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La Redazione

 

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Orbán fa l’insubordinato mentre il Parlamento Europeo considera le sanzioni contro l’Ungheria

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A cura di Davide
Il 16 Settembre 2018
138 Views

 

DI DANIEL BOFFEY

theguardian.com

Il Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán, ha affermato che il suo Paese è stato condannato per aver scelto di non essere un “Paese di migranti”, dal momento che ha riconosciuto che il Parlamento Europeo si apprestava ad attivare la sanzione più grave dell’UE contro il suo governo.

Giunto in ritardo, martedì [11 settembre], a un dibattito alla camera di Strasburgo sui tribunali del Paese [Ungheria], sul trattamento della sua comunità Rom e sulla libertà accademica e dei media, Orbán ha detto agli Eurodeputati che il Parlamento “insultava” la sua nazione.

“So che avete già deciso. So che la maggioranza approverà la relazione e so che il mio intervento qui oggi non cambierà la vostra opinione”, ha detto agli Eurodeputati.

“Ma sono comunque giunto qui oggi perché voi non condannerete un governo, ma un Paese e una nazione. Accuserete l’Ungheria che è stata un membro della famiglia delle nazioni cristiane per mille anni”.

Il nazionalista populista ungherese, che ha ottenuto una vittoria schiacciante all’elezione generale in aprile, si rivolgeva al Parlamento [Europeo] prima della votazione al report, mercoledì [12 settembre], che ha consigliato di attivare l’articolo 7 che, in ultima analisi, può condurre uno Stato membro dell’UE alla perdita dei suoi diritti di voto nelle istituzioni dell’Unione.

Orbán è accusato di minare l’indipendenza della sua magistratura e dei media, di condurre una propaganda e una guerra legale contro la Central European University, fondata dal filantropo George Soros, e di maltrattare richiedenti asilo e rifugiati, limitando al contempo l’attività delle organizzazioni non governative che cercano di aiutarli.

Le commissioni parlamentari sul controllo del bilancio, dell’istruzione, delle questioni costituzionali e della parità dei diritti hanno tutte appoggiato [l’attivazione] dell’articolo 7, mentre il Vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, ha detto agli Eurodeputati che condivideva le “serie preoccupazioni” espresse nella camera.

Alcuni Eurodeputati hanno parlato in opposizione al report, tra cui Nigel Farage, l’ex leader dell’Ukip, che ha fatto appello all’Ungheria per unirsi al “club Brexit”. Anche gli Eurodeputati conservatori si sono mostrati pronti a votare contro l’attivazione dell’articolo 7, sulla base del fatto che si tratterebbe di un’interferenza nella politica interna del Paese. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha twittato: “Gli Eurodeputati laburisti voteranno per obbligare il governo ungherese di Viktor Orbán a rispondere. I conservatori devono fare lo stesso, e @Theresa_May dovrebbe condannare i suoi attacchi [di Orbán] all’indipendenza giudiziaria e dei media, la negazione dei diritti dei rifugiati e il favoreggiamento dell’antisemitismo e dell’islamofobia”.

Ma con Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo (PPE) di cui è membro Fidesz, il partito di Orbán, che segnalava che la sua pazienza con il governo ungherese si era esaurita, sembrava quasi certo che la soglia dei due terzi degli Eurodeputati, che avrebbero sostenuto l’attivazione della procedura dello stato di diritto dell’UE, sarebbe stata raggiunta.

Il Primo Ministro ungherese, che è al potere dal 2010, non ha offerto alcuna prova, tuttavia, che fosse disposto a ripensare alle sue politiche più controverse.

Invece, Orbán ha attaccato la leadership del PPE, descrivendola come “debole” e sostenendo che si stava “conformando sulle idee dei socialisti e dei liberali”.

“Proteggeremo i nostri confini e decideremo con chi vivere”, ha detto Orbán. “Volete escludere una nazione dalle decisioni europee, si priverebbe l’Ungheria del diritto di rappresentare i suoi interessi nella famiglia europea a cui appartiene”.

Orbán ha detto che il voto del Parlamento sarebbe uno “schiaffo in faccia” ai valori democratici dell’UE, e ha sottolineato che l’Ungheria “ha preso le armi contro il più grande esercito del mondo, l’esercito sovietico, e ha versato il suo sangue per la libertà”.

“Abbiamo problemi controversi e li avremo in futuro”, ha detto. “Abbiamo una visione diversa del Cristianesimo in Europa, del ruolo delle nazioni e della cultura nazionale. Perfino differenze sull’essenza della famiglia e abbiamo opinioni radicalmente diverse sull’immigrazione.

“Queste differenze non possono essere un motivo per marchiare un Paese ed essere esclusi dalle decisioni congiunte. Non arriveremmo mai al punto di mettere a tacere quelli che non sono d’accordo con noi.”

Orbán, che ha promesso di costruire un’alleanza anti-immigrazione paneuropea, contro la quale il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato i suoi piani di scontro, ha ammonito che il suo partito [Fidesz] era stato quello che ha ottenuto più successo nelle ultime elezioni europee, e ha espresso la speranza che questo risultato si possa ripetere nella votazione del prossimo maggio.

“Siamo pronti per le elezioni del prossimo maggio, in cui le persone possono decidere sul futuro dell’Europa e ripristinare la democrazia”, ha affermato.

In precedenza, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras aveva avvertito che le elezioni europee del prossimo anno sarebbero una lotta per la sopravvivenza contro i movimenti populisti di destra che cercano di distruggere l’UE. Tsipras ha invitato i partiti “progressisti” a coordinarsi in reazione.

La Commissione Europea, in dicembre, ha attivato l’articolo 7 – ammonimento di rischio che i valori fondamentali vengano violati – contro il governo polacco per le sue controverse riforme del sistema giudiziario.

La sanzione più grave possibile, ai sensi dell’articolo 7, è sospendere allo Stato membro i suoi diritti di voto nelle istituzioni dell’UE e potenzialmente i trasferimenti finanziari dell’UE, ma richiederebbe l’unanimità tra gli Stati membri in una votazione successiva.

L’Ungheria ha affermato che non appoggerà mai una tale mossa e che la Polonia probabilmente reagirebbe con la stessa moneta.

 

Daniel Boffey

Fonte: https://www.theguardian.com/

Link: https://www.theguardian.com/world/2018/sep/11/hungary-punished-eu-sanctions-not-country-of-migrants-viktor-orban

11/09/2018

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

 

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