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La Redazione

 

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Una matrioska di psyops: e perché Generale Armageddon è destinato a rimanere

Il problema principale che la Russia deve affrontare non è l'Egemone o la NATO, è all'interno.
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A cura di Markus
Il 1 Luglio 2023
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Pepe escobar
strategic-culture.org

Il segreto di una psyop perfetta è che nessuno la capisce veramente.

Una psyop perfetta assolve a due compiti: rende il nemico stordito e confuso mentre, al contempo, raggiunge una serie di obiettivi molto importanti.

Va da sé che prima o poi dovremmo vedere i veri obiettivi emergere dal gioco strategico in Russia che ho descritto come Il giorno più lungo.

Il giorno più lungo potrebbe anche essere stato un’operazione psicologica veramente straordinaria.

Per diradare la nebbia, iniziamo con una carrellata di quelli che potrebbero essere i veri “vincitori”.

Il primo è senza dubbio la Bielorussia. Grazie all’inestimabile mediazione del vecchio Luka, Minsk è ora dotata dell’esercito più esperto del mondo: i musicisti Wagner, maestri della guerra convenzionale (Libia, Ucraina) e non convenzionale (Siria, Repubblica Centroafricana).

Questo ha già fatto venire una paura d’inferno alla NATO, che si trova improvvisamente a dover affrontare sul suo fianco orientale un esercito super-professionale, molto ben equipaggiato, di fatto incontrollabile e, per di più, ospitato da una nazione ora dotata di armi nucleari.

Contemporaneamente, la Russia rafforza il suo potere di dissuasione sul fronte occidentale. Come giusta conseguenza, questo porta il NATOstan ad investire in bilanci militari sempre più onerosi (con fondi che non ha). Si dà il caso che questo processo sia un asse portante della strategia russa almeno dal marzo 2018.

E, come bonus aggiuntivo, la Russia crea una minaccia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per l’intero fronte settentrionale di Kiev.

Non male per un “ammutinamento”.

La danza degli oligarchi

Molto più complesse sono le dinamiche interne della Russia. Le difficili decisioni, attuali e successive, di Putin potranno comportare una perdita di popolarità e di stabilità interna, a seconda del modo in cui le vittorie strategiche definite dal Cremlino verranno presentate all’opinione pubblica russa.

Qualunque sia la spiegazione dei media mainstream 24/7 del NATOstan, la spiegazione ufficiale del Cremlino per il 24 giugno considera l’evento una mera dimostrazione da parte di Prighozin: stava solo cercando di fare casino.

È molto più complicato di così. Naturalmente ci sono stati guadagni strategici e Prighozin sembra aver seguito un copione molto rischioso che, alla fine, ha favorito Mosca. Ma è ancora troppo presto per dirlo.

Una sottotrama fondamentale è come procederà il ballo degli oligarchi. I media russi indipendenti davano già per scontato che, quando il gioco si era fatto duro, alcuni traditori – tra cui alcuni funzionari statali – avessero comprato il loro biglietto di sola andata (o avessero detto di essere “malati” o si fossero rifiutati di rispondere alle chiamate importanti). La Duma – alimentata dall’FSB [Federal Security Service of the Russian Federation] di Bortnikov – sta già stilando un elenco corposo.

Il sistema russo – e anche la società russa – considera queste persone estremamente tossiche: di fatto molto più pericolose della demshiza (un termine che mescola “democrazia” e “schizofrenia”, applicato ai neoliberali globalisti).

Sul fronte militare, la situazione si complica ulteriormente. Putin ha incaricato il ministro della Difesa Shoigu di compilare la lista dei generali da promuovere dopo il giorno più lungo. Per usare un eufemismo, per molte persone, anche di diverse convinzioni, Shoigu è diventato un elemento tossico nella politica russa.

Wagner – con un nuovo marchio e una nuova gestione – continuerà a servire gli interessi della Russia tramite Minsk, anche in Africa.

Il vecchio Luka, astuto come sempre, ha già dichiarato con fermezza che non ci saranno provocazioni contro la NATO da parte di Wagner. Gli uffici di reclutamento Wagner non saranno aperti in Bielorussia. I bielorussi potranno arruolarsi direttamente nel Wagner. Allo stato attuale, la maggior parte dei combattenti Wagner è ancora a Lugansk.

A tutti gli effetti, d’ora in poi il governo russo non avrà più nulla a che fare, militarmente e finanziariamente, con Wagner.

Inoltre, non ci sono armi pesanti da confiscare. Già lunedì 26 giugno, Wagner aveva trasferito le armi pesanti in Bielorussia. Ciò che rimane – e che non era stato spostato durante il giorno più lungo – è stato restituito al Ministero della Difesa (MoD).

La danza dei generali

Un chiaro vincitore dell’intero processo è l’opinione pubblica russa: a Rostov lo si è visto benissimo. Tutti sostenevano Putin, i soldati russi, Wagner e Prighozin allo stesso tempo. L’obiettivo generale era quello di migliorare l’esercito russo per vincere la guerra. È così semplice.

L’epurazione all’interno del Ministero della Difesa sarà dura. Con il pretesto della repressione o della “ribellione”, i “generali da operetta” (secondo la definizione dello stesso Putin) che non hanno addestrato adeguatamente i loro soldati, non hanno organizzato correttamente la mobilitazione o si sono dimostrati incompetenti in battaglia, saranno sicuramente sostituiti.

Il problema è che fanno tutti parte della cerchia di Gerasimov, che, per dirlo in modo diplomatico, dovrà rispondere a molte domande serie.

E questo ci porta alla mostruosa fake news “Il generale Armageddon è stato arrestato”, allegramente ripetuta da tutto l’universo informativo del NATOstan.

Il generale Surovikin aveva incontrato Prighozin a Rostov, ma non era mai stato complice della “ribellione”. Anche il viceministro della Difesa Yevkurov si trovava al quartier generale di Rostov e aveva ricevuto Prighozin insieme a Surovikin. Yevkurov potrebbe aver svolto il ruolo di osservatore in posizione strategica.

La telenovela della ribellione di Prighozin era, di fatto, iniziata a febbraio e non era stato fatto nulla per fermarla, e questo che si condivida o meno la narrazione ufficiale.

Ciò implica che lo Stato russo se lo aspettava. Questo fa del giorno più lungo la madre di tutti i maskirovska [travestimento, camuffamento n.d.t.]?

Ancora una volta: è complicato. A differenza dell’Occidente collettivo, la Russia non pratica né applica la cultura della cancellazione. Il gruppo Wagner è protetto dalla legge marziale. Qualsiasi insulto nei confronti di un “musicista” che combatte il Banderastan neonazista è punito con una pena detentiva che può arrivare a 15 anni. Ogni combattente di Wagner è ufficialmente un Eroe della Russia – cosa che Putin stesso ha sempre sottolineato.

Sul fronte del maskirovka, non c’è dubbio che le tensioni che covavano nei circoli militari russi prima del giorno più lungo siano state manipolate, in stile nebbia di guerra, per disorientare il nemico. Ha funzionato alla grande. Lo stesso fatidico 24 giugno, Surovikin stava conducendo una guerra e non era a bere brandy con Prighozin.

L’asse NATOstan si sta davvero arrampicando sugli specchi. È bastata una voce su Surovikin per mandare tutti in visibilio, dimostrando ancora una volta quanto temano il generale Armageddon.

Un vettore chiave è la considerazione che l’opinione pubblica ha di Surovikin rispetto ai “generali da operetta” sopravvissuti.

Ha costruito l’ormai leggendaria difesa a tre strati che sta seppellendo la “controffensiva” ucraina. Ha introdotto sul campo di battaglia i droni iraniani Shahed-136, che hanno riscosso un enorme successo. E ha organizzato la devastazione del tritacarne Bakhmut/Artemyovsk, che è già entrata negli annali militari.

Nell’autunno del 2022, era stato il generale Armageddon a dire a Putin che le forze russe non erano pronte per un’offensiva su larga scala.

Nonostante tutto quello che potranno inventare gli esponenti della quinta colonna, il generale Armadeggon non andrà da nessuna parte – se non per vincere una guerra. E la Russia non sta “lasciando” l’Africa. Al contrario: un Wagner ribattezzato è lì per restare e rimane pronto all’azione a diverse latitudini.

La tendenza, a breve termine, sembra indicare un – contorto – prosciugamento della palude militare russa. Il giorno più lungo sembra aver galvanizzato i russi di ogni schieramento nell’identificare chi è il vero nemico – e come sconfiggerlo, costi quel che costi.

“Nulla accade per caso

Lo storico Andrei Fursov, rievocando Roosevelt, aveva osservato che “in politica, nulla accade per caso. Se succede, c’è da scommettere che era previsto”.

Bene, il maskirovska ha funzionato ancora una volta.

Tuttavia, il problema principale che la Russia deve affrontare non è l’Egemone e la NATO: è all’interno.

Sulla base di conversazioni con analisti russi e delle impressioni di persone molto acute che hanno vissuto in Russia, in Ucraina e in Occidente, è possibile identificare sostanzialmente quattro gruppi principali che cercano di imporre la loro idea di come dovrebbe essere la Russia.

1. Il gruppo “Ritorno all’URSS”. Include, ovviamente, alcuni ex KGB. Hanno un certo grado di sostegno da parte della popolazione generale. Comprende molti specialisti istruiti (professionisti della vecchia scuola, per lo più in età da pensione). Questo progetto suggerisce una rivoluzione – un 1917 sotto steroidi. Ma dov’è Lenin?

2. Il popolo del “ritorno allo zar”. Questo dovrebbe fare della Russia una “Terza Roma”, con un ruolo di primo piano per la Chiesa ortodossa. Ci sono ingenti fondi alle spalle. Un grande punto interrogativo è quanto sostegno popolare abbiano realmente, soprattutto nella Russia “profonda”. Questo gruppo non ha nulla a che fare con il Vaticano – che è venduto al Grande Reset.

3. I Saccheggiatori – come nel derubare la Russia a favore dell’Egemone. Riunisce i rappresentanti della quinta colonna e tutti i “neoliberali totalitari” che venerano i “valori” dell’Occidente collettivo. I rimanenti riceveranno presto una visita da parte dell’FSB. Il loro denaro è già bloccato.

4. Gli eurasiatici. Questo è il progetto più fattibile, in stretta collaborazione con la Cina, e punta ad un mondo multipolare. Qui non c’è posto per gli oligarchi russi. Tuttavia, il grado di collaborazione con la Cina è ancora molto discutibile. La vera questione scottante: come integrare davvero, nella pratica, la Belt and Road Initiative con il Partenariato della Grande Eurasia?

Questo è solo un abbozzo, aperto alla discussione. I primi tre progetti potrebbero difficilmente funzionare – per una serie di ragioni complesse. E il quarto non ha ancora preso piede in Russia.

Quel che è certo è che tutti questi progetti sono in lotta tra loro. Speriamo che l’attuale prosciugamento della palude militare serva anche a schiarire i cieli politici.

Pepe Escobar

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://strategic-culture.org/news/2023/06/30/a-matryoshka-of-psyops-and-why-general-armageddon-is-not-going-anywhere/
30.06.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Pepe Escobar è un analista geopolitico e autore indipendente. Il suo ultimo libro è Raging Twenties. È stato politicamente cancellato da Facebook e Twitter. Seguitelo su Telegram.

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