DI TRUMAN
Comedonchisciotte
Sembra che siano passati 30 anni da quando il muro di Berlino fu abbattuto. Trenta anni di balle. Può forse essere utile ripubblicare un mio vecchio articoletto del 2004, uscito all’epoca su Indymedia. (Rileggendo, c’era un po’ di fiducia nel pensiero di sinistra che forse era mal riposta).
Ricostruire la frattura del 1989
Nel 1989 sembrò che il mondo fosse finalmente cambiato – in meglio – con la caduta del Muro di Berlino. A distanza di anni le cose non appaiono più così evidenti, anzi appare una frattura nella storia del pensiero che sarebbe opportuno colmare.
Il 1989 sancì la definitiva caduta dell’impero dell’URSS, facendo apparire il modello occidentale (il “capitalismo”?) come il vincitore della guerra fredda ed il sistema ideologico occidentale come l’unico sistema di pensiero politico degno di essere considerato. Fu molto strombazzata questa superiorità del modello occidentale, come se il vincitore avesse sempre ragione, quindi fosse moralmente superiore al perdente.
Fu evidenziata dai media la povertà, unita al basso livello tecnologico, dei paesi dell’Est, come se la ricchezza fosse di per sé un valore positivo. Eppure la ricchezza (spesso espresso in termini di PIL quando si fa riferimento ad una nazione) era un valore positivo per il modello vincente, mentre esistono ideologie consolidate (quella cattolica, per esempio) nelle quali la ricchezza è un problema più che un valore.
E così vinse il modello occidentale, quello che pensavamo fosse capitalismo, mentre era più correttamente da chiamare neoliberismo. I capitali sono stati sempre più liberi di muoversi e viaggiare per il mondo, in base agli interessi di chi li gestiva (che non necessariamente era il loro proprietario – Parmalat docet). Troppo spesso si è parlato di libertà solo per avere una maggior libertà di movimento dei capitali.
Le ideologie basate sull’egoismo più sfrenato si sono scatenate ed i risultati cominciamo ad averli sotto gli occhi: guerre diffuse, continui allarmi per terrorismo, angoscia diffusa, ma soprattutto i poveri sono sempre più poveri e disperati, i ricchi sono sempre più ricchi ed il pianeta Terra è sempre più vicino al collasso.
Il 1989 portò un globalismo senza storia. Apparve come se la storia avesse esaurito il suo compito. Tutto era chiaro ed atemporale nella nuova prospettiva globale – liberale. In realtà la storia è ritornata di prepotenza e tocca guardarsi indietro per tentare di capire come si è potuti giungere alla confusione attuale. Ciò che era apparso come il miraggio di poter avere benessere e sviluppo illimitati, oggi appare come la dischiusura di un Vaso di Pandora, dovuto alla rottura di un equilibrio che, per quanto precario, era durato cinquanta anni.
Vale la pena di ritornare all’89 e verificare se quell’entusiasmo di avere un mondo unipolare non debba essere ripensato. La caduta del Muro fu anche la caduta dell’URSS, ma questo non vuol dire che la tradizione del pensiero di sinistra fosse sbagliata, semplicemente Marx non era un gran che come profeta, oppure la realizzazione delle sue teorie non fu coerente al modello (a scanso di equivoci, considero più significativa la prima ipotesi).
Resta il fatto che l’analisi del capitalismo fatta da Marx era una delle più complete mai fatte ed aveva posto in evidenza molti dei limiti che sono stati visti in seguito. E comunque Marx si inquadra in tutta una sequenza di pensatori che hanno fondato il pensiero socialista. E molti intellettuali hanno proseguito il suo lavoro, creando metodologie utili per analizzare ciò che accade nel mondo reale e trarne delle indicazioni su come agire per il futuro.
Che la vittoria del liberismo venisse invece interpretata in un solo modo ha alcune spiegazioni, tra cui:
- la guerra fredda aveva creato preoccupazioni per decenni e le popolazioni, ormai angosciate, avevano voglia di sentirsi dire che questa guerra, (“fredda” ma reale) che più volte si era avvicinata alla distruzione del mondo, era finalmente terminata in modo incruento. Finalmente si poteva guardare al futuro in modo sereno.
- I vincitori – i grandi poteri economici – avevano l’interesse ed i mezzi (i mass media) per fare apparire la vittoria nella guerra fredda come una vittoria morale, in cui loro avevano vinto perché loro ed il loro sistema erano moralmente superiori.
A distanza di anni, quando ormai è chiaro che la credenza nella superiorità morale del liberismo si è dimostrata una truffa ben congegnata, appare fondamentale ritornare alle tradizioni della sinistra, senza vittimismi, a fare proposte politiche nel segno della sinistra, evitando il liberismo annacquato che sembra essere moneta corrente tra i leaders della sinistra italiana di oggi.
Altrimenti saranno rimasti solo i cattolici a difendere i deboli ed i poveri ed a parlare di solidarietà.
Allora occorre tornare all’89, ripartire dai classici e ricominciare a studiare con metodo nuove prospettive, con urgenza, perché il tempo rimasto a disposizione per intraprendere azioni utili potrebbe essere ben limitato.
Ritornare alla storia, perché fuori dalla storia esistono solo illusioni e miti. Ritornare all’economia, perché è una materia tutt’altro che chiusa.
E lavorare insieme, sfruttando le nuove tecnologie, che consentono possibilità di comunicazione che prima erano impensabili.
buon lavoro
08.11.2019
Fonte: comedonchisciotte org