Natura sive Deus! Polarità delle azioni…

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Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

 

Un racconto tra sogno e realtà per scrollarsi di dosso il senso di inferiorità che ci hanno inculcato, per superare l’infame logica risolutiva delle armi e della distruzione sistematica di tutto ciò che l’uomo ha costruito, per opporci alla guerra come unica soluzione, in un mondo in cui si va a colpire intenzionalmente le nazioni non allineate adducendo a pretesto una mistificatoria difesa di questa se-dicente democrazia che sovrasta e annulla l’autodeterminazione dei popoli, una vera e propria contradictio in adiecto.

Nel racconto si fa riferimento alla nostra Storia, purtroppo dimenticata, e agli eroi che in passato hanno cercato di difendere la nazione italica dal dominio del neoliberismo e per questo sono stati eliminati.

Questo è ciò che la saggezza di Nuvola Rossa capo Sioux opponeva allo sterminio perpetuato dai colonizzatori-invasori del loro territorio:

“Noi non vogliamo ricchezze, ma vogliamo allevare bene i nostri figli. Le ricchezze non ci servono. Non possiamo portarle con noi nell’altro mondo. Noi non vogliamo ricchezze, vogliamo pace e amore.”

Vi lascio alla lettura del racconto con questo messaggio lanciato da Mahatma Gandhi per liberare l’India, popolo di antica tradizione spirituale, dal dispotismo e dalla azione violenta della dominazione britannica:

“Facciamo in modo che le nazioni non stringano più alleanze con la morte, ma con la vita, non più con la distruzione ma con la costruzione, non più con l’odio ma con i miracoli creativi dell’amore.”

Natura sive Deus! Polarità delle azioni…

Quando il sole iniziava a dipingere le placide acque con colori splendenti, tanto da trasformare il mare in una distesa infuocata con striature d’argento, d’arancio e di rosso, la snella figura dai folti capelli corvini lasciava la riva.

Negli occhi di Feronia si riflettevano ancora i vivaci e caldi colori del cielo e del mare, mentre procedeva serena verso la penombra della pineta dagli alti tronchi sormontati e dall’avvolgente cupola di rami carichi di pigne. Accanto a lei Ercole, un batuffolo dal pelo ricciuto,  saltellava desideroso di altre corse sulla spiaggia dorata.

Procedevano tranquilli inebriati dal profumo intenso della resina, calpestando la morbida terra umida coperta di sabbia e aghi di pino. Un cervo dai lunghi e intricati palchi coperti da un delicato velluto si fermò accanto a loro per salutarli, Feronia ed Ercole lo accolsero con uno sguardo pieno di calore e di affetto, soddisfatto sfrecciò via.

Improvvisamente Ercole, avvistata una lepre, iniziò a saltellare velocemente verso un cespuglio, perdendosi tra le piante di mirto e di lentisco, e ritornando poi sconsolato; come sempre la piccola lepre lo aveva battuto, ma lui era comunque felice.

La fievole luce del sole stava ormai lasciando quella terra per andare ad illuminare e riempire di energia un’altra parte di questo meraviglioso mondo quando Feronia, che pochi attimi prima era pervasa dalla profonda pace e dalla sensazione di gioia che provava quando percorreva quel luogo incantato, si sentì sopraffatta da una strana angoscia, un insolito senso di inquietudine la mise in allarme. Si guardò intorno ma, non vedendo nessuno, si sentì percorsa da una sensazione insolita e inesplicabile!!!

Subito dopo, Ercole iniziò ad abbaiare, passando dal bau bau a un ringhio furioso velocemente, facendo preoccupare ancor più Feronia. Era sempre stata al sicuro in questo luogo semi selvaggio, non capiva cosa stesse accadendo, tutti gli abitanti della pineta sembravano scomparsi. Decise per sicurezza di raccogliere un ramo da usare come possibile arma di difesa, lo strinse nelle mani e continuò a camminare dietro al cane che non smetteva di ringhiare.

Sicuramente avrà avvertito qualcosa di insolito per essere così allarmato” pensò Feronia, cercando di farlo tacere per ascoltare eventuali rumori che potessero farle capire da dove proveniva il pericolo, ma il suo fido amico era sempre più agitato, saltava e roteava su stesso come impazzito e di ringhiare non voleva smettere, anzi continuava sempre di più.

Un silenzio innaturale avvolse lo spazio intorno a loro, come se fossero chiusi in una bolla d’aria che li isolava dal resto del mondo. Il panico si aggiunse all’inquietudine, il latrato del cane divenne sempre più smorzato sino ad annullarsi completamente; anche se continuava ad abbaiare, Feronia non riusciva più a sentirlo, era come se avesse perso il senso dell’udito; lei non sentiva il suo richiamo e nè lui la sua voce allarmata che chiedeva il suo aiuto. Sembrava di vivere in uno spazio irreale, lontano da ogni rapporto con la natura in cui fino a poco prima erano immersi e che li aveva riempiti di energia positiva.

Feronia, ed Ercole seduto sui suoi piedi come per proteggerla, erano improvvisamente silenziosi e in allerta. Le tenebre della sera avevano scacciato gli ultimi barlumi di luce del sole ed erano bloccati al buio. Feronia cercò di analizzare varie possibilità per uscire da una situazione sempre più drammatica, ma lo sconforto era pronto a prendere il sopravvento.

Di colpo una luce accecante le colpì gli occhi squarciando il buio in cui era immersa.

Chi siete? Cosa volete da me?” gridò.

Non riuscendo a vedere chi le stava davanti, cercò di proteggere gli occhi con la mano libera dal legno impugnato come un bastone.

Una voce autoritaria sbraitò: “Stand still, don’t move!

Feronia rimase colpita da quelle parole pronunciate in una lingua che non conosceva ma pure ne comprese il significato, pensò fra sé: “Ma come mi dice “Stai ferma non ti muovere” quando sono già bloccata?”

Rispose: “Va bene.”

La voce sempre più sull’autoritario incavolato sbraitò: “What the heck are you doin’ at this time in the woods?”

Replicò: “Abito qui ed ho tutto il diritto di passeggiare dove mi pare.”

La voce indispettita: “I don’t understand Italian.”

A questo punto, incurante delle conseguenze, esclamò: “Siete voi che non dovete stare qui. Mi avete spaventata.”

“We are from NATO and this is our training ground. You are not allowed here now.” La voce sembrava alquanto alterata.

Feronia, capendo di star discutendo con un soldato, incominciò a preoccuparsi pensando agli abitanti notturni della pineta che sarebbero stati sicuramente massacrati dalle esercitazioni militari senza nessuna pietà. Questi stranieri già in passato avevano ucciso senza che nessuno li avesse fermati e condannati per i loro crimini; quel territorio magico e pieno delle più varie specie vegetali e animali sarebbe diventato un deserto senza vita. Doveva fermarli!

Con gli occhi ormai abituati alla luce incominciò a vedere il nemico. Era una squadra di almeno 10 uomini armati con armi super tecnologiche pronte a sparare.

Recentemente aveva cercato di bloccare, anche se invano, le esercitazioni sul cielo del suo paese per salvaguardare l’habitat e difendere le creature alate che venivano scacciate violentemente dal rombo assordante di quelle strane macchine volanti, causando anche un grave danno ad un ambiente ancora sano. Ora venivano anche a terra a violare la pace e la tranquillità di quei luoghi incontaminati.

Mille pensieri le attraversarono la mente: già in passato si era scontrata con la malvagità di questi esseri che non avevano più niente di umano, spinti solo dagli interessi economici per il dominio di ogni popolo e soprattutto per la sistematica distruzione di tutto ciò che era legato alla natura e al sacro. Rammentò il sacrificio di quei pochi umani, guidati da sentimenti di giustizia e di onore per la difesa e per lo sviluppo del proprio popolo, che erano stati uccisi con l’inganno. In quel tempo c’era stata anche una battaglia aerea nella quale i mostri volanti avevano attaccato senza alcuna remora un mezzo alato che trasportava 81 persone, fra cui dieci bambini innocenti, facendole sparire nelle profondità del mare. Alcuni uomini coraggiosi che avevano cercato di far luce su quell’attacco erano stati anch’essi eliminati senza scrupoli.

Così come un altro personaggio di grande capacità e valore che, mentre volava nel cielo sereno con il suo aereo, era stato abbattuto dalle forze del male solo perché contrastava i loro interessi economici per il bene del suo Bel Paese.

Questi pensieri si affollarono nella mente di Feronia che iniziò a provare una profonda rabbia…non voleva certo che gli abitanti di quel luogo incantato diventassero le nuove vittime. D’improvviso ricordò di aver in mano il bastone! “Forse non l’hanno visto” pensò, “cosa posso fare?“. Decise di agire di astuzia. Con la forza dell’amore chiamò coloro che già in passato avevano dato una sonora lezione a questi esseri pieni di tracotanza. Forse stavolta sarebbe riuscita a capovolgere la situazione.

Era passato solo qualche attimo e il militare stava per avventarsi contro di loro, quando risuonò un rumore assordante. Una massa bianca avanzò al galoppo verso di loro lanciando dei muggiti, le lunghe corna sembravano spade affilate, mentre si avventavano contro i soldati che, colti di sorpresa, non ebbero nemmeno il tempo di sparare e non poterono difendersi dai potenti zoccoli delle vacche maremmane che, con tutta la loro notevole massa, li travolsero facendoli scomparire in una nuvola di polvere.

Assolto il loro compito, le vacche placidamente si radunarono accanto a Feronia ed Ercole salutandoli con un amichevole “muuu, muuu, muuu“. Feronia, accarezzando amorevolmente le lunghe e splendenti corna a lira illuminate dalla luna, rispose: “Grazie potenti animali per il vostro aiuto tempestivo, madre natura vi ha resi così forti per sopravvivere in ogni situazione svantaggiosa. Siete il simbolo della biodiversità ed oggi vi siete dimostrati all’altezza della situazione difendendo il vostro ambiente naturale.”

Sopraggiunsero appresso alla mandria dei magnifici cavalieri avvolti dal pastrano, in sella ai bellissimi cavalli maremmani dalla lunga e svolazzante criniera nera: erano i suoi amici butteri!

Ercole restò silenzioso e seduto, osservando curioso l’evolversi della situazione.

“State bene?

“Si, certo ora che siete qui stiamo bene, siete arrivati in tempo.”

Appena hai chiesto il nostro aiuto ci siamo messi subito in moto e conoscendo i segreti del nostro territorio siamo riusciti a percorrere la strada nel più breve tempo possibile, non possiamo permettere che degli stranieri senza scrupoli distruggano la nostra terra così abbiamo fatto quanto necessario.”

Siete stati intrepidi, grazie per il vostro intervento”.

“Sai bene che non abbiamo paura di loro”, risposero i butteri.

Conosco bene le vostre gesta, è sempre vivo in me il ricordo di quando già una volta in passato avete sonoramente sconfitto i figli del popolo dell’oscurità che, come vorrebbero fare anche ora con la nostra terra, hanno depredato un territorio incontaminato, annientando la storia millenaria dei nativi. Anche allora, ignari della vostra antichissima tradizione nell’arte di addestrare i cavalli, vostri fidati compagni nella guida delle mandrie, vi vollero sfidare sicuri di vincere, ma il solo risultato che ottennero fu quello di andarsene con la coda fra le gambe umiliati e vinti proprio dalla loro stessa ignorante arroganza.

Soddisfatti, Feronia ed Ercole uscirono dalla pineta scortati dai fieri cavalieri e dalle poderose mucche; al loro passaggio vennero accolti dalle voci degli animali notturni che in coro ringraziarono i loro difensori.

Mandrie-maremmane

Salutati i loro amici, continuarono il loro cammino consci della necessità di essere sempre vigili per difendere e proteggere la natura, gli animali selvaggi, i boschi e cercare di aiutare gli esseri umani a liberarsi dalla schiavitù imposta dal popolo dell’oscurità; certo sarebbe più facile se solo si rendessero conto che le armi più potenti da utilizzare per contrastare le forze del male sono la cultura e la storia che hanno formato nel tempo i popoli. Solo acquisendo questa consapevolezza si potranno togliere le catene con cui vogliono soggiogare gli esseri umani, omologandoli a robot senza anima e senza possibilità di libera scelta, utilizzando le leve della paura, dell’ignoranza, della divisione sociale, dell’odio per chi non si uniforma alle regole del transumanesimo e soprattutto annullando ogni spiritualità.

Bisogna che le tenebre dell’oblio vengano squarciate dalla consapevolezza che tutti gli esseri viventi sono importanti e degni di rispetto; i saggi nativi americani, che avevano fatto propria l’importanza del vivere in armonia con la natura, esprimevano con amarezza questi concetti fondamentali:

Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux: “Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, dopo che l’ultimo bisonte sarà abbattuto, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato.

Capo Giuseppe, condottiero dei Nasi Forati: “La terra è madre di tutti e tutti devono avere su di essa eguali diritti. È come sperare che i fiumi possano andare controcorrente il credere che un uomo nato libero possa essere felice quando lo si costringe e quando gli si toglie la libertà di andare dove vuole.

Si dovrebbe riflettere su questi concetti fondamentali perché chi ruba l’anima dei popoli li condanna a morte condannando inevitabilmente se stesso.

Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

Riferimenti:

  • Sulla tragedia di Ustica:

https://comedonchisciotte.org/carter-e-la-tragedia-di-ustica/

https://comedonchisciotte.org/l-attuale-guerra-di-libia-alla-luce-della-strage-di-ustica/

https://comedonchisciotte.org/la-trama-che-ha-reso-schiava-litalia/

https://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2021/11/29/news/1987-la-morte-del-maresciallo-dettori-il-sardo-che-sapeva-troppo-su-ustica-forse-non-fu-un-suicidio-1.40975766?fbclid=IwAR1wdK9wrk89uchDyFvRs4cIlLYwxzD0olCRFkWhXrzlSuEAwXVGX24eKW0

https://www.analisidifesa.it/2023/08/al-via-a-grosseto-lesercitazione-typhoon-flag-23/

  • Sul caso Mattei:

https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/paolo-morando/2022/10/27/pista-caso-enrico-mattei

  • La storia dei Butteri:

https://www.spreaker.com/episode/i-cowboys-toscani-che-umiliarono-buffalo-bill-ep-84–48541495

https://www.raiplay.it/video/2021/01/Gli-ultimi-Butteri—08012021-fe67862f-c791-4312-9403-30b2b901a903.html

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