Il fuoco spazza via il Vecchio Mondo e arriva la Smart Island: Nulla sarà come prima

Incendi di Maui e Tenerife, l'obsolescenza della natura in un'era super tecnologica. Le domande da porsi.

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Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

Dal grande continente/isola che è l’Australia, alle piccole isole come Maui e Tenerife. Cosa le accomuna? La devastazione dovuta agli incendi. La causa ufficiale? Le alte temperature, il terreno arido per l’assenza di piogge e il vento, queste le tre componenti  principali  dell’innesco che la natura, sovvertita dal cambiamento climatico, ha provocato.

Questa narrazione ufficiale è iniziata già da molto tempo, ma uno dei fatti più eclatanti risale al 2019, con le immagini terrificanti degli incendi in Australia che sono durati mesi, da giugno a febbraio del 2020 che hanno causato perdita di vite umane e  un danno inestimabile per le biodiversità di flora e fauna. Forse ci stavano preparando ad uno scenario apocalittico per il futuro.

Si è stimato che ciò ha provocato un rilascio in atmosfera di 900 milioni di tonnellate di anidride carbonica, considerato poi che la nostra terra respira anche attraverso le foreste e bruciandole manca l’ossigeno necessario alla sopravvivenza della stessa natura. Gli incendi attuali quanti danni continueranno a provocare?

Ma niente paura: l’uomo interviene artificialmente a sanare quello che distrugge intenzionalmente.

Questa tragica visione ci ha poi subito guidato verso un’altra altrettanto terrificante: quella della “pandemia” creata, probabilmente, con l’obiettivo di distruggere gli esseri umani considerati il cancro che sta ammalando il pianeta e per questo da debellare, riducendo la popolazione mondiale.

Siamo nel 2023 ma l’intenzione di sottomettere natura e genere umano si sta sempre di più intensificando con azioni ancor più drastiche.

Così assistiamo alla devastazione di una intera isola, situata nell’arcipelago delle Hawaii, che nel nostro immaginario già consideravamo terra ospitale, selvaggia e in parte avente ancora tradizioni locali grazie ai pochi nativi rimasti.

Invece, scopriamo che sono proprio gli abitanti originali di Maui, il virus da estirpare per poter realizzare un’isola intelligente. Per questo basta distruggere e poi intervenire con le soluzioni ad hoc, che però escludono i nativi retrogradi che si oppongono al progresso necessario per “ridurre il riscaldamento globale”.

Bisogna sempre chiedersi: chi è che ricava il maggior profitto da questi incendi?

Il sole può veramente bruciare un bosco, una foresta?

Difficilmente gli incendi nascono da soli per autocombustione, la responsabilità dell’innesco non si può dare alla Natura, ma a cause esterne intenzionali.

Far distruggere con il fuoco  una intera città come Lahaina e non permettere ai suoi abitanti di salvarsi è diabolico. Il momento più favorevole, per coprire le tracce, con molta probabilità è stato scelto quando un forte vento ha colpito l’isola, questo nella pianificazione degli incendiari doveva favorire, insieme ad altri fattori, lo sviluppo delle fiamme.

Ricordiamoci che situazioni metereologiche tali sono la norma per queste isole; sarebbe bastato, da parte delle autorità locali, almeno far partire l’allarme in tempo e  staccare la rete di alta tensione.

Perché non è stato fatto?

Magari scatenare cataclismi di fuoco serve a far piazza pulita di ogni oppositore al progetto di trasformazione super tecnologica di Maui?

Sicuramente con l’isola intelligente gli idranti avrebbero funzionato automaticamente, l’allarme sarebbe stato dato in tempo grazie al sofisticato software presente in ogni cellulare e, siccome gli esseri umani (senzienti) spaventati potevano andare verso le fiamme, l’Intelligenza Artificiale (I.A.) avrebbe indicato la strada da seguire per raggiungere i luoghi al sicuro in tempo; la rete elettrica sarebbe stata disattivata perché solo I.A. può ritenere i forti venti o gli uragani pericolosi, mentre chi ci vive da sempre non è in grado di comprendere il rischio che può causare una linea di alta tensione che cade al suolo.

Nessun bambino e anziano sarebbe morto bruciato perché sarebbero stati al sicuro nella bella casa domotica grazie a I.A., ma chi si può davvero permettere una abitazione così altamente tecnologica?

Purtroppo gli incendi, da tempo, sono tecniche utilizzate dalle varie lobby di potere per i loro loschi affari economici; e sono state progettate intenzionalmente per rendere necessario il cambiamento della destinazione d’uso di un territorio sotto il falso alibi del risanamento ambientale.

La collusione governanti/multinazionali è molto stretta e cosi, anche in Europa, si attuano le scelte indicate dal padrone statunitense.

Anche l’incendio di Tenerife, un’ isola che fa parte della Spagna,  segue questa logica pazzesca di distruzione.

Il copione si ripete con sfumature diverse, ma con lo stesso terrificante scopo: condizionare la popolazione che non accetta il progetto di cambiamento con la solita leva della pseudo scienza che profetizza l’innalzamento del livello del mare e far passare così  queste scelte necessarie per “il bene comune”. Ma convincere alcuni residenti come i pescatori, tra i maggiori  oppositori  alla installazione dei parchi eolici offshore nella fascia costiera, che questi impianti non provocheranno dei seri danni  all’ecosistema marino, non sarà così facile.

Così si fa in modo di ritardare gli interventi e si intralciano le azioni immediate  dei pompieri e dei volontari con la motivazione della mancanza d’acqua dovuta alla condotta guasta, nella giornata più afosa ed in assenza di pioggia.

 


Perché queste già bellissime isole sono state scelte per diventare intelligenti, e cosa significa intelligenti? Chi è che si arroga la capacità di trasformare un territorio naturale in una isola super tecnologica/artificiale a scapito e con un alto costo di perdita umana e ambientale?

Già lo stesso intervento del presidente americano Biden è palesemente chiaro: 700 dollari agli abitanti di Maui che hanno perso tutto, accompagnato dall’ordine di sfratto dalle poche abitazioni salvate dall’incendio con la scusa della sicurezza.

Dove verranno confinati? Questo ancora non è chiaro, forse verranno mandati via dall’isola? Così le multinazionali (Hitachi energy è una tra le tante) avranno campo libero per trasformare l’isola con la scusa di eliminare l’utilizzo del carburante fossile, che ha contribuito all’innalzamento della temperatura, si proprio quell’oro nero tanto ricercato e oggetto di tante quelle guerre che gli Stati Uniti hanno sempre scatenato.

Ora invece sventolano la bandiera ecologista, prima contestata, come l’unica soluzione a tutti i problemi. Non vi sembra strano?

Chi ha provocato l’inquinamento, ora si ammanta da difensore del pianeta! (ricordiamoci che sono gli stessi artefici della devastazione di intere nazioni spazzate via per la conquista dei giacimenti di petrolio).

Per rispondere alla domanda: chi si arroga questo diritto di scegliere cosa è giusto fare? La risposta viene da lontano, si concretizza con Klaus Schwab, fondatore ed Executive Chairman del World Economic Forum (WEF) di Davos,  – via agenda Onu 2030 – che stabilisce che le società capitalistiche per sopravvivere in un’era di cambiamenti climatici devono arrivare alla globalizzazione e alla digitalizzazione del mondo.

Questa soluzione fa però prosperare soltanto loro, mentre annullano l’intera umanità asservita a semplice bestiame da controllare e utilizzare per scopi a dir poco satanici.

Così trasformano la natura, vissuta e coltivata dai nativi che certo non hanno causato nessun contrasto ambientale, con soluzioni altamente innovative di cui non si conoscono gli effetti, senza considerare che avere la soluzione magica per abbassare la temperatura del pianeta come si fa in un ambiente artificiale, sembra a dir poco utopistico, tant’è che, nel tempo, ogni previsione catastrofica sul cambiamento climatico si è rivelata erronea.

Unico fatto certo l’enorme business finanziario che ci sta dietro.

Perché utilizzare le isole ? La loro stessa limitazione geografica è potenzialmente utile e necessaria, in quanto sono territori chiaramente definiti e dipendenti dall’esterno e per questo più ricattabili.

Una Smart Island (isola intelligente) consiste sostanzialmente nell’applicare il paradigma della “Smart City” all’ambiente insulare, così queste magnifiche isole vengono trasformate digitalmente e associate al concetto di “isola autonoma, straniera e ultra-connessa”.

Tenerife, come Maui, è stata scelta come banco di prova di questa globale visione ambientale. Tenerife Intelligent Island fa parte quindi della strategia Tenerife 2030, incentrata, apparentemente, sulle persone e il cui obiettivo è preparare la società e l’isola ad affrontare le sfide del futuro, in cui istruzione, innovazione, imprenditorialità, sport e tecnologia ne costituiscono gli assi portanti fondamentali. Ma per realizzare questa interconnessione, occorre che i residenti siano manipolabili e che accettino il cambiamento come un miglioramento del loro stile di vita: quindi, come si fa?

Con la paura, la colpevolizzazione, il ricatto economico e soprattutto la falsa informazione.

Tra i progetti già realizzati e che fanno parte degli “strumenti” di cui dispone oggi l’isola per diventare un’isola smart ci sono:

1. Dalix: si tratta di un data center situato nel sud che non solo ha le caratteristiche di un data center avanzato, ma fa anche parte della dorsale di Internet, collegando Tenerife con diversi continenti.
2. TeideHPC: fino a poco tempo fa il secondo potenziale supercomputer in Spagna.
3. Anello in fibra ottica: una rete in fibra ottica che circonda l’intera isola.
4. Intech: una società dipendente dal Cabildo che cerca di gestire l’intero ecosistema dell’innovazione, di cui il Parco Tecnologico e Scientifico è una delle parti più importanti.

Ma non si fermano qui. In base alla strategia progettata e alle infrastrutture disponibili, si sta lavorando a più di 17 iniziative in diverse aree della città intelligente che hanno un impatto diretto sui cittadini.

Ne cito solo tre:

  • Ten+: attualmente è una tessera dei trasporti (autobus e tram) ma intende diventare la tessera del cittadino, cioè con essa si può entrare a teatro, auditorium, impianti sportivi, biblioteche, ecc. Sulla base di questo elemento, l’obiettivo è quello di trattare i dati generati con tecniche Big Data che consentano di stabilire politiche e azioni per, ad esempio, incentivare la lettura premiando le persone che si recano in biblioteca con biglietti per l’auditorium o trasporti gratuiti.
  • HOV: veicoli ad alta occupazione (più di 3 persone per veicolo). Cercano di rimuovere i veicoli dall’autostrada. Attraverso un’App, un conducente registra un viaggio che genera un QR che può essere utilizzato dai passeggeri in modo tale che chi effettua il viaggio venga registrato. Questi veicoli HOV riceveranno punti in base alla distanza del viaggio effettuato che potranno scambiare, ad esempio, con parcheggio gratuito, bonus di trasporto, ecc.
  • LUCIA: è un sistema intelligente di monitoraggio e allerta per anziani e persone non autosufficienti che vivono sole. Si basa su tecniche di Intelligenza Artificiale e Machine Learning che imparano a identificare modelli di comportamento e avvisare quando si verificano cambiamenti in essi.

Vi siete chiesti se tutto questo bel progetto innovativo è veramente ad impatto ZERO?

E’ evidente che per far funzionare questo complesso sistema, bisogna realizzare un insieme di opere: un interconnettore sottomarino, una struttura dove collocare il super computer per il controllo operativo, installare gli impianti fotovoltaici ed eolici,  trasformare tutti gli edifici e le infrastrutture.

Pensate veramente che tutto ciò non danneggi l’ecosistema marino e terrestre e sia salubre per l’uomo? Questi impianti sono realizzati con materiali altamente nocivi e di difficile smaltimento come le terre rare, il litio e il cobalto che per essere estratti necessitano di un gran quantitativo energetico e lo sfruttamento dei luoghi di coltivazione.

Purtroppo a Tenerife hanno già realizzato parte del progetto, ossia quattro punti sopramenzionati, e stranamente la zona sud, dove è collocato il super computer chiamato Anaga, specializzato per l’intelligenza artificiale, non è stata raggiunta dall’incendio.

Quando il progetto sarà completato e verrà utilizzata solo l’energia elettrica, immaginate quale possibile scenario potrebbe verificarsi considerando i recenti incidenti causati dalle auto elettriche che si sono dimostrate poco sicure e facilmente infiammabili, o gli stessi impianti fotovoltaici che stanno provocando problemi di innesco di scintille che possono causare incendi, o le case domotiche che in caso  (vedi alluvione in Emilia) di una improvvisa interruzione dell’energia non permette di uscire di casa per le porte bloccate … siamo proprio certi di essere al sicuro e che veramente questa è l’unica possibile soluzione?

Quando si svilupperà un probabile futuro incendio daranno nuovamente la colpa all’autocombustione generata da cause naturali?

Vogliamo veramente che l’intelligenza dell’uomo sia governata da un algoritmo gestito da compagnie private che hanno come scopo il profitto aziendale? E la nostra tanto amata privacy?

Si perché la volontà è quella di far diventare prima tutte le isole, e poi l’intero mondo occidentale un luogo intelligente governato dall’I.A. e gestito dai pochi padroni che credono di sostituirsi a Dio, diventando l’occhio onnisciente del Grande Fratello Orwelliano.

C’è da chiedersi: cosa c’è davvero di intelligente in tutto ciò?

Se pensate che gli incendi si fermeranno, pensate male: il fuoco distruggerà tutto ciò che  sarà di intralcio a questa folle visione, solo che questi loschi personaggi non sanno che Quos Deus perdere vult, dementat prius: qualsiasi progetto contrario alla natura dell’uomo e all’ordine delle cose è destinato inevitabilmente al fallimento finale, ma può tuttavia arrecare dei seri danni, per molti anni a venire.

Solo uno studio più olistico ci può far uscire da questa logica perversa di prevaricazione e, se rispettiamo coscientemente il genius loci , possiamo creare dei luoghi significativi  senza distruggerne lo Spirito, perchè – come affermava Heidegger -” l’uomo abita quando riesce ad orientarsi ed identificarsi in un ambiente; allora gli spazi in cui la vita si svolge devono essere luoghi nel vero senso della parola. Spazi dotati di caratteri distintivi.”

In conclusione, gli interrogativi sono tanti e le risposte che ci vengono date poco convincenti, bisogna essere vigili e valutare in modo consapevole il rischio che corriamo:

perdere sia la nostra libertà di scelta che le nostre tradizioni, ma soprattutto: vale la pena realizzare tutto ciò a scapito di un’enorme perdita di vite umane,  polverizzando tutto ciò che i popoli hanno costruito nei secoli?

Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

FONTI

https://islasinteligentes.com/

https://t.me/In_Telegram_Veritas/2557

https://islasinteligentes.com/wp-content/uploads/pdf/ponencias/tenerife-PONENCIAS-islas-Inteligentes-LaPalma.pdf

https://www.itop.es/blog/item/estrategia-tenerife-smart-island-ejemplo-smart-city-iot-tenerife.html

https://www.iter.es/portfolio-items/d-alix/

https://www.vivilecanarie.com/info-canarie/tenerife-avvia-uno-dei-supercomputer-piu-potenti-del-paese-specializzato-nellintelligenza-artificiale/

https://www.leggotenerife.com/54902/i-parchi-eolici-offshore-nel-sud-di-tenerife-minacciano-200-barche-da-pesca/#:~:text=Il%20piano%20è%20chiaro%20in,Güímar%20e%20a%20Granadilla%20de%20Abona.

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