Quando “è buono per te” è troppo buono

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Tod Hayen
off-guardian.org

Il massimo del “è buono per te” è essere morti. O almeno questo è ciò che sarebbe se qualche autorità o entità esterna osservasse il nostro comportamento umano e valutasse ciò che sembra essere il “meglio” per noi – il che significa che, se siamo morti, non ci può accadere nulla di male. Presumo che se dessimo in pasto ad un supercomputer tutte le informazioni create da un normale essere umano, e poi gli chiedessimo “Qual è la miglior condizione di esistenza per un essere umano“, la macchina risponderebbe: “Che non sia mai nato, e che, se vivo, sarebbe più sicuro (migliore, buono) se fosse morto“.

Il gradino successivo a questa perfezione sarebbe quello di vivere in una bolla, letteralmente. A quanto pare, ci sono persone prive di sistema immunitario che sono costrette a farlo (ricordate l’episodio nella serie SeinfeldIl ragazzo della bolla“?).

Il gradino successivo è quello di essere un recluso, di vivere in un piccolo pezzo di terra, in una casetta, e di uscire nel quartiere solo per comprare bastoncini di pesce, Twinkies e RC Cola. Non prendereste mai un aereo e non guidereste mai.

Il gradino successivo è il posto che la maggior parte delle persone sembra voler occupare. Questo posto al sole è, in realtà, senza sole. O comunque il meno soleggiato possibile. Qui troviamo carriolate di crema solare, occhiali scuri nelle giornate nuvolose, cappotti pesanti in autunno e ombrelli in estate. Evitiamo quasi tutto ciò che può essere evitato, tranne le cose che ci fanno veramente male, come i “Big Mac” di McDonalds e una bella lattina di Diet Coke. Qui evitiamo di viaggiare in Paesi a rischio (praticamente quasi tutti), se comunque viaggiamo. Evitiamo di stare nella stessa stanza con qualcuno che tossisce o starnutisce o ha un aspetto un po’ strano e, in sostanza, evitiamo di correre qualsiasi rischio. Quasi tutto è pericoloso ed è meglio evitare tutto ciò che è sconosciuto, di dubbia natura o non raccomandato da uomini e donne in camice bianco con un antico dispositivo medico appeso al collo.

Una persona a questo livello di esistenza è viva, ma certamente non sta vivendo.

Perché la gente si comporta così? Ancora una volta possiamo ringraziare il signor Agenda. Prima di essere “risvegliato”, di solito meditavo su questo fenomeno e mi chiedevo come fosse potuto accadere in modo naturale e organico. Pensavo a tutti gli uomini che erano saliti sulle navi e sugli aerei per andare in Europa a combattere nelle trincee nel 1917, e poi nel 1941. Pensavo alle frotte di pionieri che avevano intrapreso il pericoloso viaggio attraverso il continente americano nei decenni successivi alla guerra civile. Pensavo al numero incalcolabile di persone che avevano lasciato il comfort delle loro case (che all’epoca probabilmente non erano poi così confortevoli) per avventurarsi nelle giungle dell’America centrale, infestata dalla malaria, per lavorare al Canale di Panama e all’altrettanto incalcolabile numero di uomini e donne coraggiosi che avevano viaggiato in zone oscure e pericolose del mondo per inseguire fama e fortuna o per aiutare umanamente altri meno fortunati di loro.

Dove sono oggi tutte queste persone? Certo, ne sono rimaste alcune, ma non sono più numerose come un tempo. Ora, la maggior parte delle persone ha il terrore di uscire di casa e se il Grande Fratello dice loro di evitare di avvicinarsi ad altri esseri umani o di indossare un pezzo di carta o di stoffa sul loro viso tremante obbediscono subito. Questo declino della chutzpah è avvenuto come conseguenza naturale dell’evoluzione sociale?

No, non credo. Ora credo che faccia parte del piano, del programma. La mente del vecchio dottor Paranoia è di nuovo al lavoro. Forse è solo paranoia, ma sospetto che ci siano molti di voi nel mio stesso reparto psichiatrico.

Non solo siamo stati istupiditi, ma il nostro naturale senso di “joie de vivre”  è stato quasi completamente risucchiato dalla nostra anima collettiva. Lo vedo in particolare negli uomini, che, inutile dirlo, sono stati uno dei principali obiettivi dell’agenda. Ma, naturalmente, si riscontra in tutti noi, uomini e donne che siano.

Siamo diventati una nazione (o più nazioni) di smidollati. Quando una particella di Covid entra in una stanza, saltiamo sulla sedia più vicina e urliamo, proprio come presumibilmente facevano le proverbiali fragili donne dell’epoca vittoriana quando vedevano un topo (se lo facevano, probabilmente era tutta una commedia per aiutare gli uomini a sentirsi più virili). L’unica differenza è che voi potete vedere un topo, ma dovete essere informati che la particella Covid è nell’aria. E indovinate chi ce l’ha detto? Sì, il signor Agenda. Siamo dei rammolliti. Non dico altro. E l’agenda vuole che siamo dei fifoni perché la paura è l’arma più grande ed efficace a disposizione del diavolo.

Insieme alla paura, c’è la carota: una ricompensa per il comportamento, o addirittura un’esortazione a conformarsi, ad auto-convincerci che ciò che ci si aspetta da noi è buono per noi. E non solo per noi, ma per tutti! Così, il vaccino ci fa bene perché ci evita di contrarre una malattia mortale (o almeno così ci viene detto). Indossare le mascherine ci fa bene e mantenere una “distanza sociale” ci fa bene. Tutte queste cose ci tengono al sicuro, se indossiamo guanti di lattice, se ci spalmiamo disinfettanti tossici sulle mani e rimaniamo a casa, al riparo dal nugolo di parassiti Covid che volano per strada. Dobbiamo fare il possibile per vivere una vita sicura, al riparo da tutte le cose orribili che la natura ci vorrebbe propinare. Ricordate sempre, ci dice l’agenda, che la natura è il nostro nemico.

E questa è solo una parte. Ora siamo protetti da tutto, perché quasi tutto vuole prendersi un pezzo di noi. Non solo, ma non ci conviene nemmeno possedere qualcosa, perché possedere è una sofferenza e ci rende la vita difficile. È molto più facile prendere in affitto. Ci conviene anche essere pigri ed evitare di fare qualsiasi cosa. Perché non giocare a giochi virtuali invece di viaggiare, perché non tenere quella conferenza che ogni anno ci fa andare a Las Vegas nella nostra camera da letto, su Zoom? Perché non fare terapia in modo virtuale, o addirittura farsi visitare dal nostro medico attraverso il computer o il telefono?

Perché non prendere uno stipendio pagato dal governo per non fare nulla? Che ne dite di ottenere una specializzazione accademica senza dover frequentare alcun corso? Che ne dite di vincere una medaglia d’oro nel nuoto femminile quando siete uomini e potete battere ad occhi chiusi i tempi di tutte quelle signorine? Certo, è meglio per noi non guidare troppo o dover andare fuori città per incontrare gli amici o per andare in quel ristorante figo che si trova a 20 miglia di distanza. È anche più sicuro e meglio per noi lavorare a casa. Infatti, perché non stare a casa e fare tutto lì, e mangiare tutti i pasti lì, anche se vorremmo una bella serata senza dover stare a casa, che una volta significava andare in un bel ristorante, con magari della bella musica dal vivo. No. Ora c’è Uber Eats. Anche questo è un bene. È tutto bello per noi, sicuro, conveniente, non richiede sforzi o abilità, ed è divertente. Siamo felici, no?

Qualcuno sa dove si può comprare una bella bolla di plastica economica?

Tod Hayen

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2024/02/10/when-good-for-you-is-too-good/
10.02.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Todd Hayen è uno psicoterapeuta registrato che esercita a Toronto, Ontario, Canada. Ha conseguito un dottorato di ricerca in psicoterapia del profondo e un master in studi sulla coscienza. È specializzato in psicologia junghiana e archetipica. Todd ha anche un suo substack.

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