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La Redazione

 

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Gli Stati Uniti condurranno le più grandi manovre in Europa degli ultimi 25 anni

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A cura di Rosanna
Il 22 Gennaio 2020
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DI VIKTOR SOKIRKO

svpressa.ru

È presumibile che a marzo in Europa inizieranno le esercitazioni militari su larga scala della NATO “Defender Europe 2020”, ma i preparativi e lo spiegamento delle truppe inizieranno già da gennaio. L’Alleanza conduce regolarmente tali esercitazioni, ma quelle attuali saranno le più grandi degli ultimi 25 anni, come se fossero un copia dei tempi della Guerra Fredda.

Alle manovre, che si terranno sul territorio di 10 paesi, prenderanno parte 18 paesi della NATO, solo da parte degli Stati Uniti saranno coinvolti 37.000 uomini. Il numero totale delle truppe dovrebbe essere superiore a 40 mila unità. Secondo un documento pubblicato dal comando delle forze armate statunitensi in Europa, nelle manovre saranno coinvolti: 20.000 militari statunitensi in arrivo dagli Stati Uniti, 9.000 soldati e ufficiali delle forze armate americane già stanziate in Europa, 7.000 soldati della Guardia Nazionale di 12 stati degli Stati Uniti e 750 riservisti.

In sostanza, questa volta, in particolare, si tratterà di manovre americane in Europa, tutti gli altri giocheranno solo un ruolo ausiliario e saranno coinvolti principalmente nel territorio dei loro rispettivi paesi. Le forze statunitensi si dimeneranno per tutta l’Europa, la fase finale di queste manovre sarà in Polonia, Lituania e Georgia. Secondo le indicazioni, queste esercitazioni prevedono la presa di una testa di ponte di un certo “paese aggressore”, per tenerla finché non arriverà la principale forza di spedizione. Dato che la Polonia e gli Stati baltici (tutti e tre i paesi fanno parte della NATO) confinano con Russia e Bielorussia, è assolutamente ovvio che rappresenteranno l’obiettivo di un potenziale attacco. Sembra sia come nella canzone francese “Marlbrough s’en va-t-en guerre”, che nella traduzione russa suona così: “Marlbrough si preparava alla campagna di guerra. Ha mangiato zuppa di cavolo acida. Nella campagna è rimasto. E morì quel giorno” (significa “un’impresa sulla quale è noto in anticipo che finirà in un fallimento” ndr.).

Per tal ragione, la Russia prende molto sul serio la condotta delle attuali manovre statunitensi in Europa. In base anche al messaggio del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, che in una comunicazione ufficiale ha dichiarato: “I paesi della NATO accrescono costantemente la loro presenza militare vicino ai nostri confini, lavorando per aumentare l’efficienza del trasferimento di forze sul fianco orientale. L’intensità delle manovre è in aumento, i cui scenari ricordano sempre più la preparazione mirata di un conflitto militare su larga scala. Continua lo sviluppo sistematico del segmento europeo del sistema di difesa antimissile USA/NATO”. Questa non è solo una constatazione dei fatti, ma una dichiarazione di grave preoccupazione. Soprattutto sullo sfondo delle dichiarazioni di numerosi politici e generali americani sui loro piani militari nei riguardi della Russia.

Nel settembre dell’anno scorso, il comandante in capo della US Air Force in Europa, il generale Jeffrey Lee Harrigian, sulla rivista Breaking Defense ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno un piano per sfondare la difesa aerea russa: “Se dobbiamo andare lì e distruggere, ad esempio, il sistema di difesa aerea integrato di Kaliningrad, che non ci siano dubbi, abbiamo un piano”. Secondo il generale, per questo sono indispensabili adeguate manovre, negli Stati Uniti valutano costantemente questi piani e qualora necessario li metteranno in atto.

Un altro generale, capo dello staff dell’aeronautica statunitense David Goldfein nel marzo 2019, ha affermato che l’esercito americano stava preparando un nuovo concetto di guerra, la cui essenza è rappresentata dalla penetrazione segreta nel territorio nemico: “La vostra difesa ha dei buchi, come il formaggio svizzero, noi conosciamo questi buchi, possiamo usarli, possiamo penetrarli e tenere in vista gli oggetti sul vostro territorio”.

Il ricercatore senior presso la Jamestown Foundation, Richard Hooper ha enfatizzato il “piano per la presa di Kaliningrad”. Hooper ritiene che grazie all’ammassamento di forze di terra nella regione, da parte degli Stati Uniti e della Polonia, la Russia non sarà in grado di resistere all’attacco della NATO e perderà il controllo di questo territorio. Per il raggiungimento di tale vittorioso risultato sono state assegnate due settimane. Si noti che le operazioni militari si dovrebbero sviluppare solo a livello regionale.

Gettando benzina sul fuoco, pochi giorni fa, il segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo, ha annunciato una nuova strategia americana volta a dissuadere i suoi avversari. “Questo vale sia per l’Iran, che per la Cina e la Russia”, afferma l’agenzia di stampa Reuters citando Pompeo. Valutando queste affermazioni, si può giudicare la reale preparazione degli Stati Uniti per la guerra, il primo loro obiettivo può diventare la regione di Kaliningrad. Le attuali manovre in Europa sono “su misura” proprio per questa regione.

Si presume che il centro logistico per le manovre di “Defender 2020” sarà la Germania, dove già alla fine di gennaio arriveranno 20 mila militari americani, oltre che in Belgio, Francia e Paesi Bassi. Di seguito saranno trasferiti in Polonia e negli Stati baltici. Nelle esercitazioni verrà coinvolta anche l’82ª Divisione aviotrasportata degli Stati Uniti (14.000 uomini, con l’aggiunta dei rispettivi carri armati leggeri e artiglieria). Nel corso delle manovre, le verrà assegnato il ruolo di aviolancio in cinque punti geografici nelle retrovie del “nemico”, la presa e il mantenimento di campi d’aviazione per l’ulteriore spiegamento delle forze principali. L’aviolancio avverrà, anche in Polonia e in Lituania; da lì, fino alla regione di Kaliningrad la distanza è veramente breve. Forse, dopotutto, il vento potrebbe “portarli giù” non nella direzione prevista.

Sebbene il vice comandante delle forze armate statunitensi in Europa, il generale Andrew Rohling, in una conferenza stampa tenutasi a Berlino il 14 gennaio, abbia dichiarato che le manovre “Defender Europa 2020” sono modellato da “varie situazioni di crisi”, “non collegate a un particolare paese”, tuttavia, è evidente il loro contenuto anti-russo. Tenendo conto che “Defender 2020”, verrà condotto territorialmente nelle immediate vicinanze dei confini di Russia e Bielorussia, in base agli obiettivi dichiarati, è considerato come “Aggressione”. Durante queste manovre, verranno elaborate con precisione operazioni offensive. L’edizione americana di Warrior Maven, nel novembre dello scorso anno, ha riferito che durante tali esercitazioni si sarebbe predisposta la presa di una testa di ponte in un “paese-aggressore”, che gli Stati Uniti vedono nella Russia.

Tra gli europei l’atteggiamento verso le attuali manovre statunitensi in Europa rimane difforme. È chiaro che “a favore” a piene mani ci sono Gran Bretagna, Polonia e Paesi baltici. Ma in Germania, dove attraverso il suo territorio è previsto il passaggio del principale contingente americano, queste manovre non sono particolarmente benvenute. Compresi gli obiettivi dichiarati e le possibili conseguenze.

A Berlino capiscono bene che in caso di provocazione, in Europa, per la presenza degli Stati Uniti, potrebbe svolgersi non una guerra di addestramento, ma una guerra vera. Francia, Paesi Bassi e Belgio, sul cui territorio verranno dispiegate ulteriori truppe americane, rimangono frenati nelle loro valutazioni di “Defender Europa 2020”.

Dichiarazioni assolutamente inaspettate sono state fatte dalla Bielorussia. Si scopre che l’esercito di Aleksander Lukashenko è pronto per esercitazioni militari congiunte con le forze della NATO. Come già in precedenza riportato dalla stessa “Svobodnaja pressa” (Stampa libera); di ciò ne ha parlato l’ex capo di Stato Maggiore, primo vice ministro della Difesa della Repubblica di Bielorussia Oleg Belokonev. Pur considerando che ora è “ex” (Belokonev è diventato deputato), è stato pur sempre un militare di alto rango e le sue parole non possono essere nate dal nulla. Belokonev ha anche affermato che Minsk era in trattative con Bruxelles su un possibile formato per tali relazioni con la NATO. Il generale, però, in verità, ha formulato la riserva: “a condizione che la NATO capisca: il nostro alleato strategico è la Russia”.

Il presidente Aleksander Lukashenko, che ha recentemente ristabilito i contatti con l’Occidente e che considera la Russia almeno come un alleato militare, ha già espresso preoccupazione per i piani della NATO e degli Stati Uniti di schierare contingenti militari ai confini bielorussi. In risposta alle esercitazioni “Defender Europa 2020”, ha già ordinato di aumentare il numero di truppe in direzione della Lituania. Allo stesso tempo, Lukashenko continua a persistere per il collocamento di una base aerea russa sul suo territorio. Un accordo su tale argomento è stato raggiunto nel settembre 2015, ma poi “Bat’ka” (“il padre” soprannome dato a Lukashenko ndr.), sulla presenza della base, più volte ha ritrattato.

Si pensava che per garantire la sicurezza dei confini russo e bielorusso nella base aerea vicino a Bobrujsk (in Bielorussia ndr.), sarebbero stati schierati un reggimento di bombardieri di prima linea, un reggimento di cacciabombardieri e un reggimento di aerei da caccia. È probabile che possano apparire anche sistemi missilistici antiaerei S-400. Dal territorio della Bielorussia è molto più efficace il controllo del confine e garantire un fattore di deterrenza. Forse, ora, in connessione con le manovre statunitensi su larga scala in Europa, Lukashenko tornerà alla sua promessa?

 

Victor Sokirko

19 gennaio 2020

Fonte: https://svpressa.ru/

Linkhttps://svpressa.ru/war21/article/254727/

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Eliseo Bertolasi

 

 

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