Di Massimo Cascone e Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte
Riceviamo dagli Studenti Universitari Campani Contro il Green Pass il video integrale di un’iniziativa importantissima avvenuta ieri, mercoledì 6 ottobre.
Le immagini mostrano la lezione tenutasi sotto la Galleria Principe, in piazza Museo Nazionale, dal prof. Guido Cappelli. Di fronte a una ventina di studenti, il professore di Letteratura Italiana, tra i promotori dell’appello dei Filologi, ha fatto lezione, in segno di protesta contro le restrizioni imposte per la gestione della (ormai inesistente) pandemia, che prevedono per gli studenti l’obbligo di esibire il Green Pass all’ingresso di tutte le strutture universitarie nazionali.
Questo evento è il primo di una serie di progetti che gli studenti universitari stanno organizzando, grazie anche al contributo di alunni professori delle Università napoletane che hanno deciso di prendere una posizione decisa nella lotta alla deriva autoritaria che sta assumendo la politica italiana.
Quello che infatti viene rivendicato attraverso queste iniziative, oltre al diritto di questi ragazzi di non essere discriminati rispetto ai loro colleghi greenpassati, poiché impossibilitati ad entrare in aula per sostenere un esame o seguire una lezione, è la necessità di non sottostare a questi nuovi paradigmi sociali che ci stanno imponendo, consci del fatto che il Green Pass non è una misura medico/scientifica ma una mossa politica volta alle digitalizzazione della vita, per proseguire la marcia verso un futuro distopico.
Domani, venerdì 8 ottobre, gli studenti hanno organizzato una nuova protesta indirizzata alle istituzioni universitari, in particolare i Rettori della Federico II. A seguire, il resoconto dell’inviato sul posto per ComeDonChisciotte.
(Massimo Antonino Cascone)
Perché è così importante questa iniziativa di lezione all’aperto contro il Green Pass? Innanzitutto per il suo valore simbolico: la società civile, privata dei suoi spazi di espressione dal passaporto verde della dittatura sanitaria, si riappropria dello spazio pubblico e lo fa all’aperto, perché tutti vedano quello che sta accadendo. Perché un diritto naturale non ha bisogno che i suoi spazi gli siano concessi: gli appartengono per natura.
La lezione di Cappelli, che vi invitiamo a seguire fino alla fine come abbiamo avuto la fortuna di poter fare noi dal vivo, è un piccolo saggio di filologia militante. Proprio per non dare al lettore alcuna scusante dal guardare il video, non faremo un riassunto della lezione, anche perché detestiamo l’approccio manualistico: niente parla meglio delle parole dell’autore stesso. Ma è stato il primo di una serie di appuntamenti a cui di certo non mancheremo. Di primo acchito, l’impostazione di Guido Cappelli, questo librarsi continuo e imprevedibile tra antico e contemporaneo, questo procedere analogico che libera lo straordinario potere evocativo della letteratura, non farebbe pensare a una lezione universitaria. Perché l’impostazione storicistica e programmatica a cui siamo abituati è del tutto assente. Eppure, è così che Cappelli ci fa capire la cifra fondamentale del mestiere di filologo: far rivivere il passato per capire e cambiare il presente. Omero, Eschilo, Foscolo sono gli strumenti primi per combattere il transumanesimo e le sue armi ideologiche del gender fluid, lo pseudo-femminismo, l’igienizzazione delle relazioni umane. E Guido Cappelli, ultimo vero apostolo del Pasolini corsaro nel suo dover rendere conto soltanto ai suoi studenti, dice il peccato e il peccatore, senza girarci intorno. La cancel culture avanza a ritmo incalzante e spregiudicato, per questo i filologi napoletani sono sul piede di guerra. Mentre le amministrazioni universitarie hanno riscritto criteri e programmi penalizzando la libera ricerca a favore dell’agenda fucsia dei padroni globalisti, e istituti come Harvard si vantano di aver cancellato gli studi classici dalla loro offerta formativa perché forieri della “white supremacy” e “toxic masculinity”, la filologia riscopre la sua missione originaria: quella di scienza dello spirito critico. Solo il filologo conosce la genesi storica e l’evoluzione semiologica dei valori che fondano la nostra civiltà, dunque è il solo che può ergersi a baluardo di essi.
E oggi più che mai, nel momento più nero della notte di una società occidentale che aveva relegato le lettere nel cantuccio delle arti astratte e poco pratiche, scopriamo che la scienza dello spirito critico è l’unica a non essere stata comprata dal globalismo arrembante, e l’unica che può salvarci. Come? Qui ci concediamo un piccolo spoiler: gli eroi più forti delle due fazioni avverse dell’Iliade, il manifesto della “mascolinità tossica” secondo Harvard, sono Ettore e Achille. Il primo, ci ricorda Cappelli, proprio prima dell’epico scontro tra i due, ci viene mostrato in lacrime, che si stringe al petto della sposa e desidera abbracciare il figlioletto. E anche Achille piangerà a dirotto di fronte al padre del nemico da egli stesso ucciso. Di questa nuova ideologia, una cosa è certa: per cancellare un’opera, non c’è bisogno di averla letta.
(Marco Di Mauro, inviato sul posto)
Riprese video Ciro Ventre. Montaggio Bagony Snikett.
Buona Visione!
Massimo Cascone e Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte
07/10/2021