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La Redazione

 

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La schizocrazia: come ho imparato a smettere di preoccuparmi e ad amare il Reich Nuovo Normale

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A cura di Markus
Il 12 Dicembre 2023
18184 Views

CJ Hopkins
consentfactory.org

Ebbene, il 2023 è quasi alle spalle e le cose non potrebbero andare meglio per il Reich Nuovo Normale. Sono stati sette anni lunghi e strani, ma, alla fine, siamo tornati alla Guerra Globale al Terrore, che, come ricorderete, era stata bruscamente interrotta nel 2016 dalla Guerra al Populismo, che, come ricorderete, era stata bruscamente interrotta nel 2020 dalla Pandemia Apocalittica, che, come ricorderete, era stata ciò che aveva inaugurato il Reich Nuovo Normale e ci aveva fatto chiudere il cerchio.

Comunque, eccoci qui, di nuovo nella Guerra Globale al Terrore, o nella Guerra all’Orrore, o nella Guerra a qualsiasi cosa… al terrorismo islamico, all Russia, a Trump, alla disinformazione, al razzismo, ai discorsi d’odio, alle teorie del complotto, all’antisemitismo, ai no-vax, ai transfobici, ai comunisti, ai marxisti culturali, ai woke radicali, al Culto di Musk, ai neo-Covidiani, ai Sionisti, ai negazionisti del cambiamento climatico, agli stupratori di bambini decapitati… non ha molta importanza. Sceglietevi un nemico e unitevi all‘Orgia Romana dell’Odio!

Alla schizocrazia non importa da che parte pensiate di stare.

Sì, proprio così, “la schizocrazia”. Ho coniato un nuovo nome per la rete sovranazionale di corporazioni globali, governi nominalmente sovrani, entità governative non governative, conglomerati mediatici, oligarchi, ecc. che compongono il sistema capitalistico globale che sta guidando il corso degli eventi nel nostro tempo. Ho coniato questo nuovo nome per i miei lettori che soffrono di crisi apoplettiche ogni volta che scrivo del “capitalismo globale” (o “GloboCap”, come talvolta lo chiamo scherzosamente) e della sua prevedibile evoluzione nel “Reich Nuovo Normale”.

Vi parlerò della “schizocrazia”, ma, prima, ecco un estratto di un saggio che avevo scritto nel 2017 su questa prevedibile evoluzione …

Il domani appartiene alla corporatocrazia, 20 ottobre 2017

Non ci siamo ancora abituati, perché siamo ancora nelle fasi iniziali, ma siamo entrati in un’epoca in cui gli eventi storici sono principalmente guidati e le società rimodellate non da Stati nazionali sovrani che agiscono nel loro interesse nazionale, ma da corporazioni sovranazionali che agiscono nel loro interesse aziendale. Gli interessi principali di queste corporazioni sono il mantenimento e l’espansione del capitalismo globale e l’eliminazione di qualsiasi ostacolo ad esso. Dimentichiamo per un attimo gli Stati Uniti (cioè lo Stato nazionale vero e proprio) e guardiamo a ciò che sta accadendo dall’inizio degli anni Novanta. Le “disastrose disavventure” dell’esercito statunitense in Iraq, Libia, Afghanistan, Siria e nell’ex Jugoslavia, tra i tanti luoghi esotici (che ovviamente non avevano nulla a che fare con il benessere o la sicurezza degli americani), iniziano ad avere molto più senso.

Il capitalismo globale, dalla fine della Guerra Fredda (cioè subito dopo la fine della Guerra Fredda), ha condotto un’operazione di pulizia globale, eliminando le insurrezioni reali e potenziali, soprattutto in Medio Oriente, ma anche nei suoi mercati occidentali. Avendo vinto l’ultima guerra ideologica, [il capitalismo], come forza vittoriosa, ha “ripulito e messo in sicurezza” il territorio conquistato, che, in questo caso, è l’intero pianeta. Se volete divertirvi, prendete una mappa e guardate la storia delle invasioni, dei bombardamenti e degli altri “interventi” condotti dall’Occidente e dai suoi vari Stati clienti dal 1990 in poi. Una volta finito, considerate come, negli ultimi quindici anni, sia stata militarizzata la maggior parte delle società occidentali, i loro cittadini posti sotto costante sorveglianza, come sia stata promossa un’atmosfera generale di “emergenza” e come i media aziendali abbiano continuato a propagandare la paranoia sulla “minaccia dell’estremismo”.

Non sto suggerendo che da qualche parte, chiuso in una stanza, ci sia un gruppo di capitalisti col cappello a cilindro che pianificano tutto questo. Sto parlando di sviluppo sistemico, che è un po’ più complesso di così, e molto più difficile da discutere in modo intelligente perché siamo abituati a percepire gli eventi storico-politici nel contesto di Stati nazionali in competizione, piuttosto che di sistemi ideologici in competizione… o meglio, di sistemi ideologici non in competizione, perché il capitalismo non ha concorrenza. Ha invece una varietà di insurrezioni, tra cui spiccano l’insurrezione fondamentalista islamica e l’insurrezione neonazionalista. Sicuramente ce ne saranno altre nel prossimo futuro, man mano che il capitalismo globale consoliderà il controllo e ristrutturerà la società secondo i suoi valori.

Nessuna di queste insurrezioni avrà successo.

A meno che non si verifichi una sorta di cataclisma, come l’impatto di un asteroide o l’apocalisse degli zombie, o, insomma, una rivoluzione violenta, il capitalismo globale continuerà a ristrutturare il pianeta per conformarlo ai suoi spietati interessi. Il mondo diventerà sempre più “normale”. Il flagello dell'”estremismo” e del “terrorismo” persisterà, così come l’atmosfera generale di “emergenza”. Non ci saranno più Trump, referendum sulla Brexit, rivolte contro le banche e così via. La politica dell’identità continuerà a prosperare, fornendo un forum per gli attivisti di sinistra (e altri con un interesse malsano per la politica), che altrimenti potrebbero diventare un fastidio, ma qualsiasi forma di effettivo dissenso dall’ideologia capitalista globale sarà sistematicamente emarginata e patologizzata.

L’avevo scritto nell’ottobre del 2017 e, no, non sono un indovino o un profeta. La traiettoria del capitalismo globale come sistema è evidente da tempo. Cioè, se si riuscisse a vederla con chiarezza, invece che attraverso una lente ideologica.

Ora, lasciate che vi parli della schizocrazia. O, piuttosto, lasciate che vi parli della schizofrenia, che, in realtà, è solo un nome di fantasia per la psicosi. Voglio farlo perché è lì che il capitalismo globale (o il capitalismo clientelare, o la corporatocrazia, o il Reich Nuovo Normale, o il marxismo culturale, o comunque vogliate o dobbiate chiamarlo) ci sta inesorabilmente portando, cioè in uno stato di psicosi sociale, quindi sarebbe probabilmente una buona idea capire come funziona la psicosi.

Quando si diventa psicotici si perde la capacità di partecipare alla “realtà”. È come trovarsi in un Paese in cui non si parla la lingua. O cercare di giocare a un gioco che tutti gli altri stanno giocando quando non si conoscono le regole o lo scopo del gioco, e nessuno ve lo dice. Vedete, normalmente la “realtà” è solo, beh, la realtà. Non ci sono le virgolette. È solo “così com’è”. Ma non è così. La realtà è fabbricata. Ecco perché ciò che è “reale” è cambiato nel corso della storia. (Naturalmente, quelle versioni precedenti della realtà erano sbagliate ed è la nostra realtà attuale ad essere giusta, e le generazioni future non guarderanno mai alla nostra realtà come noi guardiamo alla realtà delle persone nell’Europa medievale, o nell’antica Roma, o nella Mesopotamia).

In altre parole, la realtà è una finzione… una finzione in cui siamo tutti d’accordo a credere. Ma questo non la rende meno reale. Al contrario, è assolutamente reale e assolutamente necessaria. È una finzione assolutamente necessaria. È ciò che rende possibile la comunicazione e la cooperazione. È ciò che rende possibile tutta la società umana. Finché continuiamo a dimenticarci che è una finzione. Finché non la percepiamo come una finzione.

Questo è il problema degli individui psicotici (o “schizofrenici”). Non riescono a non percepire la realtà come una finzione, una finzione ontologica in corso. Hanno dimenticato che è tutto inventato – che [la finzione] è il biglietto d’ingresso alla nostra “realtà” comune – e quindi cercano disperatamente di interpretare tutto… letteralmente tutto, tutto ciò che non dobbiamo interpretare e che diamo per scontato.

Per esempio, se vi chiedo come va la vostra auto (ammesso che abbiate un’auto), non dovrete chiedervi cosa intendo. Avrete fiducia nel fatto che mi sto riferendo alla vostra auto, al veicolo fisico. Ma quando chiedete a uno schizofrenico come va la sua macchina, potrebbe non sapere cosa intendete per “macchina”. Intendete davvero il suo cervello? O il “veicolo” materiale in cui viaggia il suo spirito immateriale? E perché lo chiedete? Chi siete? Cosa siete? Un “meccanico di auto”? Venite dalla “Fabbrica”? O un Repo-man cosmico? Non possono esserne certi.

La loro mente sta lavorando, da sola (e più sola non potrebbe essere), per assemblare una “realtà” con i pezzi della vecchia (cioè, la nostra) “realtà”, che però per loro non funziona più come realtà perché l’hanno vista disintegrarsi in pezzi, perché hanno preso troppo LSD, o hanno avuto un crollo psicotico a causa di uno squilibrio chimico, o hanno inserito dei ganci metallici nei loro muscoli pettorali e sono stati issati in aria e lasciati appesi finché il velo di maya non si è finalmente dissolto… o qualsiasi cosa abbiano fatto o subito che ha cancellato la loro realtà.

Ora, non intendo denigrare la cancellazione della realtà. Tali esperienze possono essere illuminanti, con moderazione. Ma la psicosi è tutta un’altra musica. Il pericolo maggiore, quando la realtà viene cancellata, è che si vada fuori di testa e si cerchi disperatamente di sovrapporre una nuova realtà a quella cancellata, cosa che è quasi impossibile non fare se la realtà rimane cancellata per troppo tempo. La mente umana può affrontare brevi soggiorni oltre il velo di maya, ma non può viverci. Se non può tornare alla nostra realtà, inizia a inventare la propria “realtà”… una “realtà” che non può descriverci, né farci riconoscere l’esistenza, perché ci parla in una lingua straniera, che nessuno, tranne la persona psicotica, capisce.

In altre parole, la psicosi è un’incapacità di comunicare. La “realtà” che la persona psicotica sta vivendo (cioè costruendo) non può essere comunicata a nessuno. La nostra realtà non è meno fittizia della loro, ma è una finzione che condividiamo tutti, mentre la persona psicotica esiste da sola, completamente sola, nella sua “realtà” solitaria (paranoica). Se riuscissero a farci vedere quello che vedono loro, a pensare come pensano loro e a parlare la loro lingua, non sarebbero psicotici, e nemmeno noi. Saremmo tutti normali. La loro “realtà” sarebbe la realtà.

Ok, quindi torniamo alla schizocrazia, che è dove ci sta portando il Reich Nuovo Normale, che ho descritto sopra come psicosi sociale. E sì, dobbiamo parlare del capitalismo. Dobbiamo parlare di ciò che fa alla società quando la gente lo lascia libero di scatenarsi.

Ora, voglio essere estremamente chiaro su questo punto per i miei lettori che vanno completamente fuori di testa ogni volta che scrivo di capitalismo. Non ho alcun problema con il capitalismo in sé. Non sono un economista. Per quanto ne so, il capitalismo potrebbe essere il miglior sistema economico dell’intera storia dei sistemi economici. Non sto invitando il proletariato a sollevarsi e a prendere il controllo dei mezzi di produzione. Sto scrivendo del capitalismo come ideologia, perché è l’ideologia che è diventata la nostra realtà, la realtà del pianeta Terra, che il capitalismo sta trasformando in un grande mercato.

Vedete, ciò che fa il capitalismo, se lo si lascia libero, quando non è limitato in alcun modo da un sistema di valori dominante – ad esempio, un sistema di valori religiosi, culturali o sociali – è trasformare le società in mercati e trasformare tutto e tutti in merci. Spoglia le società di tutti gli altri valori – cioè degli impedimenti al libero flusso del capitale – finché non rimane altro che il mercato, dove il valore di scambio è l’unico valore e nulla ha un vero valore in sé o un vero significato in sé.

E il bello è che poi il capitalismo, quando gli viene permesso di fare il bello e il cattivo tempo nella società, rivende le bucce disseccate dei valori personali come stili di vita a pagamento. Identità, religioni, partiti politici, orientamenti sessuali, sinistra, destra, capitalismo, anticapitalismo, qualsiasi cosa. Sono tutte merci intercambiabili. Prodotti di consumo. Attività di svago. Se non lo sono, se cercate di vivere la vostra vita secondo valori non globalmente capitalisti (come, ad esempio, l’Islam, o il Cristianesimo, o il comunismo, o qualsiasi altro valore che impedisca i flussi sfrenati del capitale), vi troverete rapidamente bollati come “estremisti”. Avanti, voi che vi definite Cristiani, provate a farlo… date tutto quello che avete ai poveri, cacciate i cambiavalute dalle vostre chiese. Vedrete quanto velocemente sarete bollati come “terroristi”.

Ancora una volta, per i miei sensibili lettori filocapitalisti, non ho alcun problema con la proprietà privata, la produzione, la compravendita e tutte le altre cose fondamentali del “capitalismo”. Sto parlando di ciò che accade quando togliamo le mani dalle redini della società e lasciamo che sia il capitalismo globale a gestire la società per noi. Perchè allora succede che il capitalismo disintegra i nostri valori, tutti i nostri valori, non solo quelli che non ci piacciono. Finiamo per vivere in un mercato globale, un mercato globale in cui non ci sono valori e nulla ha significato, perché tutto ha significato.

Ci ritroviamo con una psicosi sociale. Finiamo per essere governati da una schizocrazia. La nostra realtà cambia di giorno in giorno, così come chi pensavamo fosse nostro alleato o avversario, a seconda delle fluttuazioni del mercato. Il mercato ideologico. Il mercato della “realtà”. Un giorno siamo tutti paladini della “libertà di parola” e il giorno dopo gridiamo alla censura della parola. Un giorno si demonizzano i “non vaccinati”, e il giorno dopo si grida che sono stati demonizzati. Paragonare qualsiasi cosa alla Germania nazista è antisemitismo, finché non lo è, e non lo era, finché non lo era, e poi non lo era più. Trump è Hitler. Putin è Hitler. Hamas è Hitler. Netanyahu è Hitler. Chiunque chiami qualcuno Hitler è Hitler. Gli uomini sono donne. Le donne sono Hitler. I terroristi di Hamas sono peggio dei nazisti. Israele è peggio dei nazisti. Le mascherine funzionano e non funzionano. State dalla parte dell’Ucraina. State dalla parte di Israele. State dalla parte di qualsiasi cosa. Il Listerine uccide i germi che lo spazzolino non può uccidere. Fate come volete. Siete in buone mani. Vola nei cieli amici. E così via. Non ci si può fidare di niente e di nessuno. Nessuno ha valori o principi, quindi ci limitiamo a urlare slogan e frasi fatte, come le multinazionali che pubblicizzano i loro prodotti su una rete televisiva che nessuno guarda.

E, naturalmente, proprio come l’individuo psicotico, che tenta disperatamente di imporre una nuova “realtà” al caos terrificante della realtà cancellata da cui è stato esiliato, molte persone stanno diventando fasciste a tutti gli effetti e tentano imporre la loro “verità” a tutti gli altri nel tentativo di ristabilire qualcosa, qualsiasi cosa, che assomigli a una realtà funzionale… una realtà che non è in palio. Altre persone si spengono e si ritirano dalla società, sopraffatte da tutto questo. Altri cercano qualcuno che dica loro cosa sta realmente accadendo e cosa fare. I “leader” escono allo scoperto, pronunciano discorsi e tengono seminari, spiegando il problema… e chi è il “nostro nemico”.

Penso che sappiate come va a finire il resto della storia.

E no, per quei lettori che sono tentati di scrivermi e chiedere, non so come fermare tutto questo. Forse, se si può fermare, si comincerà con le persone che si parlano davvero, faccia a faccia, nella realtà fisica, persone che non sono d’accordo tra loro, che possono non piacersi particolarmente, ma che sono in grado di sedersi insieme e parlare dello stato del nostro mondo senza che questo si trasformi in una festa urlante di odio omicida.

Come al solito, vorrei avere qualcosa di più speranzoso con cui concludere questa orribile rubrica… soprattutto perché è Natale, la stagione della gioia, dell’amore e di tutto il resto. Ma non ce l’ho. Inoltre, sono un po’ distratto dai preparativi per il mio processo, qui in Germania, per crimini di pensiero. Se siete a Berlino il 23 gennaio alle 12:00 e volete assistere al processo, venite pure al Tribunale distrettuale. L’indirizzo è Turmstraße 91. Saremo nella stanza 371. Dovrebbe essere interessante.

Nel frattempo, buon Natale e buone feste!

CJ Hopkins

Fonte: consentfactory.org
Link: https://consentfactory.org/2023/12/07/the-schizotocracy-or-how-i-learned-to-stop-worrying-and-love-the-new-normal-reich/
07.12.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

blankC. J. Hopkins è un drammaturgo pluripremiato, un romanziere e un autore di satira politica. Le sue opere sono state portate in tournée in teatri e festival. Attualmente vive in Germania.

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