Migliaia di manifestanti hanno sfilato ieri, sabato 18 giugno, a Londra, accusando il governo di non aver affrontato il rapido aumento del costo della vita nel Regno Unito, con cortei simili che si sono svolti in diverse città irlandesi, dove i cittadini affermano di dover affrontare le stesse difficoltà.
I manifestanti hanno marciato da Portland Place a Parliament Square nella capitale britannica, dove la leader del Trade Unions Congress (TUC) Frances O’Grady si è scagliata contro decenni di politiche di austerità, tra le principali cause dell’attuale aumento dei costi e la stagnazione dei salari.
“I prezzi sono alle stelle, ma i bonus dei Consigli di Amministrazione sono tornati a livelli da capogiro”, ha detto alla folla. “Tutti coloro che lavorano per vivere meritano di una vita dignitosa, ma i lavoratori del Regno Unito stanno subendo la più lunga e dura compressione dei loro guadagni nella storia moderna”.
Thousands of people take to the streets for a national demonstration. With inflation spiralling out of control the Trades Union Council organised the #protest to raise awareness about the #CostOfLivingCrisis. #London, UK June 18th, 2022 pic.twitter.com/lAzhJshMTa
— Andy Barton (@Andybartonphoto) June 18, 2022
“Se non aumentiamo i salari in tutta l’economia, continueremo a sbandare di crisi in crisi. Questa emergenza del costo della vita non è arrivata all’improvviso. È il risultato di oltre un decennio di salari stazionari”. Il TUC sostiene infatti che dal 2008 il lavoratore medio britannico ha perso 11.800 sterline (14.426 dollari) in termini di guadagno reale, poiché i salari non sono aumentati in misura pari all’inflazione.
La protesta ha attirato una folla eterogenea, tra cui sostenitori del Partito Laburista, comunisti e attivisti per il clima, quest’ultimo gruppo con cartelli che chiedevano al governo di isolare le case in tutta la Gran Bretagna per compensare la “fuel poverty”.
March protesting the governments handling of the cost of living crisis underway in London. pic.twitter.com/Jscgys7FUW
— Adele Robinson (@SkyNewsAdele) June 18, 2022
Il costo del carburante è aumentato drasticamente nel Regno Unito da quando Boris Johnson ha volontariamente tagliato le importazioni di petrolio e gas russo. I cittadini stanno ora pagando prezzi esorbitanti per le materie prime, mentre l’inflazione ha raggiunto il picco storico del 9% ad aprile e si prevede che i prezzi dei soli generi alimentari aumenteranno ancora del 15% quest’estate.
Secondo un rapporto l’Office for Budget Responsibility inoltre, il reddito disponibile delle famiglie scenderà al ritmo più veloce da quando sono iniziate le registrazioni negli anni ’50 e i britannici subiranno il più forte declino del tenore di vita dal 1956.
Tra i manifestanti c’era anche un consistente contingente di lavoratori del National Union of Rail, Maritime and Transport. Il sindacato aveva annunciato sabato scorso che avrebbe organizzato il più grande sciopero della metropolitana di Londra degli ultimi 30 anni, dopo il fallimento delle trattative con l’operatore della rete metropolitana su salari e benefit.
Took 6 minutes for the @RMTunion section to pass. Awesome. pic.twitter.com/rZXPuqDfc4
— adamki (@Goulchad) June 18, 2022
Proteste simultanee sono state organizzate in diverse città irlandesi, tra cui Dublino, Galway e Cork. I prezzi dei generi alimentari e del carburante sono aumentati anche in Irlanda, che sta vivendo anche una carenza di alloggi e una grave emergenza senzatetto.
Massimo A. Cascone, 19.06.2022
Fonte:
https://www.theguardian.com/business/2022/jun/18/march-protest-london-tuc-cost-of-living-crisis
https://www.belfastlive.co.uk/news/uk-world-news/tens-thousands-join-protest-march-24260557