I profeti biblici erano antisemiti?

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Michael Hudson
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Se i profeti dell’antico Israele come Isaia, Geremia, Ezechiele, Malachia e Amos fossero vivi oggi, Benjamin Netanyahu li accuserebbe di antisemitismo per aver osato descrivere il suo governo come una parodia del patto mosaico. Il filo conduttore di tutta la Bibbia ebraica – l’Antico Testamento del Cristianesimo – era quello di criticare i re, i ricchi e i tribunali corrotti per aver violato i comandamenti che imponevano la creazione di una società giusta ed equa, che proteggesse i poveri dall’oppressione economica della schiavitù del debito e dalla perdita della loro terra. Se i profeti fossero chiamati a giudicare oggi, sarebbero il partito di destra Likud di Netanyahu e l’economia fortemente diseguale di Israele ad essere condannati per aver violato le leggi più elementari dell’Ebraismo biblico.

Tutti i profeti avevano descritto un dio talmente scontento di Israele, colpevole di aver violato i suoi comandamenti in moltissime occasioni, che, come punizione, aveva ritirato la sua protezione e condannato la terra in cui Mosè aveva condotto i suoi seguaci ad essere conquistata. I profeti biblici avevano equiparato la sconfitta di Israele da parte di Sargon, nel 722 a.C., alla punizione divina per essersi allontanato dall’alleanza offertagli dal Signore. La punizione di Israele era stata adeguata al crimine: come la sua ricca élite di creditori aveva espropriato dalla terra i suoi stessi fratelli, così le dieci tribù di Israele erano state deportate in Mesopotamia e nella Media e Il Regno di Giuda ridotto alla sola regione circostante Gerusalemme.

Ezechiele, il grande profeta dell’Esilio, era stato deportato a Babilonia nel 597 a.C. come ostaggio di guerra. Aveva avuto molta influenza su Esdra e sulla scuola sacerdotale che aveva redatto le prime versioni della Torah (che sarebbe stata completata al ritorno degli Ebrei da Babilonia) e suoi sono i concetti babilonesi di giustizia economica nel Codice Mosaico di Santità. In tono apocalittico Ezechiele 7 annuncia: “La parola del Signore è giunta a me: … La fine è ormai su di voi e io scatenerò la mia ira contro di voi. Vi giudicherò secondo la vostra condotta e vi ripagherò di tutte le vostre pratiche detestabili”, riferendosi alla polarizzazione della ricchezza da parte degli Ebrei più ricchi, alla corruzione dei tribunali e alla violazione dell’alleanza originale con il Signore.

I profeti erano Ebrei che disprezzavano sé stessi? Coloro che criticano gli odierni politici di destra che aboliscono le corti di giustizia del Paese, che fomentano le stragi di civili e distruggono le infrastrutture di un’intera società sono antisemiti? Dire che il 7 ottobre non è avvenuto “nel vuoto”, come ha fatto il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres – anche dopo averlo definito un’atrocità – fa di una persona un antisemita?

Ciò che trovo così sorprendente è che nessun studioso di religione stia sottolineando che la pretesa di Netanyahu di seguire un patto biblico per commettere un genocidio, impadronirsi della terra palestinese e distruggere la popolazione che la abita è una parodia di ciò che è effettivamente scritto nella Bibbia.

Con un gioco di prestigio simile a quello di un illusionista da palcoscenico che cerca di distogliere l’attenzione del pubblico da ciò che sta realmente accadendo, Netanyahu ha evocato quella che sostiene essere una giustificazione biblica per il genocidio dei palestinesi commesso da Israele. Ma ciò che egli spaccia per un’alleanza nella tradizione mosaica è paragonabile alla feroce richiesta che Samuele, giudice ed eminenza grigia, aveva fatto a Saul, il generale che sperava di far diventare re: “Ora vai e colpisci Amalek [un nemico di Israele] e distruggi completamente tutto ciò che appartiene a loro. Non risparmiarli; metti a morte uomini e donne, bambini e lattanti, bestiame e pecore, cammelli e asini” (1 Samuele 15:3).

Queste non erano le parole del Signore e Samuele non era Mosè. E non c’era una promessa generalizzata di sostenere gli Ebrei a prescindere dal loro comportamento. E, in effetti, obbedendo all’ordine di conquista di Samuele -il cui scopo era quello di rendere Saul abbastanza popolare da essere nominato re – Saul aveva infranto i comandamenti del Signore sul corretto comportamento cerimoniale religioso e alimentare. Vedendo la celebrazione di Netanyahu del patto tra Samuele e Saul, si potrebbe anche non sapere che il comportamento scorretto di Saul aveva portato lo stesso Samuele a rimproverare Saul e a dirgli che il Signore aveva deciso che bisognava trovare un altro uomo che diventasse re d’Israele.

Non era stato il Signore ad ordinare di distruggere Amalek, ma un profeta ansioso di mettere un re sul trono. L’invocazione di un tale comando è una prova prima facie dell’intenzione di commettere un genocidio. Ma questo sembra meno importante per Netanyahu, che preferisce assecondare il desiderio di vendetta degli israeliani. Netanyahu non menziona il fatto che Saul aveva disobbedito ai comandamenti del Signore e che il Signore non lo aveva voluto come re. Il Likud sembra non ricordare il passo, pochi capitoli prima, in I Samuele 12:15, che descrive il governo corrotto dei giudici e l’avvertimento di Samuele che “se non obbedirai al Signore e se ti ribellerai ai suoi comandi, la sua mano sarà contro di te”, né riconosce l’avvertimento del Signore che “se persisti nel fare il male, sia tu che il tuo re sarete spazzati via”.

La Bibbia ebraica non si fa certo pregare nel criticare i re che avevano governato il Regno di Giuda e Israele. Si tratta infatti di una lunga narrazione di rivoluzioni sociali, in cui i leader religiosi avevano cercato – spesso con successo – di controllare il potere di un’oligarchia egoista e aggressiva, denunciata più volte per la sua avidità nel depredare poveri, appropriarsi delle loro terre e ridurli in schiavitù per debiti (il mio libro “… e rimetti loro i debiti” [Dresda 2018] descrive questa storia). I re ebrei, le famiglie facoltose e i tribunali corrotti avevano fatto sì che il Signore li abbandonasse più volte di fronte agli Assiri, ai Babilonesi e ad avversari minori, quando ricadevano in comportamenti egoistici e oppressivi.

Che cos’era l’alleanza di Oreb, sul Monte Sinai? In poche parole, il Signore aveva dato a Mosè i Dieci Comandamenti, che avevano una propensione morale alla giustizia economica, stringendo un patto che impegnava tutti i futuri Ebrei a obbedire a questi comandamenti (Esodo 19-23 e Deuteronomio 5:2 e 28:43). Fin dall’inizio, il Signore aveva minacciato di punire gli Ebrei, se avessero infranto questa alleanza. I profeti citano i molti modi in cui le generazioni successive l’avevano infranta. Fare riferimento a quel contesto di regole eque è il ruolo di un profeta (sia antico che moderno): risvegliare il popolo – ed essere disprezzato da coloro che detengono il potere, specialmente dalle oligarchie oppressive. La Giudea, in conformità con i comandamenti, avrebbe dovuto fornire aiuto reciproco e proteggere i poveri, non lasciare che i creditori si appropriassero della terra.

Infatti la Giudea aveva perso le sue battaglie contro gli eserciti stranieri, che, secondo i profeti, erano lo strumento utilizzato dal Signore per punire gli Ebrei della trasgressione delle leggi economiche e morali stabilite da Dio stesso. Si può dubitare che l’odierno Grande Israele [la terra su cui esercita il controllo totale, compresi Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est] sia economicamente polarizzato e diseguale sia dal punto di vista finanziario che dei diritti umani?

Deuteronomio 28:21-25 avverte che, se gli Ebrei non obbediranno ai comandamenti del Signore, “il Signore vi affliggerà con malattie fino a distruggervi dal Paese che vi accingete a possedere” e “vi farà sconfiggere davanti ai vostri nemici”. Deuteronomio 29,24-25, poi, ricorda agli Ebrei che, se il Signore farà loro quello che aveva fatto a Sodoma e Gomorra e alle città di Admath e Zeboiim, “è perché questo popolo ha abbandonato l’alleanza del Signore, il Dio dei loro padri, il patto stipulato con loro quando li aveva fatti uscire dall’Egitto”.

I profeti hanno descritto cosa significa obbedire all’alleanza. Isaia 5,3 e 8 citava la disuguaglianza economica come la più grande sciagura, rimproverando gli anziani e i capi per aver portato “il bottino dei poveri nelle vostre case”. Aveva affermato: “Guai a voi che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non rimane più spazio nel Paese”. Questo è esattamente il destino che sta toccando ai palestinesi cacciati dalla loro terra dall’odierno Stato coloniale di Israele.

Isaia 10:1-3 recita: “Guai a coloro che fanno leggi ingiuste, a coloro che emanano decreti oppressivi, per privare i poveri dei loro diritti e derubare il mio popolo oppresso della giustizia, facendo delle vedove la loro preda e derubando gli orfani del padre. Che farete nel giorno della resa dei conti, quando la catastrofe verrà da lontano?”. E in 29:13-15: “Il Signore dice: “Questo popolo viene a me con la bocca e mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Il loro culto di me è fatto solo di regole insegnate dagli uomini. … Guai a coloro che fanno di tutto per nascondere al Signore i loro progetti”.

Vi suona familiare? Isaia 48, 1 e 8 dice: “Ascoltate, o casa di Giacobbe, voi che siete chiamati con il nome di Israele… e invocate il Dio di Israele – ma non in verità o rettitudine. … Ebbene io so quanto siete infidi; siete stati chiamati ribelli fin dalla nascita”.

Il profeta successivo, Geremia 2, accusa Israele di aver abbandonato il Signore e di aver così infranto l’alleanza, portando su di sé la catastrofe con la sua “malvagità e il suo ripiegamento” e diventando “una vite selvatica e corrotta”. Definendo Israele infedele (3,8 e 20-21), il Signore “diede al fedifrago Israele il suo certificato di divorzio e lo mandò via”, e il Regno di Giuda era altrettanto cattivo. Il Signore aveva nuovamente minacciato (17,3-4): “Per colpa tua perderai l’eredità che ti ho dato… perché hai acceso la mia ira ed essa brucerà per sempre”.

In una mossa che non è riuscita a sconvolgere o a sgomentare i Cristiani conservatori, gli Stati Uniti sono diventati il protettore e il signore dell’Israele moderno, mentre l’economia di Israele (come quella degli Stati Uniti) si sta polarizzando lungo le stesse linee denunciate dai profeti biblici, come quando Ezechiele 7 e 16 aveva fatto eco alla rabbia del Signore nei confronti di una Gerusalemme infedele, dicendo metaforicamente (16:13) che “hai confidato nella tua bellezza e hai usato la tua fama per diventare una prostituta”, non curando i poveri e i bisognosi. E in 34,2: “Guai ai pastori d’Israele che si occupano solo di sé stessi” ma depredano il loro gregge.

Amos 2 accusa Israele di numerosi peccati: “Vendono il giusto per l’argento… e calpestano la testa dei poveri… e negano la giustizia agli oppressi”. E Michea 7,3 proclama: “Guai a coloro che progettano l’iniquità, a coloro che tramano il male sui loro letti… perché è in loro potere farlo. … Perciò il Signore disse: ‘Sto progettando contro questo popolo una catastrofe dalla quale non potrete salvarvi’” quando i ricchi si uniscono: “Il governante chiede doni, il giudice accetta tangenti, i potenti dettano ciò che desiderano – tutti cospirano insieme”.

Il sionismo moderno è in contrasto con la Bibbia ebraica. Questo è comprensibile, dato che la sua ideologia proviene da un gruppo essenzialmente laico, nonostante il recente ingresso di Ebrei che si autodefiniscono ortodossi. La retorica usata da Netanyahu è una parodia, se si considera che la Bibbia ebraica proclama che la ricchezza e la proprietà devono essere distribuite equamente, non concentrate nelle mani di un’oligarchia. Esodo 23:1 e 9 danno la seguente visione di come dovevano essere trattati gli stranieri – i palestinesi del loro tempo: “Non seguire la folla nel fare il male”, ma “stabilisci la legge della giustizia e della misericordia: non opprimere lo straniero; voi stessi sapete come ci si sente ad essere stranieri, perché siete stati stranieri in Egitto”.

È giustizia e misericordia togliere l’acqua, il cibo, le medicine e il carburante a un’intera popolazione e radere al suolo o danneggiare metà degli edifici e la maggior parte delle infrastrutture più importanti, compresi interi complessi abitativi? È giustizia e misericordia costringere gli ospedali a chiudere, bombardare le ambulanze, sganciare sei bombe da 2.000 libbre su un campo profughi?

Mentre miliardi di persone in tutto il mondo assistono alla carneficina della super-Kristalnacht a Gaza e ai pogrom a cielo aperto in Cisgiordania, i “seri” giornalisti occidentali avvertono che una minaccia esistenziale è rappresentata da rifugiati con parapendio a motore ma senza aerei, carri armati o pezzi di artiglieria. Gli stessi giornalisti ignorano il truismo collaudato nel tempo che “il sangue dei martiri è il seme della fede” e che l’uccisione di migliaia di innocenti subito e di molte migliaia nel caos che segue non indebolisce ma rafforza un movimento di resistenza. Era stata questa stessa reazione, sulla scia del nazismo, a trasformare in odiatori i leader sionisti odierni.

Nelle ultime righe della Bibbia ebraica, Malachia 4 parla dell’enfasi del Signore sul fatto che l’alleanza di Israele con Dio aveva un forte quid pro quo contrattuale come condizione per il suo adempimento: “’Tutti gli arroganti e tutti i malfattori saranno stoppia e il giorno che sta per arrivare li incendierà’, dice il Signore onnipotente. … ‘Ricordati della legge del mio servo Mosè, dei decreti e delle leggi che gli diedi a Oreb per tutto Israele’”. “Se queste leggi continueranno ad essere disobbedite”, aveva minacciato il Signore: “verrò e colpirò il Paese con una maledizione”.

Sembra che questa maledizione sia arrivata, e lo capiamo dal fatto che la maggior parte della popolazione mondiale è inorridita dal genocidio moralista che viene commesso da due governi secolari, Israele e gli Stati Uniti, che rivendicano (a discredito delle religioni occidentali) la santificazione divina, proprio mentre l’economia occidentale non sovietica creata nel 1945 sulla scia della Seconda Guerra Mondiale si sta spezzando in due tronconi.

Viviamo in tempi secolari. Gli Stati Uniti sono diventati il protettore e il signore dell’Israele moderno e sono diventati essi stessi corrotti, secondo le stesse linee denunciate dai grandi profeti. Gli Evangelisti americani, come il governo israeliano, hanno escluso il messaggio dei profeti biblici e il messaggio sociale di Gesù, scegliendo solo l’Alleanza come atto di conquista e promessa di un biglietto per il paradiso, senza alcuna contropartita comportamentale.

Il mondo di oggi differisce in modo sostanziale da quello dell’antichità classica e l’ampio spettro della religione giudeo-cristiana è stato secolarizzato. Gli Evangelici della televisione americana fanno una parodia del tentativo di Gesù di ripristinare l’anno giubilare mosaico e di cancellare i debiti che minacciavano di privare le antiche popolazioni dei loro mezzi di autosostentamento e di ridurle in schiavitù. Il “Vangelo del benessere” ha sostituito Gesù con Ayn Rand, Milton Friedman e Frederick Hayek.

Già nel IV e V secolo, subito dopo che Costantino aveva fatto del Cristianesimo la religione di Stato romana, Agostino aveva modificato la traduzione del Padre Nostro e del Discorso della Montagna di Gesù, sostituendo la cancellazione del debito con l’idea non-economica del peccato originale innato derivato da Adamo. Come se non bastasse, la nuova interpretazione aveva sostituito l’invito di Gesù a cancellare i debiti con la richiesta della Chiesa di contributi monetari in cambio di indulgenze e perdono. Il Cristianesimo successivo era diventato così favorevole al credito da difendere la santità del debito, non la sua cancellazione. Nel XIII secolo, per finanziare le Crociate, i papi avevano scomunicato il clero cristiano e i riformatori laici che si opponevano al pagamento dell’usura – ridefinita come “interesse” e resa lecita, a condizione che fossero i banchieri cristiani a fare i prestiti.

Israele potrà anche avere un contorto diritto legale di sparare ai palestinesi che scavalcano un muro nel tentativo di difendere la loro terra sequestrata illegalmente dai coloni. Ma, come potenza occupante, non ha il diritto di ignorare praticamente tutte le leggi internazionali in materia di guerra e punizioni collettive solo per vendetta e per dimostrare a Libano, Siria, Turchia e Iran cosa farà loro con il sostegno degli americani, se si uniranno alla mischia. Le azioni di Netanyahu e le sue pretese di santificazione religiosa sono l’antitesi dell’Ebraismo originale. Il suo governo del Likud rifiuta l’etica della Bibbia ebraica tanto quanto gli Evangelisti cristiani americani rifiutano il messaggio di Gesù.

Michael Hudson:
Fonte: https://www.paulcraigroberts.org/2023/11/19/were-the-biblical-prophets-anti-semitic/
17.11.2023
Traduzione di Costantino Ceoldo
Revisione di Markus per comedonchisciotte.org

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