DMITRY ORLOV
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Sconosciuta ai più, la Terza Guerra Mondiale ha imperversato, fino ad ora, per quasi trent’anni dal crollo del Muro di Berlino. Era stata preceduta dalla Guerra Fredda, che era terminata quando Mikhail Gorbachev si era arreso all’Occidente, con la conseguente, confusa, dissoluzione del Patto di Varsavia. Nonostante questa capitolazione, l’Occidente non aveva mai abbandonato il suo progetto di distruggere il Patto di Varsavia, insieme a quel che rimaneva dell’ex Unione Sovietica, per poi conquistare e smembrare la Russia stessa. In mancanza di minacce militari da oriente, la NATO, insieme alla sua gemella parassita, l’Unione Europea, si era incessantemente espansa ad est, ingoiando una nazione dopo l’altra. Fino ad ora ha conquistato l’intero Patto di Varsavia, più la Moldova e i tre Stati Baltici ed è alla caccia delle ultime briciole dell’ex Unione Sovietica: Ucraina, Georgia ed Armenia. La ragione per cui nessuno in Occidente si è reso conto che, per tutto questo tempo, c’è stata la Terza Guerra Mondiale è che l’Occidente ha sofferto di un profondo collasso mentale, grave tanto quanto il collasso fisico dell’URRS. La Russia si è ripresa dal suo collasso, l’Occidente, probabilmente, non lo farà mai.
Anche se l’Occidente finge di combattere la Russia, questa è pura fantasia. Le capacità difensive della Russia sono tali che una strategia militare contro di essa non è neanche pianificabile. La dottrina militare russa afferma che nessuna guerra verrà mai più combattuta sul suolo russo: se dovesse essere invasa, trasferirebbe immediatamente gli scontri in territorio nemico utilizzando le sue armi a lunga gittata, dotate di un raggio d’azione che comprende il mondo intero. Precisa anche che risponderà ad ogni minaccia esistenziale usando le armi atomiche, se necessario. E così il Pentagono, con la NATO a rimorchio, non sogna neanche più di attaccare la Russia. Questa speranza, ad un certo punto, era tornata vitale quando gli USA avevano creduto che fosse possibile eliminare la capacità di deterrenza atomica russa utilizzando un “primo colpo” nucleare, ma, da allora la Russia si è riarmata con armi più avanzate di quelle in possesso, attuale o futuro, degli Stati Uniti e così quel sogno è ormai defunto.
Invece, lo sforzo è quello di “contrastare l’aggressione russa”, che non esiste. La Russia, semplicemente, non ha nessun interesse ad invadere qualcuno; ha già tutto il territorio e tutte le risorse naturali che potrebbe mai desiderare. Dopo essersi riarmata ed aver messo alla prova la sua tempra in Siria, la Russia sta ora riducendo il bilancio della difesa, favorendo progetti nazionali che porteranno vantaggi alla sua popolazione. Paragonatelo al bilancio della difesa degli Stati Uniti e della NATO: qui si raggiungono nuovi record. E’ chiaro che l’Occidente non sta combattendo contro la Russia. Sta combattendo contro se stesso, e perciò, per definizione, sta perdendo e vincendo allo stesso tempo. Con la loro spesa militare, senza dubbio la più alta e completamente inutile di tutto il mondo, gli Stati Uniti si sono messi sulla strada dell’oblio economico, già percorsa dall’Unione Sovietica.
Mentre faceva finta di combattere la Russia, l’Occidente ha continuato ad attaccare e a distruggere nazioni in tutto il mondo, la maggior parte con successo, ma anche con alcune accezioni. L’Afghanistan, l’Iraq, la Libia sono ora in rovina. Questi successi sono stati in qualche modo attenuati ogni volta che la Russia si è trovata anche marginalmente coinvolta; in questi casi, l’ovvio risultato è un paese frazionato e semi-defunto: l’Ucraina meno il Donbass e la Crimea, la Georgia meno l’Abkhazia e l’Ossetia del Sud e il premio di consolazione: la Provincia di Idlib (la riserva prevista per i gremlin) meno il resto della Siria. Ogni volta che i contorcimenti e i pugni al vento dell’Occidente interferiscono con gli interessi russi, la Russia impone tranquillamente qualche linea rossa che l’Occidente si guarda bene dall’oltrepassare.
L’unico genere di guerra “calda” (che in realtà è solo tiepida) fra l’Occidente e la Russia è nel campo delle sanzioni economiche, e qui la Russia è davvero riconoscente. Queste sanzioni sono state utilissime per stimolare la sostituzione delle importazioni e nel fornire la necessaria spinta alla de-dollarizzazione e allo sviluppo di soluzioni alternative alla finanza occidentale, mentre le controsanzioni verso le esportazioni agroalimentari europee hanno stimolato [lo sviluppo] dell’agricoltura russa. Dal momento che queste sanzioni sono state imposte per le pressioni esercitate dagli Stati Uniti, hanno enormemente danneggiato l’Unione Europea e hanno anche ulteriormente contribuito alla disgregazione dell’Occidente. Dopo tutto, la Russia non avrebbe potuto sperare in un nemico migliore: minaccioso solo sulla carta e sempre desideroso di fare autogol.
Ma tutte le cose belle, alla fine, finiscono e anche la Terza Guerra Mondiale non può andare avanti all’infinito. Si sta però verificando una lenta presa di coscienza, che stimola un certo comportamento sovversivo nello schieramento occidentale, con staterelli di recente conquista che iniziano a guardare verso Mosca. Il Presidente della Moldova, Dodon, ha dichiarato ufficialmente che la partecipazione all’Unione Europea non comprometterà le sue buone relazioni con la Russia. La rivoluzione colorata da manuale tenutasi in Armenia ha avuto come risultato un neo-presidente, apparentemente filo-occidentale, che si è affrettato a rassicurare tutti che l’Armenia continuerà ad essere un fedele alleato della Russia, nonostante gli accordi di cooperazione con l’Unione Europea.
Intanto, al di là dell’Oceano Atlantico, i vari fraudolenti schemi finanziari che hanno permesso agli Stati Uniti, con la NATO a ruota, di spendere e spandere fino allo sfinimento, mostrano segni di sfaldamento. I dazi verso le nazioni con cui gli Stati Uniti hanno deficit commerciali trasferiranno le diverse produzioni alle industrie nazionali. Ma c’è una ragione se queste merci vengono importate: gli Stati Uniti producono a costi relativamente alti. Rilocalizzare [in patria] le produzioni aumenterà perciò l’inflazione. E, dal momento che una parte rilevante del debito statunitense è indicizzata all’inflazione, gli interessi sui pagamenti si mangeranno in fretta il bilancio federale. L’unica soluzione per gli Stati Uniti è quella di aumentare, ancora più in fretta, la montagna del debito, ma in tutto il mondo si sta verificano una rapida de-dollarizzazione e la richiesta di buoni del tesoro americani è in calo.
Potrebbe essere rifinanziato altrove questo imminente deficit nelle spese della difesa? Beh, no. Francia e Germania, le nazioni che rappresentano il nucleo dell’Impero Occidentale, si oppongono alla richiesta americana di aumentare le spese della difesa, avendo capito, nonostante la loro stessa retorica, che sono uno spreco di denaro, puro e semplice. Ci si sta rendendo conto che i nuovi sistemi d’arma russi difensivi ed offensivi hanno fatto diventare obsoleto la maggior parte dell’armamento occidentale e impediranno alle truppe occidentali di operare nelle aree in cui queste nuove armi saranno dislocate. Di conseguenza, sono assai richieste in tutto il mondo. La Turchia, il secondo membro più importante della NATO, sta cercando di acquistare diverse batterie del sistema di difesa aerea russo S-400, nonostante le veementi proteste americane. L’Arabia Saudita, un fedele alleato americano, sta cercando di fare la stessa cosa, avendo capito che i missili Raytheon-Patriot, da lei acquistati, sono peggio che inutili. Riempire ancora di soldi le tasche della Raytheon, della Lockeed Martin, della Boeing, della BAE Systems o di altri contractors della difesa americana farà diventare qualche ricco ancora più ricco, ma non renderà di certo i loro prodotti più convenienti o più efficaci.
Intanto la NATO continua a muoversi sbuffando, un treno impazzito che non va da nessuna parte. La NATO è un colosso burocratico, con qualche manipolo di soldati, che da decenni non porta a termine con successo una missione. La burocrazia si concentra sull’edificazione di un impero, sempre alla ricerca di nuove zone da colorare sulle mappe, con l’obbiettivo di aumentare la stazza della propria burocrazia, naturalmente! Ma, una volta che saranno state ingoiate le bricioline del Montenegro e della Macedonia non ci sarà più spazio per l’espansione della NATO. Nè l’Ucraina, nè la Georgia sono digeribili, dal momento che queste due nazioni non controllano neanche il loro territorio. Per la disperazione, i burocrati della NATO hanno deciso di espandersi in ….Colombia, facendo diventare questa nazione del Sud-America un “partner della NATO.” Forse ci vorrebbe una modifica, lasciar perdere la “N” di “Nord”-Atlantico?
O forse è il momento di terminare tutta l’operazione; ma come? La risposta è ovvia: la Terza Guerra Mondiale deve terminare con una dichiarazione, da parte dell’Occidente, di vittoria… su se stesso. Per quanto riguarda la realizzazione pratica, è solo una questione di propaganda, ma, dal momento che la maggioranza dei media occidentali è concentrata in pochissime mani e in gran parte sotto il controllo della CIA, lo sforzo creativo dovrebbe essere facile da organizzare. Tenete presente che la cosa può anche essere completamente scollegata dalla realtà. Può essere una messa in scena trasparente, come “l’aggressione russa” (secondo cui la Russia sarebbe pronta ad invadere la Lituania o l’Estonia, un’affermazione che fa sbellicare dalle risate i Russi), o come l’idea che la Russia abbia “invaso” la Crimea o l’Ucraina Orientale. I media occidentali mentono tutto il giorno, tutti i giorni, che siano gli attacchi chimici siriani o”l’altissima probabilità” di essere avvelenati dal Novichok russo in Inghilterra. Le popolazioni occidentali sono già abituate ad essere raggirate, per cui sarebbe più o meno la stessa cosa.
Ma, dal momento che l’Occidente ha combattuto la Terza Guerra Mondiale contro se stesso, la sua vittoria sarebbe anche la sua sconfitta. In verità, non solo ha perso, ma è anche stato invaso dalle orde di migranti provenienti dai vari paesi che ha distrutto, dopo averi usati come nemici surrogati nella sua immaginaria battaglia contro la Russia. Ancora qualche decennio e, di questo passo, non ci sarà più l’Occidente, dal momento che la sua popolazione semi-sterile sarà stata rimpiazzata dai nuovi arrivati, molto più fertili. Le nazioni che ne fanno parte si dissolveranno in un mare di migranti e [l’Europa] finirà con l’assomigliare alle zone più popolose del Terzo Mondo. Senza dubbio questo renderà i Russi un pochino tristi; dopo tutto, non avrebbero potuto sperare in un nemico più gentile.
Dmitry Orlov
Fonte: cluborlov.blogspot.com
Link: http://cluborlov.blogspot.com/2018/07/newsflash-world-war-iii-finally-over.html#more
16.07.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org