DI GAIL TVERBERG
Our Finite World
Quiz:
1. Quanto gas naturale stanno estraendo gli Stati Uniti?
(a) Appena sufficiente a soddisfare i propri bisogni
(b) Abbastanza per consentire un sacco di esportazioni
(c) Abbastanza per consentire un po’ di esportazioni
(d) Gli Stati Uniti sono importatori di gas naturale.
Risposta: (d) Gli Stati Uniti sono importatori di gas naturale, e lo sono da molti anni. L’EIA ha previsto che entro il 2017 saremo finalmente in grado di soddisfare le nostre esigenze di gas naturale.
Invece, durante lo scorso anno, con un inverno freddo, abbiamo avuto problemi per gli eccessivi prelievi, e per i cali delle riserve.
C’è anche l’ipotesi che, con bassi livelli delle riserve e con i tassi attuali di produzione, potrebbe non essere possibile sostituire completamente il gas naturale nei depositi prima del prossimo autunno.
2. Quanto gas naturale gli Stati Uniti intendono esportare?
(a) Una quantità molto piccola, meno del 5% della produzione attuale.
(b) Circa il 20% di quello che è attualmente in produzione.
(c) Circa il 40% di quello che è attualmente in produzione.
(d) Oltre il 60% di quello che è attualmente in produzione.
La risposta corretta è: (d) Oltre il 60% di quello che è attualmente in produzione. Se guardiamo le richieste per le esportazioni di gas naturale sul sito Energy.Gov, troviamo che le richieste per le esportazioni arrivano a un totale di 42 miliardi di piedi cubi al giorno, la maggior parte delle quali sono già state approvate*. Questo a fronte della produzione degli Stati Uniti per il 2013 di 67 miliardi di piedi cubi al giorno. Infatti, se le compagnie che hanno fatto richiesta per le esportazioni costruiranno le proprie strutture in, diciamo , tre anni e la produzione di gas naturale aumenta di molto, potrebbe rimanere meno della metà della produzione di gas naturale per l’uso interno.
* Questo è il mio calcolo della somma, pari a 38,51 miliardi di piedi cubi al giorno per le richieste della Free Trade Association (e richieste collegate) e 3,25 per le richieste Non-Free-Trade.
3. Qual è la previsione di crescita del fabbisogno di gas naturale degli Stati Uniti da qui al 2030 destinato?
a. Nessuna crescita.
b. 12 %
c. 50 %
d. 150 %
Se crediamo alla US Energy Information Administration, il fabbisogno di gas naturale degli Stati Uniti dovrebbe crescere solo del 12% tra il 2013 e il 2030: quindi risposta b). Entro il 2040, il consumo di gas naturale dovrebbe essere il 23% in più rispetto al 2013. È un po’ sorprendente per diversi motivi. Intanto, c’è un gran parlare del ridimensionamento dell’uso del carbone per produrre energia elettrica, e ne stiamo usando quasi quanto il gas naturale. Il gas naturale è un’alternativa al carbone per questo scopo.
Inoltre, l’EIA prevede che la produzione di petrolio degli Stati Uniti inizi a calare nel 2020 (figura 3) , quindi dovrebbe usare il gas naturale per muovere i mezzi di trasporto.
Attualmente usiamo più petrolio del gas naturale, e ciò potrebbe quindi portare teoricamente a un aumento del 100% o più dell’uso di gas naturale.
Molte centrali nucleari che abbiamo ora in servizio dovranno essere sostituite nei prossimi venti anni. Se sostituiamo il gas naturale anche in questo settore, farebbe ancora aumentare il consumo di gas negli Stati Uniti. Quindi la previsione dell’EIA del fabbisogno degli Stati Uniti di gas naturale sembra essere molto scarsa.
4. Come figura la crescita della produzione di gas naturale rispetto a quella degli altri combustibili negli USA secondo l’EIA?
(a) Il gas naturale è l’unico combustibile che mostra una crescita elevata
(b) Le energie rinnovabili crescono molto di più rispetto al gas naturale
(c) Tutti i carburanti sono in crescita
La risposta è (a): il gas naturale è l’unico combustibile che mostra una grande crescita della produzione da qui al 2040.
La figura 4 mostra il grafico dalla Annual Energy Outlook 2014 Early Release, che illustra la produzione attesa di tutti i tipi di carburanti.
Il gas naturale è praticamente l’unico in crescita, dal 31% della produzione totale negli Stati Uniti di energia nel 2012 al 38% nel 2040. Le energie rinnovabili dovrebbero crescere dall’11 % al 12% (probabilmente perché la gran parte è idroelettrica, e non può crescere di molto). Tutti gli altri combustibili, anche il petrolio, si ridurranno nella percentuale della produzione totale di energia da qui al 2040.
5. Qual è la previsione sui prezzi del gas naturale:
(a) Cresce lentamente
(b) Aumenta rapidamente
(c) Dipende da chi dà la risposta
Dipende da chi dà la risposta: risposta (c). Secondo l’EIA, i prezzi del gas naturale dovrebbero rimanere piuttosto bassi. L’EIA ha elaborato una previsione dei prezzi del gas naturale per i produttori di energia elettrica, da cui possiamo stimare i prezzi attesi alla produzione (figura 5).
In questa previsione, i prezzi alla fonte rimangono sotto i 5 dollari fino al 2028. Le compagnie elettriche valutano queste previsioni di prezzi bassi e pensano quindi di progettare un forte aumento della produzione di energia elettrica dal gas naturale.
Il problema – e la ragione di tutte queste esportazioni di gas naturale – è perché la gran parte dei produttori di shale gas non possono produrlo ai prezzi attuali. Hanno bisogno di un livello di prezzo molto più elevato per poter avere profitti. Vediamo un articolo dopo l’altro su questo argomento: dall’Oil and Gas Journal; da Bloomberg; dal Financial Times. Il Wall Street Journal cita Rex Tillerson di Exxon: “Siamo tutti rimasti in mutande. Siamo tutti in rosso.“
Allora, perché vogliamo tutta questa esportazione di gas naturale, se non ne abbiamo a sufficienza, e la porzione di shale gas (che è l’unica parte che ha un grosso potenziale di crescita) è così poco redditizia? La ragione che motiva tutte queste esportazioni è per pompare in alto il prezzo che possono ottenere i produttori di shale gas. Questo avviene in parte facendo alzare i prezzi negli Stati Uniti (spedendone una parte eccessiva all’estero) e in parte cercando di approfittare dei prezzi più elevati in Europa e in Giappone.
Ci sono diversi problemi sullo sfondo. Scaricare enormi quantità di gas naturale sui mercati mondiali rischia di far affondare il prezzo del gas naturale venduto all’estero, proprio come l’aver scaricato lo shale gas sui mercati statunitensi ha affondato i prezzi negli Stati Uniti qui (e molti sono stati indotti in errore da alcune persone, che hanno ipotizzato, sbagliando, che la produzione fosse a buon mercato). La quantità di gas naturale da approvare per l’esportazione è enorme: 42 miliardi di piedi cubi al giorno. L’Unione Europea da sola ne importa circa 30 miliardi di piedi cubi al giorno da tutte le fonti. La quantità non è aumentata dal 2005, anche se la produzione di gas nell’UE è calata. Le importazioni del Giappone ammontavano nel 2012 a 12 miliardi di metri cubi di gas naturale al giorno; quella della Cina a circa 4 miliardi di metri cubi. Quindi, in teoria, possiamo piazzare i 42 miliardi di piedi cubi al giorno di gas, ma ci vuole uno sforzo enorme.
Ci sono anche altre incognite. I paesi che stanno importando enormi quantità di gas naturale ad alto prezzo non sono messi bene finanziariamente. Ovviamente, non potranno permettersi di importare un sacco di gas naturale a prezzi maggiorati. In realtà, una grande parte del motivo per cui non sono messi bene finanziariamente è perché stanno pagando tanto per il gas importato (e per il petrolio).
Se gli Stati Uniti dovessero pagare quei prezzi per il gas naturale (anche se lo producessimo noi), sarebbero nella stessa situazione finanziaria. In particolare, le aziende che producono merci con l’energia elettrica da gas naturale ad alto prezzo scopriranno che le le loro merci non sono competitive rispetto a quelle prodotte nel mercato mondiale con combustibili meno cari (carbone, nucleare o idroelettrico). Questo è un problema, sia che il paese produca il suo gas naturale o che lo importi. Quindi il problema non è un problema di carburante importato; è un problema di prezzo.
Un altro problema con lo shale gas è che noi siamo produttori ad alto costo. C’è un sacco di produzione di gas naturale in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente, che è più conveniente. Se aggiungiamo l’alto costo del nosto shale gas agli alti costi del GNL per il trasporto a lunga distanza attraverso l’Atlantico o il Pacifico, saremo sicuramente i produttori più cari. Altri produttori con costi più bassi (anche produttori di shale gas locali) possono proporre prezzi più bassi. Quindi, nella migliore delle ipotesi coloro che spediranno il GNL all’estero faranno profitti mediocri.
Sembrerebbe essere forte la tentazione di crearci problemi, di incoraggiare l’Europa ad acquistare le nostre esportazioni di gas naturale invece che dalla Russia. Come detto, la nostra capacità di fornire questo gas naturale non è evidente. È una bella storia, con un sacco di “sé”: “Se potessimo davvero estrarre questo gas naturale. Se il prezzo potrà salire e rimanere alto. Se si può aspettare abbastanza a lungo.” Questa storia fa sembrare gli Stati Uniti più ricchi di quanto siano in realtà. Possiamo anche fingere di offrire aiuto all’Ucraina .
Forse il risultato migliore sarebbe se nessuna di queste strutture per le esportazioni venisse costruita, con o senza approvazione. Se è davvero possibile estrarre il gas naturale, teniamocelo. O lasciamolo nel terreno.
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GAIL TVERBERG
Our Finite World
Link: The Absurdity of US Natural Gas Exports
31.03.2014
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE