All’inizio, il 18 gennaio, erano una cinquantina, adesso sono centinaia e stanno ricevendo il sostegno di centinaia di persone che li aspettano al gelo ai bordi delle strade per manifestargli solidarietà e sostegno. Ai canadesi si sono uniti anche camionisti americani.
Divenuta ormai simbolica, la protesta “Truckers For Freedom” dei camionisti canadesi contro l’obbligo vaccinale e il green pass, che costringerebbe i non vaccinati a stare in quarantena dopo ogni passaggio al confine facendogli perdere più di metà delle consegne, ormai coinvolge migliaia di persone tra Canada e Stati Uniti. Così scrive TgCom24:
Centinaia di camionisti canadesi hanno iniziato un lungo viaggio verso Ottawa per protestare contro l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid-19, imposto da Canada e Stati Uniti a chiunque voglia attraversare il confine, il più lungo al mondo con quasi 9mila chilometri di strada. Questa misura è entrata in vigore il 15 gennaio in Canada e sabato negli Usa. Le autorità statunitensi minacciano i potenziali trasgressori di un divieto permanente di operare sul territorio mentre il Canada impone una quarantena di 14 giorni ai conducenti non vaccinati.
Così riporta ieri CBC Canada:
Centinaia di camionisti sono partiti dalla Columbia Britannica a Ottawa domenica per protestare contro l’ordinanza federale di obbligo vaccinale, nonostante l’esortazione della più grande federazione di camionisti del paese [la Canadian Trucking Alliance NdR] a uniformarsi alle regole.
La protesta è stata soprannominata “Freedom Rally” contro l’obbligo vaccinale federale per i camionisti transfrontalieri, che è entrato in vigore il 15 gennaio. […]
La Canadian Trucking Alliance e l’American Trucking Associations dicono che fino a 26mila dei 160mila autisti che fanno viaggi regolari attraverso il confine Canada-USA saranno probabilmente emarginati a causa dell’obbligo vaccinale.
Si è così scatenato un movimento online per protestare, con un GoFundMe per il raduno dei camionisti, raccogliendo oltre 2,5 milioni di dollari a partire da domenica.
“L’obiettivo è quello di arrivare [a Ottawa entro il prossimo fine settimana] e chiedere che questi obblighi vengano fermati”, ha detto la partecipante Candace Hill.
Se continua così, agli attuali ritmi di crescita e adesioni, la protesta inficerà seriamente il commercio tra i due paesi, come avvertono le associazioni di categoria. I due governi, per ora, rispondono con la linea dura, e non si sa ancora cosa aspetta i resistenti nella capitale canadese.
MDM 24/01/2022