Brindo al soldato che la guerra non la farà

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Di Francesca Picone per ComeDonChisciotte.org

La minaccia che più di tutte può toccare il cuore di noi europei e soprattutto di noi italiani è quella di mandarci in guerra, costretti a partire o vedere i nostri figli partire per il fronte. Sì, perché si sa: deve arrivare a toccarci sulla pelle una tragedia per far sì che attivamente la rifiutiamo.

Eppure è arrivata, di già, una guerra che ha toccato sulla pelle tutti quanti. È arrivata con la dittatura sanitaria e il divieto di assistere i propri cari in ospedale, con il divieto anche di salutarli ai funerali, con il divieto di controllare che una malasanità non li uccidesse prima del tempo, con il divieto anche solo di passeggiare, soli, sulla spiaggia deserta. Non è bastato, non del tutto.

Chi non si è convinto ad assumere una propria coscienza critica per via della dittatura sanitaria si è convinto poi con la narrazione palesemente falsa di una guerra in Ucraina che sarebbe stata accesa solo dall’invasore russo. A chi neanche queste palesi bugie di propaganda sono bastate è venuto incontro lo sterminio genocidario del popolo palestinese. E se non bastasse, ci penseranno le conseguenze di una guerra in cui siamo già dentro fino al collo.

Facciamo parte, infatti, di una Unione Europea che ha abdicato alla propria dignità sovrana già prima della cosiddetta invasione russa in Ucraina, allontanando da sé il vantaggio di un contratto collaudato da decenni di fornitura di gas pluriennale con la Russia per firmare (al tempo precedente alla guerra ed alla distruzione finale del Nord Stream2) un semplice e provvisorio contratto annuale più costoso e più precario. Oggi, che il Nord Stream è esploso insieme alla guerra, la crisi dell’industria manifatturiera è già bella e avanzata e la sua drastica evidenza nella vita di noi tutti è alle porte.

Aumentano, per forza, gli obiettori di coscienza, i disertori che nel loro animo dicono di no a queste guerre piovute dall’alto. Aumentano i disertori in tutto il mondo, e non solo nei Paesi in guerra.

C’è chi diserta in Israele, dove il solo servizio militare è obbligatorio e coinvolge anche le donne. La diserzione è punita con il carcere eppure c’è chi diserta e non si nasconde. Disertano i soldati veterani dell’esercito di Israele e fondano un movimento, Breaking the Silence, non solo da ora ma a partire dalla seconda intifada, nel 2004. Tra questi sentiamo parlare una ragazza che è cresciuta considerando normale guardare i palestinesi della Cisgiordania come mostri nemici oltre la rete di confine. Oggi, lei come molti altri, ha preso coscienza, e fa parte di questo movimento[1].

Disertano i soldati chiamati alle armi in questa sporca e falsa guerra di vendetta, che oltre ad essere falsa è anche stupida[2].

Disertano in Ucraina e non solo da oggi, ma già a partire dal 2015.

“Preferisco marcire in prigione tre o cinque anni, piuttosto che andare nell’Est a uccidere i fratelli ucraini. Questa fabbrica di paura deve cessare”. Queste le parole andate in onda nell’emittente ucraina Channel 12, espresse da un noto giornalista, Ruslav Kotsaba, che per queste parole è finito in prigione. Già allora, quando in pochi sapevamo di una guerra in Ucraina, erano in migliaia a fuggire lontano per non essere costretti a fare la guerra[3].

Nel 2023 l’agenzia di stampa ucraina faceva uscire un articolo su una diserzione di massa che oggi la vede aumentare solo per il motivo che si tratta di una guerra persa, tanto che solo il 15% dei soldati resta vivo dopo un assalto. Una carneficina[4].

C’è chi si arrende, c’è chi si spara a un piede per evitare il fronte, c’è chi diserta. Disertare in Ucraina è già un rischio di morte quasi pari alla guerra. Chi non muore in guerra, catturato dalla terribile e temuta Tcc, agenzia di reclutamento forzato che cerca anche nelle strade e nei bar uomini da strappare alla vita in età di poter morire per la gloria (più della NATO che dell’Ucraina), muore nel tentativo di fuga perché si tratta di guadare un fiume gelato, il Tibisco, per raggiungere la Romania[5].

C’è chi in guerra, nel Donbass, ci è andato come fosse un mestiere, solo per portare i soldi a casa, ma quando si è trattato di rinunciare anche alla vicinanza alla propria casa e alla propria moglie, quando poi ha visto la speranza nell’arrivo dei russi, ha disertato. La coscienza allora è stata finalmente libera di parlare e di esprimersi, anche se in lutto. Questa è la storia di un ex soldato semplice, il racconto della sua coscienza e della sua fuga[6].

Come si poteva immaginare, i russi che vogliono disertare non rischiano la vita quanto gli ucraini. C’è un’agenzia di volontari per i disertori russi, come c’è un gruppo apposito per aiutare i russi che non vogliono combattere; c’è chi li aiuta ad evitare l’esercito, che siano ufficiali o no[7].

Non si diserta solo dal fronte, ma anche da quei posti di lavoro che in un modo o in un altro contribuiscono a tenere in vita la guerra.

Si dimette la giornalista del New York Times Magazine Jazmine Hughes, dimissione riportata da più di una testata e che quanto meno ha fatto discutere[8].

Diserta Josh Paul, dimettendosi dal suo ruolo di funzionario del dipartimento USA per il trasferimento di armi, in opposizione al riarmo di Israele ed il “cieco sostegno” del governo americano ad Israele[9].

Diserta anche la poetessa e giornalista, vincitrice del Premio Pulitzer, Anne Boyer, che non scriverà più per il New York Times Magazine. La sua lettera di dimissioni è arte pura, quanto vera, concreta e reale[10].

Si dimette, già al principio di questa storia di massacro a Gaza, Craig Mokhiber, dall’Alto Commissariato per i diritti umani all’Onu[11].

Come si dimette, al principio di questa guerra comandata alla Russia, il capo della marina militare tedesca[12].

Oggi, con il ritiro dell’esercito israeliano dalla quella parte della striscia di Gaza già sterminata dalle bombe e dalla fame, ritiro dovuto a mio parere anche alle pressioni dei familiari dei soldati che li volevano di ritorno, come di regola, dopo sei mesi di guerra, si dimettono perfino i portavoce della guerra israeliana[13].

Chi poi dimostra al mondo intero la propria umanità senza diserzione alcuna ma resistendo e sopravvivendo nella solidarietà e nel sostegno reciproco, dentro una grande famiglia e con fede incrollabile è il popolo palestinese, non ammesso ad essere membro dell’Onu come Stato perché, si dice, “deve dare dimostrazione di volere la pace”.

Per tutti noi altri, che abbiamo scelta, disertare è la risposta, lo è da sempre. Si era nell’epoca della guerra di religione fra cattolici ed ugonotti, in Francia, quando un giovane ragazzo, Etienne De La Boétie, futuro giurista, scriveva il suo “Discorso sulla servitù volontaria”, pubblicato nel 1571, grazie ad un grande amico, Michel De Montaigne.

Così scriveva ai suoi connazionali e così parla anche oggi a tutti noi, questo giovane ragazzo: “E tutti questi danni, queste sventure, questa rovina vi vengono non da molti nemici ma da uno solo, da colui che voi stessi avete reso tanto potente; è per suo amore che andate così coraggiosamente in guerra, è per la sua vanità che non esitate ad affrontare la morte. Costui che spadroneggia su di voi non ha che due occhi, due mani, un corpo e niente di più di quanto possiede l’ultimo abitante di tutte le vostre città. Ciò che ha in più è la libertà di mano che gli lasciate nel fare oppressione su di voi fino ad annientarvi. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? E i piedi coi quali calpesta le vostre città non sono forse i vostri? Come fa ad avere potere su di voi senza che voi stessi vi prestiate al gioco? E come oserebbe balzarvi addosso se non fosse già d’accordo con voi? Che male potrebbe farvi se non foste complici del brigante che vi deruba, dell’assassino che vi uccide, se insomma non foste traditori di voi stessi? Voi seminate i campi per farvi distruggere il raccolto; riempite di mobili e di vari oggetti le vostre case per lasciarveli derubare; allevate le vostre figlie per soddisfare le sue voglie e i vostri figli perché il meglio che loro possa capitare è di essere trascinati in guerra, condotti al macello, trasformati in servi dei suoi desideri e in esecutori delle sue vendette; vi ammazzate di fatica perché possa godersi le gioie della vita e darsi ai piaceri più turpi; vi indebolite per renderlo più forte e più duro nel tenervi corta la briglia. Eppure da tutte queste infamie che le bestie stesse non riuscirebbero ad apprendere e che comunque non sopporterebbero, potreste liberarvi se provaste, non dico a scuotervele di dosso, ma semplicemente a desiderare di farlo. Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. Non voglio che scacciate il tiranno e lo buttiate giù dal trono; basta che non lo sosteniate più e lo vedrete crollare a terra per il peso e andare in frantumi come un colosso a cui sia stato tolto il basamento”.

Di Francesca Picone per ComeDonChisciotte.org

26.04.2024

NOTE

[1] https://www.youtube.com/watch?v=cUW7Ds4hWhM

[2] https://www.pressenza.com/it/2024/04/ben-arad-giovane-obiettore-di-coscienza-israeliano-non-prendero-parte-a-una-guerra-di-vendetta/

[3] https://ossin.org/ucraina/1706-disertori-in-ucraina-e-guerrafondai-negli-usa#!/ccomment

[4] https://tass.com/military-operation-in-ukraine/1643041

[5] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/l-ucraina-e-stanca-della-caccia-alle-reclute-la-mobilitazione-fa-paura

[6] https://www.youtube.com/watch?v=DU3R5SJlw8

[7] https://novayagazeta.eu/articles/2024/02/29/fight-or-flight-en

[8] https://www.lavocedeigiornalisti.com/giornali-e-giornalisti/esprime-sostegno-al-popolo-palestinese-violento-le-politiche-di-redazione-giornalista-del-new-york-times-si-dimette/

[9] https://www.lasinistraquotidiana.it/la-fobia-di-sempre-una-palestina-indipendente-libera-e-sociale/

[10] https://left.it/2023/11/20/le-dimissioni-di-un-premio-pulitzer-contro-le-parole-della-guerra/

[11] https://www.laluce.news/2023/11/01/dimissioni-del-direttore-dellonu-craig-mokhiber-in-palestina-un-caso-da-manuale-di-genocidio/

[12] https://ilsimplicissimus2.com/2022/01/23/putin-merita-rispetto-si-dimette-il-capo-della-marina-tedesca/

[13] https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/03/04/gaza-media-ondata-dimissioni-tra-portavoce-esercito-israele_4ac537d8-ffb5-4a2b-a64a-1c0416bce4b1.html

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