un cessate il fuoco che sarebbe una sconfitta travestita da vittoria.

*****

Come accennato sopra, è del tutto plausibile che ci siano stati colloqui diretti sulla fine della guerra tra Gerasimov e Zaluzhny nelle ultime due settimane, anche se nessuno dei due può essere un attore indipendente, come erroneamente crede Hersh.

Mi spingo anche ad affermare che è possibile che la parte russa abbia lasciato intendere di essere disposta ad accettare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO qualora ci fosse un impegno esplicito a non inviare mai forze NATO sul territorio ucraino e a non fornire armi offensive all’Ucraina. Situazioni del genere possono essere monitorate e, se ci fossero violazioni, si potrebbe arrivare alla revoca immediata dell’accordo prima che venga arrecato qualsiasi danno agli interessi di sicurezza russi.

Il possibile vantaggio per la parte russa sarebbe quello di offrire agli americani una via di uscita salva-faccia, ponendo così fine alla possibilità di una pericolosa escalation con il coinvolgimento americano-NATO sul terreno, qualora le forze ucraine crollassero.

Vladimir Putin è stato molto cauto nel condurre questa guerra proprio perché i russi hanno un’opinione decisamente bassa della professionalità, e talvolta anche della salute mentale, dei loro colleghi americani.

Putin è sufficientemente autorevole sia nel suo entourage che agli occhi dell’opinione pubblica russa da poter sostenere in modo convincente qualsiasi soluzione che garantisca il rispetto degli interessi di sicurezza russi e che i sacrifici in termini di vite umane e beni materiali che questa guerra è costata vengano giustificati dal risultato.

Anche nei termini meno allettanti definiti da Hersh, i risultati positivi per la Russia sarebbero la liberazione definitiva della maggior parte dei territori di lingua russa dell’Ucraina dal dominio di Kiev e la loro incorporazione nella Federazione Russa, la smilitarizzazione, di fatto, dell’Ucraina dovuta alle sue stesse perdite, che si aggirano nell’ordine del milione tra morti e invalidi, e la ragionevole certezza che l’Ucraina non potrà più essere utilizzata come piattaforma di attacco avanzato della NATO contro la Russia.

Gilbert Doctorow

Fonte: gilbertdoctorow.com
Link: https://gilbertdoctorow.com/2023/12/03/seymour-hersh-anatol-lieven-and-the-desperate-dc-gambit-to-end-hostilities-in-ukraine-while-claiming-victory/
03.12.2023
Tradotto da Samuele per comedonchisciotte.org

 

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