Dmitri Kovalevich
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Per tutto l’agosto 2023, l’esercito ucraino ha tentato senza successo di avanzare contro le forze russe che tengono i territori a est e a sud del fiume Dnieper. Le truppe ucraine si sono letteralmente schiantate contro le linee difensive pesantemente fortificate delle forze armate russe, con conseguenze prevedibili e tragiche. Le tattiche della “controffensiva” dell’esercito ucraino, messe a punto dagli istruttori della NATO, hanno causato pesanti perdite tra i soldati ucraini. L’ordine è quello di attaccare frontalmente le principali linee di difesa della Russia, avanzando a piedi attraverso i campi minati e senza copertura aerea.
I Paesi occidentali consigliano infatti all’esercito ucraino di risparmiare i costosi veicoli blindati e le munizioni e di far avanzare a piedi soldati armati solo di armi leggere. Di conseguenza, i campi di battaglia si sono trasformati in enormi cimiteri, dai quali è difficile o impossibile persino evacuare i caduti. Un commento sul canale “Legitimny” di Telegram afferma che: “L’amministrazione presidenziale è passata ad una strategia di risparmio delle attrezzature e di sgombero dei campi minati utilizzando i piedi della fanteria. Questa tattica aumenta le perdite e infiamma la situazione all’interno dell’esercito, poiché i soldati non vogliono essere mandati al macello”.
La parte russa vede e comprende le tattiche utilizzate dalle Forze Armate dell’Ucraina. La soldatessa volontaria di Donetsk Olena Bobkova descrive a Ukraina.ru le tattiche ucraine: “Le tattiche ucraine sono le seguenti: la fanteria viene fatta salire a bordo di veicoli corazzati – ucraini, turchi, francesi o americani, come l’M-113 – e viene traportata verso le nostre posizioni. Tra l’altro, questi veicoli includono anche vecchi APC britannici Saxon dismessi degli anni ’60. La nostra artiglieria e l’aviazione iniziano a colpire gli APC mentre si avvicinano, sia nelle zone adibite allo scarico truppe che sulle strade utilizzate per arrivarci. Se non vengono colpiti, si avvicinano alle nostre linee, poi la fanteria viene scaricata e i veicoli blindati lasciano l’area”.
Gli istruttori occidentali consigliano alle forze armate ucraine di attaccare tutte e tre le linee di difesa della Russia, con l’obiettivo di raggiungere le coste del Mare d’Azov. In caso di successo, questo taglierebbe il collegamento terrestre tra la Crimea russa e le regioni continentali dell’ovest della Federazione Russa.
Nel frattempo, le truppe russe stanno avanzando, ma in un’area diversa, a circa 300-400 km a nord, nella regione di Kharkiv. Alla fine di agosto, le autorità ucraine avevano ordinato l’evacuazione forzata di alcune località della regione di Kharkiv.
L’arruolamento e il morale dei soldati
La maggior parte dei soldati ucraini impegnati nella “controffensiva” è stata arruolata con la forza. In agosto, molti di loro avevano scelto di arrendersi come prigionieri di guerra piuttosto che rischiare di morire o di essere feriti per aver eseguito gli ordini. Alcuni prigionieri di guerra ucraini hanno raccontato di essersi ritrovati in prima linea solo per essere andati in città per fare commissioni o acquisti. A tutti gli effetti, il loro addestramento è minimo, di fatto nullo. Questo è il modo in cui l’Ucraina recluta il suo esercito 18 mesi dopo l’intervento militare della Russia per porre fine alla lunga guerra dell’Ucraina contro i civili di Donbass e Lugansk [due regioni, insieme note come “Donbass”, che si erano formalmente unite alla Federazione Russa all’inizio del 2022].
L’esercito russo sta anche facendo propaganda attiva nei confronti dei soldati dell’AFU, esortandoli in trasmissioni video ad arrendersi e a salvarsi la vita. I video sottolineano che l’alto comando ucraino, che li sta mandando al massacro, si preoccupa più di proteggere i carri armati Leopard forniti dalla Germania che di salvare le vite delle sue truppe.
I soldati dell’AFU catturati affermano che l’artiglieria russa lavora così intensamente che a volte trascorrono giorni sdraiati a terra per evitare di essere colpiti. “Ad essere onesti, non possiamo nemmeno costruirci dei rifugi. La vostra artiglieria [russa] non ce lo permette. L'”uccello” [drone militare] è sempre sopra di noi. Una volta sono rimasto sdraiato per tre giorni; continuavano ad arrivare un sacco di proiettili, 24 ore su 24″, ricorda uno di loro.
Apti Alaudinov, comandante delle forze speciali “Akhmat” della Cecenia e maggiore generale russo, afferma che, negli ultimi tempi, il numero dei soldati ucraini che si arrendono di loro spontanea volontà è molto aumentato. “Stiamo prendendo prigionieri di guerra molto più spesso rispetto all’inizio dell’operazione militare speciale. E si stanno arrendendo molto più in fretta. Questo dimostra che sono assai stanchi. Si rendono conto che non vedono alcuna possibilità di vittoria in questa guerra.
“Oggi i combattenti dell’AFU vengono spinti in prima linea con le baionette alla schiena. Lo sappiamo da diverse fonti. Sappiamo anche che nella maggior parte delle unità dell’AFU è rimasto solo il 25-30% del personale. È una vera e propria strage. Questo quadro generale è ciò che spinge sempre più combattenti nemici ad arrendersi”, scrive Alaudinov.
In un altro messaggio, il comandante delle forze speciali cecene scrive che il suo compito è quello di distruggere il più possibile le forze militari del nemico e prepararsi ad ulteriori offensive russe. “Al momento il nostro compito è quello di “erodere” e distruggere al massimo l’equipaggiamento e le truppe del nemico. Poi ci saranno risultati di tipo diverso: la nostra controffensiva”.
La dottrina militare occidentale è poco flessibile e superata
Secondo quanto riportato dai corrispondenti militari russi alla fine di agosto, nei pressi del villaggio di Rabotino [Rabotyne], a circa 50 km a est del fiume Dnieper e a 100 km a sud-est della città di Zaporozhye, circa 35.000-40.000 soldati ucraini erano intrappolati in uno spazio ristretto vicino al villaggio, in una zona circondata da alture, e venivano metodicamente distrutti.
I consigli degli istruttori occidentali stanno già provocando commenti salaci tra i militari e i media ucraini. Gli istruttori tedeschi consigliano agli ucraini, che spesso avanzano a piedi o con veicoli civili, di aggirare i campi minati russi, anche se questi campi si estendono per decine di chilometri.
I militari tedeschi usano mappe di addestramento che riportano l’estensione dei campi minati in 100-200 metri di profondità. Su altre mappe, i campi minati non sono semplicemente segnati. Gli istruttori americani consigliano di affidarsi meno ai droni di ricognizione (molti dei quali vengono disturbati con successo dai sistemi russi di guerra elettronica) e di utilizzare invece la ricognizione a terra, cioè di provare letteralmente ad attraversare a piedi i campi minati. Il 27 agosto il Washington Post aveva infatti pubblicato un articolo di un importante editorialista in cui si leggeva: “I funzionari del Pentagono hanno anche esortato l’Ucraina a fare meno affidamento sui droni per l’analisi del campo di battaglia e più sulle forze di ricognizione a terra, che possono valutare meglio le posizioni russe”.
La pubblicazione ucraina Klymenko-Time scrive su Telegram che la dottrina militare occidentale è resa obsoleta dal fatto che gli Stati Uniti e i Paesi della NATO non combattono un avversario di pari livello fin dalla Guerra di Corea. “L’ultima volta che gli americani avevano combattuto contro un avversario più o meno alla pari era stato nella guerra di Corea e, alla fine, non erano riusciti a vincere. Quindi non è del tutto chiaro dove l’esercito americano abbia applicato la sua “dottrina militare” negli ultimi 70 anni.
“Per tre generazioni di seguito”, continua il pezzo, “gli americani hanno combattuto secondo una sola dottrina: entrare in guerra contro un piccolo Paese avendo sempre una schiacciante superiorità tecnica, aerea e numerica. Le raccomandazioni americane sono tardive, incompetenti e tutt’altro che adeguate”.
L’Ucraina ha nuovamente intensificato l’arruolamento per compensare le perdite subite ad agosto. Volodymyr Zelensky sta obbedendo alla leadership delle Forze Armate ucraine, che, secondo quanto riferito, chiede al presidente e al suo governo di mobilitare ancora più reclute. Più di un milione di persone sono già state arruolate.
Ad agosto, i tribunali ucraini hanno emesso molte sentenze di condanna da due a tre anni di carcere per i renitenti alla leva, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata legata al consenso di essere mandati al fronte. Non si conosce il numero esatto delle persone condannate, ma i media ucraini riportano quotidianamente procedimenti giudiziari contro persone che rifiutano il servizio di leva. Decenni fa, negli Stati Uniti il mondo chiamava queste persone “imboscati” solo perché si rifiutavano di prendere parte alla guerra degli Stati Uniti contro il popolo del Vietnam.
Una sorprendente decisione di un tribunale locale in Ucraina che mette in discussione la legalità della coscrizione militare
Alla fine di agosto, un tribunale ucraino ha creato un pericoloso precedente per il governo ucraino con una sentenza che ha messo in discussione la legalità stessa della coscrizione e della legge marziale nel Paese. Il 23 agosto, il tribunale distrettuale di Zinkivskyi, nella regione di Poltava, ha emesso un insolito verdetto nei confronti di un renitente alla leva, equiparando la legge ucraina sulla coscrizione ad una forma di schiavitù.
Da quanto si sa, un disoccupato del villaggio di Kirovo, nella regione di Donetsk, era stato accusato ai sensi dell’articolo 336 del Codice penale (elusione del servizio di leva). Il giudice, dopo aver esaminato il caso, ha dichiarato l’uomo non colpevole. Il giudice ha stabilito che i decreti presidenziali sulla coscrizione non erano stati redatti in conformità con la legge e che i funzionari addetti all’arruolamento non avevano quindi il diritto di obbligare una persona a prestare il servizio militare. L’intera decisione del tribunale è lunga 35 pagine. Di seguito ne riportiamo solo alcuni stralci (tratti dal registro ufficiale del tribunale):
“I diritti umani sanciscono e concretizzano la capacità di agire entro i limiti stabiliti dal proprio status giuridico. Pertanto, gli esseri umani sono liberi dalla nascita; nessuno ha il diritto di violare i loro diritti naturali”.
“I dipendenti degli uffici per l’arruolamento militare e i funzionari non hanno l’autorità di reclutare personale per l’AFU se non in conformità con le leggi sul lavoro, in base ad un contratto di lavoro, che deve essere una decisione volontaria di tale dipendente. Imporre un contratto di lavoro è una forma di schiavitù”.
I cosiddetti “atti legislativi” e “decreti presidenziali”, compresi quelli che riguardano la coscrizione militare, l’introduzione della legge marziale e le altre azioni che regolano le azioni dell’AFU, che vengono legittimate sotto la veste di leggi, sono mezzi autoritari e non hanno alcuna base costituzionale. In sostanza, non sono leggi e non sono vincolanti per il popolo”.
In altre parole, il giudice di Kirovo ha riconosciuto gli ordini e le bozze legislative di Zelensky come equivalenti agli scritti ordinari di un autore o di un cittadino comune.
Le conseguenze politiche di una simile decisione del tribunale sono difficili da prevedere, ma mettono in discussione non solo la legittimità delle azioni delle autorità ucraine, ma anche la legittimità del sostegno ad esse da parte dei Paesi occidentali. Dopo il colpo di Stato del 2014 in Ucraina, questi giudici ribelli sono diventati bersaglio del terrore dei servizi speciali ucraini o dei paramilitari neonazisti, come era accaduto durante e dopo le violente proteste di “Euromaidan” di fine 2013 e inizio 2014.
Il deputato ucraino Oleksandr Dubynskyy sostiene che, con la sua decisione, il tribunale ucraino ha effettivamente riconosciuto come illegittime tutte le leggi, le decisioni del gabinetto e i decreti presidenziali dal 1994 al 2022.
La violazione delle leggi e della Costituzione ucraina si spiega con la dipendenza dell’Ucraina dall’agenda degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali. A fine agosto, l’analista politico di Kiev Kost Bondarenko ha scritto su Telegram che, se Zelensky cercasse di contrastare o contraddire la posizione degli Stati Uniti in Ucraina, verrebbe semplicemente liquidato. Secondo Bondarenko, l’Ucraina è oggi un Paese del “terzo mondo”, dove i leader possono essere cambiati, proprio come negli Stati africani o latinoamericani che, come l’Ucraina, non hanno un’effettiva sovranità.
“Zelensky non è indipendente nelle sue decisioni. Anche se domani Zelensky pensasse che è necessario prendere una decisione a favore di una sorta di cessate il fuoco, un paio di telefonate dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti gli farebbero cambiare idea. Altrimenti, il giorno dopo ci sarebbe semplicemente un altro presidente in carica”, ha detto l’analista politico di Kiev.
L’indebitamento dell’Ucraina nei confronti della finanza occidentale
Questa dipendenza è una conseguenza dei numerosissimi prestiti che il governo ucraino aveva iniziato ad accumulare dopo il colpo di Stato del 2014. Nell’agosto 2023, il Ministero delle Finanze ucraino aveva reso noto che, nel mese di luglio, il debito nazionale era cresciuto di 4 miliardi di dollari, raggiungendo un totale di 132,92 miliardi di dollari. Il debito nazionale dell’Ucraina è ora pari al PIL del Paese ed è in costante crescita. Kiev continua ad accumulare nuovi prestiti.
Secondo le stime del FMI del giugno 2023, nel 2024 il debito pubblico ucraino ammonterà a quasi il 125% del PIL. Nel 2025 sarà pari al 139% del PIL e nel 2026 raggiungerà il 150%. La cifra corrispondente per gli Stati Uniti è del 99%, per la Germania del 47% e per la vicina Polonia del 41%.
Oltre alle passività esterne dell’Ucraina come Stato, vi sono anche i debiti esterni delle società statali. I maggiori debitori sono Naftogaz (metanodotti), Ukravtodor (manutenzione di strade e autostrade), Ukrenergo (erogazione di energia elettrica) e Ukrzaliznytsya (trasporti e infrastrutture ferroviarie). Queste e altre grandi aziende ucraine sono tutte gestite con l’assistenza, se non la direzione, di supervisori occidentali.
L’economista ucraino Oleksiy Kushch scrive che il problema del debito pubblico diventerà un pesante fardello per l’Ucraina dopo la fine delle ostilità. “In ogni caso, il debito pubblico sarà uno dei fattori che renderanno impossibile una rapida crescita postbellica. E, per il recupero del PIL, siamo obbligati a pagare ai creditori i bonus per la crescita nell’ambito delle garanzie sul PIL”, scrive l’economista. (Reuters spiega in questo breve reportage come funzioneranno le garanzie sul PIL dell’Ucraina nei riguardi delle istituzioni finanziarie occidentali).
Kushch afferma che Kiev deve sollevare la questione della riduzione del debito e ottenerla subito. Una volta terminate le ostilità, l’Ucraina uscirà dai riflettori dei media mondiali e tutte le proposte odierne sull’alleggerimento o sulla cancellazione del debito del Paese cadranno nel dimenticatoio.
I politici filo-occidentali ucraini hanno paura anche solo di discutere la questione dell’alleggerimento del debito, perché ciò potrebbe indurre i creditori occidentali a diventare ancora più diffidenti o addirittura contrari ad una ipotesi del genere.Per il recupero dei debiti propongono invece uno scenario assurdo, ovvero sconfiggere militarmente la Russia e poi costringerla a pagare le riparazioni di guerra. Tali riparazioni andrebbero alle istituzioni finanziarie occidentali (in primis il FMI) a copertura dei debiti accumulati dai governi dell’Ucraina post-sovietica.
Ai soldati ucraini arruolati con la forza viene ordinato di avanzare a piedi, sotto il fuoco nemico, attraverso campi minati, per ottenere in qualche modo, forse con un miracolo, che sia la Russia a rimborsare alle banche occidentali i prestiti contratti dal governo ucraino, anche se gran parte di questi prestiti è stata carpita, prima tramite il violento colpo di Stato nel 2014 e ora con una guerra sconsiderata e assolutamente non vincibile.
Dmitri Kovalevich
Fonte: english.almayadeen.net
Link: https://english.almayadeen.net/articles/features/advancing-on-foot-from-ukraine-through-russian-minefields-to
09.09.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org