Larry Romanoff
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“Teoria del complotto” è il nome dato alle percezioni o alle convinzioni del pubblico che, su un particolare evento, differiscono dalla storia ufficiale (di solito governativa), evento di cui una parte significativa del pubblico ritiene che il governo stia nascondendo una parte o tutta la verità. Le teorie del complotto sorgono generalmente quando sono giustificate, ovvero quando la storia ufficiale non è supportata dai fatti ed è spesso piena di incongruenze, quando i fatti presentati vanno dall’implausibile all’impossibile, quando la storia cambia ripetutamente, quando la logica è difettosa e i pezzi non si incastrano. Così, quando i fatti non tornano, quando la storia non ha senso, crediamo che ci stiano mentendo ancora una volta. E probabilmente è così.
Il termine “teoria del complotto” era nato decenni fa come parte di un piano deliberato per screditare i membri del pubblico che mettevano in dubbio la versione ufficiale degli eventi, coloro che rendevano pubblici i loro sospetti sulle attività criminali del governo. Il piano consisteva nel richiedere l’assistenza dei principali mezzi di comunicazione per applicare l’etichetta di “teorico della cospirazione” a questi individui come modo per metterli a tacere e scoraggiare un’attenzione razionale alle loro affermazioni. Il processo era decisamente sgradevole ed efficace, poiché gli attacchi pubblici dei media insinuavano che questi individui erano mentalmente squilibrati e deliranti, e la deprecabile attenzione pubblica era spesso sufficiente a rovinare una reputazione e distruggere una carriera. Oggi l’espressione è spesso usata per liquidare come un pazzo qualcuno le cui idee non sono degne di attenzione ma, come ha scritto Mike Adams, “è una tattica frequentemente usata dalla moderna polizia del pensiero nel disperato tentativo di chiedere ‘Non andare lì!’”.
In Occidente ne abbiamo visto molto durante l’incubo COVID, soprattutto nei Paesi di lingua inglese, dove molti medici e scienziati altamente qualificati erano stati minacciati o avevano perso la licenza di esercitare la professione, il tutto sostenuto con forza dai mass media. Oggi, infatti, i media occidentali sono specializzati nell’attaccare e calunniare le persone che criticano le versioni ufficiali degli eventi o che tentano di correggere i resoconti storici palesemente errati o di riempire alcune delle pagine vuote dei nostri libri di storia. Nei Paesi occidentali, nonostante l’incessante sostegno sciovinista ai miti della libertà di parola e del pensiero indipendente, questa indipendenza è fortemente limitata quando si tratta di sfidare la versione ufficiale del governo su qualsiasi evento. Inoltre, qualsiasi fonte che tenti di documentare le prove dei fatti contro una storia discutibile o che offra confutazioni fattuali delle storie ufficiali, viene generalmente derisa dai media e liquidata come un “sito web di cospirazione”, scoraggiando senza dubbio molti lettori ben intenzionati dal conoscere la verità di un evento.
Ma queste teorie sono raramente opera di pazzi folli o di ingenui senza speranza. Il più delle volte, coloro che promuovono queste obiezioni sono sostenuti da una parte dell’opinione pubblica, spesso istruita e ben informata, che ha una formazione specializzata o che ha fatto parte dell’establishment ed è in grado di valutare le circostanze. Le teorie del complotto sorgono più spesso nei Paesi politicamente di destra come gli Stati Uniti, il Regno Unito e Israele, perché questi governi dicono bugie più grandi molto più spesso di altri governi e perché è quasi esclusivamente questo gruppo a condurre le operazioni false-flag che danno origine a queste accuse. In vari momenti, [questi Paesi] commettono ogni sorta di attività deleteria o illegale e, se smascherati, rivendicano la “negabilità plausibile”, si impegnano in tentativi di insabbiamento, diffondono disinformazione e attaccano in modo personale i loro accusatori. La verità viene ammessa solo quando è finalmente impossibile evitarla.
Ci sono stati molti eventi di questo tipo in cui la spiegazione ufficiale era insensata o evitava di affrontare evidenti carenze e anomalie. Dato il loro sordido passato e l’ampio coinvolgimento dimostrato in atti illegali clandestini, non è difficile ammettere la possibilità molto concreta che questi governi o militari stiano mentendo ancora una volta. Perché non dovremmo essere sospettosi? Queste teorie sorgono quasi invariabilmente nelle nazioni “occidentali-alleate”. Poche altre popolazioni hanno avuto motivo di sospettare così profondamente il coinvolgimento dei loro governi o delle loro agenzie di spionaggio in gravi crimini o atrocità, e ci sono pochi esempi di questo tipo in tutto il mondo che non coinvolgano gli Stati Uniti o Israele. Già questo dovrebbe far riflettere.
Nel corso degli anni, molti eventi accaduti in queste nazioni, o che le hanno coinvolte, avevano fatto nascere nell’opinione pubblica la convinzione di un’attività criminale sponsorizzata dallo Stato, che era stata vigorosamente – e spesso ferocemente – denunciata all’epoca, per poi dimostrarsi vera molti decenni dopo, quando i documenti erano stati declassificati. In genere, la verità emerge solo dopo 60 o 70 anni, spesso dopo che i responsabili sono morti da tempo e troppo tardi per avere un effetto sugli eventi attuali. Tali eventi includono l’affondamento della USS Maine nel porto dell’Avana, l’affondamento del Lusitania, l’attacco a Pearl Harbor, l’incidente del Golfo del Tonchino, l’abbandono dei prigionieri di guerra statunitensi in Vietnam e l’assassinio di Martin Luther King. In genere, l’establishment statunitense – il governo e le sue varie agenzie e i media mainstream – fa quadrato e organizza campagne di pubbliche relazioni estese e feroci per screditare chi si rifiuta di accettare la narrazione ufficiale di un evento importante e, cosa ancora più significativa, per avvertire gli altri di “non andare lì”. Le persone vengono derise, molestate, minacciate, ignorate, rese disoccupate e spesso inoccupabili, la loro documentazione viene trascurata dai media e i loro sforzi per scoprire la verità vengono ostacolati ad ogni passo. I governi degli Stati Uniti, del Regno Unito e di Israele, per più di un secolo hanno perpetrato e poi coperto una moltitudine di atrocità, eseguito innumerevoli crimini spregevoli e poi mentito su di essi solo per far scoprire la verità in seguito, ma continuano a seguire questo schema anche oggi, e il pubblico in generale appare disinformato e credulone come sempre.
Pochi eventi importanti nella storia recente degli Stati Uniti hanno generato un dibattito pubblico così eccezionale e diffuso e accuse di coinvolgimento dello Stato in crimini come l’assassinio di John F. Kennedy e gli attacchi dell’11 settembre al World Trade Center. In entrambi i casi, le grida di incredulità dell’opinione pubblica nei confronti della narrazione ufficiale hanno infine portato all’istituzione di un’inchiesta pubblica del Congresso, ma in entrambi i casi l’inchiesta stessa era talmente infarcita di falsità e incongruenze che, invece di mettere a tacere la questione nella mente dell’opinione pubblica, ha creato ancora più accuse di cospirazione e insabbiamento da parte del governo. Un’altra è stata la storia più recente, e davvero comica, della cattura e dell’uccisione di Osama bin Laden, un uomo che era già morto da più di dieci anni. Raramente una storia era stata infarcita di tante incongruenze e di “fatti” palesemente falsi, e messa in ridicolo dall’opinione pubblica come questa, ma ce ne sono molte altre. Mi occuperò di alcune di queste in seguito.
Ci sono molte decine di situazioni o eventi storici che sono stati liquidati per decenni come teorie del complotto, prodotti di menti disturbate e di immaginazioni troppo produttive, e che, alla fine, si sono rivelati veri. Un esempio evidente è il Gruppo Bilderberg e la sua pianificazione di un Nuovo Ordine Mondiale, affermazioni che fin dagli anni ’50 sono state ferocemente negate dall’establishment. Molte carriere sono state rovinate dal rifiuto di accettare le storie ufficiali; gli editorialisti che osavano scriverne perdevano talvolta il lavoro. Poi, 50 anni dopo, e dopo l’esposizione di prove inconfutabili, è stato dimostrato che il gruppo Bilderberg esiste e i suoi piani per un governo mondiale controllato dai banchieri ebrei non vengono più negati. Alla fine sono usciti allo scoperto, con l’indimenticabile ammissione di David Rockefeller:
“Siamo grati al Washington Post, al New York Times, alla rivista Time e ad altre grandi testate i cui direttori hanno partecipato alle nostre riunioni e rispettato le promesse di discrezione per quasi quarant’anni. Sarebbe stato impossibile per noi sviluppare il nostro piano per il mondo se in quegli anni fossimo stati sottoposti alle luci della ribalta pubblica. Ma il mondo è ora più sofisticato e pienamente preparato a marciare verso il nostro unico governo mondiale. La sovranità sovranazionale delle nostre élite intellettuali e dei banchieri mondiali è sicuramente preferibile per il mondo intero“. Rockefeller aveva anche affermato che il suo gruppo aveva bisogno di un ultimo drammatico impulso, “un altro evento tipo Pearl Harbor“, per portare sul trono questo Nuovo Governo Mondiale. Secondo gli stessi “teorici della cospirazione”, l’11 settembre doveva essere quell’evento.
Dopo l’ammissione pubblica di Rockefeller dell’esistenza di questo piano, sono emerse rapidamente molte altre prove, come questa citazione tratta da un discorso tenuto da Montagu Norman, all’epoca governatore della Banca Centrale d’Inghilterra di proprietà ebraica Rothschild e rappresentante dei Rothschild. Norman aveva detto in un discorso all’Associazione dei banchieri statunitensi a New York, nel 1924: “… le ipoteche [devono essere] pignorate il più rapidamente possibile. Quando… la gente comune perderà la propria casa, diventerà più docile e più facilmente governabile… da un potere centrale della ricchezza sotto la guida di importanti finanzieri. Queste verità sono ben note ai nostri uomini di spicco, che ora sono impegnati a formare un imperialismo per governare il mondo“. Non è possibile fraintendere le parole di quest’uomo; stava descrivendo, quasi 100 anni, fa i piani per il Nuovo Ordine Mondiale elaborati da quei banchieri che egli rappresentava, piani volti a soggiogare le popolazioni impoverendole sempre più. Le sue parole sono una descrizione precisa del disastro immobiliare del 2008 negli Stati Uniti.
Dal 1941, molte persone, comprese alcune autorità, hanno presentato affermazioni documentate secondo cui la Casa Bianca sapeva benissimo dell’imminente attacco giapponese a Pearl Harbor, compresa la data e l’ora, e non ne aveva deliberatamente informato le Hawaii perché Roosevelt aveva bisogno dell’attacco per costringere gli Stati Uniti ad entrare nella guerra europea. Finalmente ora sono disponibili prove sufficienti per cui questa affermazione non può più essere ragionevolmente contestata, anche se potrebbero passare ancora alcuni decenni prima che la verità appaia nei libri di storia. Lo stesso vale per il falso attacco del Golfo del Tonchino che aveva dato agli Stati Uniti il pretesto per entrare nella guerra del Vietnam e, ancora prima, per il falso attacco alla USS Maine nella baia di Guantanamo a Cuba che aveva spinto gli Stati Uniti nella guerra ispano-americana. Gli stessi teorici della cospirazione hanno ora finalmente dimostrato che gli Stati Uniti avevano effettivamente abbandonato migliaia di prigionieri di guerra americani in Vietnam per evitare l’ignominia di dover pagare le riparazioni di guerra. Se n’era parlato per oltre 40 anni, con il governo che aveva sempre mantenuto il silenzio e i mass media che avevano ripetutamente denigrato le testimonianze.
La stessa situazione si era verificata con l’ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, con l’infame affondamento da parte della Germania del Lusitania, una “innocente nave passeggeri” crudelmente affondata dai tedeschi senza cuore. Si era subito saputo che il Lusitania non solo trasportava armi e munizioni, ma era stato deliberatamente inviato nelle rotte battute dai sommergibili tedeschi e istruito a navigare lentamente, senza zig-zag, per diventare un bersaglio migliore. Pochi sanno che il governo tedesco aveva cercato di pubblicare avvertimenti su decine di giornali statunitensi, per evitare vittime civili, e ancora meno sanno che il governo britannico aveva a lungo cercato di localizzare e distruggere con mine il relitto del Lusitania, in modo che la verità non venisse mai a galla. Il governo britannico aveva organizzato diverse “manovre in mare” nell’area in cui era affondato il Lusitania sganciando migliaia di tonnellate di esplosivo, nella speranza di cancellare per sempre le prove. Ma molte delle bombe do profondità non erano esplose e i tentativi erano falliti e, quando gli operatori addetti al recupero avevano localizzato il Lusitania, avevano scoperto non solo le munizioni inesplose, ma anche migliaia di tonnellate di armi e munizioni in cassette con le scritte “burro” e “formaggio”, un carico che rendeva la nave un obiettivo bellico legale. In seguito gli storici avevano scoperto documenti d’archivio riguardanti il cambio di comandante, con istruzioni precise di attraversare le aree battute dai sottomarini e di seguire una rotta rettilinea a velocità dimezzata, il tutto per facilitare la scoperta e la distruzione della nave e fornire una scusa per l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Ma, ancora una volta, i cospiratori sono tutti morti, così come tutti i teorici della cospirazione, e le pagine dei libri di storia sono ancora vuote.
Per decenni il governo degli Stati Uniti ha negato l’esistenza dei programmi MK-ULTRA della CIA, ha negato che la School of the Americas fosse un’università dittatoriale di tortura e repressione civile, ha negato l’esistenza del Progetto Phoenix, in cui ben 250.000 vietnamiti erano stati torturati a morte, ha negato i vasti programmi di tortura a Guantanamo Bay, Abu Ghraib e Baghram, la cui esistenza è stata poi dimostrata da documenti trapelati. Erano stati i teorici della cospirazione a rendere di pubblico dominio i Pentagon Papers che raccontavano le verità sulla guerra del Vietnam, e che avevano provocato un’indignazione pubblica e un tale caos da rendere gli Stati Uniti quasi ingovernabili. Erano stati i teorici della cospirazione a rivelare che Nixon aveva ordinato di sparare sugli studenti universitari che protestavano con l’intento di ucciderli, come alla Kent State University, per soffocare il movimento di protesta contro la guerra. Erano stati i teorici della cospirazione a rivelare che Martin Luther King Jr. era stato ucciso dal governo statunitense a causa della minaccia che rappresentava. Erano stati i teorici della cospirazione a sostenere che il biologo della CIA Frank Olson era stato ucciso dal suo governo per paura che rendesse pubblici gli orribili dettagli degli “interrogatori terminali” della CIA e una litania di altri crimini e che, alla fine, avevano fornito prove schiaccianti di quell’omicidio.
Il Centers for Disease Control (CDC) degli Stati Uniti – il CDC che “salva le vite, protegge le persone” – per decenni è risultato coinvolto principalmente nei programmi di sperimentazione umana e di sviluppo di armi biologiche dell’esercito americano, e tutti i “teorici della cospirazione” che ne parlavano sono stati denunciati come mentalmente tarati. Ma poi, nel 1994, qualcuno aveva fatto trapelare una serie di documenti di spedizione e fatture che dimostravano che il CDC aveva fornito a molte nazioni un’ampia gamma di materiali per armi biologiche, tra cui l’antrace, la tossina botulinica, il virus del Nilo occidentale, la peste bubbonica e la febbre dengue e, di colpo, il CDC non aveva puù potuto negarlo. Altri “teorici della cospirazione” sostengono che il CDC sia sempre stato un’organizzazione criminale, essendo stato inizialmente composto, nell’ambito dell’Operazione Paperclip, da scienziati provenienti dall’Unità 731 giapponese e dai programmi tedeschi per le armi biologiche.
Il governo statunitense ha negato per 60 anni che l’Operazione Paperclip sia mai esistita. Poi, di fronte a prove schiaccianti, è stato finalmente costretto ad ammettere che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, migliaia di americani ed Ebrei avevano saccheggiato la Germania del suo patrimonio di proprietà intellettuale e brevetti, rubando letteralmente tutto. Gli americani avevano anche negato con fermezza l’esistenza della seconda fase dell’Operazione Paperclip, in cui gli Stati Uniti avevano importato migliaia dei più efferati criminali di guerra, soprattutto dal Giappone, ma anche dalla Germania, esperti in sperimentazione umana e guerra biologica, dando loro totale immunità dai procedimenti giudiziari, nuove identità e buoni posti di lavoro in luoghi come Fort Detrick e il CDC. Avevano anche ammesso di aver mentito accusando la Russia di “propaganda comunista” quando l’URSS aveva perseguito alcuni di questi giapponesi per crimini di guerra. Il governo degli Stati Uniti continua tuttora a negare il suo vasto programma di guerra biologica contro la Corea del Nord e la Cina, nonostante le prove ormai schiaccianti della diffusione di agenti patogeni biologici sia in Cina che in Corea del Nord durante la guerra di Corea. In tutti i casi, non solo il governo ha negato, offuscato e mentito fino alla fine, ma ha fatto tutto ciò che era in suo potere per screditare, mandare in bancarotta, imprigionare o uccidere coloro che si avvicinavano troppo alla verità, e tutto ciò con l’avida collaborazione dei mass media. Tuttavia, in molti di questi casi, la persistenza ha prevalso e la verità è emersa.
Va notato che una parte importante di ciò che qualifica questi eventi come “cospirazioni” è che, di solito, vi sono coinvolti molti individui e agenzie, e le narrative ufficiali vengono sostenute vigorosamente dai proprietari e dagli editori degli organi di informazione. Questa è la definizione classica di cospirazione. Va inoltre notato che gli eventi false flag e le teorie del complotto sono quasi inscindibili, poiché spesso sono proprio gli eventi false flag a portare alla formazione di queste teorie alternative degli eventi.
Come e perché nascono le teorie del complotto?
Quasi sempre sorgono quando la “storia ufficiale” è palesemente falsa e non ha alcun senso razionale. Abbiamo immediatamente la netta sensazione che ci stiano mentendo e che stiano cercando di coprire qualcosa di nefasto. Vediamo due esempi: il virus ZIKA e la conquista della Luna da parte delle missioni Apollo.
ZIKA
Il virus ZIKA ha viaggiato magicamente (con una zanzara) per 15.000 chilometri dall’Africa fino al laboratorio biologico della Marina degli Stati Uniti, NAMRU-2, poi ha viaggiato di nuovo magicamente per altri 12.000 o 15.000 chilometri, attraversando gran parte dell’Oceano Pacifico, gli Stati Uniti e il Messico, tutta l’America Centrale e i Caraibi, e infine attraversando tutto il Sud America per atterrare sul lato atlantico, a Rio e San Paolo. Da lì, si è irradiato quasi istantaneamente per 4.000 o 5.000 chilometri in tutte le direzioni, coprendo la maggior parte del Brasile, per poi diffondersi in tutta l’America meridionale e centrale e nei Caraibi, arrivando in più di 20 Paesi nel giro di pochi mesi.
L’OMS ritiene che il virus ZIKA sia stato “portato in Brasile da un visitatore infetto della Coppa del Mondo”. Ma pensiamoci un attimo. La ZIKA non è una malattia contagiosa. Può essere diffusa solo quando si viene punti da una zanzara infetta. Per causare questa epidemia, il nostro viaggiatore infetto dovrebbe essere punto da milioni di zanzare locali – che poi (forse) si infetterebbero e che poi (forse) pungerebbero decine di milioni di altre persone, e (forse) le infetterebbero. Ma come funziona esattamente? Le zanzare non migrano, non possono. Possono essere disperse un po’ dai venti locali, ma questi insetti vivono solo pochi giorni e trascorrono la loro vita entro un chilometro dal luogo in cui sono nati. Come avrebbero fatto gli immaginari milioni di zanzare che avevano punto il nostro turista della Coppa del Mondo a coprire tutto il Sud e il Centro America? Queste piccole zanzare hanno volato per 5.000 chilometri a 30.000 piedi per attraversare le Ande? Se davvero ci sono tutte queste zanzare, come hanno fatto a coprire 20 Paesi e milioni di chilometri quadrati in così poco tempo? E hanno una vita molto breve: quando una zanzara infetta muore, è la fine. Anche quegli ipotetici milioni di zanzare appena infettate sarebbero tutte morte in una settimana. Non avrebbero avuto il tempo di attraversare le Ande o di arrivare in 20 Paesi. Non avrebbero avuto nemmeno il tempo di uscire dalla città, prima di morire.
Basta riflettere un attimo per rendersi conto che questa affermazione è ridicole e impossibile. L’origine dell’epidemia di ZIKA è stata liquidata con un’unica frase incauta: “si ritiene che sia stata portata in Brasile da un visitatore infetto della Coppa del Mondo”, un’affermazione buttata lì senza alcun supporto probatorio, che appare superficialmente credibile ma che costituisce un’assurdità logica.
Riflettiamo un attimo sul presunto (e sicuramente immaginario) visitatore infetto che era andato a vedere la Coppa del Mondo e consideriamo la diffusione sorprendentemente rapida dell’infezione. Il racconto ufficiale è che il virus è arrivato in Brasile dalla Polinesia francese, ma quante persone, infette o meno, della minuscola popolazione della Polinesia francese potrebbero andare fino in Brasile solo per vedere qualche partita di calcio? Due? Dieci? Allora come hanno fatto le zanzare brasiliane, non infette, a trovare quelle poche persone polinesiane infette, a pungerle e a infettarsi a loro volta, per poi diffondere l’infezione ad altre decine di milioni di insetti in pochi mesi, in modo da pungere e infettare decine o centinaia di milioni di persone in tutta l’America Latina? Il volume dell’epidemia e la sua diffusione praticamente istantanea escludono la possibilità che l’infezione abbia avuto origine da un viaggiatore straniero. Una zanzara che punge una persona non costituisce un’epidemia. Se vogliamo avere una “diffusione esplosiva” di un virus trasmesso dalle zanzare come lo ZIKA, che ha infettato milioni di persone in pochissimo tempo, abbiamo bisogno di almeno decine di milioni di zanzare, ma più ragionevolmente di centinaia di milioni. Questo è particolarmente vero quando le zanzare dovrebbero infettare le enormi aree terrestri del Sud e del Centro America, dovendo anche attraversare enormi aree spopolate. Non tutte le zanzare sono infette, non tutte le zanzare infette troveranno qualcuno da pungere, non tutti saranno morsi e non tutti saranno infettati. E la vita di una zanzara è davvero molto breve, circa dieci giorni.
Con solo una manciata di persone infette, un’epidemia così diffusa è impossibile con questo metodo di trasmissione. Il numero di viaggiatori è statisticamente insignificante, quindi anche se tutti fossero stati punti molte volte da insetti diversi, la totalità di questi insetti non avrebbe potuto a sua volta mordere e infettare milioni di persone in 20 Paesi nel giro di pochi mesi, soprattutto Paesi distanti molte migliaia di chilometri, considerando che le zanzare non viaggiano. E se una persona si è recata a Rio o a San Paolo per una partita di calcio, come si spiega l’esplosione della malattia in una dozzina di altre città del Brasile, più o meno nello stesso periodo? Come si spiega la diffusione della malattia in Colombia e in una dozzina di altri Paesi vicini, e a 8.000 km di distanza in Messico e a Porto Rico, poco dopo? Anche se i viaggiatori infetti dal Brasile andassero in Messico, quanti verrebbero punti da zanzare locali in grado di trasmettere il virus? Statisticamente zero, o giù di lì.
Milioni di zanzare non possono pungere gli stessi dieci viaggiatori, infettarsi, poi pungere milioni di altre persone e causare un’epidemia. Non c’è bisogno di essere uno statistico per sapere che non è possibile. Se milioni di persone sono state infettate, devono esserci state almeno molte decine di milioni di zanzare infette nell’area. Quindi, la domanda più importante di tutta questa saga è: come hanno fatto almeno decine, e più probabilmente centinaia, di milioni di insetti a infettarsi? Il virus non esisteva in Brasile. Le zanzare autoctone non erano infette dallo ZIKA e avrebbero potuto infettarsi solo pungendo milioni di persone infette, oppure avrebero potuto essere il risultato di milioni di accoppiamenti con insetti infetti, ma da dove sarebbero venuti? Pochi viaggiatori infetti non possono spiegare un’epidemia geografica così massiccia nel giro di poche settimane, il che significa che un gran numero di zanzare infette deve essere stato introdotto in quei luoghi. Non c’è altra spiegazione possibile. E la Oxitec aveva disperso i suoi insetti geneticamente modificati nel tentativo di controllare la popolazione di insetti.
Secondo la dichiarazione ufficiale dell’OMS, la ZIKA si sarebbe diffusa così rapidamente per due motivi: uno, perché si trattava di una malattia nuova per la regione e quindi la popolazione non aveva alcuna immunità, e due, perché la ZIKA è trasmessa principalmente da una specie di zanzara nota come A. aegypti, che vive in tutti i Paesi del Nord e del Sud America tranne in Canada e in Cile. Queste affermazioni sono deliberatamente fuorvianti e imperdonabilmente disoneste per ciò che non dicono. La parte relativa alla mancanza di immunità è vera, ma questa mancanza esiste solo perché, come ha sottolineato la stessa OMS, la ZIKA è una malattia nuova per la regione, cioè non esisteva in Brasile o nell’America centro-meridionale prima d’ora. L’OMS ci dice che la malattia si è diffusa così rapidamente perché è trasmessa da una specie di zanzara che esiste localmente, ma allora? Le zanzare domestiche non erano mai state infettate e quindi non potevano essere responsabili della diffusione del virus. Il fatto che la specie di zanzara fosse la stessa era una disinformazione irrilevante.
È ovvio per qualsiasi persona pensante che l’intera storia inventata dall’OMS, e così pesantemente sbandierata dai media, è semplicemente una grande menzogna, quindi non è una sorpresa che la gente in tutti i Paesi stia speculando sulla verità dietro questa favola.
La faccia nascosta della Luna
Non avevo intenzione di includere questo argomento nel mio elenco di false flag, ma ci sono alcuni dettagli sull’allunaggio originale dell’Apollo che sono davvero fastidiosi e meritano di essere discussi. Per i lettori che non ne fossero al corrente, ci sono state continue speculazioni sul fatto che l’allunaggio dell’Apollo 11 del 20 luglio 1969 non sia mai avvenuto e che le foto della NASA dell’evento siano false. Molte delle foto sembrano effettivamente avere dei problemi, uno dei quali è rappresentato da ombre che inspiegabilmente si diramano in diverse direzioni, anche se la luna ha una sola fonte di luce principale e tutte le ombre dovrebbero essere parallele. Le ombre multiple possono essere create solo da potenti fonti di luce multiple. Ci sono molte foto in cui l’intera area circostante è immersa in un’oscurità nera, ma la bandiera americana e le parole “Stati Uniti” sono sempre illuminate. C’è la bandiera americana che sventola nella brezza – su una luna che non ha aria, né atmosfera, né vento.
E tutte le foto sono perfettamente a fuoco ed esposte, anche se avrebbero dovuto essere state scattate da macchine fotografiche che non avevano meccanismi di regolazione per il tempo di esposizione e nemmeno per la messa a fuoco e, dal momento che le macchine fotografiche erano montate permanentemente sulle tute spaziali, non c’era modo di sapere cosa si stesse effettivamente inquadrando. In altre parole, impossibili da realizzare al di fuori di uno studio.
Forse le critiche e l’incredulità più pronunciate sono state generate dalle foto del modulo lunare posato sulla superficie lunare. I due problemi principali erano che (1) non c’era stato alcun riscaldamento del sito di atterraggio e (2) la polvere della superficie sotto il lander lunare era completamente intatta. Il primo problema era che il calore intenso dei razzi di atterraggio avrebbe bruciato il sito di atterraggio fino a farlo diventare nero come l’asso di picche, ma non c’era alcuna traccia di calore sotto il lander lunare. La sabbia e la polvere avevano il loro colore normale. Il secondo problema è che l’alta velocità dello scarico dei razzi avrebbe spazzato via qualsiasi polvere o sabbia inconsistente, probabilmente fuori dall’orbita lunare e forse fino a Marte, ma gli strati di suolo e polvere sotto il lander lunare [nelle foto] sono chiaramente indisturbati. Entrambi i casi sono fisicamente impossibili nell’atterraggio reale di un razzo.
Esaminate la prima foto per vedere la totale assenza di prove di qualsiasi disturbo sulla superficie sotto il lander lunare. Questa foto, e molte altre simili, erano state pubblicate non appena erano iniziati i sospetti e le contestazioni. E, per 45 anni, la NASA ha difeso queste foto, spiegando stupidamente che i razzi di atterraggio non soffiano via la polvere della superficie e i loro getti di gas non bruciano la superficie di atterraggio. E se la NASA si fosse fermata lì, avrei lasciato perdere questo argomento.
Ma, nel 2011, la NASA aveva pubblicato una nuova serie di foto con l’intento dichiarato di “mettere a tacere per sempre” l’incredulità sullo sbarco sulla Luna. Ma, così facendo, ha peggiorato le cose. Le foto diffuse dalla NASA sono apparentemente scattate dall’orbiter lunare e pretendono di mostrare i lander lunari che riposano sulla superficie della luna – una prova che l’uomo sarebbe davvero sbarcato sulla Luna. Ma guardate la seconda foto, una delle foto ufficiali della NASA di questa serie, che mostra i siti di atterraggio dell’Apollo e del Challenger. Nelle foto, il sito di atterraggio è l’area nera; la chiazza bianca al centro è il lander lunare posato sulla superficie lunare. Si noti che l’intero sito di atterraggio è nero come l’asso di picche, come ci saremmo aspettati da sempre. Che cosa sta succedendo qui? Per 45 anni la NASA ha difeso le sue foto originali per convincerci che i lander lunari non anneriscono il sito di atterraggio. Poi, come prova, ci offrono foto di siti di atterraggio anneriti. Sembrerebbe che, da qualche parte, qualcuno stia mentendo.
Questo, unito agli altri evidenti problemi di illuminazione, di ombre, di “brezza”, ha naturalmente portato molte persone alla convinzione che la NASA stesse ovviamente mentendo sulle foto, e che quindi stesse coprendo – cosa? La conclusione più comune era che, poiché le foto erano state ovviamente scattate da professionisti in studio e quindi erano false, gli sbarchi sulla Luna forse o probabilmente non sono mai avvenuti.
A peggiorare le cose, è documentato che la moglie di Stanley Kubrick, l’uomo che aveva realizzato “2001 – Odissea nello spazio”, prima di morire, aveva confidato a diversi media che suo marito era stato incaricato dalla NASA di produrre scene fotografiche realistiche di allunaggi e astronauti sulla Luna. Sono quindi le foto di Kubrick quelle pubblicate dalla NASA? È difficile capire cosa pensare, ma l’unica teoria che sembra adattarsi ai fatti è che gli sbarchi sulla Luna potrebbero essere stati reali, ma le foto originali della missione Apollo erano falsi propagandistici realizzati in studio. È possibile che le autorità, desiderose di ottenere il sostegno del pubblico nella loro corsa allo spazio con l’URSS, non potessero permettersi un costoso fallimento nelle pubbliche relazioni, e quindi si siano rivolti a Kubrick per delle foto simulate.
Come epilogo di questo articolo, vale la pena notare che il satellite lunare cinese ha fotografato ogni metro quadrato della superficie lunare. Le bandiere e gli altri oggetti lasciati sulla Luna dopo gli sbarchi delle missioni Apollo avrebbero dovuto essere visibili nelle foto scattate dal satellite cinese. Ma non abbiamo una parola su questo, e vedo solo due possibilità. Uno: gli oggetti appaiono nelle foto, ma la Cina non si è preoccupata di rilasciarle per non dare un credito extra agli americani. Oppure, due, sulla Luna non c’erano oggetti che apparissero nelle foto – il che significa che gli sbarchi non sono mai avvenuti – ma i cinesi hanno deciso di ignorare l’argomento e permettere agli americani di salvare la faccia. Mi piacerebbe conoscere la risposta corretta a questa domanda.
Ecco perché nascono le “teorie del complotto”.
Larry Romanoff
Fonte: bluemoonofshanghai
Link: https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/14028/
01.11.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org