L’Occidente si prepara a rovesciare Porošenko

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DI VIKTOR PIROŽENKO

fondsk.ru

All’inizio del 2018, hanno avuto luogo notevoli progressi nelle relazioni tra l’Occidente e il regime di Kiev. Gli Stati Uniti e l’UE, a quanto pare, passano dalla persuasione persistente alle minacce dirette e alle richieste di ultimatum per sospendere l’ostruzionismo dell’Ucraina (a causa della corruzione generale delle pubbliche relazioni) delle riforme imposte dall’Occidente. Alla vigilia del ciclo di elezioni presidenziali e parlamentari del 2019, molto probabilmente l’Occidente cercherà di aggiornare la composizione su base individuale,con più quadri esecutivi, delle autorità di Kiev.

La fiducia dell’Occidente nei confronti della fazione dirigente di Kiev è stata infine erosa dopo che il raggruppamento del «Blocco Petro Porošenko» – Fronte popolare, ha intrapreso il tentativo, all’inizio di novembre 2017, di legittimare la procedura semplificata per cambiare il direttore del NABU, l’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina. Allora Porošenko ha sottoposto l’adeguato progetto di legge alla Verchovna Rada ma, con l’intervento diretto delle ambasciate occidentali, il voto in merito a ciò è stato rinviato. 

Il tempo trascorso da allora ha permesso di valutare la situazione e sviluppare nuove tattiche per quanto riguarda il regime di Kiev. La novità del momento si è riflessa in una serie di dichiarazioni e pubblicazioni a cavallo tra il 2017-18 nei media occidentali e ucraini, con minacce senza precedenti contro le autorità di Kiev e, personalmente, Porošenko.

Così, alla fine di dicembre, l’ambasciatrice francese in Ucraina, Isabelle Dumont, in un’intervista all’Ukrainska Pravda, ha avvertito che l’UE sta considerando sanzioni concrete contro Kiev sotto forma di revoca del regime di esenzione del visto e interruzione dell’assistenza finanziaria, se anche in seguito verranno posti ostacoli alle indagini del NABU e alla creazione di un tribunale anticorruzione.

All’inizio dell’anno è avvenuta inaspettatamente una reazione brusca da parte dell’Occidente per l’assassinio dell’attivista sociale, Irina Nozdrovskaja, le cui circostanze hanno fornito il motivo di sospettare, per la realizzazione del delitto, i membri della famiglia del giudice distrettuale. Ciò detto, la defunta aveva lavorato come avvocato presso uno dei membri del «Movimento delle forze nuove» anti-presidenziale, creato da Saakashvili. Inaspettatamente, l’ambasciata degli Stati Uniti ha richiesto categoricamente che venisse trovato l’assassino di Nozdrovskaja. Mentre il capo del fondo britannico Hermitage Capital iniziatore della campagna a sostegno del «Magnitskij Act»(1), Bill Browder, ha minacciato su «Twitter» le autorità di Kiev di diffondere l’«elenco di Magnitskij» che le riguarda, in caso di rifugio a criminali ricercati.

I membri dei battaglioni di autodifesa prendono parte a una manifestazione per commemorare i manifestanti che sono stati uccisi durante le proteste di Maidan nel 2014 a Kiev, in Ucraina, il 20 febbraio 2016

L’8 gennaio l’autorevole Atlantic Council ha pubblicato del materiale, il cui concetto di base si riduceva a questo: se Porošenko continua a sabotare la lotta alla corruzione e le riforme proposte dall’Occidente, entro la primavera del 2019 non ci saranno ostacoli per rovesciarlo. Diciamo, è a disposizione una «moltitudine di veterani dall’animo patriottico» che «per principio cambia la qualità di ogni futura rivoluzione di strada», che ora sarà«sostenuta dalla comunità internazionale» (cioè gli Stati Uniti e l’Unione europea – Viktor Piroženko). Allo stesso tempo, non ci sarà l’«aggressione russa» e nessun caos interno. Formata in Ucraina da emissari occidentali, «l’infrastruttura di gestione» non permetterà alla situazione di sfuggire al controllo e intercetterà la gestione dell’economia e dell’esercito.

Il 9 gennaio l’autorevole centro di analisi «European Council on Foreign Relations», nell’articolo di un esperto «L’Ucraina è sull’orlo della cleptocrazia», ha sottoposto ad aspra critica il regime di Kiev per lo smantellamento della «più efficace agenzia anticorruzione» (si intende il NABU), per il «processo farsa» a Saakashvili e per altre azioni. Il documento contiene la chiamata alla lotta contro «la dirigenza ucraina», in particolare, al congelamento dei profitti in attivo europei dei leader del regime di Kiev e ad altre sanzioni che impedirebbero la rielezione di Porošenko.  Le sanzioni devono fare il loro corso «indipendentemente dalla lotta tra Ucraina e Russia».

Il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel, che era a Kiev all’inizio di gennaio, ha messo in guardia la Verchovna Rada dal ritorno a progetti di legge che possono mettere gli organismi anticorruzione sotto la dipendenza di Porošenko e del raggruppamento Blocco Petro Porošenko – Fronte Nazionale. L’11 gennaio, il capo della delegazione dell’UE in Ucraina, Hugh Mingarelli, ha affermato che è necessario rafforzare gli organismi anticorruzione stabiliti e creare con urgenza un tribunale anticorruzione.

Il 10 gennaio il canale televisivo del Qatar «Al-Jazeera»ha sferrato a Porošenko un potente colpo con conseguenze a lungo termine, rendendo pubblici i risultati dell’indagine sul coinvolgimento dell’attuale Presidente ucraino e del capo della Banca nazionale dell’Ucraina,Valerija Gontareva, nella smobilitazione illegale «dei soldi di Janukovič» dall’Ucraina. «Al Jazeera» ha anche pubblicato un verdetto segreto del tribunale distrettuale di Kramatorsk del 28 marzo 2017, sulla confisca speciale di 1,5 miliardi di dollari, appartenuti al Presidente Janukovič.

Tutti i recenti passi diplomatici intrapresi in Occidente contro le autorità di Kiev sono associati con orientamento comune: 1) in relazione al regime di Porošenko,  non sono le persuasioni a essere più confacenti, bensì le pretese; 2) i rimandi all’«aggressione russa» da parte di Kiev non giustificano il suo sabotaggio delle richieste dell’Occidente; 3) come criterio per valutare il regime di Kiev non sono tanto i successi nella «raffigurazione dell’aggressione russa», quanto l’efficacia della “lotta alla corruzione” inattuabile per Porošenko; 4) se la situazione in Ucraina non cambia prima delle elezioni presidenziali del 2019, l’Occidente sosterrà le forze che bramano di rimuovere Porošenko dal potere.

Petro Oleksijovyč (N.d.T. patronimico in Ucraino del Presidente) arriverà alle prossime elezioni presidenziali, che nei termini regolari devono svolgersi il 31 marzo 2019? Non è chiaro. La dinamica degli sviluppi in Ucraina e le forze coinvolte nella crisi ucraina sono tali che la risposta, con grande probabilità, potrebbe essere negativa.

In ogni caso, conviene capire che, indipendentemente dal cambiamento delle personalità, l’obiettivo finale degli sforzi «di riforma»dell’Occidente in Ucraina rimarrà il miglioramento delle condizioni della gestione superficiale per il mantenimento di una minaccia, costante e varia, ai confini della Federazione Russa.

Fonte: www.fondsk.ru

Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/01/16/zapad-gotovitsja-k-sverzheniu-poroshenko-45429.html

18.01.2018

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

Note a cura del traduttore

  • Il Magnitskij Act, conosciuto come il Russia and Moldova Jackson–Vanik Repeal and Sergei Magnitsky Rule of Law Accountability Act of 2012, è un disegno di legge passato dal Congresso degli Stati Uniti e firmato dal Presidente Obama tra il novembre e il dicembre del 2012, con l’obiettivo di punire i funzionari russi responsabili della morte nel 2009 del fiscalista Sergej Magnitskij in una prigione di Mosca.

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Magnitsky_Act

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