di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Da tempo mi sto adoperando in una ricerca accurata per delineare quelle che sono le finalità, a dir poco subdole, delle idee propagandate dal movimento Positive Money, che in apparente contrasto con il mondo delle banche si propone di liberare la moneta dal debito, togliendo a detta loro, il monopolio dell’emissione della moneta così detta “credito”alle banche commerciali:
“The power to create and spend new money into the economy is brought under public, democratic control. Private banks become true intermediaries between savers and borrowers and no longer have the monopoly on creating money”. [1]
tradotto:
Il potere di creare e spendere nuova moneta nell’economia è posto sotto il controllo pubblico e democratico. Le banche private diventano veri intermediari tra risparmiatori e mutuatari e non hanno più il monopolio sulla creazione di moneta.
Cercare di unire i puntini – in quello che è stato un difficile slalom tra gli apparenti buoni propositi che questo movimento decanta – per arrivare a quelle che sono delle conclusioni direi definitive per chi mastica la materia monetaria, oltre ad essere drammatiche per chi invece ha a cuore il futuro del nostro paese e dei nostri figli, vi assicuro non è stato per niente facile.
Come non è semplice farvi comprendere i dettagli della diabolicità di quello che ormai pare proprio essere l’ultimo passo di coloro che guidano il Grande Reset per ricondurci al mondo che fu: quello prima dell’avvento degli Stati democratici moderni, dove il Signore aveva il totale controllo della moneta e decideva della vita di tutti.
Contrastare un movimento di pensiero economico e monetario, che come finalità principale si propone di liberare gli Stati sovrani da una moneta fornita deliberatamente a debito – ovvero una necessità ormai compresa e condivisa da molti – lo si può fare solo se – avendo ben chiaro nei minimi dettagli quello che questi signori vorrebbero mettere in atto – arriviamo alla piena consapevolezza che invece il loro target ultimo è quello di rendere non più disponibile la moneta per i popoli.
Consapevole della necessità di tornare anche in seguito sull’argomento, proverò intanto a fornire una prima spiegazione di quelle che sono le imminenti intenzioni dei potentati, fortemente caldeggiate da questo movimento che ha le sue basi e trova linfa finanziaria e mediatica nel mondo occidentale.
Andando subito al sodo, il principale obiettivo che Positive Money si prefigge è quello di togliere in modo definitivo la possibilità alle banche di creare moneta. E lo fa con una specifica azione di propaganda, attraverso la quale, in modo del tutto strumentale per ottenere un facile consenso, si posiziona dalla parte della maggioranza della gente che, da sempre, vede nei banchieri i principali responsabili di ogni nostra disgrazia.
Il comune cittadino di fronte alla moneta “credito”, chiaramente si agita e maledice chi gliela presta, costringendolo ad un debito da ripagare con sudore e sacrifici. Ma il problema, come vedremo in seguito, non è certo l’aver ottenuto un prestito tanto desiderato per realizzare un progetto reputato remunerativo, bensì quello di vivere in un sistema economico che, al contrario, non permette lo sviluppo profittevole del progetto stesso in cui abbiamo investito e, di conseguenza, la possibilità di ripagare il finanziamento ottenuto.
Insomma, indicare i banchieri, come del resto già facciamo coi politici e coi magistrati, quali responsabili dei nostri guai, è certamente la strada più semplice, ma è del tutto errata. Poiché questi non sono altro che il braccio armato di un sistema posizionato più in alto, che è condotto da chi ha in mano la totalità dei mezzi di produzione e controlla l’emissione della moneta.
Come è altrettanto errato indicare nel sistema bancario attuale, quello che appunto crea moneta (depositi) attraverso la concessione di un prestito, come un qualcosa da riformare nella direzione che ci indicano i sostenitori di Positive Money, i quali vorrebbero ricondurre le banche a prestare solo il denaro che hanno in deposito, in una sorta di riserva cento per cento.
Mi spiego meglio: le banche, quando concedono un prestito, non lo fanno trasferendo il denaro che hanno in deposito, ma creano nuovi depositi che di fatto vanno ad aggiungersi a quelli in essere e quindi al totale dell’aggregato monetario presente nel sistema economico. Il che é perfettamente logico, per una nuova transazione tra privati si registra un’equivalente creazione monetaria.
La banca altro non è che un assicuratore del credito che permette a due soggetti privati che non si conoscono di concludere una transazione.
La moneta credito, se correttamente amministrata, è l’unica forma di moneta coestensiva dello scambio e quindi connaturata all’essere umano dall’inizio dei tempi. Quando dico “correttamente amministrata”, intendo che venga emessa solo per attività economiche reali, e non finanziarie, ad un tasso che corrisponda solo al rischio specifico, quindi con tassi di banca centrale a zero (0%) per sempre ed una garanzia illimitata dello Stato (monopolista della moneta) sui depositi.
Sottolineo, inoltre, senza entrare nel dettaglio per evitare un discorso troppo lungo, che l’attività creditizia del settore bancario è logicamente pro-ciclica, quindi secondaria rispetto alla creazione di valuta decisa dallo Stato attraverso la spesa in deficit che invece può avvenire (come spesso necessita), tranquillamente anche in controtendenza al ciclo economico.
E’ fondamentale rendere chiaro come le banche commerciali – regolate nella loro funzione creditizia dagli Istituti centrali e sottoposte al controllo dei medesimi – siano dei loro agenti a tutti gli effetti e come le stesse non possano agire in totale autonomia. Stante il fatto di essere direttamente dipendenti dalla spesa netta del governo per accrescere il proprio patrimonio (che sta alla base dei criteri con cui creano moneta, prestando) e dalle riserve create dalla banca centrale per ottenere liquidità.
Stante la caratteristica del monopolio riguardo alla valuta di stato, è chiaro che parlando di riforme necessarie, una nazionalizzazione del settore bancario sarebbe l’ottimale per arrivare a garantire la moneta a tutti.
Proprio quello che invece viene contrastato da Positive Money; la cui proposta si ispira alla riforma che alcuni economisti già tentarono di mettere in atto negli anni della Grande depressione. Mi riferisco al ben noto Chicago Plan, il quale aveva come obiettivo principale proprio il prevenire ogni sorta di nazionalizzazione delle banche, attraverso appunto l’introduzione del meccanismo della piena riserva.
Positive Money, cavalcando la vulgata comune che vede in questa creazione dal nulla una sorta di signoraggio a vita per i banchieri – per essere ancora più chiari – vorrebbe tornare ad un sistema dove le banche prestano realmente il denaro in essere, costituito appunto dai loro depositi e quelli della clientela. In pratica, questo comporterebbe nei fatti, la cristallizzazione del denaro presente in aggregato, che consiste appunto nel risparmio del settore privato.
La conseguenza più grave che deriverebbe da tale sistema, sta nel fatto che, con la cristallizzazione del denaro, si giungerebbe anche alla cristallizzazione di quella che è la scala sociale dei paesi che andrebbero ad adottarlo, vero obiettivo di chi ci comanda.
Dal momento che, la spesa in deficit dello Stato ed il credito bancario sono i due unici canali che consentono di far arrivare soldi nelle nostre tasche e quindi ai sistemi economici, è chiaro che – se blocchi la creazione del denaro da parte delle banche (dopo che da tempo, con regole assurde sul debito pubblico, è stato impedito anche agli Stati di spendere per i popoli), i depositi esistenti torneranno ad essere oro.
Non parlo di veri e propri lingotti, ma di moneta-merce: oggi quasi totalmente elettronica e presto digitale, per una necessità di maggior controllo sulle persone.
Positive Money Europe è stata fondata nel 2019 ed è nata da Positive Money UK – organizzazione no-profit fondata nel 2010.
“Fino a gennaio 2019, le attività di Positive Money Europe sono state incubate da Positive Money Ltd, con tutte le finanze e le operazioni ospitate presso la società britannica. Le entrate delle sovvenzioni sono state quindi fornite come parte di sovvenzioni più ampie a Positive Money per il lavoro di entrambe le organizzazioni, tra cui due sovvenzioni (da Partners for New Economy e Open Society Foundations, e donazioni private (10.000 euro). Alcune di queste sovvenzioni includono alcuni costi limitati da sostenere nel 2019.” [2]
E qui stiamo arrivando a definire quelli che sono i cromosomi diabolici che identificano il DNA di Positive Money, la cui filiale europea – guarda caso – è nata e risiede a Bruxelles, finanziata da subito da una varietà di istituzioni e fondazioni filantropiche che fanno capo ai soliti noti, con la Commissione europea ed il finanziere George Soros in testa (European Commission, Open Society Initiative for Europe, Positive Money UK, European Climate Foundation, The Sunrise Project, etc.).
E’ sufficiente andare sull’official web site di Positive Money Europe per rendersi conto di chi sono stati i principali finanziatori di questo movimento nei suoi primi anni di vita (2020/2021).
Come abbiamo detto, Positive Money Europe è nata dalla casa madre Positive Money UK, finanziata tramite una selva di istituzioni filantropiche, scatole più angloamericane che cinesi, che ci portano a potentati finanziari occidentali di grossissimo calibro, leggere per credere. Qui il 2022, Qui il 2023.
Poteva mancare la versione tricolore di Positive Money?
Certo che no: “Moneta Positiva” – l’associazione guidata dall’ingegner Fabio Conditi che da anni imperversa per il web, tra siti di informazione alternativa, televisioni e convegni istituzionali. Ospite sempre gradito o almeno non scomodo persino nelle stanze parlamentari.
Per realizzare i propri fini associativi, come si legge sul sito ufficiale, Moneta Positiva si ispira proprio a Positive Money:
“Per la realizzazione dei propri scopi l’associazione si propone di formazione di gruppi di lavoro per lo studio e l’analisi del sistema economico e monetario, al fine di elaborare proposte di riforma seguendo le soluzioni elaborate dal Movimento Internazionale IMMR (International Movement for Monetary Reform) e dall’esperienza britannica di “Positive Money” [3]
Oggi, che per voce di Mario Draghi la globalizzazione pare non servire più a chi ci comanda – all’interno della farsa di quello che è un necessario cambiamento di pelle del Potere, che porta l’ex governatore della Banca Centrale Europea, persino a confessare gli evidenti danni da essa provocati – non possiamo non evidenziare come l’aver globalizzato il mondo, sia servito unicamente allo scopo di riportare ricchezza finanziaria (risparmio) e di conseguenza anche gli asset reali in mano a pochi.
E’ stato appunto attraverso l’abbattimento di quelle che erano funzioni essenziali in fatto di protezione per i popoli, quali l’azione fiscale dei governi che consente loro di operare in modo anticiclico a livello di politiche economiche e la costruzione di unioni monetarie per rendere sempre più fissi i cambi tra le valute, che il mondo della finanza ha sovrastato quello dell’economia reale.
Questo ha creato terreno fertile per rendere la moneta sempre più scarsa per la maggioranza ed abbondante invece per i pochi eletti.
Nel contempo una speculazione senza freni, in particolar modo operata nei settori vitali per la nostra vita, con giochetti finanziari diabolici, portava a compimento l’opera di totale distruzione della classe media, divenuta maggioranza nell’ultimo secolo proprio attraverso l’aver reso disponibile a tutti la moneta.
Riportata la moneta in poche mani, è chiaro come per chi ci comanda, sia giunto il momento di rendere questo stock non più espandibile, in modo da bloccare ogni tipo di ascesa nella scala sociale, proprio come era nel Medioevo.
Adesso vi starete chiedendo: cosa ne sarà del credito e se ci sarà ancora la possibilità di ottenere un prestito?
A quel punto tutto sarà nelle mani di coloro che di fatto sono e saranno i titolari esclusivi del risparmio.
Tolto di mezzo ogni tipo di creazione monetaria, quella in essere diverrà merce pregiata e chi la desidera la dovrà pagare, come si suol dire, a peso d’oro in termini di tasso.
In Italia, il movimento Positive Money è ancora poco conosciuto, anche perché il compito di portare avanti le idee del Potere nel nostro paese, lo sta già eseguendo in maniera più che ottimale il nostro deep state. Dunque, al momento nel belpaese, il movimento Positive Money, in quanto ad ufficialità, come già scritto, pare affidarsi unicamente alle “chiacchere” di Conditi, che sulla pagina web di Moneta Positiva, non fa certo mistero di mostrare questa liaison strettissima.
Se guardiamo bene quello che sta avvenendo ormai da decadi nel nostro paese – storicamente da sempre centro dei poteri che guidano il mondo – non è difficile vedere come in Italia questo processo di togliere la moneta dalle mani della maggioranza sia già in stato avanzato rispetto al resto del globo. A livello di spesa dei governi, si viaggia ormai all’interno di avanzi primari che sappiamo essere contabilmente una distruzione del nostro risparmio e per quanto riguarda il credito bancario, le nostre banche già da tempo hanno chiuso ai prestiti, persino di più di quanto avviene anche nei paesi dell’eurozona.
Il progetto in addivenire della moneta digitale di banca centrale (CDBC), anch’esso fa parte dello stesso piano ben ideato dai potentati. La prospettiva di portare tutti i depositi dentro le banche centrali, attratti da una moneta con zero commissioni, è un attacco diretto che il Vero Potere, attraverso le banche centrali stesse, sta portando avanti contro le banche commerciali. Un piano già iniziato con la forte spinta dall’alto verso le unioni bancarie con lo scopo di ridurne il numero ed eliminare quelle piccole realtà locali che tanto hanno contribuito in passato alla crescita e lo sviluppo del nostro paese, facendo appunto arrivare la moneta in ogni suo angolo.
Le stesse idee che Draghi sta portando avanti per quella che dovrebbe essere una nuova alba per l’Europa, non contemplano nella maniera più assoluta un ritorno alla centralità dei governi nella gestione della moneta, tornando liberi in quella che è la funzione di politica fiscale a loro costituzionalmente demandata. Addirittura, le intenzioni sono quelle di accentrare maggiormente il controllo della moneta stessa, affidando sempre più l’azione distributiva ad enti centrali privi di legittimazione democratica, come appunto la commissione europea e la Bce.
La voglia di Stati Uniti d’Europa è sempre più presente e pressante!
I governi nazionali saranno sempre più istituzioni locali prive di ogni sovranità, costretti ad agire dentro il pareggio di bilancio, ovvero zero moneta in più per la gente, mentre i deficit saranno direttamente decisi ed opportunamente indirizzati da un manipolo di cooptati chiusi dentro le stanze di Bruxelles o chissà dove.
Come vedete, le cose a volte non sempre sono come appaiono, ed anche quando ascoltiamo le grida di qualcuno contro facili bersagli – con l’intento di abbatterli attraverso il proporre riforme radicali – dobbiamo capire bene come egli intende cambiare il sistema attuale, altrimenti si cade dalla padella nella brace!
Occhio alla Moneta Positiva!
di Megas Alexandros
30.04.2024
Fonte: “MONETA POSITIVA” – L’ULTIMO PASSO PRIMA DEL BARATRO – Megas Alexandros
NOTE
[1] Our vision – Positive Money
[2] https://www.positivemoney.eu/about-us/funding/
[3] https://monetapositiva.it/lassociazione/