Tirannide a Norimberga

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DI PAUL CRAIG ROBERTS

lesakerfrancophone.fr

Il  simulacro di processo in Norimberga contro un gruppo in qualche modo arbitrario di 21 nazisti superstiti nel 1945-46 è stato uno spettacolo orchestrato dal giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Robert Jackson, che era il procuratore capo. Poiché sono stato per lungo tempo ammiratore di Jackson, ho sempre pensato che avesse fatto un buon lavoro.

La mia ammirazione per Jackson viene dalla sua difesa della legge come scudo del Popolo piuttosto che come arma nelle mani del governo e dal suo sostegno al principio giuridico conosciuto come “Mens Rea”; ovvero un delitto (per essere considerato tale-N.d.T.) richiede la volontarietà. Cito sovente  Jackson per la sua difesa di questi principi giuridici che sono il fondamento stesso della libertà. In effetti ho citato Jackson nella mia recente cronaca del 31 luglio. La sua difesa della legge come controllo sui poteri del governo gioca un ruolo centrale nel libro che ho scritto con Lawrence Stratton, “La tirannia delle buone intenzioni”.
Nel 1940 Jackson era procuratore generale degli Stati Uniti. In una sua comunicazione ai procuratori federali li metteva in guardia contro l’idea di “scegliere un uomo e poi mettere gli investigatori al lavoro, per accollargli un reato”.  È in questo ambito -nel quale il procuratore sceglie una persona che non gli sta gradita o che vuole mettere in difficoltà, o seleziona un gruppo di persone impopolari e poi cerca un reato (da affibbiargli- N.d.T.) – che c’è il più grande rischio di abuso di potere nel corso di un’indagine giudiziaria. È qui che l’applicazione della legge diventa un affare personale, è qui che il  crimine effettivo diventa il fatto di essere impopolare all’interno del gruppo dominante o di potere, o il fatto di essere collegato a delle cattive opinioni politiche o di essere personalmente sgradito o antipatico allo stesso procuratore.
Tempo dopo, come giudice della Corte Suprema, Jackson ha ribaltato la sentenza di condanna comminata da un tribunale di grado inferiore contro una persona che non aveva idea, o alcuna ragione, di credere che avesse commesso un crimine.

Dopo aver finito di leggere il libro di David Irving “Norimberga”,  del 1996, sono stato distrutto dal venire a sapere che durante il suo lavoro di procuratore nel processo di Norimberga  Jackson ha violato tutti i principi giuridici per i quali io l’avevo ammirato per così lungo tempo. Per essere chiari, a Norimberga, Jackson perseguiva dei nazisti, ma non era che un mezzo per raggiungere un fine: stabilire il principio giuridico internazionale che cominciare una guerra, dare inizio a un’aggressione militare, era un crimine.
•    Il problema certamente era che a Norimberga gli imputati sono stati giudicati in  base a una legge promulgata dopo lo svolgersi dei fatti, che non esisteva al momento delle azioni per le quali erano stati condannati.
•    Inoltre la pena -morte per impiccagione- è stata decisa prima del processo e prima che si scegliessero gli accusati.
•    Inoltre gli accusati sono stati scelti e poi si è condotta un’inchiesta a loro carico.
•    Le prove a discarico sono state rifiutate. Le accuse per le quali gli accusati sono stati condannati si sono rivelate false.
•    Il processo è stato talmente sbilanciato a favore del procuratore dell’accusa, che la difesa era un pro forma.
•    Gli accusati sono stati maltrattati ed alcuni sono stati torturati.
•    Gli accusati sono stati incoraggiati a rendere delle testimonianze false gli uni contro gli altri, cosa che la maggior parte di essi ha rifiutato di fare, salvo Albert Speer che è stato l’unico ad accettare, in cambio di una condanna alla prigione e non alla pena di morte.
•    Le mogli e i figli degli accusati sono stati arrestati ed imprigionati. C’è da dire a favore di Jackson che questo lo ha fatto infuriare.

Il Presidente Franklin D Roosevelt, il generale Eisenhower e Winston Churchill pensavano che i nazisti sopravvissuti avrebbero dovuto essere fucilati senza processo. Roosevelt ha riso parlando di liquidare 50.000 ufficiali dell’Armata tedesca. Eisenhower ha dichiarato a lord Halifax che i dirigenti nazisti dovevano essere fucilati come se stessero tentando la fuga, l’eufemismo comune per l’assassinio. I Russi hanno parlato di castrare i tedeschi e di mettere incinte le donne tedesche per annichilire la razza tedesca. Il segretario americano al Tesoro Henry Morgenthau voleva ridurre la Germania a una società agricola e mandare dei tedeschi validi in Africa come schiavi per lavorare su un grande progetto di infrastrutture.

Robert Jackson ha visto in queste intenzioni non soltanto una criminalità di classe tra i dirigenti alleati ma anche l’occasione mancata di creare un principio giuridico che criminalizzasse la guerra, ed eliminasse quindi la catastrofe della guerra dalla storia futura. L’obiettivo di Jackson era certamente ammirevole, ma i mezzi richiedevano di aggirare i princìpi giuridici americani.

Jackson ha avuto la sua opportunità, forse perché Joseph Stalin ha messo il veto ad un’ esecuzione senza processo . Piuttosto un falso processo, ha dichiarato Stalin, per dimostrare la loro colpevolezza in modo di non fare di questi nazisti dei martiri.

Come è stata scelta la lista delle 21 o 22 persone da portare in giudizio? Ebbene sono stati scelti quelli che gli Alleati avevano in prigione! Non tutti quelli che avrebbero voluto.
Avevano il maresciallo del Reich Hermann Göring che comandava l’Aviazione. Quali che siano le accuse valide contro Göring, non sono stati considerati come attenuanti il fatto che al comando di Göring l’aviazione tedesca sia stata utilizzata principalmente contro delle formazioni nemiche sul campo di battaglia e non, come (hanno fatto) le forze aeree americane e inglesi, per dei bombardamenti massicci per terrorizzare gli abitanti di città civili come Dresda, Tokyo, Hiroshima, e Nagasaki, e neppure il fatto che nell’ultimo periodo Hitler avesse ritirato tutti gli incarichi a Göring, lo avesse  espulso dal partito e avesse ordinato il suo arresto.

Il processo di Norimberga risulta paradossale per il fatto che la legge che Jackson aveva intenzione di consolidare doveva applicarsi a tutti i paesi e non solo alla Germania. La legge “ex post-facto” (promulgata dopo gli avvenimenti da giudicare – N.d.T.) in virtù della quale i tedeschi sono stati condannati a morte e al carcere ha qualificato come ugualmente criminali i bombardamenti massicci delle città tedesche e giapponesi da parte delle forze aeree britanniche e americane. Però la legge non è stata applicata altro che ai tedeschi che erano nella gabbia degli accusati.
Nel suo libro “Apocalisse 1945 : La distruzione di Dresda” (1995), Irving cita la dissidenza del generale americano George MacDonald riguardante la direttiva che prescriveva di bombardare delle città di civili come Dresda. Il generale McDonald’s ha qualificato la direttiva di  “sterminare le popolazioni e distruggere le città” come un crimine di guerra secondo le norme di Norimberga.
Avevano il ministro degli affari esteri Ribbentrop. Avevano i marescialli Keitel e Jodl e gli ammiragli Raeder e Dönitz. Avevano un banchiere tedesco, Hjalmar Schacht che è stato salvato dall’esecuzione della condanna per l’intervento della Banca d’Inghilterra. Poi avevano un giornalista. E avevano Rudolf Hess che era in una prigione britannica dal 1941 quando era andato in Gran Bretagna con una missione di pace per mettere fine alla guerra. Volevano un industriale, ma  Krupp era troppo vecchio e malato. Mancava l’incarnazione del Diavolo. Potete leggere la lista completa nel libro di Irving.
Göring sapeva fin dall’inizio che il processo era una beffa e che la sua pena di morte era già stata decisa. Per tutto il tempo della sua detenzione aveva i mezzi per suicidarsi (una capsula di veleno), e avrebbe così privato i suoi carcerieri della umiliazione da loro pianificata. Invece ha tenuto insieme gli accusati tedeschi, ed essi sono rimasti “in piedi” (hanno conservato un atteggiamento dignitoso-N.d.T.). Col suo elevato quoziente di intelligenza ogni tanto ha fatto apparire i suoi carcerieri come degli imbecilli. Si è talmente preso gioco di Robert Jackson durante il processo che tutta la Corte è scoppiata a ridere. Jackson non ha mai digerito il fatto di essere ridicolizzato nell’aula del tribunale da Göring.

Göring non si è accontentato di far passare i suoi carcerieri per delle persone stupide e  incompetenti. Lui, i generali e gli ammiragli,  hanno chiesto un’esecuzione militare nella forma giusta e dovuta, ma per meschinità, il Tribunale voleva vederli  impiccati. Göring ha detto ai suoi carcerieri che avrebbe permesso loro di fucilarlo, ma che non l’avrebbero impiccato e qualche minuto prima che lo mettessero sulla forca davanti alla stampa riunita e alle macchine da presa, ha preso la capsula di veleno accelerando lo spettacolo propagandistico della sua esecuzione. A questo danno ne ha aggiunto un altro, lasciando al comandante della prigione, il colonnello Andrus, un appunto che gli comunicava che aveva avuto tre pillole. Una che ha lasciato agli americani perché la trovassero, per permettere loro di riflettere sul fatto che il suo mezzo per sfuggire era passato loro sotto il naso. Un’altra che ha preso alcuni minuti prima dello spettacolo della sua esecuzione e ha spiegato dove trovare la terza. Aveva facilmente aggirato le perquisizioni regolari e approfondite che gli erano state inflitte per tema del suo suicidio e per paura che potesse sottrarsi all’utilizzazione della sua esecuzione prevista dalla propaganda.

C’è stato un tempo della legge anglo-americana durante il quale le irregolarità del processo di Norimberga avrebbero avuto come conseguenza la ricusazione dei giudici e la liberazione degli accusati. Anche in forza di quella legge  “ex post facto” e dei termini extra- giudiziali ed extra legali in virtù dei quali sono stati giudicati gli accusati, almeno due delle persone condannate avrebbero meritato di essere liberate.

Non è chiaro perché l’ammiraglio Dönitz sia stato condannato a 10 anni di prigione. Il principale giudice americano del Tribunale ha dichiarato:” è a mio avviso un’offesa al nostro concetto di giustizia punire un uomo che ha fatto esattamente quello che abbiamo fatto anche noi. I tedeschi hanno fatto sul mare una guerra molto più pulita della nostra.”

Jodl, che aveva annullato molti ordini nazisti, è stato condannato a morte. L’ingiustizia della sentenza è stata definita  da un tribunale tedesco del 1953 che ha cancellato tutte le accuse fatte a Norimberga e a titolo postumo l’ha riabilitato. I giudici francesi del Tribunale di Norimberga all’epoca hanno dichiarato che la condanna di Jodl era senza fondamento e costituiva un errore giudiziario.

Tutto il processo di Norimberga puzza di scandalo. Gli imputati sono stati accusati per l’invasione tedesca della Norvegia. Ciò che è stato escluso dal processo è che gl’Inglesi stavano per invadere loro la Norvegia, e i tedeschi più efficienti, l’hanno saputo e sono riusciti ad invaderla per primi.

Gli accusati sono stati riconosciuti colpevoli di utilizzare il lavoro di schiavi, cosa paradossale se si  pensa alle pratiche abituali nel sistema sovietico. Inoltre, mentre il processo era in corso, i Sovietici hanno apparentemente radunato dei Tedeschi in forze perché servissero da schiavi per ricostruire la loro economia devastata dalla guerra.

Gli accusati sono stati riconosciuti colpevoli di esecuzioni di massa nonostante che  i Russi che facevano parte dell’accusa e del collegio dei giudici avessero trucidato 15.000 o 20.000 ufficiali polacchi e li avessero seppelliti in  una fossa comune. In effetti i russi hanno insistito  ad accusare i tedeschi durante il processo per il massacro della Foresta di Katyn. (1)

Gli accusati sono stati riconosciuti colpevoli di aggressione alla Polonia, ma Ribbentrop non è stato autorizzato a menzionare nella sua difesa il Patto Molotov-Ribbentrop che divideva la Polonia tra  la Germania e l’Unione Sovietica e senza di questo la Germania non avrebbe potuto invadere la Polonia. Il fatto è che i sovietici che erano giudici a Norimberga contro i tedeschi, avevano anche loro invaso la Polonia.

In più senza la copertura britannica concessa a poco prezzo alla Polonia, la dittatura militare polacca avrebbe probabilmente accettato di restituire i territori sottratti alla Germania con il trattato di Versailles e l’invasione avrebbe potuto essere evitata.

La più grande ipocrisia è stata l’accusa di aggressione alla Germania mentre i fatti indicano che la seconda guerra mondiale è cominciata quando gli Inglesi  e i Francesi hanno dichiarato guerra alla Germania. La Germania Ha conquistato la Francia e ha spinto gli Inglesi fuori dal continente europeo dopo che gli Inglesi  e i Francesi ebbero cominciato la guerra con una dichiarazione di ostilità contro la Germania.

Il libro di Irving evidentemente è politicamente scorretto. Tuttavia egli enumera nell’introduzione le fonti voluminose alle quali si appoggia l’opera: i documenti ufficiali di Robert Jackson e la storia verbale, i documenti ed i diari privati di Francis Biddle, i diari del colonnello Andrus, dell’ammiraglio Reder, di Rudolf Hess, gli interrogatori dei prigionieri, i colloqui con gli avvocati della difesa, con i procuratori, gli interrogatori e le lettere dei prigionieri alle loro mogli. Questo e molto altro è stato messo a disposizione da Irving su dei microfilm per i ricercatori. Ha comparato le copie dei nastri di registrazione originali del processo con le trascrizioni su carta e le trascrizioni pubblicate per essere sicuro che le parole pronunciate e quelle pubblicate fossero le stesse.

Quello che Irving fa nel suo libro è di riportare la storia raccontata dai documenti. Questa storia è diversa dalla propaganda patriottica scritta dagli storici di parte della quale noi siamo tutti impregnati. E ci pone la domanda: Irving è a favore della verità o a favore dei nazisti? Il governo nazionalsocialista tedesco è il governo più diabolico della storia. Qualunque riduzione della diabolicità è inaccettabile, dunque Irving è passibile di demonizzazione da parte di quelli che sono determinati a proteggere le loro incrollabili certezze.

I sionisti hanno bollato Irving come negazionista dell’Olocausto, è stato riconosciuto colpevole di questa accusa da un tribunale austriaco e ha passato 14 mesi in prigione prima che la condanna venisse cancellata da un tribunale di grado superiore.
Nel suo libro “Norimberga”, Irving sopprime diverse leggende propagandistiche intorno alla storia dell’Olocausto e riferisce delle osservazioni da parte di soggetti autorizzati,  che molti dei decessi nei campi di concentramento furono causati da tifo e  denutrizione, soprattutto negli ultimi giorni della guerra quando il cibo e le medicine erano scomparsi dalla Germania, ma nessun capitolo del libro nega, dice lui,  che sia effettivamente morto un grande numero di ebrei. Per come la vedo io sembra che una semplice modifica, veritiera, di un elemento della storia ufficiale dell’Olocausto sia sufficiente per marchiare una persona come negazionista dell’Olocausto.

Il mio interesse per il libro e quello per Robert Jackson. Questi aveva una nobile ragione -quella di proscrivere la guerra- ma cercando di ottenere questo risultato ha stabilito dei precedenti per i procuratori americani che trasformano la legge in un’arma per perseguire le loro nobili cause, proprio come questo è stato utilizzato contro i nazisti -condanna del crimine organizzato, abusi sui bambini, traffico di droga, terrorismo. La messa sotto accusa di Jackson dei nazisti a Norimberga, ha mmesso in dubbio gli obblighi imposti ai procuratori degli Stati Uniti, così che gli americani al giorno d’oggi non sono protetti dalla legge più degli accusati di Norimberga.

Aggiornamento del 12 agosto 2017 : ecco il racconto di David  Irving sul suo arresto, il suo processo e la sua incarcerazione in Austria. La sua condanna è stata cancellata da una corte d’Appello, ed è stato liberato.
http://www.fpp.co.uk/Banged/up.pdf

 

Paul Craig Roberts

Fonte: http://lesakerfrancophone.fr/

Link: http://lesakerfrancophone.fr/tyrannie-a-nuremberg

11-08.2017

 

Traduzione dal francese per www.comedonchiscitte.org a cura di GIAKKI49

Commento del Saker Francophone
Le devastanti ripercussioni di questo processo devono ancora arrivare. Che cosa capiterà se questo processo viene attaccato e annullato sul piano del diritto, se quest’ultimo verrà un giorno ristabilito? Questo modo di negare  la giustizia è adattissimo ad alimentare tutti i tipi di fantasie dalle due parti e rinforza paradossalmente coloro che tentano di riabilitare dei personaggi  giustamente marchiati d’infamia, soprattutto se si considera che al momento del processo dei Tedeschi furono “invitati” negli Stati Uniti e che alcuni di loro avevano certamente un passato nazista.
Fare delle distinzioni non vuol dire lavare delle responsabilità. Ma la giustizia non è la morale e quel procuratore avrebbe dovuto ricordarsene. Quali tipi di menzogne si nascondono dunque dietro questo processo truccato e quali altre responsabilità compreso quelle degli alleati? Le leggi “commemorative”, certamente efficaci politicamente a breve termine per far tacere gli oppositori e gli storici, sono ancora una risposta pessima, e lasciano alle generazioni future una bomba innescata.
L’altro aspetto sconvolgente è scoprire che Paul Craig Roberts non conosceva o finge di non conoscere, neanche lontanamente, i retroscena del processo mentre invece è uno degli argomenti che vengono subito a galla quando si comincia a scavare un po’ la storia, come i retroscena della rivoluzione francese, il finanziamento dell’ascesa del nazismo in Germania… Il fatto che PCR lo scopra solo adesso, mentre invece il libro è uscito nel 1996 e vi sono anche molte altre fonti di informazione, la dice lunga sul condizionamento delle coscienze negli Stati Uniti e la mancanza di cultura delle élite americane.
E via via che le coscienze crollano negli Stati Uniti ed in Occidente in generale, la storia nascosta sotto il tappeto ricompare come un Golem e riaccende delle passioni mal sopite.

Note del Traduttore.
(1) Il massacro della foresta di Katyń, noto anche più semplicemente come Massacro di Katyń, avvenne durante la seconda guerra mondiale e consistette nell’esecuzione di massa, da parte dell’NKVD sovietica, di soldati e civili polacchi. Attualmente l’espressione denota invece l’uccisione di 21.857 cittadini polacchi (da Wikipedia)

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