Riceviamo e pubblichiamo dai coautori dell’ “Operazione Riapriamo le Porte”.
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Pian piano, a suon di capitomboli e terremoti disgregativi, stiamo prendendo coscienza dei reali fattori ostacolanti l’unione del popolo della resistenza. L’analisi magistrale dell’amico Paolo Borgognone, nel suo ultimo articolo, è un passo verso il raggiungimento di una consapevolezza di massa, circa le cause profonde di quei fattori ostacolanti, da ricercare nella competizione e nella concorrenza, artificialmente introiettati dal potere nei nostri stili di vita.
I tentativi di unione esperiti fin ora, su base egemone o federativa, dove c’è un autoproclamato soggetto egemone rispetto agli altri che intende “fagocitare” le realtà preesistenti, è fallita sulla base dell’esperienza delle scorse elezioni politiche e continua a fallire; questo tipo di unione è dettata dalla legge della competizione, dove nel ring neoliberista il più forte sovrasta il più debole.
Sta funzionando, invece, il modello dell’ “unione funzionale” dove ogni gruppo, riconoscendo la propria interdipendenza reciproca, mette a disposizione di un percorso comune, quello che ha, per la realizzazione di un valore aggiunto. Così si spiega il successo di “Invisibili”: un gruppo ha messo a disposizione un docufilm, i gruppi territoriali hanno messo a disposizione la loro forza aggregativa e così si è realizzato l’evento, il valore aggiunto con il risultato che in tantissimi hanno aumentato la consapevolezza sulla piaga sociale degli effetti avversi.
Stesso successo dell’ “Operazione Riapriamo le porte”, una piattaforma di azione dove si condividono metodi e strumenti già provati e funzionanti per il raggiungimento di risultati a beneficio della collettività, come la rimozione del tampone per l’accesso alle cure o alle visite dei parenti in ospedali ed RSA. L’operazione “Riapriamo le porte” di cui Comedonchisciotte ha dato conto più volte, si sta rivelando essere una piattaforma aggregativa molto ben riuscita perchè valorizza l’apporto creativo di ciascun gruppo all’interno di un percorso concreto e corale.
Non a caso, l’operazione viene attualmente condotta in 3 città di 3 regioni diverse: Ivrea (TO), Monza e Vicenza, contemporaneamente per massimizzare l’effetto sinergico delle azioni di pressione sulle istituzioni.
Sono lontani i tempi delle piazze oceaniche e delle fiumane umane dei cortei metropolitani. Tuttavia c’è tanta voglia di fare e di ripartire da azioni piccole ma concrete, che raggiungano il massimo risultato a fronte dei reali rapporti di forza disponibili. Mattei e Pennetta non hanno calcolato che le forze disponibili erano insufficienti per sostenere un impresa titanica come la raccolta di 500mila firme. Il loro fallimento, sta maturando una nuova consapevolezza: la liberazione dall’oppressione degli organismi sovranazionali, non può essere il risultato di un processo lineare che avviene solo tramite referendum o elezioni, con la delegazione di partiti per giunta divisi; men che meno potrà avvenire ricorrendo alla via legale, la cosiddetta Norimberga 2 (vedasi sentenza Corte Costituzionale), bensì sarà la risultante di nuove forme che si daranno i corpi sociali nel dispiegare il nuovo conflitto di classe, a partire da nuove forme di unione, appunto.
L’unione sperimentata con “Riapriamo le porte” si attua per mezzo di ponti funzionali tra realtà riconoscenti il proprio specifico e originale contributo alla causa comune. Il segreto per garantirci un percorso duraturo, armonico ed equilibrato sta nell’individuazione di campi di attività e responsabilità ben specifici e non sovrapponibili, in cui ciascuno è massimamente creativo e autonomo e ripone nell’altro piena fiducia. “Io ho qualcosa che tu non hai e tu hai qualcosa che io non ho, mettendo insieme le nostre forze, si crea valore aggiunto”: la nuova rivoluzione sarà l’esito di una de-competitivizzazione radicale dei rapporti tra associazioni, movimenti e partiti in una ritrovata e rinnovata coscienza/soggettività di classe.
Per favorire questo processo di maturazione, abbiamo scelto la sanità come campo strategico per la formazione di un blocco sociale unito in difesa della nostra conquista sociale più importante. I nemici neoliberisti, dopo aver sventrato un intero stato sociale, stanno utilizzando il post-covid per fagocitare bulimicamente il boccone principale, la fetta di PIL più grande: la sanità pubblica è il campo di battaglia dove si gioca l’ultimo scontro diretto con il nemico. Stiamo capendo che non potendo contare su alcun portavoce delle nostre istanze nelle istituzioni, non ci resta che organizzare un fronte di opposizione sociale extraistituzionale, per incidere e determinare le scelte politiche locali e nazionali.
L’operazione “Riapriamo le porte” ha già dimostrato come un piccolo gruppo di cittadini organizzati a condividere una strategia di azione comune, può determinare risultati a beneficio di una collettività; è il caso del Pio Albergo Trivulzio, RSA milanese, roccaforte del pensiero unico scientificamente corretto, da cui è partita tangentopoli, dove siamo riusciti a eliminare il tampone per l’accesso alle visite dei parenti. In Veneto siamo riusciti a impegnare l’intero consiglio regionale veneto all’approvazione di una mozione per ridurre l’isolamento degli anziani in RSA e per riaprire le porte all’umanizzazione delle cure.
IDEE GUIDA PER OPERAZIONE RIAPRIAMO LE PORTE
VISIONE:
I cittadini hanno diritto al libero accesso alle cure in una sanità pubblica, universale e soprattutto umana. “La sanità non si vende, si difende“, il motto che ci guida.
MISSIONE (cosa fare):
Garantire il ripristino di questo diritto tramite:
- Pressione popolare sulle istituzioni,
- Supporto diretto alle persone in difficoltà.
OBIETTIVI POLITICI
OBIETTIVO A LUNGO TERMINE (dove arrivare/cosa ottenere): costruire un blocco sociale a difesa della nostra sanità pubblica per pretendere e ottenere il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, a pioggia, senza ricorrere ad alcun strumento di assistenza finanziaria tipo mes. Avviare una rivoluzione culturale della medicina convenzionale, ormai in crisi conclamata, con un patto curanti-cittadini per il governo ordinistico delle professioni sanitarie.
OBIETTIVO A MEDIO TERMINE (cosa otterremo in itinere): riconquisteremo cm dopo cm il terreno della sanità pubblica occupato da big pharma; il primo passo è rimuovere ogni ostacolo all’accesso al diritto alla salute, come le interminabili liste d’attesa, nonchè tamponi e mascherine. Abbiamo capito che le emergenze servono a far fare passi avanti al potere ed ogni emergenza si porta dietro degli strascichi perenni; l’emergenza terroristica, i controlli all’aeroporto, l’emergenza economica, le misure di austerità ormai fisse nelle nostre leggi finanziarie e l’emergenza sanitaria si porterà dietro per sempre i tamponi per l’accesso alle cure. Noi impediremo la normalizzazione dell’emergenza tramite una mobilitazione costante per tenere alta la pressione dei cittadini sulle istituzioni, per mantenere sempre vivo il ragionamento critico e impedire così la cronicizzazione di questa nuova tassa sulla salute. Secondo passo: limitare lo strapotere delle cooperative a cui lo Stato sta svendendo le pluristratificate competenze professionali degli esercenti le professioni sanitarie in regime di dipendenza del SSN.
OBIETTIVO A BREVE TERMINE (cosa stiamo facendo o cosa possiamo fare nell’immediato per…): presa in carico singolarmente dei problemi e dare risposte/soluzioni alle persone, organizzazione delle forze.
IDEE GUIDA PER PRESIDI MULTIFUNZIONALI PERMANENTI
Questo tipo di presidi, già avviati a Monza, presso la clinica privata che ha rifiutato l’intervento alla coraggiosissima signora Cristina, si stanno rivelando molto funzionanti: con poche persone (per l’organizzazione di questo tipo di azioni, sono sufficienti anche 5 attivisti), riusciamo ad ottenere tanti piccoli-grandi risultati in serie. Anche solo l’interessamento dei passanti che si fermano a parlare chiedendoci di noi, mentre noi ascoltiamo i loro disagi che riscontrano con la sanità pubblica, offrendo soluzioni, sono risultati che ci consentono di ampliare il nostro fronte di azione. Si tratta quindi di presidiare, stare lì sotto un ospedale a seminare consapevolezza. Lo facciamo solitamente al mattino, dalle 10.00 alle 13.00, nelle ore di massimo flusso di persone in entrata e in uscita dall’ospedale, lo stesso giorno, in modo continuativo, come una goccia di verità, libertà e giustizia che scava nella roccia della menzogna, dell’inganno e della complicità.
Il presidio viene condotto da un nucleo di persone che consapevoli di stare dalla parte giusta della storia e consapevoli di fare qualcosa di importante, comunicano, prima di tutto, entusiasmo e passione. Sprigionando sorrisi, energie positive ed alte vibrazioni, avviciniamo magneticamente tutte le persone che si sintonizzano con il nostro sentire. Per mantenere le energie alte:
- NON parlare in modo fatalistico e vittimistico di tamponi, mascherine ed effetti avversi da vaccini,
- Parlare in modo positivo, proattivo e propositivo sul percorso che un gruppo di cittadini ha già intrapreso per liberarci da questa oppressione. Una citazione che può aiutarci a tenere alte le nostre energie è quella della sociologa inglese M. Mead: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo, in verità è l’unica cosa che è sempre accaduta”. Ecco noi ci sentiamo quel gruppo di cittadini, e quando seminiamo dubbi e curiosità ai nostri interlocutori, con l’entusiasmo che ci contraddistingue, sentiamo di aver contribuito a cambiare il mondo, in quanto il ragionamento critico è precursore della rivoluzione. L’audacia di credere fermamente che una realtà di pace, equilibrio e armonia è possibile e dipende unicamente da noi come individui e come collettività: quello che comunichiamo, oltre alle informazioni e alle soluzioni, è la forza di questo spirito.
Materiale occorrente:
- Tavolino
- Materiale di propaganda, (volantino, comunicati ecc…ciascuno è pienamente autonomo e creativo nell’ ideare, modificare, aggiungere tutto quello che ritiene opportuno),
- Materiale coreografico vario (striscioni, bandiere, cartelloni ecc…).
MULTIFUNZIONALITA’ – i nostri presidi contano di più momenti, oltre al volantinaggio di sensibilizzazione, c’è il momento dell’ispezione popolare e della protocollazione, poiché abbiamo sperimentato che l’effetto sinergico di più approcci è vincente!
Volantinaggio di sensibilizzazione:
Nel volantinaggio classico, quello in cui si lascia passivamente il volantino nelle mani della persona, nel 90% dei casi, il volantino viene buttato al primo cestino disponibile, configurando un dispendio di energie enormi, a fronte di risultati marginali. Noi cerchiamo di “caricare energeticamente il volantino” cioè di accompagnare il volantino con l’entusiasmo e la passione di cui sopra ed i risultati si vedono perché siamo diventati punto di riferimento sul territorio. Spiegate alle persone cosa sta succedendo e cercate di instillare loro la curiosità e il ragionamento critico. Il volantino in realtà più che servire per dare tante informazioni e parlare tanto, è un gancio che ci consente di intercettare la persona e ascoltarla attivamente. IMPORTANTE! L’ ascolto, oggi che tutti vogliono parlare, primeggiare, imporre il loro io egoico-bellico, è rivoluzionario: le persone spendono fior fior di quattrini per essere ascoltati da terapeuti, mentre noi offriamo ascolto dei loro problemi e soluzioni ai loro disagi gratis!
Ispezione popolare:
Si tratta di una spedizione all’interno dell’ospedale di una piccola delegazione popolare per ispezionare la situazione interna; decidete 2 o 3 persone che entrano in ospedale e si dirigono nei reparti di medicina generale, chirurgia generale e PS. Cominciate a osservare se fuori alla porta ci sono dei regolamenti sulle visite, cartelli strani ecc… Chiedete di poter parlare con qualcuno del personale sanitario presentandovi come un comitato di cittadini. Imbastite un confronto accogliente e predisposto all’ascolto, con le seguenti domande:
- “Innanzitutto come stai/state? Abbiamo sentito che un sanitario su due è in burnout dopo il covid e vogliamo sincerarci delle condizioni psicofisiche di chi cura”
- “Come siete messi con l’organico? Quanti straordinari fai? Avete personale somministrato da cooperative?”
- “Come avvengono le visite dei parenti? Quanto tempo hanno a disposizione? Come vi comportate con pazienti critici o terminali?”
- “Come funziona per i ricoveri programmati: fate il tampone a tutti o solo a chi ha sintomi?”
- “Se un paziente si rifiutasse di eseguire il tampone o dovesse essere positivo lo rimandate a casa o adottate degli accorgimenti per curarlo lo stesso?”
Alla fine dell’ispezione popolare, fate un breve video-resoconto come questo e questo.
Segnaleremo subito quello che avete osservato agli assessori alla salute della regione interessata e verticalizzeremo il tutto anche agli esponenti del ministero della salute che abbiamo incontrato nella prima stagione dell’operazione.
Protocollazione e bombardamento mail:
Nel percorso dell’ispezione popolare, fate tappa all’ufficio protocollo e chiedete di protocollare un documento contenente le nostre istanze e indirizzato alla direzione sanitaria. Se siete in 3, protocollate tutti e 3 la stessa copia, in modo da far capire che la questione è urgente. Chi rimane giù al presidio invece supporta l’azione della protocollazione con il bombardamento mail, in modo da far pervenire le nostre istanze sia per mail sia in forma cartacea. Li faremo impazzire con questo approccio “a tenaglia”!
Raccolta firme:
Le persone che agganciamo vogliono firmare per sottoscrivere le nostre tesi. La raccolta firme è un ottimo modo per restare in contatto con quelle persona. Abbiamo ospitato la raccolta firme per il referendum nei nostri presidi, ora partiremo con una raccolta firme per un disegno di legge sulla “terapia intensiva aperta”, per riaprire le porte delle terapie intensive alle visite dei parenti, notoriamente reparti chiusi.
ESSERE COAUTORE
L’appellativo di “coautore” può essere letto sia come parola intera sia come acronimo. Il “coautore” è, al contempo, autore, insieme agli altri, di un percorso comune, con cui condivide l’orgoglio di appartenenza a un sentire comune.
In senso più profondo, per respingere intimamente le tenebre del repellente motto thatcheriano “TINA” in cui l’umanità è stata ostaggio, il coautore è un poeta, un pioniere, un innovatore che con entusiasmo e spirito d’accoglienza, riscopre la libertà a partire dalla capacità di creare, di essere principio, di essere energia creatrice e curatrice: in altre parole, fa esperienza di se stesso in un altro modo, fa morire i suoi assetti mentali egoico-bellici, riscopre la scintilla divina che risiede nel profondo della propria anima e con essa è pronto ad amare e costruire il nuovo mondo con fiducia piena e incondizionata verso gli altri coautori.
CO.AUTO.RE ha un significato anche come acronimo,
“CO” = COllaborazione: si agisce con creatività nell’ambito di una squadra, con fedele spirito di servizio;
“AUTO” = AUTOnomia: ciascun coautore ha il massimo grado di autonomia nello sperimentare con la massima creatività, all’interno del proprio campo di azione, tutte le funzioni che gli sono attribuite; non deve chiedere permesso, il coautore è un esploratore che fa e poi valuta insieme agli altri coautori, se ciò che ha fatto è valido oppure no, col metodo del “tentativi ed errori”;
“RE” = REsponsabilità: al massimo grado di autonomia corrisponde il massimo grado di responsabilità. Si delineano per ogni coautore il “campo di attività e responsabilità”, all’interno del quale, il coautore è massimamente autonomo, creativo e responsabile del suo operato
LE ASSOCIAZIONI DEL DISSENSO NELL’OPERAZIONE RIAPRIAMO LE PORTE
Questo rappresenta uno scheletro di idee guida per partire all’azione. Ogni associazione è invitata ad aggiungere il suo contributo originale, creativo e con pieno spirito di iniziativa per il proseguo di questo percorso sul territorio nazionale, fino al raggiungimento dell’obiettivo: quando riusciremo a determinare la rimozione di tamponi e mascherine e a ripristinare il libero accesso alle cure, ci sentiremo molto potenti, riusciremo ad attrarre magneticamente le persone che si sintonizzano col nostro sentire e ci festeggeremo!
L’Italia deve tornare ad essere protagonista sul panorama internazionale delle contestazioni, ma non invidiamo i cugini francesi, ancora rimasti al 1789 nel modo di interpretare l’azione rivoluzionaria; noi lo stiamo facendo in maniera più intelligente: con un popolo che ripudia le elezioni, ormai percepite come una foglia di fico su una democrazia spogliata di senso, stiamo organizzando un’inedita strategia per far valere i nostri rapporti di forza, delineare percorsi di partecipazione democratica alternativa e scardinare le istituzioni con un pensiero che critica e liquida modi di fare, concetti, consuetudini, ovvero le menzogne sulle quali si basa questo mondo in decomposizione.
Per sintonizzarsi su questo entusiasmante percorso -> [email protected] su www.disanaerobustacostituzione.it e su https://t.me/disanaerobustacostituzione
Vi aspettiamo!
I coautori dell’operazione “Riapriamo le porte”