Di Fabrizio Bertolami per Comedonchisciotte.org
Mercoledì 30 Agosto diversi droni hanno colpito un aeroporto militare nei pressi di Pskov, nella russia nord-occidentale. La base ospita alcuni aerei da carico pesante in uso all’esercito russo, oltre ad un reggimento di paracadutisti. L’azione si inscrive nella nuova strategia ucraina fatta di attacchi con aerei senza pilota ad installazioni all’interno del territorio russo. Ciò che colpisce è che la base colpita è fuori dall’area di confine interessata al conflitto e vicina al confine Estone e Lituano. La notizia è stata diffusa da TG e giornali mainstream insieme ad altri attacchi condotti sul suolo russo, ma senza analisi dettagliate, ed è stata rivendicata dai Servizi Segreti Ucraini solo oggi in tarda serata (31 agosto) (1). Anche in Russia la notizia ha avuto poco rilievo e la portavoce del Cremlino, Zakharova, ha sminuito la cosa derubricandola a “attacco dettato dalla disperazione degli ucraini”.
In realtà si tratta di un evento notevole, almeno quanto l’attaco portato alle cupole del Cremlino di qualche mese fa, o degli attacchi alla capitale russa, ormai divenuti abbastanza frequenti. La rilevanza sta nel fatto che la suddetta base area si trova a 6-700 km dal confine tra Ucraina e Bielorussia e a soli 40 da quello tra Russia, Estonia e Lituania, quindi parecchio distante dal teatro dell’Operazione Militare Speciale e molto vicino a quello delle due repubbliche baltiche, facenti parte della NATO.
Si segnala che non vi è stata alcuna azione di controdifesa aerea da parte di batterie nei dintorni della base, segno del fatto che i russi non si aspettavano un attaco in quel luogo.
L’intelligence ucraina ha ammesso di aver portato gli attacchi con un drone di propria fabbricazione ma non è chiaro da dove questo sia partito: dall’Ucraina? Da una delle due repubbliche baltiche? Lanciato da un commando già all’interno della Russia, nei pressi della base? Da una nave ancorata al largo delle coste del Baltico? Le implicazioni che ognuna di queste ipotesi portano con sè aprono scenari diversi e comunque degni di nota; esaminiamole, sapendo che ognuna di esse può essere contemporaneamente plausibile, probabile e possibile:
1- il drone è partito dall’Ucraina: in questo caso il velivolo avrebbe dovuto attarversare, in linea retta, o quasi, l’intero spazio aereo bielorusso, il che apre dei dubbi sulla capacità di intercettazione delle difese antieree di Minsk. Alcuni analisti (1) avanzano l’ipotesi che ciò possa essere avvenuto, a patto che esso abbia volato a quote estremamente basse (100,200 metri al massimo), zigzagando tra le aree coperte dai radar bielorussi che a quell’altezza non riescono a coprire capillarmente l’intero territorio, mentre vi riescono efficacemente a partire dai 500 metri in su. Nel fare questo potrebbe essere stato aiutato dalle informazioni fornite dai satelliti opto-elettronici americani, che sono in grado di rilevare le tracce radio emesse dai sistemi di difesa aerea bielorussi, istruendo il drone circa la rotta da seguire per non essere intercettato. In questo caso il supporto americano si sarebbe dimostrato fondamentale, chiamando alla corresponsabilità Washington in quanto avvenuto, ma rivelerebbe anche la capacità ucraina di produrre droni da attacco a lungo raggio.
2- il drone è partito dall’Estonia o dalla Lituania: la distanza tra il confine delle due repubbliche e la base colpita, come detto, è di circa 40 km, il che è compatibile con l’attuale conoscenza circa la dotazione di droni a medio/corto raggio in mano all’esercito di Kiev, alcuni addirittura fatti di cartone (cardboard drones) o di legno leggero (quasi degli aeromodelli) e quindi non intercettabili dalle difese radar. Le implicazioni in questo scenario sono rilevanti, poichè si tratterebbe di un’attacco portato dal suolo di un membro della NATO direttamente al suolo russo e ciò equivarrebbe al superamento di una delle “linee rosse” indicate da Mosca e foriero di nefaste conseguenze, come un possibile conflitto diretto tra la NATO e la Russia. Il governo Lettone ha comunque smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento (3)
3- il drone è stato lanciato da un commando infiltratosi nel territorio russo: Se così fosse segnalerebbe che, cosa peraltro già nota, l’intero confine occidentale russo non può essere costantemente presidiato in tutta la sua lunghezza e che altre incursioni ucraine, o peggio NATO, sono possibili in futuro. L’uso di droni leggeri non sembra però compatibile con il grado di distruzione portato alla base aerea con due aerei Ilyushin IL-76 (90 tonnellate di peso e altrettante di carico utile) (4) completamente distrutti e altri tre danneggiati. D’altronde spostare aerei senza pilota di dimensioni (e carico di esplosivo) più grande , non sarebbe comunque passato inosservato.
4- il drone è partito da una nave stazionata al largo delle coste estoni, nel Mar Baltico: Navi NATO pattugliano il Baltico da sempre e a maggior ragione dall’inizio della guerra in Ucraina (tra questi è anche presente un incrociatore italiano, il Marceglia (2)). il drone potrebbe essre stato lanciato, in accordo con gli ucraini, da una di queste navi, in zona di acque internazionali, non coinvolgendo quindi il territorio di alcun paese NATO ma esplicitandosi comunque nel supporto dell’alleanza atlantica all’esercito di Kiev. Anche in questo caso le implicazioni sarebbero gravi, anche se sarebbe difficile immaginare un drone di cartone o legno leggero volare sul mare per miglia prima di raggiungere la terra ferma e poi incunearsi nel territorio russo. Nel caso di un drone con (almeno) un’armatura metallica, questo sarebbe stato “visto” dai radar delle navi russe che stazionano parimenti nell’area.
Come detto queste sono solo ipotesi e la verità potrà, forse, palesarsi nei prossimi giorni.
Spicca il fatto che la notizia sia comunque passata come uno dei “soliti” attacchi di droni ucraini sul territorio russo e che anche i russi non abbiano strepitato troppo di fronte a un colpo che, forse, non volevano rivelare come inatteso. Il tempo dirà se questo è un episodio isolato o parte di un disegno più ampio degli ucraini, teso a portare “la guerra in casa della Russia” e, nel caso, come Mosca deciderà di rispondere.
AGGIORNAMENTI:
Ultimo aggiornamento 01.09.2023 alle ore 18.00
Ieri in serata(30 Agosto) l’Estonia ha smentito ufficialmente un suo coinvolgimento nell’operazione (6), mentre oggi l’Ucraina, per bocca del capo della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino Kyrylo Budanov, ha ammesso un suo coinvolgimento (dopo averlo negato per l’intera giornata di ieri) nell’attacco (7). I droni sono stati lanciati dall’interno del territorio russo, il che non solleva Estonia e Lettonia da responsabilità in quanto, presumibilmente, gli incursori ucraini hanno dovuto varcare il confine con la Russia da uno dei due stati contigui. Intanto i russi stanno analizzando i dati in loro possesso (tracciati radar e i resti dei droni) per chiarire da dove siano partiti gli attacchi (8).
Di Fabrizio Bertolami per Comedonchisciotte.org
01.09.2023
NOTE
- https://www.bbc.com/news/world-europe-66675108
- https://simplicius76.substack.com/p/sitrep-83023-ukraine-smokescreens
- https://www.analisidifesa.it/2023/08/operazione-brilliant-shield-avvicendamento-in-mar-baltico-tra-le-navi-marceglia-e-duilio/
- https://eng.lsm.lv/article/society/defense/30.08.2023-defense-ministry-denies-latvias-involvement-in-pskov-drone-incident.a522114/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ilyushin_Il-76
- https://www.newsweek.com/russia-pskov-airport-strike-not-estonia-nato-member-says-1823464
- https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/09/01/kiev-lattacco-ad-aeroporto-di-pskov-lanciato-dalla-russia_5ea55962-1a79-4e35-9661-452c9642548d.html
- https://sputnikglobe.com/20230830/russia-to-determine-whether-drone-attack-on-pskov-perpetrated-from-latvia-or-estonia–kremlin-1112986441.html