La banalità del Male 2.0 The Real Anthony Fauci – parte 2/n

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Nella Parte 1 (QUI il sunto già pubblicato su CDC) abbiamo raccontato come il libro “The Real Anthony Fauci” di Robert F.Kennedy Jr ripercorra le tappe principali della resistibile ascesa del più pagato funzionario dell’amministrazione federale americana (più pagato anche del Presidente), partendo dal racconto dettagliato di come quest’ultimo ha sfruttato la “pandemia” di Covid-19 per applicare ancora una volta (e su scala mondiale) il suo tipico schema di azione, basato sull’amplificazione mediatica della Paura di malattie virali vere o presunte, con successivo sfruttamento della stessa per commercializzare rimedi medicinali dagli elevati profitti per le case farmaceutiche (e quindi, direttamente o indirettamente, per sè). Dopo avere analizzato nella prima parte tutte le azioni “di contorno” messe in atto da Fauci a supporto del suo schema, grazie al suo diffuso sistema di potere (modelli di previsione imprecisi, cifre di mortalità gonfiate, abuso dei test PCR, incentivi ad amplificare le cifre dei contagi, etc), in questa seconda tranche della recensione daremo conto di come Kennedy racconta il “core business” del “medico più potente del mondo”, ovvero il modo criminale con cui egli ha determinato e determina tuttora gli esiti del processo di approvazione dei trattamenti contro il Covid-19, negli Stati Uniti e quindi nel mondo. L’obiettivo, come ormai dovrebbe esservi chiaro, non è garantire la miglior cura per tutti i malati, ma vendere ai malati la più costosa delle cure… che, nel caso del Covid, è stato decretato essere, senza dubbio alcuno, il vaccino.  

[…] Se la narrazione da supportare in pubblico era “contro il Covid l’unica strada è il vaccino”, allora il problema di Fauci (e dei suoi lacchè in giro per il mondo) era tenere fermo il mondo della ricerca mentre i suoi amichetti di Big Pharma lavoravano a mettere a punto un qualche tipo di vaccino, o meglio, lavoravano per concludere la messa a punto di un tipo completamente nuovo di vaccino che – nonostante le enormi somme investite negli anni precedenti – fino ad allora non aveva trovato sbocchi utili nel mondo reale, ovvero i “vaccini” a mRNA. Peccato che i medici che stavano sul campo volessero, nel frattempo, guarire comunque i pazienti spesso – sorprendentemente – riuscendoci pure, nonostante la totale mancanza di supporto da parte degli enti preposti. Nel tentare i vari rimedi, molti di loro si accorsero che alcuni farmaci (i più diffusi tra i quali erano Ivermectina e Idrossiclorochina) in uso da moltissimo tempo con limitati effetti collaterali per malattie di tipo diverso, sembravano essere estremamente efficaci contro il Covid, soprattutto se somministrati nei primi giorni dalla comparsa dei sintomi. l’American Journal of Medicine, racconta Kennedy, pubblicò già il 1 luglio 2020 un articolo che li raccomandava, frutto dei primi mesi di sperimentazioni e studio sul campo dei medici americani intitolato “The Pathophysiologic Basis and Clinical Rationale for Early Ambulatory Treatment of COVID-19,” che divenne in breve tempo l’articolo di argomento Covid più scaricato del mondo. In Cina articoli simili erano usciti già a marzo del 2020, ma erano stati ignorati in occidente. E, mentre i medici di mezzo mondo cercavano di mettere a punto efficaci protocolli di cura, Fauci ed il suo NIAID, che avrebbero dovuto essere i loro punti di riferimento, consigliavano di far restare a casa i pazienti senza far nulla (ricorda qualcosa?).

Kennedy, al proposito, riporta le dichiarazioni di alcuni dei medici che allora misero a punto i primi protocolli

Il trattamento precoce era la chiave. [ma] non ci era permesso parlarne. L’intero sistema medico stava cercando di interrompere le cure precoci e mettere a tacere tutti i medici che parlavano di successi. Un’intera generazione di medici aveva appena smesso di praticare la medicina. Harvard, John Hopkins, Duke (…) Tutte queste università dipendono profondamente dai miliardi di dollari che ricevono dal NIH [National Institute of Health, di cui il NIAID di Fauci è una sezione]. (…) queste istituzioni vivono nel terrore di offendere Anthony Fauci e quella paura le ha paralizzate nel mezzo della pandemia. “Dott. Fauci ha rifiutato di promuovere tutte queste strategie”(…) “Non è solo che non ha fatto alcuno sforzo per trovare cure standard efficaci, ma le ha soppresse in modo aggressivo.

Il punto nodale, decisivo, essenziale per comprendere tutto ciò è questo semplice, semplicissimo passaggio, contenuto a pagina 85 del libro di Robert F. Kennedy jr, dove si fa notare che [evidenziazioni sono mie]

l’idrossiclorochina (HCQ) e altre terapie hanno rappresentato una minaccia esistenziale per il progetto di vaccino COVID da 48 miliardi di dollari del dottor Fauci e Bill Gates, e per il loro inconsistente farmaco Remdesivir, in cui Gates aveva una grande partecipazione [azionaria]. Secondo la legge federale, nuovi vaccini e medicinali non possono essere qualificati per l’autorizzazione all’uso in emergenza (EUA) se un farmaco esistente approvato dalla FDA si dimostra efficace contro la stessa malattia (…). Pertanto, se un farmaco approvato dalla FDA come l’idrossiclorochina (o ivermectina – IVM) si dimostrasse efficace contro il COVID, le aziende farmaceutiche non sarebbero più legalmente autorizzate a commercializzare i loro vaccini da miliardi di dollari con l’autorizzazione all’uso di emergenza.

As simple as that.

Se HCQ o IVM funzionano, no emergenza; se no emergenza, il vaccino mRNA può andare in commercio solo dopo adeguata sperimentazione (tre anni, almeno). Quindi, ripetiamo tutti in coro “IL VACCINO E’ L’UNICA VIA

Due delle centinaia di manifesti e slogan a tema “vaccino unica via”

Un inaspettato alleato alla strategia di Fauci fu proprio il presidente Trump (con il quale spesso si era beccato in occasioni pubbliche), che appoggiò esplicitamente l’Idrossiclorochina già a Marzo del 2020: il suo endorsement segnò la fine di ogni dibattito serio sulla questione, poichè permise ai media compiacenti di cancellare di colpo decenni di uso sicuro ed efficace del farmaco in nome del “se piace a Trump non può essere buono”. Nemmeno il fatto che veri e propri totem mondiali del settore come il francese Didier Raoult ne sostenessero l’uso e lo mettessero con successo alla prova servì a invertire la rotta. Fauci andò serafico in TV e dichiarò a reti unificate che l’HCQ non andava usata perchè “non era chiaro in base a quale meccanismo fosse efficace contro il Covid”.

Decine di farmaci (adottati ad esempio – esperienza diretta – nei protocolli contro la leucemia) hanno funzionato e sono stati adottati senza che fosse chiaro il meccanismo per cui funzionavano. Eppure, quando il piccolo diavolo dal cognome italiano parlò, nessuno aprì bocca di fronte a quella stupida stupida stupida obiezione. Perchè dire qualcosa avrebbe significato immediatamente perdere il lavoro, i finanziamenti, la fama, le possibilità di carriera etc etc. In quel teatro di morte ognuno degli attori aveva il suo bravo motivo per recitare la propria parte, quindi la commedia continuò.

Estremamente interessante, nel racconto di Kennedy, è però anche la tempistica di questa “guerra alle cure”.

Dato il bassissimo numero di effetti collaterali, l’idrossiclorochina (HCQ) era, da parecchi anni, un farmaco acquistabile senza ricetta ed utilizzato contro diversi tipi di malattia, addirittura come profilassi, assumendone quindi dosi costanti per lunghi periodi di tempo. Tuttavia, il 13 gennaio 2020, molto, ma molto prima che in occidente diventasse chiaro cosa stava per arrivare, il governo francese derubricò, senza citare alcun tipo di fonte o di evidenza, l’HCQ da farmaco da banco a farmaco ottenibile solo con ricetta, seguito poco dopo dal Canada. Nei mesi seguenti avvennero inoltre strani acquisti in massa di HCQ da paesi remoti, seguiti da distruzione dei preparati, con l’obiettivo di svuotare i magazzini da questo trattamento improvvisamente divenuto impopolare. Racconta RFKjr che prima il Sud Africa e, pochi mesi dopo, gli Stati Uniti distrussero ingenti quantità di HCQ per presunte “irregolarità doganali”. A marzo del 2020 diversi giganti di Big Pharma avevano svuotato i propri magazzini donando le proprie scorte di HCQ agli enti federali americani, che peraltro non avevano alcuna intenzione di usarle.

E qui Fauci fece la mossa decisiva: per chiudere il cerchio intorno all’HCQ bisognava ottenere una dichiarazione di pericolosità ufficiale sulla base della quale togliere la possibilità di ottenere il farmaco, anche dietro prescrizione medica. Fu così che vennero organizzati dal NIAID una serie di trial clinici, i cui parametri erano stati deliberatamente falsati, in modo che i risultati mostrassero che il farmaco era dannoso.

Nel capitolo “The Fraudolent Industry Study” (titolo che non ha bisogno di traduzioni), Kennedy racconta l’incredibile storia dell’affossamento doloso dell’HCQ tramite falsi trials clinici

Il dottor Fauci, Bill Gates e l’OMS hanno finanziato un gruppo di mercenari della ricerca per inventare una serie di studi, tutti utilizzando protocolli fraudolenti deliberatamente progettati per screditare HCQ come pericoloso. Invece di utilizzare la dose di trattamento standard di 400 mg/die, i 17 studi dell’OMS hanno somministrato una dose giornaliera quasi letale, iniziando con 2.400 mg. al giorno 1 e utilizzando successivamente 800 mg/die. In una crociata cinica, sinistra e letteralmente omicida.

Le minute emerse successivamente da indagini indipendenti hanno mostrato come i medici non dosassero le somministrazioni in base al peso, non tenessero conto del momento in cui dare la medicina nè smettessero di darla di fronte ad evidenti gravi conseguenze, che peraltro non venivano nemmeno registrate nei documenti ufficiali, in modo da non costituire prove del raggiro (o meglio, degli omicidi). In nessun trial fu utilizzato come coadiuvante un trattamento a base di Zinco (fortemente richiesto dai protocolli dei medici sul campo). I protocolli usati in queste sperimentazioni erano fatti per fallire, e infatti fallirono. Ma questo non fu l’unico trucco: nel caso qualcuno ancora non si fosse convinto con i trial fasulli, poco dopo arrivò la pubblicazione nel maggio 2020 da parte di The Lancet e del New England Journal of Medicine di una meta-analisi basata su un database di quasi centomila casi in varie parti del mondo trattati con HCQ, fornito da una oscura società dell’Illinois con 12 dipendenti, compresi uno scrittore una hostess a porno-eventi. Questa società diceva di avere raccolto questa enorme quantità di dati da ospedali di quattro continenti: i suoi dati “dimostravano” che l’uso di HCQ aumentava significativamente il rischio di patologie cardiache. Conseguentemente, in quello stesso mese, l’Ente britannico preposto alle autorizzazioni dei medicinali ritirò ogni autorizzazione sul farmaco e nel giugno del 2020 negli USA sparirono letteralmente ben 63 milioni di dosi di HCQ, dosi che sarebbero state ampiamente sufficienti per curare i malati sintomatici di Covid per parecchi mesi, evitandone l’ospedalizzazione e, in molti casi, il decesso. Numerosi altri paesi europei fecero lo stesso immediatamente dopo, togliendo di fatto HCQ dal mercato. Gli studi pubblicati dai due prestigiosi giornali furono contestati a stretto giro da 200 scienziati indipendenti, i quali dimostrarono facilmente come la base dati sottostante fosse del tutto inaffidabile, piena di errori statistici e molto spesso anche logici; ad esempio, secondo l’analisi, una contea dell’Australia aveva registrato un numero di morti da HCQ superiore al numero TOTALE dei morti di tutta la contea nello stesso periodo. Poche settimane dopo la pubblicazione dello studio, la società dell’Illinois letteralmente sparì nel nulla, come sparirono nel nulla alcuni degli autori della review alla base della pubblicazione, fino alla richiesta indirizzata alle riviste da parte di altri coautori (evidentemente ingannati) di ritirare l’articolo. Kennedy conclude il racconto dell’episodio con queste parole

Ad oggi, né gli autori né le riviste hanno spiegato chi li abbia indotti a pubblicare la frode più importante nella storia dell’editoria scientifica. (…) L’editor di Lancet, Richard Horton, conferma: “I giornali si sono trasformati in riciclatori di informazioni per l’industria farmaceutica”. La dott.ssa Marcia Angell, che ha lavorato come editor per 20 anni al New England Journal of Medicine, afferma che i giornali sono “principalmente una macchina di marketing”.

I due giornali ritirarono successivamente, senza ulteriore spiegazione, gli articoli, ma i media mainstream ignorarono il ritiro, e nessuna delle conseguenze che avevano generato venne meno, a partire dai divieti all’uso dei due medicinali da parte delle autorità americane e non.

Non tutti persistettero nella follìa, però. La Svizzera bandì l’HCQ al seguito degli altri paesi europei, ma 15 giorni dopo la reintrodusse, poichè il tasso di mortalità era nel frattempo triplicato. Dopo la reintroduzione, la mortalità tornò ai livelli precedenti (ma guarda un po’). Lo stesso accadde a Panama ed in molti altri paesi del mondo che, non potendo disporre dei mezzi delle economie più sviluppate, mantennero in uso le cure a basso costo, ottenendo tassi di mortalità inferiori agli USA. Le statistiche consultate da RFKjr parlano di circa una settantina di paesi, per i quali è evidente una relazione tra uso diffuso di HCQ e bassi tassi di mortalità per Covid, quantificabili in un decimo dei paesi dove è stata bandita (!!!). Se avere dieci volte meno morti vi sembra poco…

Per l’Ivermectina (IVM) la storia fu simile: si trattava di un farmaco incluso fin dal 1996 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra i “farmaci essenziali”, al pari dell’Aspirina o della penicillina, con caratteristiche che, come suggerivano i numerosi studi sul campo (non condotti dal NIAID, ovviamente), lo rendevano adatto a curare tutte le varianti del virus (addirittura). Il bando, in questo caso, arrivò in ritardo, e quindi fu possibile condurre delle meta-analisi, cioè analisi che sintetizzavano tutte le analisi fatte fino a quel momento sull’efficacia del farmaco, quando era stato possibile usarlo. Queste le conclusioni riportate nel libro

La riduzione media della mortalità, basata su 18 studi, è del 75% secondo una presentazione della meta-analisi del gennaio 2021 al gruppo delle linee guida per il trattamento del COVID-19 del NIH. Allo stesso modo, una meta-revisione sponsorizzata dall’OMS su 11 studi suggerisce che l’ivermectina può ridurre la mortalità per COVID-19 fino all’83%

Pochi giorni dopo la presentazione della meta-analisi ed una audizione al Senato degli studiosi che l’avevano condotta, nel gennaio del 2021, il NIH modificò il suo parere contrario all’uso della IVM nella cura precoce del Covid in “nè favorevole nè contrario”. Tre dei quattro membri della commissione che prese la decisione avevano forti legami con le case farmaceutiche, mentre il quarto ricevette successivamente cospicui finanziamenti per effettuare studi che ne dimostrassero l’inefficacia. Nonostante questo, alcuni paesi, colpiti da alti tassi di mortalità, decisero di cominciare ad usare ugualmente l’IVM secondo i protocolli stabiliti dai medici nei primi mesi della pandemia, vedendo crollare in breve tempo i loro numeri di morti. Il filmato dell’audizione in Senato dove si dimostrava l’efficacia dell’IVM registrò un picco di visualizzazioni, finchè Facebook lo bloccò. L’EMA (l’Agenzia Europea del Farmaco) in accordo con la FDA americana e con l’OMS emise una raccomandazione contraria all’uso dell’IVM e fu adottata la linea guida che richiedeva, per la sua modifica, uno studio clinico randomizzato, possibile solo con cospicui fondi (e quindi possibile solo agli enti governativi e/o alle case farmaceutiche). Da settembre 2021 in poi, chi avesse prescritto IVM, che fossero dottori o farmacisti, avrebbe visto revocata la propria licenza.

E due. Il tritacarne era stato avviato. La potenza economica di Fauci e delle sue “propaggini” aveva cominciato a lavorare e, racconta Kennedy, perfino i produttori originari dei due farmaci, Sanofi e Merck, nei primi mesi del 2021 emisero raccomandazioni pubbliche contrarie al loro uso. Anche perchè avevano in serbo qualche nuovo farmaco ad alto costo con cui sostituire i vecchi trattamenti (ne parleremo nella parte 3).

Il colpo di grazia, però, arrivò nell’estate del 2021. A turno, una serie di media mainstream, non necessariamente scientifici, cominciò a pubblicare articoli che denigravano IVM basandosi sul fatto che, a un certo punto, si era cominciato ad usarla – con successo – anche per sverminare i cavalli. Il 15 agosto del 2021, la FDA pubblicò sul suo sito un post intitolato “tu non sei un cavallo”. A ruota seguirono CNN, molti giornali ed infine la stessa Casa Bianca emise comunicati in cui esortava a “non usare farmaci veterinari”.

Il fatto ampiamente noto in ambito veterinario che molti farmaci in uso per la specie umana, tra cui gli antibiotici, funzionino in modo simile su tutti i mammiferi non venne tenuto – racconta Kennedy – in alcuna considerazione. Nè venne minimamente considerato il fatto che in oltre trent’anni di uso diffuso su centinaia di milioni di persone, IVM avesse fatto registrare solo 1 caso di decesso ogni 10,5 milioni di dosi, contro il rapporto di un decesso ogni 1000 dosi del Remdesivir (l’antivirale di Bill Gates) oppure il rapporto 1/13250 dei primi dieci mesi di somministrazione dei vaccini. Il 29 agosto 2021 l’ineffabile medico dagli occhi porcini si presentò serafico alla CNN al grido di “non fatelo!” riferendosi all’assunzione di IVM. “non si sa perchè funziona (e due!) e potreste correre dei rischi…”. Rolling Stone (sì, quello così cool e anticoformista che di solito che parla di musica e dintorni) ad ottobre 2021 pubblicò un servizio in cui si sosteneva che i pronto soccorso dell’Oklahoma non riuscivano a soccorrere i feriti da arma da fuoco (!) perchè pieni di gente che aveva preso troppa IVM. Il servizio era accompagnato da foto di lunghe file fuori dagli ospedali. Il servizio fu immediatamente ripreso da parecchie testate americane ed internazionali, raggiungendo altissimi picchi di diffusione… incidentalmente, Kennedy fa notare come tutte le testate che ripresero il servizio di Rolling Stone avevano tra i maggiori inserzionisti e finanziatori … (rullo di tamburi) “mr.Remdesivir” Bill Gates, con la sua Fondazione. Poco dopo, l’ente federale di salute pubblica dell’Oklahoma smentì categoricamente quanto riportato da Rolling Stone spiegando che nemmeno un paziente era stato trattato per overdose di IVM in Oklahoma in quel periodo, dimostrando altresì che le foto pubblicate dalla rivista si riferivano a nove mesi prima e ritraevano le code per fare il vaccino. Ma intanto, il danno era fatto, e nessuno smentì con la stessa rilevanza il concetto che IVM fosse fondamentalmente una medicina per cavalli.

Sul sito AIFA, ancora oggi, la pagina dedicata agli “ultimi aggiornamenti sui farmaci utilizzabili per le terapie Covid” riporta, nel file aggiornato ad aprile 2022, relativo alle “Raccomandazioni per le terapie domiciliari” che due dei farmaci “non indicati” nel trattamento del Covid (pag.5) sono Idrossiclorochina e Ivermectina. In più, la pagina specifica dedicata all’HCQ (non aggiornata da dicembre 2020) riporta in bella vista la condanna definitiva del farmaco “AIFA non ritiene nè utile nè opportuno autorizzare nuovi studi clinici sui pazienti ricoverati“. Amen. Non provateci nemmeno a dimostrarne l’efficacia. Niente di nuovo sul fronte occidentale, verrebbe da dire.

La strategia “unica strada il vaccino” ha vinto, quindi. In America, come in Italia. Non esistono farmaci altrettanto efficaci nel trattamento della stessa malattia, quindi si può continuare a somministrare vaccini come non ci fosse un domani… finchè c’è pandemia, c’è speranza… e forse invertendo l’ordine dei fattori (almeno in Italia… basta aggiungere una maiuscola) il prodotto non cambia. Ma cosa succede, poi, se i vaccini, una volta sdoganati e propinati a mezzo mondo, si rivelano inutili o, peggio, dannosi?

[Continua…]

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